Il 16 marzo 1966 mentre al vertice della classifica dei dischi più venduti in Italia c'è Nessuno mi può giudicare della quasi debuttante Caterina Caselli, gli studenti del Liceo "Parini" di Milano pubblicano un giornale autogestito intitolato "La zanzara". La rivista non è diversa da tanti altri giornali studenteschi che escono nello stesso periodo: cronaca, un po' di goliardia, qualche riflessione sui problemi della società, il tutto condito con alcune notizie di musica e cinema. C'è poi un servizio, una sorta di "inchiesta speciale", che affronta il tema del comportamento sessuale dei giovani realizzata da tre studenti dell'istituto con interviste ai loro compagni. L'argomento, un po' scabroso per l'italia dell'epoca, sembra non suscitare, all'interno della scuola, particolari reazioni. Non così la pensa un genitore che, dopo aver visto tra i libri della figlia il giornale, prende carta e penna e rivolge un dettagliato esposto alla magistratura. L'inchiesta è immediata e rapida. I responsabili dell’inchiesta, tre studenti minorenni, Marco Sassano, Marco De Poli e Claudia Beltrami Ceppi, vengono denunciati per il reato di "pubblicazione oscena". Additati come "esempio della corruzione dei costumi" all'opinione pubblica dai giornali scandalistici e anche da qualche grande quotidiano, sono destinati a diventare il simbolo di una grande battaglia di libertà delle giovani generazioni alla vigilia della grande fiammata del Sessantotto. Gran parte delle forze laiche e di sinistra si schiera al loro fianco quando, per ordine del pubblico ministero Pasquale Carcasi viene disposta ai sensi di una legge fascista del 1933, mai abrogata, una visita medica per accertare se i tre «sono in grado di intendere e di volere». La ragazza, Claudia Beltrami Ceppi, oppone un netto rifiuto alla richiesta di denudarsi di fronte alla commissione di "esperti". Mentre la protesta e la mobilitazione crescono, i tre studenti vengono rinviati a giudizio. Nel corso del processo il pubblico ministero Oscar Lanzi chiede al giudice di disporre una nuova “ispezione corporale" nei confronti dei ragazzi, ma il presidente della Corte, Luigi Bianchi d’Espinosa, respinge la richiesta. C'è chi rileva come nell'aula si confrontino due Italie: quella dei nuovi fermenti e della voglia di protagonismo delle giovani generazioni e quella bigotta e democristiana. Alla fine di un lungo dibattimento i tre ragazzi verranno assolti, ma la battaglia non è che all'inizio.
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