Il 13 luglio 1947 muore a Seadise, nell’Oregon, il sassofonista, clarinettista, direttore d'orchestra e compositore Jimmie Lunceford, all’anagrafe James Melvin Lunceford. All'età di quarantacinque anni se ne va così un personaggio di primo piano nella storia del jazz del periodo compreso fra gli anni Venti e Quaranta. I critici sono pressoché concordi nel ritenerlo uno fra i più validi e importanti leader orchestrali dell'era dello swing, di quel periodo, cioè, nel quale il jazz viveva uno dei momenti di maggior espansione. Proprio in negli anni in cui le grandi orchestre iniziano a sostituire i piccoli gruppi su cui si era costruito il jazz delle origini emergono le sue capacità di organizzatore e leader. Le sue fortune nascono certamente dalla sua non comune sensibilità musicale, ma anche dal fiuto notevole nella scelta dei collaboratori. Le sue orchestre, infatti, si avvalgono del lavoro di alcuni arrangiatori fra i migliori che il jazz abbia avuto come Sy Oliver, Willie Smith ed Edwin Wilcox. In ogni caso Lunceford ha il merito di aver inventato dal nulla un impasto sonoro morbido e soffice di forte suggestione formale, destinato a esaltare la validità tecnica dei solisti. La sua lezione resta unica e non è un caso che la "sonorità luncefordiana" riesca a farsi strada e ad affermarsi in anni in cui la concorrenza ha i nomi di Duke Ellington, Count Basie e Benny Goodman. Il destino di Jimmie è diverso da altri leader orchestrali dell'epoca perché riesce a non farsi schiavizzare dalle tendenze, ma conserva sempre un notevole margine di originalità e di autonomia. Resta proverbiale e, per molti versi, insuperata la sua perfetta calibratura delle diverse sezioni della formazione, realizzata attraverso una sapiente alternanza fra unisono e blocchi separati. Dopo la sua morte vari musicisti, tra cui i suoi amici Joe Thomas ed Edwin Wilcox, tenteranno più volte senza fortuna di recuperarne il sound e di rilanciarne l'orchestra. La "sonorità luncefordiana" muore con lui.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento