Il 21 luglio 1981 muore a New York il trombonista Snub Mosley, all’anagrafe Lawrence Leo Mosely. Nato a Little Rock, nell'Arkansas, ha settantun anni. È adolescente e sta ancora studiando per migliorare la sua tecnica quando Alphonso Trent lo vuole nella sua orchestra. Il suo debutto professionale avviene proprio nella formazione di Trent a Dallas e prosegue con un'intera stagione all'Adolphus Hotel. Con la stessa band se ne va a Richmond dove, alla fine del 1928, registra i primi dischi. La sua presenza scenica e la capacità di divertire il pubblico ne fanno lievitare le azioni e, nel 1934, entra a far parte della formazione di Claude Hopkins. Non ci resta per molto perché non tardano a bussare alla sua porta personaggi leggendari del jazz di quel periodo come Fats Waller e Louis Armstrong. Snub non dice mai di no, ma non accetta contratti a lungo termine. Il suo sogno è quello di mettersi in proprio. Ci riesce nel 1936 quando dà finalmente vita a un'orchestra che porta il suo nome e che riesce a tenere unita per molti anni. Alla testa dei suoi strumentisti diventa l'attrazione di locali come il Woodmere Country Club e il Queen's Terrace di Long Island. Tra lui è il gruppo c'è amore vero, come emerge anche dalla cura con la quale prepara le numerose sedute di registrazione per la Decca nelle quali suona sia il suo trombone, stilisticamente influenzato da Tommy Dorsey, che come vocalist e anche come solista di slide-sax, un sassofono inventato da lui al quale è dedicato il brano The man with the funny little horn. Nel corso degli anni Quaranta e Cinquanta la sua popolarità si allarga anche al di fuori dei confini degli Stati Uniti, in Oriente e in Europa dove colpisce l'immaginazione del pubblico più per le doti di showman che per le sue qualità artistiche. Con la crisi delle big band si dedica alle orchestre-spettacolo, capaci di esaltarne le doti di simpatia e d'intrattenimento sulle note del suo brano più famoso: Snub's blues.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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