Il 18 febbraio 1974 viene pubblicato Kiss, il primo album del gruppo omonimo. Non suscita grandi entusiasmi e in pochi scommettono sul futuro della band. Snobbati dalla critica, che li considera una scialba copia dei New York Dolls, qualche giorno prima hanno detto brutalmente a un giornalista di Rolling Stone che di quello che pensano i giornalisti al loro non importa granché. «Ci interessa il gradimento del pubblico dei ragazzi. Niente di più». In fondo hanno ragione loro. Nonostante lo scarso interesse delle prime incisioni negli anni successivi saranno protagonisti di un gigantesco successo commerciale, di un vero e proprio fenomeno di costume, con i loro travestimenti e una serie di trovate spettacolari che portano all'eccesso le invenzioni del "glam rock". Sbeffeggiati dalla critica, sostenuti da migliaia di fans organizzati in clubs della "Kiss Army", accusati per qualche tempo di nazismo per la doppia "S" del loro marchio, simile a quella delle SS hitleriane, i Kiss giocano con il mistero celando per lungo tempo la propria identità dietro alle maschere di scena: Gene The Vampire, Paul The Star, Peter The Chat e Ace The Spaceman. La loro storia inizia nel 1972, quando il bassista Gene Simmons (nome d’arte Eugene Klein) e il chitarrista Paul Stanley (vero nome Stanley Eisen) lasciano i Wicked Lester, dopo un annuncio su "Rolling Stone" incontrano il batterista Peter Criss (all’anagrafe Peter Crisscuola) e, dopo un'altra inserzione, questa volta su "Village Voice", il chitarrista Ace Frehley (vero nome Paul Daniel Frehley). All'inizio del 1973, adottando il nome proposto da Ace, nascono ufficialmente i Kiss. Il grande successo della band inizia con il terzo album Dressed to the kill del 1975, cui seguono Alive, Destroyer e un nutrito elenco di dischi vendutissimi. Se per i loro fans sono un mito per la critica il gruppo è una geniale invenzione commerciale destinata al pubblico dei giovanissimi e degli adolescenti di fine anni Settanta. Con loro l’heavy metal perde la carica diabolica e ribelle per diventare un cartone animato e una macchina da gadget.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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