La scena si svolge nella hall dell'Holiday Inn di Columbus, nell’Ohio. È il 17 marzo 1979. Elvis Costello, impegnato in un lungo tour statunitense insieme a Stephen Stills sta intrattenendo un nutrito stuolo di ammiratori. Un po' alticcio e sopra le righe inizia una scombinata arringa contro la musica statunitense colpevole, a suo dire, di essere noiosa e ripetitiva, senza la fantasia e l'originalità del rock britannico. I suoi interlocutori gli fanno notare che il suo è un discorso senza senso e che su entrambe le sponde dell'oceano ci sono episodi noiosi e ripetitivi. Nella concitata discussione si alza una voce di forte dissenso: «Tutto il rock è debitore alla musica nera, al soul e al blues in particolare. Le tue sono storie! Come puoi ignorare la genialità interpretativa di un Ray Charles o una forza della natura come James Brown?»: Elvis Costello reagisce con violenza alla dichiarazione: «Ray Charles? Tu mi parli di Ray Charles? Quello è un negro cieco e ignorante! E James Brown è un altro stupido negro!» Le frasi urlate rimbombano nella hall e attirano l'attenzione degli strumentisti della band di Stephen Stills che si alzano e con aria minacciosa si dirigono verso il capannello che circonda il cantante inglese. «Tu sei un razzista, un verme bianco e razzista. Con gli animali come te è inutile perdere tempo a parlare. L'unica soluzione è quella di spaccarti la faccia!» Detto questo si lanciano verso il cantante e ingaggiano una rissa furibonda con le sue guardie del corpo prontamente accorse. Costello, spaventato e protetto dagli agenti in servizio nella hall dell'Holiday Inn riesce a guadagnare il più vicino ascensore e a dileguarsi. La fuga non seda la rissa tra le guardie del corpo del cantante e i componenti della band di Stills, cui si sono aggiunti fonici e addetti al palco. Solo l'arrivo di rinforzi, chiamati tempestivamente dagli agenti in servizio presso l'albergo, riesce a placare gli animi e a chiudere, almeno per il momento l'incidente. Il tour è, però, a rischio, perché i musicisti non intendono dividere più il palcoscenico con Elvis Costello. «Se quel signorino ci ricapita tra le mani finiremo il lavoro lasciato a metà questa notte!» La tensione è destinata a stemperarsi definitivamente il giorno dopo quando, in un'improvvisata conferenza stampa, il cantante inglese chiederà scusa a tutti e minimizzerà l'incidente sostenendo di non essere razzista, ma di aver pronunciato, senza pensare, alcune frasi provocatorie così per il gusto di esagerare. La sua carriera confermerà che si è trattato soltanto di una stupida fanfaronata.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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