Il 22 marzo 1943 nasce a Pittsburgh George Benson. Inizia a studiare chitarra all'età di otto anni e, dopo cinque anni, già si esibisce regolarmente con gruppi di rhythm and blues della sua città. I suoi idoli non sono comunque i grandi maestri del blues: Benson si forma alla scuola jazz di chitarristi come Charlie Christian e Wes Montgomery. Nel 1963 Benson arriva a New York ed entra nel gruppo dell'organista Brother Jack McDuff. Questa esperienza, durata due anni, affina lo stile del chitarrista e gli consente di prendere confidenza con il pubblico dei concerti: un'abitudine al palcoscenico che, in seguito, lo aiuterà a conquistare un enorme successo. Nel 1966 incide il primo album solista per la Columbia Records , It's uptown, ma è una specie di fiasco commerciale: il contratto viene stracciato e Benson approda alla neonata etichetta di Creed Taylor, la CTI. L'intento di questo nuovo marchio è quello di proporre la "fusion-music" nella sua accezione più leggera e disimpegnata, la chitarra di Benson si adatta perfettamente a queste esigenze, tanto che diventa ospite fissa di tutti i prodotti CTI, oltre che protagonista negli album solisti di Benson. Tra questi ultimi il meglio riuscito è White rabbit del 1973. Ma il vero successo di Benson arriva a metà degli anni settanta quando, lasciata la CTI per la Warner Bros., il chitarrista inizia la sua collaborazione con il produttore Tommy LiPuma. Il primo grande risultato è l'album del 1976 Breezin' dove, per la prima volta, Benson si cimenta anche nelle vesti di cantante. La musica è morbida, con toni decisamente popolari, da classifica: il singolo This masquerade entra, infatti, nella Top ten americana, fatto inusitato per un artista ancora etichettato come jazzista. Il successo non è comunque casuale e viene ripetuto l'anno seguente con l'album In flight. La vera esplosione del fenomeno Benson arriva però nel 1978 con il doppio album dal vivo Weekend in L.A. dove il chitarrista si cimenta in una poderosa versione del "classico" di Leiber e Stoller, On Broadway. Ad accompagnare Benson in questa straordinaria tournée c'è un gruppo di splendidi musicisti: Phil Upchurch (già chitarrista di Ramsey Lewis), Ralph McDonald alle percussioni, Stanley Banks al basso, Ronnie Foster alle tastiere e Jorge Dalto al pianoforte. È questo il segreto del successo di Benson: ottimi musicisti nel gruppo, un impasto sonoro a cavallo tra jazz. rock e soul, una voce suadente e sporadiche incursioni in un solismo chitarristico da virtuoso dello strumento. Con le sue chitarre Ibanez G310 e Gibson Super 400CES, Benson torna nuovamente al grande successo nel 1980, aiutato dal produttore Quincy Jones. L’album è Give me the night e l'omonimo singolo raggiunge la posizione più alta in classifica mai conquistata da Benson: il quarto posto. Da quel momento il successo di Benson viene ampiamente ridimensionato a livello internazionale, anche se in patria i suoi concerti registrano sempre il tutto esaurito. Il merito, ancora una volta, è nella formula senza tempo inventata dal chitarrista: una musica ben costruita che abbina la raffinatezza del jazz alla concretezza della musica pop senza pretendere dì lanciare messaggi.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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