Il 30 aprile 1992 l’hip hop fornisce la colonna sonora alla rivolta del quartiere nero di Los Angeles. Si tratta di un’evoluzione importante di un genere che da qualche tempo rischiava di essere definitivamente inglobato dalla struttura del music-business. L’evento apre una riflessione profonda sul genere. Che cos’è l’hip hop? Negli anni Ottanta è senza dubbio l’espressione più alta della cultura musicale alternativa nera statunitense. Dice il grande batterista jazz Max Roach: «La cultura musicale nera ha espresso tutti i principali suoni di questo secolo. Da Jelly Roll Morton a Scott Joplin fino ad arrivare all’hip hop c’è un sottile, ma robusto, filo di continuità. Il rap, Louis Armstrong e Charlie Parker sono l’espressione della stessa realtà minima, delle stesse povere zone urbane. Il jazz era la musica di chi non aveva soldi per studiare la musica dei ricchi, il rap è una musica povera che si può fare senza strumenti». Le radici nere dell’hip hop sono evidenti e inconfutabili. Affondano nel dub giamaicano dei Sound System, quegli enormi diffusori musicali, spesso montati sul rimorchio di un camion, costituiti da trenta o quaranta casse collegate tra loro da un groviglio artigianale di cavi. Negli anni Cinquanta i “Sound System Operator” sono personaggi molto popolari in Giamaica, veri e propri profeti musicali, soprattutto nei quartieri neri dove quasi nessuno possiede una radio. Sono disk jockey che cantano e parlano sulla base rubata ai dischi americani dell’epoca. Parlano, lanciano messaggi o costruiscono brevi melodie sui ritmi dei dischi jazz e delle grandi orchestre swing. Si danno nomi di fantasia, come quelli di Tom The Great Sebastian, Prince Buster, Count Smith The Music Blaster, Count Joe o Sir Nick e organizzano grandi feste da ballo nei prati della periferia di Kingston. A loro si rifanno, anche nella fantasiosa ispirazione degli pseudonimi, i rapper statunitensi degli anni Ottanta. C’è però una differenza rispetto al passato: questa volta la ribellione è consapevole e la contrapposizione è voluta, come emerge dalle dure parole di Ice-T: «Non ce la faranno a fregarci, come è successo con lo sforzo creativo nero del rock and roll. Negli anni Cinquanta le canzoni di Little Richard e Chuck Berry venivano definiti “suoni da jungla”, poi l’industria ha capito che poteva essere un affare e ha tirato fuori dal cilindro un caro ragazzo bianco del Sud come Elvis Presley. Non hanno fermato il rock, l’hanno inglobato depotenziando la sua componente nera. Questa volta non sarà così». In realtà non è stato diverso neppure questa volta, se si pensa che nel 1987 il primo album hip hop al vertice della classifica dei dischi più venduti degli Stati Uniti ha sulla copertina le facce bianche dei Beastie Boys, un gruppo la cui trasgressione in quel momento si limita alle parolacce. Il tentativo del music businnes di inglobare questo genere musicale e metabolizzarlo riesce, però, solo a metà. Crea un hip hop parallelo, di plastica e gradevole, ma non spegne la forza di quello alternativo che diventa ancor più violento, tanto da fornire, il 30 aprile 1992, la colonna sonora alla rivolta del quartiere nero di Los Angeles dopo il verdetto che manda assolti i poliziotti artefici di un pestaggio ai danni di un giovane di colore. La cultura hip hop, quella vera e quella addomesticata, si porta dietro però anche pericolose confusioni su argomenti delicati come la violenza e il razzismo. Nel 1989, i Public Enemy si dissociano pubblicamente da un loro componente, Professor Griff, che ha attaccato pesantemente la comunità ebraica, lo cacciano e lo sostituiscono con James Norman, salvo poi scoprire che l’antisemitismo rende e farne una bandiera nelle loro canzoni. Le accuse di razzismo e di incitamento alla violenza sono state pane quotidiano anche per Ice Cube, che se la prende con gli ebrei in “No vaseline” e con i coreani in “Black Korea”. Quando c’è di mezzo il razzismo le case discografiche fanno, però, finta di non vedere e non sentire. L’importante è vendere. Anche la violenza va bene se è generica. Non importa se cattiva, purché generica. Uno dei casi più emblematici è quello del rapper bianco Vanilla Ice, un tranquillo personaggio cui è stato costruito a tavolino dai produttori un passato turbolento in bande assolutamente inventate. Diversa è la situazione che si crea quando la violenza esce dalla genericità per diventare ribellione. Ice-T, un personaggio che arriva al rap partendo dalla poesia tanto da ispirarsi per il suo nome d'arte allo scrittore nero Iceberg Slim, viene licenziato in tronco, nonostante i successi commerciali, nel 1993 dalla Warner Bros., per aver messo in musica la rivolta nera di Los Angeles. Il discrimine non è poi tanto sottile: se serve a vendere qualche disco in più anche il razzismo va bene, mentre la violenza è accettabile solo se non mette in discussione l’ordine costituito. Uscito dai confini degli Stati Uniti, a partire dalla seconda metà degli anni Ottanta l’hip hop è progressivamente diventato una delle basi per l’evoluzione musicale delle culture alternative di tutto il mondo. Gli Stessi Beastie Boys, simbolo di un’iniziale processo di commercializzazione, evolveranno verso un impegno politico sociale più marcato.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio...
30 aprile, 2024
29 aprile, 2024
29 aprile 1967 – La grande mobilitazione dell’underground londinese

Il 29 aprile 1967 l’underground londinese, stanco delle persecuzioni dei tutori dell’ordine pubblico e del fastidio con cui è vissuto dall’establishment musicale rompe gli indugi. Sono circa quaranta i gruppi che all'Alexander Palace danno vita a un gigantesco happening multimediale destinato a restare nella storia del rock. Si chiama “14 Hours Technicolour Dream” e vede tra i protagonisti Syd Barrett con i suoi Pink Floyd, Keith West e i Tomorrow, i Misunderstood di Tony Hill , gli scatenati Creation del chitarrista e sperimentatore Eddie Phillips, Hapshash & Coloured Hat, i Soft Machine, i Pink Fairies, i Social Deviants, Marc Bolan con i suoi John's Children, i Purple Gang, i Syn di Peter Banks e Chris Squire e una lunga sequenza di gruppi destinati a vivere soltanto quel momento di gloria. Nell'agosto dello stesso anno si terrà a St. Tropez il più grande love-in europeo, al quale parteciperanno gran parte dei gruppi del sottobosco inglese presenti alla “14 Hours Technicolour Dream”. La mobilitazione dell’Alexander Palace fa seguito a sei mesi intensi d’i attività iniziati il 23 dicembre del 1966 quando John Hopkins, su suggerimento di Steve Stoliman, il proprietario dell'etichetta underground ESP di New York, inaugura l'UFO Club, un'organizzazione che ogni domenica pomeriggio apre le sale del Marquee agli "Spontaneous Underground", uno spazio con palco, teatro, sala di proiezione e discoteca dove si esibiscono liberamente i gruppi del fertile tessuto underground. Sull’onda anche dell’iniziativa all'Alexander Palace le iniziative dell’UFO diventeranno il fulcro della vita artistica alternativa di Londra e nell'autunno del 1967 si trasferiranno nella più capiente Roundhouse, che però verrà quasi subito chiuso dalla polizia. Ma il seme ormai è gettato e la pianta crescerà da sola.
28 aprile, 2024
28 aprile 1937 – Il primo disco della Swing
Il 28 aprile 1937 viene registrato il primo disco della Swing, un’etichetta francese, la prima al mondo che si è dedicata esclusivamente a registrazioni di musica jazz. Fondata nel 1937 su iniziativa di Charles Delaunay cui si deve la grafica dell'etichetta la Swing viene distribuita in Italia dalla società Gramophone - La Voce del Padrone fino al 1950. Il primo disco che porta l'etichetta Swing (impressione oro su fondo azzurro scuro) è realizzato a Parigi sotto la direzione di Coleman Hawkins il 28 aprile 1937 con
Benny Carter, André Ekyan, Alix Combelle, Stéphane Grappelli, Django Reinhardt, Eugène d'Hellemes e Tommy Benford e contiene i brani Honey suckle Rose e Crazy Rhythm. Il secondo della serie sarà un disco del Quintetto dell'Hot Club de France. Più di cento sono i titoli furono registrati in quegli anni sotto la supervisione di Charles Delaunay e Hugueš Panassié, che erano i Direttori Artistici della marca. Durante l'occupazione tedesca,la Swing cambia la grafica delle etichette che hanno l’impressione nera su fondo bianco e pubblica un gran numero di dischi di musicisti francesi che suonano composizioni proprie o interpretano classici americani, sostituendo il titolo originale con uno in francese: Reflets al posto di Sweet Sue (Alix Combelle), Indécision invece di Undecided (Quintetto dell'HCF). Nel 1951 la marca Vogue, tornata nuovamente in attività, si riprende il diritto di utilizzazione dell'etichetta, cambiandola da Swing a EMI e conservando la proprietà di tutte le registrazioni alle quali questa Società aveva assicurato il finanziamento.
Benny Carter, André Ekyan, Alix Combelle, Stéphane Grappelli, Django Reinhardt, Eugène d'Hellemes e Tommy Benford e contiene i brani Honey suckle Rose e Crazy Rhythm. Il secondo della serie sarà un disco del Quintetto dell'Hot Club de France. Più di cento sono i titoli furono registrati in quegli anni sotto la supervisione di Charles Delaunay e Hugueš Panassié, che erano i Direttori Artistici della marca. Durante l'occupazione tedesca,
27 aprile, 2024
27 aprile 1968 – What a wonderful world

Il 27 aprile 1968 arriva al vertice della classifica britannica dei dischi più venduti What a wonderful world di Louis Armstrong. Nella seconda metà degli anni Sessanta il vecchio Satchmo, come affettuosamente il trombettista viene chiamato dagli appassionati di jazz, è sempre più rinchiuso nel ruolo di un monumento a se stesso. Da tempo afflitto da un doloroso e cronico disturbo al labbro che progressivamente tende ad aggravarsi si limita sempre più spesso a cantare piuttosto che suonare mentre la sua popolarità è alimentata più che altro dal mito del passato. Nel 1968 partecipa anche al Festival di Sanremo dove canta due insipidi motivetti. Proprio alla fine dell'ultimo decennio della sua vita con What a wonderful world prova per l'ultima volta l’ebbrezza del grande successo commerciale, una canzone inserita nella colonna sonora di "Al servizio segreto di sua maestà", uno dei peggiori film della serie dedicata all’agente 007, interpretato per l’occasione dall’anonimo e inespressivo attore australiano George Lazenby. Nonostante sia sostenuta da un arrangiamento ricco d’effetti per esaltarne i lati migliori, la voce di Armstrong nel brano appare stanca e lontana dalla brillantezza del passato. Al music business, però, interessa soltanto la possibilità di sfruttare fino all’ultimo un personaggio, ancor meglio se ormai condannato a essere l'ombra di se stesso. Il buon Satchmo non vive bene questa situazione e nel corso delle ormai sempre più rare esibizioni in pubblico si lascia spesso andare a improvvise crisi di pianto. Nonostante le copertine patinate, i passaggi televisivi, il primo posto in quasi tutte le classifiche europee e statunitensi, i fans più affezionati intuiscono che What a wonderful world è del canto del cigno di un artista le cui condizioni di salute si stanno aggravando giorno dopo giorno. Un paio di partecipazioni ai film musicali "Disney songs" ed "Hello Dolly" saranno gli ultimi appuntamenti della sua grande carriera.
26 aprile, 2024
26 aprile 1886 - Ma Rainey, la madre del blues
Il 26 aprile 1886 a Columbus, in Georgia, nasce Ma Rainey, una delle più grandi cantanti della storia del blues. Il suo vero nome è Gertrude Pridgett e dopo essersi fatta le ossa girovagando per gli stati del sud degli Stati Uniti viene scoperta e lanciata dalla nascente industria discografica di Chicago e conquista una fama leggendaria. Se a Bessie Smith è toccato il titolo d'imperatrice del blues, la Rainey viene soprannominata "Mother of the blues”, madre del blues. È lei la prima grande vedette nera della storia della musica statunitense e l'originale creatrice dello stile del blues classico. A quattordici anni esordisce in uno spettacolo di vaudeville e a diciotto spose l'attore e ballerino Will "Pa" Rainey col quale forma un solido sodalizio artistico e sentimentale. In quel periodo lavora anche con i celeberrimi Rabbit Foot Minstrels e incontra la giovanissima esordiente Bessie Smith di cui diventa amica e consigliera. Lo stile di Ma Rainey fonde la tensione realistica del blues rurale con l'equilibrio espressivo degli stili vocali urbani. Altri lo chiameranno "classic blues". Con lei suonano con grandi solisti del jazz e del blues come Armstrong, Tommy Ladnier, “Georgia Tom" Dorsey e Tampa Red. Nel 1933 dopo la morte di una sorella e della madre si ritira a Rome, in Georgia, dove resta fino alla morte, avvenuta il 10 novembre 1939.
25 aprile, 2024
25 aprile 1945 – Luciano Tajoli rapito dai partigiani

24 aprile, 2024
24 aprile 1962 – Romolo Balzani, il creatore della canzone romana

23 aprile, 2024
23 aprile 1940 - Walter Barnes muore tra le fiamme del Rhythm Club

22 aprile, 2024
22 aprile 1978 – Bob Marley contro la guerra per bande

21 aprile, 2024
21 aprile 1967 - Il golpe dei colonnelli in Grecia
Nella notte fra il 20 e il 21 aprile 1967 in Grecia inizia un colpo di Stato guidato dai colonnelli Papadopoulos, Makarezos e Ladas. Mentre un reggimento di paracadutisti occupa il Ministero della Difesa, militari prendono in controllo dei centri di comunicazione, del parlamento e del palazzo reale. Contemporaneamente le unità mobili della Polizia Militare arrestano più di 10.000 persone. La repressione colpisce dirigenti politici, compreso il primo ministro Panagiotis Kanellopoulos, varie figure di rilievo ma anche semplici cittadini colpevoli soltanto di avere simpatia per la sinistra. La "dittatura dei colonnelli", come viene chiamato il regime instaurato dai militari organizzatori del colpo di stato, durerà fino al 1974. Così il regista Costa Gavras nel suo film "Z-L'orgia del potere" elenca le proibizioni introdotte dal Regime: «... i militari hanno proibito i capelli lunghi, le minigonne, Sofocle, Tolstoj, Mark Twain, Euripide, spezzare i bicchieri alla russa, Aragon, Trotskij, scioperare, la libertà sindacale, Lurcat, Eschilo, Aristofane, Ionesco, Sartre, i Beatles, Albee, Pinter, dire che Socrate era omosessuale, l'ordine degli avvocati, imparare il russo, imparare il bulgaro, la libertà di stampa, l'enciclopedia internazionale, la sociologia, Beckett, Dostojevskij, Cechov, Gorki e tutti i russi, il "chi è?", la musica moderna, la musica popolare, la matematica moderna, i movimenti della pace, e la lettera "Ζ" che vuol dire "è vivo" in greco antico».
20 aprile, 2024
20 aprile 1937 - Beppe Chierici, il Brassens italiano
Il 20 aprile 1937 nasce a Cuneo il cantante, compositore, attore Beppe Chierici. Dopo aver girato il mondo come marinaio, si stabilisce a Parigi dove conosce le canzoni di Jacques Brel, Leo Ferré e degli altri cantautori francesi. Successivamente se ne va per una decina d'anni in Africa e tornato poi in Italia negli anni Sessanta, inizia a cantare nei locali alternativi le sue versioni in italiano dei brani di Brassens pubblicando vari album. Nel 1969 a Roma fonda, con Daisy Lumini, una Compagnia che mette in scena lo spettacolo "Essere e avere" che ottiene un grande successo. Nei primi anni Settanta è attivo nel movimento del folk revival e pubblica "La cattiva erba. Contro la guerra e le armi", un album realizzato in coppia con Daisy Lumini nel quale ripropone i canti contro la guerra della tradizione popolare. Poliedrico ed eclettico si divide costantemente fra teatro, musica, cabaret, televisione e cinema Negli anni Ottanta si trasferisce di nuovo in Francia. Tra i registi con i quali lavora ci sono Luigi Comencini, Anton Giulio Majano, Carlo Lizzani, Giuseppe Tornatore, Daniele Luchetti, Alberto Bevilacqua e tanti altri...
19 aprile, 2024
19 aprile 1969 – Con Desmond Dekker il mondo scopre il reggae

18 aprile, 2024
18 aprile 1980 - Il ritorno in Africa di Bob Marley
Nei primi giorni del 1980 Bob Marley realizza il sogno di potersi esibire in Africa. L’occasione non è un granché, ma segna l’inizio di un rapporto. Viene, infatti, invitato a esibirsi per un ristretto pubblico di invitati in occasione della festa di compleanno del Presidente del Gabon, Omar Bongo. Nonostante l’evidente bizzarria dell’evento e dell’ambiente in cui si trovano a suonare, Bob e la sua band danno un grande significato al fatto di essere tornati, sia pur per una settimana, nel continente d’origine dei loro avi. Ben diversa, come spessore culturale e come contenuti, è invece l’occasione successiva. Il 18 aprile 1980, in occasione della festa per la definitiva indipendenza della Rhodesia, Marley & gli Wailers si esibiscono nella capitale Salisbury. In quel giorno la Rhodesia marca la rottura con il passato coloniale recuperando l’antico nome di Zimbabwe e Salisbury diventa Harare. L’accesso all’area che ospita il concerto è riservato solo a una ristretta e selezionata cerchia d’invitati. Recinzioni e barriere, però, possono trattenere le persone, non la musica. Quando Bob inizia a cantare migliaia di cittadini iniziano ad accalcarsi sulle transenne che ne limitano l’accesso all’area dove si sta svolgendo il concerto. L’intervento della polizia non fa che peggiorare la situazione e ben presto l’area è invasa dal suono delle sirene e dal fumo acre dei lacrimogeni. In quelle condizioni è impossibile suonare e il gruppo è costretto a interrompere la sua esibizione. Bob non s’arrende. Convince le autorità locali a ripetere il concerto il giorno dopo lasciando libero l’accesso al pubblico. Il risultato sono due ore ininterrotte di musica davanti a oltre centomila spettatori entusiasti.
17 aprile, 2024
17 aprile 1930 - Chris Barber, il maestro inglese
Il 17 aprile 1930 nasce a Londra il trombonista e direttore d'orchestra Chris Barber, all'anagrafe registrato con il nome di Donald Christopher Barber. La sua popolarità è legata soprattutto all’orchestra che inizia a dirigere nel 1954, dopo aver fatto una breve esperienza insieme a quella di Ken Colyer. Amato dal pubblico e molto meno dalla critica vive il suo periodo migliore tra la fine degli anni Cinquanta e l'inizio dei Sessanta, quando conquista il pubblico statunitense. Nel 1959 partecipa al Monterey Jazz Festival applaudito e osannato dagli spettatori e ferocemente contestato dai critici che accusano la sua orchestra di mancanza di carattere e scarso valore musicale. Chris non si cura troppo delle critiche. Il pubblico è con lui e questo gli basta. Negli anni successivi torna più volte negli Stati Uniti e nel 1962 suona per il presidente Kennedy al Washington Jazz Festival. Negli anni Settanta l'orchestra sembra entrata nella sua fase declinante, ma ancora una volta Chris Barber riesce a dare un colpo d'ala. Dopo aver suonato nel 1975 alla Royal Fest Hall in occasione del primo anniversario della morte di Duke Ellington, promuove nel 1976 l 'organizzazione di "Echoes of Ellington Tour", un progetto musicale ambizioso con la propria Jazz and Blues Band rinforzata, per l'occasione, da due musicisti che avevano suonato con Ellington: il sassofonista Russell Procope e il pianista organista Wild Bill Davis. La sua caratteristica migliore è proprio nella capacità di rinnovarsi con stile passando dal più rigoroso tradizionalismo a una grande varietà di stili e di influenze che si integrano fra loro, dal rhythm and blues, dal jazz rock al rock più propriamente detto, dal mainstream al jazz moderno. Muore il 2 marzo 2021.
16 aprile, 2024
16 aprile 1919 - Nilla Pizzi, la Regina della canzone italiana
Indiscussa “Regina della canzone italiana”, Nilla Pizzi è stata, insieme a Claudio Villa, la protagonista di uno dei primi grandi fenomeni di popolarità di massa della canzone italiana. Negli anni Cinquanta sono migliaia i club a lei dedicati e gli ammiratori fanno la fila per assistere alle sue esibizioni mentre i giornali con la sua foto in copertina vanno a ruba. I suoi veri o presunti flirt occupano le cronache rosa e non mancano voci di tentati suicidi da parte di appassionati spasimanti. Adionilla Pizzi, questo è il suo vero nome, nasce il 16 aprile 1919 a Sant'Agata Bolognese, una cittadina a pochi chilometri dal capoluogo emiliano. Non sono anni facili quelli della sua infanzia. L’Italia uscita da un sanguinoso conflitto sta precipitando nella dittatura e le condizioni economiche del paese non aiutano a sognare, ma nonostante tutto la piccola Adionilla coltiva una precoce passione per lo spettacolo cantando, recitando e danzando negli spettacoli scolastici e nelle festicciole del paese. In quell’epoca i bambini non hanno tempo di godersi la vita perché si diventa grandi in fretta e la scuola non dà pane. Così, un po’ per imparare un mestiere e un po’ per dare una mano alla famiglia raggranellando qualche soldino la ragazza lavora prima in un laboratorio di sartoria e poi da un fornaio. Non rinuncia però alla musica e nel poco tempo libero continua a studiare canto esibendosi appena può nelle balere dei paesi vicini al suo. La svolta nella vita di Adionilla Pizzi arriva quando viene assunta dalla Società Radio Brevetti Ducati, una fabbrica di apparecchiature radio. Qui mentre lavora può ascoltare le voci delle cantanti più in voga di quegli anni. Spesso unisce la sua voce a quelle di Lina Termini, Silvana Fioresi o Dea Garbaccio diffuse dagli apparecchi radiofonici. Queste esibizioni entusiasmano le sue colleghe di lavoro che la incitano a insistere su quella strada. «Prima o poi diventerai famosa e allora ti dimenticherai di noi…». La ragazza si schernisce, le rimbrotta, ma comincia a pensare seriamente al mondo dello spettacolo. Nel 1937, a diciotto anni, vince il concorso nazionale “Cinquemila lire per un sorriso”, indetto da una rivista e considerato un po’ l’antesignano della futuro concorso per Miss Italia. L’evento non sembra destinato a cambiare granché la vita della ragazza che sembra avviarsi sui binari di una tranquilla normalità dopo il matrimonio con Guido Pizzi, un giovane muratore che porta il suo stesso cognome senza alcun rapporto di parentela. Come spesso accade a decidere diversamente è il caso. La guerra separa la coppia e fa crollare la fragile unione mentre Adionilla nel 1940 comincia a cantare negli spettacoli per le Forze Armate. Due anni dopo viene invitata a partecipare al concorso per voci nuove indetto dall’Eiar, l’Ente statale che gestisce le trasmissioni e i programmi radiofonici. Al termine delle selezioni cui partecipano ben diecimila concorrenti, risulta prima assoluta. Fa così il suo debutto ai microfoni della radio con l’orchestra del maestro Carlo Zeme cantando il brano Casetta tra le rose. Il 23 febbraio 1944 negli studi della Parlophone, Adionilla Pizzi registra con il nome d’arte di Nilla Pizzi il suo primo disco da solista. È poco più di un anno da quando la ragazza ha vinto il concorso EIAR davanti a migliaia di concorrenti conquistandosi il diritto di cantare ai microfoni della radio con l’orchestra di Carlo Zeme. È stato un anno ricco di soddisfazioni e di cambiamenti con il passaggio all’orchestra prestigiosa di Cinico Angelini. Quella che entra negli studi della Parlophone non è più una giovane promessa ma una cantante consapevole delle sue possibilità e del suo talento. Quel giorno Nilla Pizzi deve registrare Alba della vita, un brano destinato a essere pubblicato su un 78 giri come lato B di Guarda un po’ di Dea Garbaccio. La strada sembra ormai in discesa, ma non è così. Il suo modo di cantare, considerato troppo “moderno” dalla censura fascista, unito ai suoi atteggiamenti insofferenti nei confronti delle imposizioni sul repertorio le costano l’allontanamento dalla radio e la rescissione del contratto discografico. Soltanto nel 1946, dopo la Liberazione , riprende il suo posto ai microfoni radiofonici e ottiene un nuovo contratto discografico con l’etichetta La Voce del Padrone. Nello stesso periodo pubblicherà anche per la Cetra e le etichette consociate Fon e Mayor, alcuni dischi con vari pseudonimi: Carmen Isa, Isa Merletti, Conchita Velez e Ilda Tulli. Nel 1951 il 29 gennaio cade di lunedì. Per gran parte degli italiani non è che una dura giornata di lavoro che precede il secondo giorno lavorativo della settimana. Per questa ragione chi deve alzarsi presto per andare a lavorare è probabilmente già a letto alle 22 quando, diffusa in tutta Italia dal Programma Nazionale della RAI, la voce di Nunzio Filogamo, proveniente dalla Sala delle Feste del Casinò di Sanremo, annuncia per la prima volta il Festival della Canzone Italiana: «Signori e signore, benvenuti al Casinò di Sanremo per un'eccezionale serata organizzata dalla RAI, una serata della canzone con l'orchestra di Cinico Angelini. Premieremo, tra duecentoquaranta composizioni inviate da altrettanti autori italiani, la più bella canzone dell'anno. Le venti canzoni prescelte vi saranno presentate in due serate e saranno cantate da Nilla Pizzi e da Achille Togliani con il duo vocale Fasano». Neppure in sala c’è la percezione del grande evento. Il pubblico seduto ai tavolini, infatti, presta una modesta e distratta attenzione ai brani preferendo dedicarsi con maggior impegno alla cena e alla conversazione. Se ne accorge anche chi ascolta la radio. Le esibizioni dei cantanti arrivano nelle case, infatti, con il sottofondo di un brusio diffuso e del tintinnare delle stoviglie. La presenza è scarsa, non soltanto perché è lunedì, ma anche perché il prezzo d’ingresso di ciascuna serata è di 500 lire, una cifra all’epoca non certo alla portata di tutte le tasche. Al termine delle due serate Nilla Pizzi conquista il primo, secondo e terzo posto, rispettivamente con Grazie dei fiori, La luna si veste d’argento e Serenata a nessuno, le ultime due in coppia con Achille Togliani. L’anno dopo si ripete l’anno piazzando al primo, secondo e terzo posto le canzoni Vola colomba, Papaveri e papere e Una donna prega, mentre nel 1953 è seconda con Campanaro, in coppia con Teddy Reno. Nel 1952 vince anche la prima edizione del Festival di Napoli con Desiderio 'e sole in coppia con Franco Ricci. Insignita del titolo di “Regina della canzone italiana” Nilla Pizzi si dimostra eclettica sperimentandosi in quasi tutti i campi dello spettacolo. Cinema, teatro di rivista e fotoromanzi contribuiscono a rafforzare il suo successo mentre i suoi ammiratori formano a Torino il “Club Nilla Pizzi”, considerato il primo fan club della storia della canzone italiana. Nilla torna al Festival di Sanremo nel 1958 presentando Amare un’altra con Gino Latilla, Giuro d’amarti così con Claudio Villa e L'edera con Tonina Torrielli, che si piazza al terzo posto. Nell’edizione seguente della rassegna sanremese canta Il nostro refrain, con Tonina Torrielli, Sempre con te con Fausto Cigliano e Adorami con Tonina Torrielli, che vince il Premio della Critica. Al Festival di Sanremo del 1960 interpreta Colpevole, con Tonina Torrielli e Perdoniamoci con Achille Togliani. Negli anni Sessanta con l'avvento di nuove mode la sua popolarità inizia a declinare, anche se i più fedeli ammiratori non l’abbandoneranno mai. Negli anni Ottanta, sull’onda del revival nostalgico forma il gruppo “Quelli di Sanremo” con Giorgio Consolini, Carla Boni e Gino Latilla. Nel 1994 torna al Festival di Sanremo come componente della Squadra Italia, un gruppo di undici protagonisti della storia musicale del nostro paese che interpreta Una vecchia canzone italiana. Sempre nel corso degli anni Novanta partecipa a innumerevoli trasmissioni televisive e affronta lunghissime tournée in tutto il mondo. Nel 2002 sorprende tutti pubblicando insieme alla boyband 2080 il brano Io e te e una versione di Grazie dei fiori in chiave rap. Muore a Milano il 12 marzo 2011.
15 aprile, 2024
15 aprile 1928 - Il jazz milanese alla radio
Il 15 aprile 1928 dalla stazione radio di Milano Vigentino va in onda per la prima volta un programma con la jazz band del Ristorante Cova destinato ripetersi ogni domenica dalle 17.30 alle 18.30. Il successo è tale che la stessa band suonerà poi ai microfoni dell'emittente radiofonica anche ogni sabato dalle 17.30 alle 18.30 e la domenica e il mercoledì dalle 23.00 alle 23.30. Nei mesi successivi le orchestre diventano due. Si aggiunge infatti la jazz band del ristorante Diana che occupa la fascia del mercoledì dalle 22.30 alle 24.00 in sostituzione di quella del Cova. L'anno dopo la situazione si consolida ed esce dalla fase sperimentale con una serie di programmi, che sotto la denominazione "Eiar Jazz" vanno in onda per tutto l'anno giornalmente da Milano dalle 17.00 alle 18.30, dalle 19.00 alle 19.55 e dalle 23.00 alle 24.00.
14 aprile, 2024
14 aprile 1989 - Per Gainsbourg iniziano i giorni dell’addio
Alla fine degli anni Ottanta Serge Gainsbourg comincia ad avere i primi problemi di salute. Il cuore fa le bizze ma è soprattutto il fegato a mostrare i segni di un precoce degrado. Nel 1988 festeggia i suoi sessant’anni lavorando a un album per Bambou, la sua compagna di quegli anni, partecipando a qualche festival ma più che altro affrontando i problemi che gli derivano dalle sue condizioni di salute. Il 14 aprile 1989 viene operato al fegato. Nonostante le difficoltà crescenti non smette di lavorare. Regala le ultime perle della sua creatività a Vanessa Paradis, scrive per Joëlle Ursull la canzone White and black blues che si piazza seconda all’Eurofestival e, soprattutto, firma Amours des feintes, un nuovo album per Jane Birkin. L’ultimo della sua vita. Il 2 marzo 1991 Bambou trova il corpo senza vita del suo compagno. È stato ucciso dall’ennesima crisi cardiaca. Viene seppellito Parigi, nel Cimitero di Montparnasse, nel corso di una cerimonia in cui Catherine Deneuve legge il testo della sua canzone Fuir le bonheur de peur qu’il ne se sauve.
13 aprile, 2024
13 aprile 1980 - Via “Grease” dal cartellone!
Il 13 aprile 1980, dopo otto anni di ininterrotte rappresentazioni, sparisce dal cartellone di Broadway il musical "Grease". Quando è stato presentato per la prima volta il 12 febbraio 1972 nessuno si immagina che quella mielosa favoletta in puro stile anni Cinquanta è destinata a battere ogni record di longevità. Verrà rappresentata ininterrottamente per 3.388 serate fino al 13 aprile 1980 quando, non senza rimpianti, verrà tolta definitivamente dal cartellone. L’operina in chiave rock and roll segna anche la nascita di un fenomeno musicale battezzato dalla critica con i nomi di “rock and roll revival” o anche “nostalgic rock”. Al di là delle sigle si tratta della riproposizione di classici del passato da parte di artisti specializzatisi in una sorta di archeologia musicale. La moda prende piede nei club di Manhattan nei primi anni Settanta. Tra i primi esponenti ci sono i Manhattan Transfer che si ispirano ai gruppi vocali del passato dal doo-wop al be-bop e gli Sha Na Na che puntano più sulle parodie. Proprio alle loro parodie è ispirata anche la serie televisiva "Happy days", e. Sulla linea dei Manhattan Transfer ci sono anche i Persuasions che rispolverano il canto a cappella, adattandola al soul e al pop mentre Leon Redbone riscopre gli standard di blues e jazz degli anni Trenta e Quaranta e i Colorblind James Experience rinnovano la tradizione delle armonie da "barbiere". I più originali sono i New Rhythm And Blues Quartet (NRBQ) che propongono anche le colonne sonore di “Bonanza” e “North to Alaska” in versione free jazz.
12 aprile, 2024
12 aprile 1910 - Luciana Dolliver, signora illusione
Il 12 aprile 1910 nasce a Catania la cantante Luciana Dolliver. Il suo vero nome è Angela Alecci. Ancora adolescente, inizia a esibirsi come ballerina e cantante. A partire dal 1929 inizia a cantare alla radio prima con l'orchestra di Pippo Barzizza e successivamente con quelle di Angelini, Petralia, Segurini, Semprini e Ferrari. Durante la seconda guerra mondiale diventa popolarissima tra i soldati italiani sui fronti di Grecia, Jugoslavia e Albania per la sua disponibilità a cantare per loro in varie occasioni. Nel primo dopoguerra è ancora una delle cantanti fisse della radio, anche se progressivamente, di fronte all’incalzare delle nuove mode, la sua popolarità va scemando. Nel 1953 un trauma provocato da un incidente tramviario nel quale resta coinvolta le fa perdere la voce. Torna alla ribalta delle cronache qualche tempo dopo quando ottiene di essere risarcita con la cifra, all’epoca considerevole, di quaranta milioni di lire. I suoi successi più conosciuti sono Passa la diligenza, ‘O mese d’ ‘e rrose, Una notte a Madera e Signora illusione. Muore a Roma il 1° settembre 1982.
11 aprile, 2024
11 aprile 1902 - Enzo De Muro-Lomanto, tra opera e canzone napoletana
L’11 aprile 1902 a Canosa, in provincia di Bari, nasce Enzo De Muro-Lomanto, uno dei cantanti lirici più popolari nel mondo degli anni Trenta e Quaranta. Compie gli studi di canto nel conservatorio di Napoli con Agostino Roche e fa il suo debutto come tenore nell’opera “Manon” di Massenet. Nel 1928, in Australia, sposa la famosa soprano Toti Del Monte con la quale costituisce una coppia artistica destinata a suscitare grande entusiasmo in tutto il mondo. Tra i suoi successi discografici ci sono molti classici della canzone che, spesso, vengono inseriti anche nella scaletta dei suoi concerti, come Voce e’ notte, Core ’ngrato, Guapparia, Silenzio cantatore, Piscatore ‘e Pusilleco e Passione. Muore a Milano il 15 marzo 1952.
10 aprile, 2024
10 aprile 2003 - Al-Mukawama: Bassora chiama e Roma risponde

09 aprile, 2024
9 aprile 1920 – Gianni Ravera, già Lenin, il padrone dei festival

08 aprile, 2024
8 aprile 1975 - L'ultimo spettacolo di Josephine Baker
L’8 aprile 1975 Joséphine Baker celebra i cinquant’anni dal suo debutto in Francia al Bobino. Non sta molto bene. Negli anni Cinquanta ha cominciato ad avere vari problemi di salute. Costretta a ridurre un po’ la sua attività artistica nel tempo libero si è dedicata agli altri impegnandosi anche nella lotta contro la segregazione razziale e per la pace in un modo singolare e unico. Nel suo castello di Milandes, in Dordogna, infatti ospita dodici bambini adottati, ciascuno appartenente a una razza e una religione diversa per dare un esempio di fraternità universale. Gli spettacoli, però, non bastano a mantenere economicamente tutte queste attività e, all’inizio degli anni Sessanta, Josephine, quasi sul lastrico, decide di vendere Milandes. Nel febbraio 1964 alla vigilia del giorno fissato per la vendita Brigitte Bardot, in quel periodo al culmine della sua popolarità, lancia un appello per aiutare la Venere Nera. La vendita viene sospesa, ma i debiti e i problemi non scompaiono per magia. Passato l’effetto Bardot Josephine si ritrova sola nella sua battaglia quotidiana e comincia ad avere problemi di cuore sempre più frequenti. Non manca chi l’aiuta a far fronte ai debiti. Nel 1968 il suo amico Bruno Coquatrix le organizza un concerto all’Olympia mentre la Pathé Marconi si impegna a pubblicare un album speciale per l’occasione. Nonostante i generosi tentativi la battaglia contro i debiti finisce male. Nel 1969, mentre i suoi ragazzi sono rifugiati a Parigi da amici, tenta di resistere alla sfratto ma nella notte viene presa e buttata fuori da Milandes. La sua vita riprende a muoversi tra tournée e ricoveri in ospedale. L’8 aprile 1975 al Bobino per la celebrazione dei cinquant’anni dal suo debutto in Francia mette in scena uno straordinario spettacolo di fronte a un parterre colmo di personalità. Nessuno lo sa ma quello è il suo ultimo saluto alla città. Due giorni dopo si addormenta per un sonnellino pomeridiano e non si sveglia più.
07 aprile, 2024
7 aprile 1994 – Addio a Cobain, fragile e timido profeta del Grunge

06 aprile, 2024
6 aprile 1983 – Reagan contro i Beach Boys

05 aprile, 2024
5 aprile 1968 – James Brown: «È morto Martin Luther King ma nessuno ci potrà fermare»

04 aprile, 2024
4 aprile 1943 - Tiny Parham, il medico mancato
Il 4 aprile 1943 muore a Milwaukee, nel Wisconsin il pianista Tiny Parham. Nato a Kansas City, in Kansas il 25 febbraio 1900 all'anagrafe si chiama Hartzell Strathdene Parham. Da giovane pensa alla musica solo come hobby, ma dopo aver frequentato per qualche anno la facoltà di Medicina decide di farne un mestiere. Talentuoso e geniale nei primi anni Venti si conquista rapidamente una buona popolarità nel South Side di Chicago. Nel 1926 assieme al violinista Leroy Pickett forma il primo gruppo della sua carriera. Il grande successo arriva con i Musicians la band di cui fa parte anche il cornettista Punch Miller. Con questa formazione Parham si esibisce al Dreamland e poi al Sunset Café, i due più prestigiosi cabaret di Chicago, e registra una lunga serie di dischi per la Victor annoverabili tra i migliori prodotti del jazz nero di Chicago. Negli anni Trenta Parham, pur senza rinunciare a esibirsi in pubblico, lavora prevalentemente come arrangiatore per vari leader tra cui King Oliver ed Earl Hines nonché come compositore. Quasi tutte le musiche dei floor-show del Royal Frolic Club sono opera sua. Nel 1940 suona e registra a Chicago, con un suo quartetto comprendente il clarinettista Darnell Howard. Parte poi per una lunga serie di tour. Proprio durante un'esibizione a Milwaukee muore per un collasso cardiaco.
03 aprile, 2024
3 aprile 1975 – Emmylou Harris continua da sola

02 aprile, 2024
2 aprile 1937 - Mario Rusca, un pianoforte senza tempo
Il 2 aprile 1937 nasce a Torino il pianista Mario Rusca. A dodici anni inizia a pigiare i tasti bianche neri del pianoforte sotto la guida di un insegnante. La sua passione per la musica lo porta a suonare ovunque possa e senza troppo guardare per il sottile i generi anche se nel futuro sarà il jazz che gli regalerà la maggior popolarità e grandi soddisfazioni. Nel 1957 tiene una serie di concerti in trio con Nando Amedeo al contrabbasso e Giancarlo Coriasso alla batteria poi si dedica quasi esclusivamente alla cosiddetta "musica leggera" fino al 1969 quando si trasferisce a Milano. Qui approfondisce gli studi di armonia e riprende l'attività jazzistica nell'appena inaugurato Capolinea. È un periodo ricco di stimoli e di lavoro visto che il suo tocco viene particolarmente apprezzato anche negli studi di registrazione. Fino al 1977 è una presenza fissa al Capolinea. Nel 1971 collabora con Joe Venuti sia in sala che nei concerti e nel 1972 è uno dei componenti della band di Gil Cuppini. Nel 1974 incide il primo album a proprio nome, Reaction, con Stefano Cerri al basso elettrico e Gianni Cazzola alla batteria. Da quel momento non contano più le incisioni nè le collaborazioni sia in studio che in concerto con i più grandi jazzisti italiani e internazionali. Tra i personaggi con i quali ha suonato spiccano i nomi di Bruno Tommaso, Tullio De Piscopo, Gerry Mulligan, Larry Nocella, Paolo Tomelleri, Mauricio Chiappeta e Paolo Pellegatti, Roberto Haliffi, Julius Farmer, Giancarlo Pillot, Gianni Basso, Gianni Bedori , Chet Baker, Lee Konitz, Don Byas, Kenny Clarke, Tony Scott, Dizzy Reece, Billy Higgins, Marty Morell, Eddie Gomez, Thad Jones, Mel Lewis, Art Farmer e molti altri.
01 aprile, 2024
1° aprile 1936 – Frank Duson, il trombonista che non leggeva la musica

Il 1° aprile 1936 a New Orleans muore dimenticato e quasi in miseria Frank Duson, gran suonatore di trombone a pistoni nato ad Algiers in Louisiana cinquantacinque anni prima. Come per altri vecchi musicisti di New Orleans anche sul suo cognome sussistono tuttora dei dubbi dal momento che nelle fonti di riferimento consultate il mitico trombonista viene indicato alternativamente con il nome di Duson o di Dusen. In ogni caso tutti gli storici del jazz concordano nel definirlo un fuoriclasse tra i trombonisti della prima generazione, restìo a leggere la musica ma dotato di un notevole orecchio e una grande musicalità. Il primo importante ingaggio lo ottiene nel 1905 quando viene chiamato a sostituire Willie Cornish nel gruppo del leggendario Buddy Bolden. Due anni dopo, quando Bolden viene ricoverato in manicomio, Duson assume la direzione della band che oltre a lui schiera il clarinettista Frank Lewis, il chitarrista Brock Munford, il bassista Bob Lyons e il batterista Cato. A sostituire Buddy chiama Tig Chambers e con questa formazione spopola in tutti i locali più famosi di New Orleans, dal Franklin & Gravin al Lincoln Park, mantenendo sostanzialmente invariato sia lo stile sia il repertorio di Bolden, la cui fama era stata tale da assicurargli l'immortalità, almeno tra i suoi concittadini. Nel 1911 l'orchestra fa un ulteriore salto di qualità con l'ingresso del cornettista Bunk Johnson, del clarinettista Sidney Bechet e del batterista Henry Zeno. Negli anni della prima guerra mondiale Duson dirige un suo gruppo al Jim Tom's, un cabaret del West End, e, successivamente, trova un buon ingaggio nella S.S. Capitol Orchestra del pianista Fate Marable. Nel corso degli anni Venti suona più volte con l'orchestra di Louis Dumaine, ma non prende parte alle celebri sedute di incisione realizzate dal bravo trombettista nel corso del 1927. Negli anni della depressione economica cerca di lavorare ancora con Dumaine nella W.P.A. Brass Band per la misera cifra di 25 dollari al mese. Con il passare degli anni, però, fatica sempre più a trovare ingaggi. In più la non conoscenza della musica gli impedisce di trovare un lavoro stabile e finisce per trascorrere i suoi ultimi anni di vita in povertà.
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