Il 27 giugno 1980 a Milano si tiene l'atteso concerto di Bob Marley. Da giorni si teme la presenza organizzata degli “autoriduttori”, gruppi di ragazzi che contestano il costo dei biglietti d’ingresso e tentano di entrare gratis la cui consistenza ha messo in difficoltà più di un servizio d'ordine. Per questo gli organizzatori del concerto si sono rivolti a un gruppo che a Milano ha fatto della sua capacità di "tenere la piazza" una delle caratteristiche principali: il Servizio d'Ordine dell'MLS, il Movimento Lavoratori per il Socialismo, erede dello storico Movimento Studentesco della Statale. La scelta crea non poche polemiche perché è la prima volta che un gruppo politico accetta di mettere il proprio servizio d'ordine a disposizione di un evento "privato". A destra c'è chi sostiene che si tratti, nei fatti, di una sorta di "legittimazione" di un gruppo "paramilitare e violento erede dei Katanga sessantottini". Non mancano però anche le critiche "da sinistra" per questa sorta di "mercificazione" della militanza. Incurante delle polemiche il servizio d'ordine intorno allo stadio è operativo fin dalla mattinata del 27 giugno. Sono circa cinquecento le persone impegnate, in gran parte militanti dell'MLS affiancati da qualche gruppo di “merce nera”, come vengono chiamati i volontari non politicizzati. Gli autoriduttori si sono dati appuntamento attraverso un volantinaggio a tappeto in una delle vie laterali allo stadio. Alle 17 arrivano le prime note della lunga kermesse musicale aperta dal bluesman Roberto Ciotti. Intorno alle 19, quando nel catino di San Siro inizia a suonare l'Average White Band, il gruppo degli autoriduttori fronteggia il cordone esterno del servizio d'ordine lanciando qualche slogan e molti insulti. Il primo assalto parte un'ora e mezza dopo e l’obiettivo è il cancello n. 23 dello stadio, che non può essere chiuso perché lesionato da mani ignote la notte precedente. Lo scontro con il servizio d’ordine è breve e violento e gli autoriduttori sono costretti a ritirarsi un po’ pesti. Maggior successo ha il tentativo delle 20.45 quando un centinaio di giovani arriva di corsa e si arrampica lungo le inferriate di recinzione dello stadio dal lato di Via Piccolomini, usando come piattaforma una FIAT 127 blu parcheggiata proprio lì dall'incauto proprietario per la felicità di uno dei tanti carrozzieri del capoluogo lombardo. Mezz'ora dopo arriva sul palco Bob Marley e da quel momento la cronaca lascia spazio alla musica.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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