Il 28 giugno 1924 nasce a Vicenza Mammola Sandon, la futura Flo Sandon's. Figlia di un artigiano giramondo specializzato in vetrate per le chiese, pochi mesi dopo la nascita si ritrova a Cleveland, nell'Ohio, con la famiglia. Ci resta per dodici anni guadagnandosi l'appellativo di Flo, ricavato dalla contrazione della traduzione di Mammola in Flower (fiore). Quando torna in Italia il padre viene richiamato alle armi e parte per l'Africa. Lei si trasferisce a Roma con la madre. Vivace poliglotta che, oltre all'italiano e l'inglese, parla correttamente anche francese, spagnolo e tedesco, dopo la Liberazione offre i suoi servigi d'interprete alla Croce Rossa. Proprio nel 1945 debutta come cantante quasi per caso durante una festa di compleanno. Il primo a incoraggiarla a proseguire su quella strada è il maestro Clement Valentine. Nel 1946 dopo una breve esperienza nel quartetto vocale di Alessandro Alessandroni se ne va a Milano in cerca di fortuna. Qui ottiene il suo primo contratto discografico con la Telefunken (la futura Durium) per la quale incide in inglese una serie di celebri brani statunitensi. Nel 1947 la sua versione di Love letters vende duecentomila copie. È il primo successo discografico, ma segna anche il cambiamento definitivo del suo nome d'arte. In fase di composizione della copertina, infatti, il tipografo ha aggiunto inopinatamente la "s" del genitivo sassone al suo cognome che da Sandon diventa Sandon's. L'anno dopo spopola con Verde luna, il tema conduttore del film "Sangue e arena". Sono gli anni del suo maggior successo. Nel 1951 viene premiata con il Microfono d'argento e nel 1952 presta la voce a Silvana Mangano nel film "Anna" interpretando le canzoni T'ho voluto bene (Non dimenticar) e El negro Zumbon, che le valgono la consegna del primo disco d'oro assegnato dall'industria discografica italiana. L'anno successivo vince, in coppia con Carla Boni, il Festival di Sanremo, manifestazione che la vede ancora protagonista nel 1954 quando canta in duetto con Natalino Otto, il cantante che diventerà suo compagno di vita. Curiosa, intelligente e sperimentatrice cerca anche strade diverse dalla musica leggere e nel 1959 pubblica African ritual songs, un album con rarissime musiche africane. Dopo la morte di Natalino Otto ridurrà la sua attività iniziando una solitaria battaglia contro l'oscuramento storico e culturale della memoria del suo compagno, grande interprete di swing e protagonista della resistenza alla normalizzazione musicale del fascismo. Muore a Roma il 16 novembre 2006.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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