04 luglio, 2024

4 luglio 1971 – I Main Ingredient perdono per sempre il loro leader

Il 4 luglio 1971 muore di leucemia Donald McPherson, il leader del gruppo soul dei Main Ingredient. Cinque giorni dopo avrebbe compiuto trent’anni e da tempo combatteva la battaglia contro la malattia. La sua morte sembra chiudere la storia dei Main Ingredient, il gruppo vocale di cui è stato fondatore alla fine degli anni Cinquanta con i suoi amici Luther Simmons Jr. e Tony Sylvester. Per alcuni anni la loro non è stata una vita facile. Per necessità più che per scelta si adattano ad accompagnare i cantanti della scuderia Red Bird di Leiber & Stoller. Questo è il loro lavoro principale anche se ogni tanto riescono a ritagliarsi, a fatica, un piccolissimo spazio quando ottengono un buon successo con She blew a good thing con il nome di Poets. La loro disponibilità ad accettare un ruolo subalterno e, soprattutto, la loro costante necessità di sopravvivere, li costringe, però, a tornare nell’anonimo ruolo di accompagnatori vocali dei colleghi più fortunati. Solo nel 1966, in parte per il crescente successo ottenuto dal soul sulla scena musicale internazionale e, in parte, perchè i problemi di sopravvivenza sono ormai alle spalle, iniziano a pensare seriamente alla possibilità di proporsi in proprio. In un primo momento sembrano intenzionati a recuperare il vecchio nome di Poets, ma poi prevale la scelta di rompere i ponti con il passato. Nascono così i Main Ingredient. Come spesso accade, le buone intenzioni non bastano da sole a garantire il risultato. Per qualche tempo il gruppo fatica a trovare spazio in una scena, quella del soul, monopolizzata ormai da vecchi e nuovi personaggi che godono di maggiori simpatie presso le case discografiche. Più di una volta, di fronte alle delusioni e alle difficoltà, pensano di abbandonare tutto e tornare al vecchio, sicuro, mestiere degli accompagnatori vocali. Quando stanno per mollare arriva, improvviso, il successo, scandito da una serie di brani che entrano nelle classifiche dei dischi più venduti come I'm so proud, Spinnin' around e Black seeds keep on growing. La morte di McPherson interrompe però quella che sembrava una cavalcata trionfale. Dopo qualche tentennamento i suoi compagni decidono di continuare sostituendolo con Cuba Gooding e per un paio d’anni danno l'impressione di reggere bene alla perdita del loro leader. Nel 1974 l'addio di Sylvester, intenzionato a dedicarsi alla produzione, segna l'inizio del declino.


03 luglio, 2024

3 luglio 1972 - Vittorio Mascheroni, il geniale maestro senza diploma

Il 3 luglio 1972 muore a Milano il settantaseienne Vittorio Mascheroni, uno dei più eclettici compositori della storia della canzone italiana. Da tutti chiamato "maestro", in realtà ha frequentato in gioventù il corso di composizione presso il conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, ma ha abbandonato prima di conseguire il diploma. Nel 1915, ventenne di belle speranze, comincia a farsi conoscere nell'ambiente musicale milanese. Le sue prime composizioni sono brani strumentali d’ispirazione jazzistica destinati alle sale da ballo. Alla fine della prima guerra mondiale si dedica anche all’operetta componendo “La piccina del garage”, su un libretto di Leo Micheluzzi. Il suo talento non sfugge all’editore Carish che, dopo averlo scritturato, lo sostiene economicamente e l’incoraggia a comporre. Nel 1927 ottiene i primi successi con brani come Adagio Biagio e Tre son le cose che voglio da te i cui testi portano la firma del suo amico giornalista Angelo Ramiro Borella. Alla sua fertile vena compositiva si devono le musiche di brani come Tango della gelosia, Bombolo, Fiorin fiorello, Ziki-paki ziki-pu, Signorine non guardate i marinai e tanti altri. Eclettico e imprevedibile compone per il teatro di rivista, insieme a Luciano Ramo, la famosissima Lodovico interpretata da Vittorio De Sica, nello spettacolo "Za Bum - Le lucciole della città” di Falconi e Biancoli. Nel 1932, colpito dalla bellezza di Joséphine Baker compone per lei la modesta Come la neve destinata restare nella sua storia artistica quasi"un incidente di percorso". Insofferente alle restrizioni culturali del fascismo, poco prima dello scoppio della seconda guerra mondiale si ritira e solo dopo la Liberazione torna a comporre. Nella sua produzione del dopoguerra, caratterizzata da brani spesso in controtendenza rispetto alla tradizione, spicca Papaveri e papere, un brano sanremese del 1952 accusato di ironizzare sui notabili DC dell'epoca.




02 luglio, 2024

2 luglio 1960 - I ragazzi dalle magliette a righe

Il 2 luglio 1960 il MSI, erede diretto della tradizione fascista, apre a Genova, città martire della Resistenza, il suo VI Congresso. Il partito neofascista dal 25 marzo appoggia un governo monocolore democristiano guidato da Fernando Tambroni. Le sinistre, gli antifascisti e le organizzazioni partigiane lanciano un appello alla mobilitazione in difesa della democrazia “conquistata con il sangue dei nostri martiri”, contro il “risorgere dello spettro fascista”. Da parte loro i missini si sentono forti dell’appoggio dato al governo e delle assicurazioni ricevute, in materia di ordine pubblico, dallo stesso Tambroni. A dispetto della dura repressione migliaia di persone scendono in piazza in varie città d’Italia. Ne nascono violenti scontri che vedono protagonisti, per la prima volta nel dopoguerra, i giovani, subito ribattezzati "i ragazzi dalle magliette a righe" perché in gran parte indossano le colorate magliette estive a righe orizzontali di moda quell’anno sulle spiagge. La rivolta infuria a Genova come a Reggio Emilia, a Roma come a Catania. La polizia, in difficoltà a contenere le manifestazioni fa uso delle armi. Sei manifestanti vengono uccisi nel corso degli scontri in Emilia. Il cantautore torinese Fausto Amodei dedicherà a questi fatti la canzone Per i morti di Reggio Emilia, una delle più popolari canzoni politiche degli anni Sessanta. Il lungo braccio di ferro tra antifascisti e istituzioni dello Stato avrà termine il 19 luglio quando Tambroni rassegnerà le dimissioni da capo del governo.

01 luglio, 2024

1° luglio 1977 - Baby Boy Warren, tra palco e fabbrica

Il 1° luglio 1977 a Detroit, nel Michigan, muore il bluesman Baby Boy Warren. Il suo vero nome è Robert Henry Warren ed è nato a Lake Providence, in Louisiana, il 13 agosto 1919. Dopo essersi trasferito a Memphis con la famiglia inizia a suonare la chitarra intorno al 1928, imitato dai fratelli Jack e Willie, e si perfeziona a fianco di Little Buddy Doyle. Ottiene il suo primo ingaggio nel 1931 a West Memphis, in Arkansas; in seguito si esibisce nel celebre Handy Park a Memphis con Willie 61 Blackwell e Black Bubble. Intorno al 1936 sembra spostare le coordinate dei propri vagabondaggi musicali verso l'Arkansas in particolare nella zona compresa tra Helena, Hughes, West Memphis e Marianna. In questo periodo incontra i bluesmen più celebri della regione, da Rice Miller, a Sonny Boy Williamson, a Peck Curtis, Johnny Shines e Howlin' Wolf. Nei primi anni Quaranta partecipa a una trasmissione radiofonica negli studi della KFFA radio e a partire dal 1944 si stabilisce a Detroit. In Michigan lavora intensamente. Di giorno fa l'operaio nella fabbrica della General Motors e di notte si esibisce nei locali notturni di Detroit: dalla Tavern Lounge alla Casbah, dal Mary's Bar al Prince Royal ecc. Negli anni 1960 le sue esibizioni diventano sporadiche, limitate generalmente a qualche esibizione com Calvin Frazier e Boogiewoogie Red. Riscoperto negli anni Settanta ritorna per qualche tempo sulle scene. La morte lo coglie alla vigilia di un breve tour statunitense.