Il 15 agosto 1962 Pete Best suona per l’ultima volta con i Beatles al Cavern di Liverpool. Il giorno dopo l'addio viene reso ufficiale. Le ragioni della separazione non sono mai state completamente chiarite anche perché gli stessi protagonisti con le loro contrastanti e spesso contraddittorie versioni non hanno certo contribuito a dissipare i dubbi. L'ipotesi più divertente è quella che racconta di un intervento deciso della madre di Pete Best sul figlio per costringerlo a tornare a lavorare con lei abbandonando quei tre «squinternati che non combineranno mai niente di buono». Pur suggestiva e divertente, quest'ipotesi appare poco credibile. La ragione più probabile e più accreditata è che l'artefice del killeraggio del batterista sia stato Brian Epstein, da poco manager del gruppo. È risaputo, infatti, che fin dall'inizio del suo rapporto con i Beatles, Epstein abbia sempre considerato Pete inadatto alla band. Se non provvede a liquidarlo fin dall'inizio è perchè inizialmente trova una decisa opposizione in Paul, John e George, gli altri tre componenti della band, amici e affezionati al loro picchiatore di tamburi. L'assidua opera di demolizione da parte del manager finisce però per incrinare i rapporti interni alla band. Chi assiste all'esibizione del 15 agosto non può non accorgersi di come ormai il batterista si senta un corpo estraneo in un gruppo che non è più il suo. Fuori lui Brian Epstein tenta di imporre ai suoi tre recalcitranti protetti un suo pupillo. È Johnny Hutchinson dei Big Three, che, però, dopo aver suonato in concerto al Riverpark Ballroom di Chester, rifiuta. A due giorni dall'addio di Pete, John, Paul e George decidono allora di prendere in mano la situazione e chiamare un loro amico: Richard Starkey, il batterista di Rory Storm & The Hurricanes, conosciuto negli ambienti musicali con il nome di Ringo Starr. Quando lo contattano lui non si lascia scappare l'occasione. Il 18 agosto Ringo Starr suona per la prima volta con i Beatles. La formazione è completa e pronta a lasciare il suo segno nella storia.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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