Il 5 ottobre 1968 Those were the days, un fox-trot interpretato dalla sconosciuta Mary Hopkin arriva la primo posto della classifica britannica dei dischi più venduti detronizzando addirittura Hey Jude dei Beatles. La notizia fa sensazione ma lascia del tutto indifferenti quattro baronetti di Liverpool che guardano con interesse il successo della bionda diciottenne. Come mai? Tutto comincia qualche tempo prima quando i Beatles danno vita alla Apple, un’etichetta discografica di loro proprietà. Nello stesso periodo la timida Mary Hopkin partecipa al programma televisivo "Opportunity knocks". Qui viene notata dalla modella Twiggy, una delle protagoniste di quegli anni, che la presenta a Paul McCartney. L'aria fragile e romantica della ragazza e la sua voce esile colpiscono il Beatle che la scrittura per la Apple intenzionato a farne una sorta di icona del pop neoromantico. Nonostante gli sforzi però il team di autori della casa discografica fatica a comporre una canzone che abbia le caratteristiche richieste. Il debutto discografico di Mary viene rinviato finché lo stesso McCartney s’imbatte in Those were the days, un fox-trot scritto da Ruskin che sembra fatto apposta per la ragazza. Tutti e quattro i componenti del gruppo più significativo della rivoluzione del beat lavorano alla produzione del disco. I risultati vanno al di là di ogni previsione. La canzone scalza dal vertice della classifica britannica gli stessi Beatles e vende più di otto milioni di dischi in tutto il mondo. L'exploit non avrà seguito. Nonostante il buon successo di un paio di singoli successivi la ragazza finirà per allontanarsi dai clamori del pop. La sua voce suggestiva percorrerà strade nuove e originali come la realizzazione di un album interamente cantato in gallese nel 1979 e la formazione nel 1984 degli Oasis (nulla a che vedere con la pop band omonima dei fratelli Gallagher) con Peter Skellern e Julian Lloyd Webber, fratello del compositore Andrew Lloyd Webber.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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