
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio...
10 novembre, 2020
10 novembre 2005 – Parte da Brescia il tour degli Ardecore

09 novembre, 2020
9 novembre 1974 - Giovanna Mezzogiorno, talento, studio e applicazione

08 novembre, 2020
8 novembre 1949 - Bonnie Raitt, tra rock e blues

07 novembre, 2020
7 novembre 2003 – I sessant’anni di Joni Mitchell valevano meno di quelli di Dylan

06 novembre, 2020
6 novembre 2005 - Francesco De Masi, un grande direttore d’orchestra prestato al cinema

05 novembre, 2020
5 novembre 2002 - La Campania al Festival delle Arti del Mediterraneo di Barcellona

04 novembre, 2020
14 novembre 1976 – Massimo Dallamano, l’esteta del cinema di genere
Il 14 novembre 1976 muore in un incidente automobilistico Massimo Dallamano, uno dei personaggi che hanno fatto la storia di quello che oggi viene chiamato “Cinema di genere” italiano. Nato a Milano il 17 aprile 1917 inizia a lavorare nell’ambiente cinematografico nel primo dopoguerra quando cura la fotografia di “Inquietudine”, un film del 1946 diretto da Vittorio Carpignano ed Emilio Cordero. Da quel momento lavora sul set di film d’ogni genere, spaziando dall’avventura ai drammi, dai documentari ai peplum. Vive poi da protagonista gran parte dell’avventura del western all’italiana, firmandone alcune pietre miliari come direttore della fotografia e cimentandosi anche nella regia. Non è più un novellino quando la Jolly Film lo chiama a curare la fotografia dei primi film ambientati in quella immaginaria striscia di terra che nella fantasia degli sceneggiatori accompagna la frontiera tra Stati Uniti e Messico. Ha quarantasei anni nel 1963 quando, con lo pseudonimo di Jack Dalmas firma le immagini di “Duello nel Texas” e l’anno dopo quelle di “Le pistole non discutono” e “Per un pugno di dollari”. Quando Sergio Leone lascia la Jolly per passare alla PEA di Alberto Grimaldi lui lo segue e nel 1965 cura la fotografia di “Per qualche dollaro in più”. Anche il suo debutto come regista avviene sotto il segno del western nel 1967 con “Bandidos”, un film inusuale firmato con lo pseudonimo di Max Dillman che racconta la storia di un ex pistolero privato dell’uso delle mani. In linea con il suo passato da direttore della fotografia mostra un’attenzione per i dettagli e le sfumature che denota un inusuale approccio quasi pittorico. L’anno dopo realizza l’intrigante giallo “La morte non ha sesso”. Nel 1969 dirige una sconosciuta Laura Antonelli nel censuratissimo “Le malizie di Venere” ispirato al romanzo di Leopold Masoch “Venere in pelliccia” e nel 1970 gira “Un dio chiamato Dorian”, da un’opera di Oscar Wilde. Nel 1972 torna al giallo con “Cosa avete fatto a Solange?” e l’anno dopo si cimenta nel poliziesco all’italiana con “Si può essere più bastardi dell'ispettore Cliff?”. Nel 1974 gira il dramma erotico “Innocenza e turbamento”, seguito l’anno dopo da “La fine dell’innocenza”. Sempre nel 1975 torna al poliziesco all’italiana con “La polizia chiede aiuto” seguito dal thriller “Il medaglione insanguinato”. Il 14 novembre 1976 muore in un incidente automobilistico pochi mesi dopo aver terminato le riprese di “Quelli della calibro 38”.
03 novembre, 2020
3 novembre 1957 - Con il naso in su cercando lo Sputnik di Laika

02 novembre, 2020
2 novembre 1941 – Mario Trevi, l’interprete di “Indifferentemente”

01 novembre, 2020
1° novembre 2003 –"Bob Dylan Day" a Radio Città Futura

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31 ottobre 1929 – Bud Spencer, dalle Olimpiadi al set

30 ottobre, 2020
30 ottobre 1969 – Lo slapping poderoso di Pop Foster

29 ottobre, 2020
29 ottobre 2004 - Viene ripubblicato in cd il mitico album “Un biglietto del tram” degli Stormy Six

28 ottobre, 2020
28 ottobre 1947 - Wanda Radicchi, in arte Monna Lisa, una delle voci del jazz italiano

27 ottobre, 2020
27 ottobre 1962 – Giovanni Ardizzone era il suo nome

26 ottobre, 2020
26 ottobre 1926 - Il massacro di Merca, l'altra faccia di "Faccetta nera"

25 ottobre, 2020
25 ottobre 1948 – Anselmo Genovese, più autore che cantante

24 ottobre, 2020
24 ottobre 2006 - Bruno Lauzi, l’impegno e l’ironia

23 ottobre, 2020
23 ottobre 1928 - Domenico Attanasio dalla lirica alla canzone
Il 23 ottobre 1928 nasce a Napoli Domenico Attanasio. Cantante in possesso di una voce estesa e pastosa, all’inizio della sua carriera tenta la strada della lirica e debutta come tenore sotto la direzione del maestro Gianandrea Gavazzeni nell'opera "Nina pazza per amore" di Giovanni Paisiello al Teatro San Carlo di Napoli. Come molti altri protagonisti della scena lirica di quel periodo, però, si lascia tentare dalle lusinghe di della cosiddetta “musica leggera” e passa alla canzone vincendo un concorso organizzato dalla RAI che lo assume. Ai microfoni della radio canta con le orchestre Anepeta, Fragna e Vinci. Nel 1952, in coppia con Oscar Carboni, si piazza al secondo posto con Varca lucente alla prima edizione del festival di Napoli. La sua carriera è costellata da grandi soddisfazioni e da un successo che supera anche i confini d’Italia.
22 ottobre, 2020
22 ottobre 2004 – Meg inaspettata e dolce

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