Il 31 dicembre 1948, a Boston nel Massachusetts, nasce Donna Summer. Il nome con il quale viene registrata all’anagrafe è LaDonna Gaines. Fin da piccola canta insieme alla sua numerosa famiglia nel coro della chiesa del quartiere mettendo in mostra notevoli qualità vocali tanto che a soli dieci anni si esibisce già in alcune parti da solista. Dopo aver partecipato a vari concorsi musicali si trasferisce a New York. Nella grande mela viene scritturata per il cast del musical "Hair". È il 1967. Quando la compagnia arriva in tournèe in Europa lei accetta di partecipare alla versione tedesca del musical e decide di non tornare negli Stati Uniti. A Monaco di Baviera incontra e sposa l’austriaco Helmut Sommer con il quale mette al mondo una figlia, Mimi Sommers. Proprio dall’anglicizzazione del primo marito nascerà il nome d’arte di Summer. Nel 1974 risponde a un’inserzione e trova lavoro come corista di studio entrando così in contatto con Pete Bellotte e Giorgio Moroder che la scritturano per la loro etichetta Oasis Records. Con la collaborazione di Moroder Donna realizza nello stesso anno l'album
Lady of the night e il singolo estratto
Hostage che, pur ottenendo un buon successo in Francia, in Germania e in Olanda, passano pressoché inosservati sui mercati anglosassoni. Nello stesso anno, sull'esempio del soul orchestrale di Barry White e del sound erotico della coppia Jane Birkin-Serge Gainsburg, pubblica
Love to love baby, un brano che, pur non ottenendo particolare successo, attira l'attenzione di Neil Bogart, il presidente della statunitense Casablanca Records, la stessa etichetta dei Kiss. Proprio seguendo le sue indicazioni, viene realizzata una nuova versione del brano dilatandone la durata dagli iniziali tre minuti a oltre un quarto d'ora, con l'inserimento di vocalizzi, gemiti e sussurri inequivocabilmente erotici, che, pubblicata nel 1975 nell'album
Love to love baby, diventa un successo mondiale, trascinando anche il singolo omonimo al primo posto della classifica statunitense e al quarto di quella inglese. L'album successivo,
Love trilogy del 1976, con
Try me, un altro lungo brano d'effetto, conferma il successo del team formato dalla Summer con Bellotte e Moroder e la ragazza è incoronata dai media di tutto il mondo “Regina della disco music”. Nello stesso anno analoga accoglienza ottengono l'album
For seasons of love e il singolo
Winter melody. Il rapido successo commerciale e l’innegabile sex appeal della ragazza finiscono per suscitare qualche invidia e non manca chi insinua che Donna sia soltanto una bella ragazza priva di talento canoro e che dal vivo canti in play back sulla base registrata da una corista professionista. Scioltesi come neve al sole le polemiche e le insinuazioni il suo successo continua nel 1977 con l'album
I remember yesterday dal quale vengono estratti i singoli
I feel love,
Down deep inside,
I remember yesterday,
Love's unkind e
I love you seguiti dal doppio album
Once upon a time. Dopo il suo debutto cinematografico con il film "Grazie a Dio è venerdì” (Thank God, it's Friday) nel 1978 pubblica il doppio album dal vivo
Live and more e il singolo
MacArthur Park . L'anno dopo centra di nuovo in successo straordinario con il doppio album
Bad girls che contiene anche la splendida
Hot stuff, con cui vince il Grammy per la miglior interpretazione rock femminile. No
more tears (Enough is enough) in duo con Barbra Streisand e un album antologico segnano la fine del suo rapporto con la Casablanca e il suo passaggio alla Geffen Records, l'etichetta di David Geffen. Nel 1980 con
The wanderer finisce anche la sua collaborazione con Giorgio Moroder. È Quincy Jones a curare nel 1982 la produzione dell'album
Donna Summer che contiene anche il brano
State of indipendence scritto dall'ex Yes Jon Anderson. Nel 1983 esce
She works hard for the money considerato un po’ il canto del cigno e l'ultimo suo grande successo commerciale di quel periodo. Sono anni complicati per la vita di Donna Summer che mette al mondo la piccola Amanda Grace, sposa il compositore Bruce Sudano e si converte al fondamentalismo dei “Cristiani rinati”. Al modesto
Cats without claws del 1984 segue un lungo silenzio discografico interrotto nel 1987 dalla pubblicazione di
All systems go un album i cui testi sono scritti in gran parte dalla stessa Summer realizzato con la collaborazione di arrangiatori come Harold Faltermayer e Richard Perry. Nel 1989 registra
Another place and time, prodotto dal trio Stock, Aitken & Waterman, seguito, un paio d'anni dopo dall'album
Mistaken identity. Negli anni Novanta si dedica a varie esperienze in duetto centrando alcuni successi più negli States che nel resto del mondo con brani come
Love is The Healer, molto popolare oltreoceano e
Carry On, con il quale vince anche un Grammy per il miglior singolo dance. Nel 2008 pubblica
Crayons, il suo primo album di inediti dopo diciassette anni. Muore di cancro il 17 maggio 2012, all'età di 63 anni, nella sua casa al mare vicino a Naples, sulla costa ovest della Florida.