26 gennaio, 2021

26 gennaio 1974 - Joe Benjamin se ne va

Il 26 gennaio 1974 muore a Livingstone, nello Zimbabwe, il contrabbassista Joe Beniamin. Registrato all’anagrafe con il nome di Joseph Rupert nasce ad Atlantic City, nel New Jersey, il 4 novembre 1919. Inizia giovanissimo gli studi musicali dedicandosi inizialmente al violino sotto la guida di Hal Johnson e passando poi al contrabbasso, strumento al quale rimane poi fedele per il resto della vita, conclusasi per un attacco cardiaco probabilmente conseguente a un incidente automobilistico nel quale era rimasto coinvolto qualche settimana prima. Strumentista di grandi possibilità tecniche e accompagnatore di notevole sensibilità, conosce il momento di maggior gloria nel gennaio del 1951 quando ha l’occasione di partecipare come secondo bassista dell'orchestra di Duke Ellington a un memorabile concerto alla Metropolitan Opera House. Componente della band di Jimmy Lunceford, Billy Moore jr., Mercer Ellington, Billy Taylor, Artie Shaw, Fletcher Henderson, Lena Horne, Sy Oliver, Ellis Larkins e moltissimi altri leader, nel 1953 partecipa a una leggendaria tournée con Sarah Vaughan con la quale incide anche una lunga serie di brani eccellenti.

25 gennaio, 2021

25 gennaio 1999 – Aristide Massaccesi, il regista dai mille nomi e dai mille volti

Il 25 gennaio 1999 muore improvisamente a Roma il regista Aristide Massaccesi. Districarsi tra i suoi mille nomi d’arte è difficilissimo. Nella sua carriera ha usato, di volta in volta lo pseudonimo che più lo intrigava o quello che a suo parere più si avvicinava al genere cinematografico affrontato. Di volta in volta si è chiamato Stephen Benson, John Bird, O.J. Clarke, Dario Donati, Raf Donato, Oskar Faradine, Sarah Asproon, Drago Floyd, Tom Salima, Frederic Slonisko, Robert Vip, Michael Wotruba, John Shadow, Kevin Mancuso o Chang Lee Sung. Tra tutti, Joe D'Amato è quello con il quale è maggiormente conosciuto in tutto il mondo. Aristide Massaccesi nasce a Roma il 15 dicembre 1936. Il cinema è la sua vita fin dall’adolescenza, quando inizia a lavorare a Cinecittà. Pur di restare sui set fa di tutto, dall’operatore al fotografo. Lavora tra gli altri come direttore della fotografia di film come “La carrozza d'oro” di Jean Renoir, “È l’amore che mi rovina” di Mario Soldati, “Il disprezzo” di Luc Godard, “Brucia ragazzo brucia” di Fernando Di Leo e “La bisbetica domata” di Franco Zeffirelli. Gigante del cinema “di genere” dopo una lunga “gavetta” sui set di vari registi come fotografo, sceneggiatore e anche... attore in “Straniero fatti il segno della croce!” un western di Demofilo Fidani, debutta come regista proprio nel western all’italiana nel 1972 con due pellicole senza firmarle. La prima è “Scansati... a Trinità arriva Eldorado”, un film firmato dal produttore Diego Spataro e la seconda “Un bounty killer a Trinità”, siglato da Oskar Faradine, uno pseudonimo utilizzato anche dall’altro produttore Oscar Santaniello. C’è chi sostiene che sempre nel 1972 abbia anche diretto “La Colt era il suo Dio”, un film che sui manifesti assegna la regia a Dean Jones, uno pseudonimo attribuito anche a Luigi Batzella e a Demofilo Fidani. L’esperienza di Massaccesi nel genere si conclude nel 1975 con il western avventuroso “Giubbe rosse”, interpretato da Fabio Testi. Negli stessi anni si cimenta con altri generi con il decamerotico “Sollazzevoli storie di mogli gaudenti e mariti penitenti”, il film di guerra “Eroi all'inferno”, il peplum “La rivolta delle gladiatrici”, prodotto da Roger Corman e l’horror “La morte ha sorriso all'assassino”, uno dei pochissimi film della sua carriera firmati col suo vero nome. Successivamente si cimenta con tutti i generi del cinema italiano di quel periodo, in particolare l’horror e lo splatter. Nella seconda metà degli Settanta inizia a orientarsi verso pellicole sempre più marcatamente erotiche fino a scegliere definitivamente il genere hard.


24 gennaio, 2021

24 gennaio 2003 - Artisti contro la guerra

Il 24 gennaio 2003, con il concerto de Les Anarchistes presso il Piccolo Auditorium di Storie di Note inizia a Orvieto una rassegna musicale intitolata "Artisti contro la guerra". La manifestazione è una diretta conseguenza della spedizione umanitaria di solidarietà con il popolo iracheno culminata ne mese di novembre dell'anno prima con un grande concerto a Baghdad, cui hanno partecipato venticinque artisti italiani. I concerti sono soltanto uno dei momenti di coinvolgimento e mobilitazione previsti nell’ambito di un progetto più ambizioso cui è stato dato il nome di "Salaam Baghdad - Artisti contro la guerra". Sul palco del Piccolo Auditorium di Storie di Note si alternano gli artisti coinvolti nel tentativo di dare voce e volto alle popolazioni oppresse. L'ingresso per ciascun concerto è di 10 Euro e gli incassi vengono devoluti proprio alla Associazione Salaam Baghdad, impegnata nella campagna "No alla guerra del petrolio". L’impegno è quello di non rassegnarsi a una guerra che ci fanno apparire come inevitabile, ma di tenere in vita speranze di riscatto sociale, solidarietà e pace che rischiano di finire travolte dall’imponenza della guerra mediatica. Le serate d’Orvieto non si limitano alla musica. Durante le esibizioni dal vivo, infatti, vengono presentati anche film e cortometraggi, mostre fotografiche, pubblicazioni, con il commento e i racconti personali di chi ha avuto l'occasione di conoscere quei luoghi ricchi di storia e di umanità che sono l'Iraq e la sua capitale Baghdad.

23 gennaio, 2021

23 gennaio 1978 - Basta con gli spray!

Il 23 gennaio 1978 la Svezia mette al bando le bombolette spray. È la prima nazione al mondo che assume un simile provvedimento nei confronti di un prodotto da tempo sospettato di essere una delle cause del deterioramento dello strato di ozono che protegge l’atmosfera terrestre. Le bombolette entrate nell’uso comune di milioni di persone, utilizzano infatti come propellente gassoso i clorofluorocarburi (CFC) il cui accumulo negli stati alti dell’atmosfera provocherebbe reazioni con effetti distruttivi sullo scudo che protegge il nostro pianeta dalle pericolose radiazioni solari. I primi a segnalare la relazione tra i clorofluorocarburi e l’assottigliamento dello strato di ozono sono stati i due ricercatori Mario Molina e Sherwood Rowland. Essi hanno osservato come nella stratosfera, la radiazione solare che li colpisce innesca reazioni fotochimiche che coinvolgono l’ozono, riducendone la concentrazione. Inventati negli anni Venti i clorofluorocarburi sono composti del carbonio contenenti cloro e fluoro particolarmente versatili e utilizzati dall’industria, oltre che nelle bombolette spray, negli impianti di refrigerazione dei frigoriferi e dei condizionatori dell'aria, nella produzione di schiume da imballaggio, nei detergenti per l’elettronica e nei prodotti chimici per l’estinzione degli incendi. Ininfiammabili, atossici, hanno un'alta stabilità chimica e sono inoltre relativamente economici rispetto ai prodotti alternativi. L’iniziativa delle Svezia è la prima di una lunga serie di provvedimenti tendenti a limitarne l’uso che porteranno gran parte dei paesi industrializzati a sottoscrivere il Protocollo di Montréal.

22 gennaio, 2021

22 gennaio 1984 - La prima bestemmia in TV

Per la prima volta nella storia dello spettacolo italiano i telespettatori ascoltano una bestemmia nel corso di una trasmissione televisiva. Accade domenica 22 gennaio 1984 quando Leopoldo Mastelloni bestemmia in diretta durante la trasmissione “Blitz”, il contenitore domenicale pomeridiano in onda su Raidue condotto da Gianni Minà. Il fattaccio avviene nel corso della rubrica “Sotto a chi tocca” di Stella Pende. Interrogato in diretta sull' omosessualità da alcuni ragazzi che affollano il “Bussoladomani” del Lido di Camaiore, Mastelloni perde la pazienza e si lascia sfuggire una bestemmia. L’evento scatena il putiferio. A nulla valgono le scuse immediate dell’attore napoletano che, pur senza giustificarsi, sostiene di aver usato «un linguaggio molto criticabile ma assolutamente in uso nel parlare corrente». La rubrica viene immediatamente sospesa dalla direzione della Rai e per Mastelloni scatta un lungo periodo d’esilio dal video.

21 gennaio, 2021

21 gennaio 1951 - Roger Dickerson dal jazz al taxi

Il 21 gennaio 1951 muore a Glen Falls, New York, il trombettista Roger Quincey Dickerson. Nato a Paducah, nel Kentucky, intorbo al 1898 si forma musicalmente a St. Louis nei gruppi del cosiddetto “river-boat-style”, un nome che nasce dallo stile particolare delle orchestre in quell’epoca che suonano sui battelli fluviali. Tra il 1918 e il 1920 lavora regolarmente con le orchestre dei teatri di St. Louis conquistandosi una buona reputazione. Nel 1923 entra a far parte dei Wilson Robinson's Bostonians, con i quali effettua una lunga tournée attraverso gli Stati Uniti, con tappa finale al celebre Cotton Club di New York. Durante la lunga permanenza in questo locale, l'orchestra, il cui organico comprende musicisti come Sidney De Paris, William Thornton, Morris White e Jimmy Smith, passa sotto la leadership del violinista Andrew Preer, assumendo la denominazione di Andy Preer's Cotton Club Orchestra. Dopo la morte di Preer, avvenuta nel maggio di quell'anno, l'orchestra continua a suonare al Cotton Club assumendo la nuova denominazione di The Missourians, in omaggio proprio allo stato di provenienza di molti dei suoi componenti. Dickerson è uno degli elementi più popolari della band e i suoi pregevoli interventi solistici dimostrano come abbia bene assimilato la lezione dei grandi trombettisti di New Orleans, adattandola al linguaggio della nuova scuola di Harlem. Nel corso del 1930 l'orchestra passa sotto la direzione di Cab Calloway. Nel biennio 1930-1931 Roger Dickerson registra sotto il nome di Calloway molti altri dischi, tra cui una interessante versione di St. Louis Blues nobilitata da un suo splendido assolo. Nell'estate del 1931 lascia, per ragioni di salute, l'orchestra di Calloway e abbandona definitivamente la musica adattandosi a fare l'autista di taxi.







20 gennaio, 2021

20 Gennaio 1921 – Enrico Gentile, uno dei Cetra

Il 20 gennaio 1921 nasce a Palermo il paroliere e cantante Enrico Gentile, considerato uno dei fondatori del Quartetto Cetra pur non avendone mai fatto parte. La spiegazione sta nel fatto che a diciannove anni mentre è ancora impegnato a Roma negli studi di scenografia forma con Giovanni “Tata” Giacobetti, Iacopo Iacomelli e Enrico De Angelis, il Quartetto Egie il cui nome è formato dalle iniziali dei nomi dei quattro componenti. Ispirandosi alle armonizzazioni vocali dei Mills Brothers, il gruppo debutta il 27 maggio 1940 al teatro Valle di Roma nella rivista "Caccia al passante" cantando
Tiger Rag
e Bambina dall'abito blu. Agli impegni con i suoi tre compagni d’avventura alterna esperienze solistiche di successo con brani come Dove sei tu e Ho paura di te. Nel 1942 parte per il servizio militare e lascia il gruppo che, con l'uscita di Iacomelli, sostituito da Virgilio Savona, cambiato definitivamente nome diventando il Quartetto Cetra. Alla fine della guerra decide chiudere la sua carriera di cantante pur continuando a restare nell’ambiente come autore di canzoni. Tra i suoi maggiori successi in questo ruolo ci sono Julia, Speedy Gonzales e Addio Maria, interpretate da Johnny Dorelli. Si vedrà, cantata da Les Surfs al Festival di Sanremo del 1965 e tante altre.







19 gennaio, 2021

19 gennaio 1978 - L’ultimo Maggiolino

Il 19 gennaio 1978 la catena dello stabilimento Volkswagen di Emden sforna l’ultima vettura costruita in Germania di un modello già da tempo entrato nella leggenda per la sua forma, la sua affidabilità, la sua resistenza al tempo e alle strade del dopoguerra. Conosciuta e apprezzata in tutto il mondo questa auto dalle forme morbide e intriganti, per la Germania è stata un po’ il simbolo della ricostruzione post-bellica e della capacità di ricominciare da zero. In ogni angolo del mondo è conosciuta con un soprannome. I tedeschi, insieme agli austriaci e agli svizzeri, la chiamano Käfer (cimice), negli Stati Uniti e in Gran Bretagna viene chiamata “Beetle” (scarafaggio). Anche gli spagnoli l’hanno ribattezzata “Escarabajo” (scarafaggio), mentre per gli olandesi e i belgi di idioma fiammingo si chiama “Kever”. In Francia e in tutte le aree d’influenza francese è conosciuta come “Coccinelle”. Nella Jugoslavia unita del dopoguerra è stata ribattezzata “Buba” e in Portogallo è diventata “Carosca” nonostante i cugini d’idioma brasiliani avessero scelto il nome di “Fusca”. Gli svedesi, infine, hanno trovato più adatto il nomignolo “Bubbla”. Qui da noi, in Italia, è arrivata nel 1951, l’anno in cui per la prima volta vengono venduti trentuno esemplari di quella che in breve tempo tutti impareranno a conoscere come Maggiolino.


18 gennaio, 2021

18 gennaio 2004 - Gli dei di un perduto rock

Domenica 18 gennaio 2004, "Appuntamento al buio", il programma domenicale condotto da Jonathan Giustini dalle 11 alle 13 su Radio Città Futura di Roma, viene interamente dedicato al Progressive Italiano, un genere che conta migliaia di appassionati. Il pubblico crescente favorisce l’intensificarsi di ristampe dei dischi “storici” di questo genere. Proprio nel gennaio 2004 viene pubblicata una collana intitolata Dei di un perduto rock. La puntata di "Appuntamento al Buio" di domenica 18 regala agli ascoltatori un'ampia selezione di brani tratti proprio da questa nuova collana discografica. Quattro nomi mitici ed evocativi della storia del rock italiano portano la loro testimonianza e i loro ricordi ai microfoni del buon Giustini. Nella prima ora è in studio Vittorio Nocenzi, fondatore e autore delle musiche del Banco del Mutuo Soccorso. Nella seconda entra in collegamento Franz Di Cioccio, storico batterista della Pfm, poi tocca a Tony Pagliuca, il tastierista che suona l'organo Hammond de Le Orme. Prima della conclusione c’è anche un collegamento con Claudio Rocchi, di cui proprio in quel periodo sono stati ripubblicati alcuni titoli storici contenuti nel catalogo della Cramps, l'etichetta alternativa che segnato la storia musicale italiana degli anni Settanta.

17 gennaio, 2021

17 gennaio 1977 – Yvonne Printemps, la regina dell’operetta francese

Il 17 gennaio 1977 muore a Neully-sur-Seine la cantante, attrice e soubrette Yvonne Printemps, una delle grandi donne dello spettacolo del Novecento. «Sapete perchè le donne preferiscono essere belle piuttosto che intelligenti? È che tra gli uomini gli idioti superano di gran lunga i non vedenti». La frase, una delle più famose di Yvonne Printemps, dà l’idea della personalità di questa donna, intelligente, ironica e capace di caratterizzare la stagione d’oro dell’operetta francese con quella che è stata definita la sua “voix unique de vrai rossignol”, voce unica da vero usignolo. Il segreto del suo fascino capace di far perdere la testa a un numero impressionante di uomini non può essere ricondotto soltanto alla bellezza del suo corpo né all’incanto di un sorriso così descritto nel 1938 da Colette: «È un sorriso luminoso come quello di una mezza luna nelle serate limpide d’inverno che colpisce e resta impresso nella memoria per quegli angoli della bocca leggermente sollevati in una sorta d’allegria che si fatica a prendere sul serio visto l’evidente contrasto con la malinconica solitudine dei suoi occhi. Questo, signori, è l’enigmatico sorriso della migliore attrice d’operetta della nostra epoca». Il segreto del suo successo è da ricercare nel complesso di un’artista a suo modo unica capace di coniugare la perfezione scenica con una voce da brividi. Yvonne Wigniolle-Dupé, la futura Yvonne Printemps, nasce a Ermont il 25 luglio 1894. Pur non essendo vero il fatto che la sua famiglia fosse poverissima, come viene ancor oggi riportato in alcune biografie, l’infanzia della bambina appare un po’ complicata. Suo padre, Léon-Alfred Wigniolle possiede un’industria nel nord della Francia ed è quindi una presenza inesistente nella sua vita più che nell’infanzia. Alla sua mancanza non può certo supplire la madre, Palmyre Augustine Dupé, costretta a tirar grandi in qualche modo tre figlie lavorando come sarta. La piccola Yvonne è perciò costretta fin da piccola a tentare di cavarsela da sola tra giochi, pochi studi e tanta libertà per le strade del suo quartiere lontano dagli occhi attenti di una madre impegnata in altre faccende. C’è un luogo che l’attrae maggiormente ed è la sede di un piccolo teatro amatoriale situata a poche decine di metri dalla sua abitazione. Qui la bambina impara presto i trucchi della scena. Osserva gli attori e le attrici, imita i passi delle ballerine, ripete fino allo sfinimento le canzoni. Tanta dedizione non sfugge alla compagnia che, un po’ per necessità ma soprattutto per le insistenze della bambina, la fa debuttare sul palcoscenico in una rivista teatrale quando ha da poco compiuto dieci anni. Tra il pubblico di quell’unica serata c’è Paul-Louis Flers, un vecchio e pratico navigatore del mondo dello spettacolo oltre che storico conduttore della direzione artistica del Moulin Rouge. Di passaggio a Ermont ha deciso di assistere allo spettacolo giusto per passare un po’ di tempo ed è rimasto impressionato dalla vitalità, dalla bellezza e dalla disinvoltura di quella bambina. Sono tempi diversi da quelli di oggi e le bambine, soprattutto quelle che riescono a entrare nel mondo dello spettacolo crescono presto. I riflettori, i trucchi e gli abiti di scena fanno miracoli ed eccitano la fantasia del pubblico. Yvonne non è un’eccezione. A undici anni, quando altre sue coetanee giocano ancora con le bambole, lei sale per la prima volta sul palcoscenico delle Folies Bergères vestita da ballerina con il nome d’arte di “Mademoiselle Printemps”. Nel 1906, a quattordici anni Yvonne è in cartellone al La Cigale dove interpreta un Cappuccetto Rosso particolarmente intrigante nella rivista “Nue cocotte” (Donnina nuda). L’anno dopo torna a far parte della compagnia delle Folies Bergères con cui resta fino al 1911. La ragazza vive quell’esperienza con tanta disponibilità e un pizzico d’incoscienza facendosi particolarmente apprezzare per le sue qualità interpretative e per una presenza scenica che attinge direttamente all’istintività. Nel 1912 arriva la prima svolta della sua carriera. Yvonne, che ha diciotto anni, viene scritturata per la rivista “Ah! Les beaux nichons” costruita intorno alla figura di Maurice Chevalier in quel momento considerato uno dei campioni emergenti dello spettacolo di varietà francese. L’occasione è troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire. La ragazza riesce a farsi notare da pubblico e critica per il suo fascino, per la sua bellezza e, soprattutto, per la voce particolare capace di cambiare colore con grande facilità. Il tutto non è certo guastato da un’intelligenza viva che le consente di assorbire e metabolizzare rapidamente ogni novità. Affascinati dal personaggio autori come André Messager, Albert Willemetz e Sacha Guitry iniziano a scrivere per lei un numero impressionante di lavori. C’è chi dice che tra il 1913 e il 1915 i tre autori proprio pensando alle sue qualità abbiano scritto ben sette riviste oltre ad alcune commedie musicali e varie pièces teatrali, ma distinguere tra leggenda è verità in questi ambienti è sempre difficile... Di certo c’è che nel 1913 porta al successo l’operetta “Les Contes de Perrault” e un paio d’anni dopo si ripete con “Le poilu”. Indiscussa regina dell’operetta ha un segreto che farebbe storcere il naso non soltanto ai puristi: non conosce assolutamente la musica. La sua interpretazione è istintiva e naturale. Non ha assolutamente idea di come si possa impostare una nota di che cosa sia un salto d’ottava. Fa tutto quello che deve per istinto, ma si dà da fare per colmare rapidamente la lacuna grazie alle lezioni intensive e ai consigli che le dispensa Madame Parravicini, una delle grandi maestre di canto di quel periodo. Tra gli uomini più ammaliati dalla personalità di Yvonne Printemps c’è Sacha Guitry che scrive appositamente per lei il grande successo del 1916 “Jean de la Fontaine”. Il rapporto tra i due è intenso, ricco di momenti di grande passione ma anche di litigi violenti, con abbandoni drammatici e repentini pentimenti. L’autore è talmente “fiero” della sua attrice preferita che la vuole anche nel suo primo film “Roman d’amour et d’aventures”. Il 10 aprile 1919 Yvonne Printemps e Sacha Guitry si sposano a Parigi. I quattro testimoni che siglano l’atto di matrimonio sono Sarah Bernhardt, Georges Feydeau, Tristan Bernard e Lucien Guitry, il padre dello sposo. Nonostante gli alti e bassi sul piano sentimentale il loro rapporto si rivela fecondo sul piano professionale per entrambi. Nel 1926 Yvonne Printemps conquista Londra con la sua interpretazione di “Mozart”, un altro capolavoro di Sacha Guitry scritto con Reynaldo Hahn. L’anno dopo i due partono per una lunga tournée in Canada e negli Stati Uniti che la stessa Yvonne alcuni anni più tardi definirà come «..la mia meravigliosa avventura americana...». Innamoratissimo e geloso Sacha Guitry vuole avere sempre l’ultima parola sui partners artistici della moglie. Questa abitudine finisce per farlo diventare complice della fine della sua storia d’amore. Proprio lui, infatti, nel 1931, dovendo mettere in scena il suo lavoro “Franz Hals”, affianca a Yvonne Printemps un giovane e promettente artista che si chiama Pierre Fresnay. Tra i due scocca la scintilla di una passione destinata a durare oltre la fine dei loro giorni anche se non si sposeranno mai. Nel 1934 Yvonne Printemps è ormai divenuta una vedette internazionale. La versione di “Conversation Piéce” di Noël Coward interpretata da lei e Pierre Fresnay resta in cartellone per ben dodici settimane di fila a Broadway. La coppia interpreta anche “O mistress mine” di Cole Porter. Il omento magico è sottolineato anche dall’interpretazione di una serie di film di successo tra i quali spiccano “La signora delle camelie” di Abel Gance, “Les trois valses” di Ludwig Berger e Albert Willemetz e “Le duel” di Pierre Fresnay. Nel 1950 gira “Le voyage en Amerique” d’Henri Lavorel, l’ultimo film della sua carriera. Continua invece a cantare per tutti gli anni Cinquanta ritirandosi dalle scene soltanto dopo aver compiuto i sessant’anni. Il 17 gennaio 1977 muore a Neully-sur-Seine. Il suo corpo viene seppellito al fianco di quello di Pierre Fresnay, la grande passione della sua vita.









16 gennaio, 2021

16 gennaio 1980 - La prima volta di Mike sulle TV private

Il 16 gennaio 1980 l’emittente televisiva privata Tele Milano, di proprietà di Silvio Berlusconi, una delle emittenti del network Canale 5, trasmette la prima puntata de “I sogni nel cassetto”, un programma a quiz condotto da uno dei personaggi più rappresentativi della storia della televisione italiana: Mike Bongiorno. La notizia fa scalpore e accresce l’attenzione dei media e degli ambienti politici sul mondo dell’emittenza privata, sempre in bilico tra illegalità e normalizzazione. C’è chi è favorevole a una progressiva liberalizzazione delle frequenze radiotelevisive e chi, invece, difende il monopolio pubblico. Entrambi gli schieramenti invocano, però, una normativa chiara che disciplini il settore, ma l’invocazione è destinata a restare tale per lungo tempo.

15 gennaio, 2021

15 gennaio 1936 – Nasce il batterista Ronnie Free


Il 15 gennaio 1936 a Charleston, nel South Carolina, nasce il batterista Ronnie Free. Registrato all’anagrafe con il nome di Ronald Guy Free inizia a studiare la batteria a otto anni, sotto la guida del padre. Cinque anni dopo fa le sue prime esibizioni pubbliche in vari gruppi locali e nell'orchestra scolastica. Batterista di buon talento potrebbe continuare dignitosamente a suonare nelle band della sua zona, ma lui ha altri progetti in mente. A vent'anni si trasferisce a New York dove supera le selezioni e si fa scritturare nell’orchestra che accompagna lo spettacolo musicale “Shoestring Revue”. Qui lo nota Oscar Pettiford che, al termine delle repliche, lo vuole con lui. Nel 1958 ottiene una serie di brevi ingaggi con i gruppi di Woody Herman, Sal Salvador e Ray Eberle. Nello stesso anno inizia anche a collaborare con Mose Allison. L'anno seguente, pur non abbandonando il sodalizio con Allison, sperimenta altre esperienze, la più importante delle quali è rappresentata dalla collaborazione con George Wallington. Negli anni successivi suona poi con musicisti cool come Lennie Tristano, Lee Konitz, Warne Marsh e molti altri.

14 gennaio, 2021

14 gennaio 1968 - Inizia il lungo calvario del Belice

Il 14 gennaio 1968 un terribile terremoto scuote la Sicilia e rade al suolo quasi tutti i paesi della Valle del Belice. Il bilancio è di oltre trecento morti, migliaia di feriti e più di centocinquantamila senza tetto. Nei giorni immediatamente successivi le autorità di governo ai vari livelli assumono impegni di immediata ricostruzione destinati a non essere mai completamente mantenuti. Per le popolazioni colpite inizia un lungo calvario irto di ostacoli burocratici, di promesse mai mantenute e di soldi stanziati e mai arrivati a destinazione.


13 gennaio, 2021

13 gennaio 1953 – Antonietta Laterza, la voce delle sirene

Il 13 gennaio 1953 nasce a Bologna la cantautrice Antonietta Laterza, una delle principali esponenti della canzone femminista. Nel 1975 pubblica per l’alternativa e prestigiosa etichetta Cramps il suo primo album Alle sorelle ritrovate. Registrato dal vivo in un concerto con la chitarrista svizzera Nadia Gabi, il disco raccoglie canzoni destinate a diventare la colonna sonora delle manifestazioni del nascente movimento femminista. In quel periodo si esibisce in Francia, in Germania, in Danimarca e nei circuiti alternativi italiani. Nel 1979 pubblica per la Divergo il suo secondo album Le belle signore arrangiato da Riccardo Zappa. Nel 1980 partecipa alla rassegna della canzone d'autore organizzata dal Club Tenco di Sanremo accompagnata da una rockband. Inizia così una fase diversa da quella cantautorale degli inizi, decisamente più sperimentale. Nel 1982 si avventura sui terreni dell’elettronica con Make up, un album che contiene anche il brano Italian slip interpretato in seguito anche da Ivan Cattaneo. Nel 1987 con due brani come Splendidi perchè e Roosevelt Goodbye affronta un tema difficile come quello della propria disabilità per leggere la realtà, del mondo. Nel 1989 compone e interpreta il musical “Pelle di sirena” e l’anno dopo partecipa al Nuovo Cantagiro. Nel 1992 pubblica per la Fonit Cetra l’album Donne a Marrakesh. Nel 2003 è la conduttrice di “Io mi amo e tu?”, un incontro che parla di bellezza, sessualità e affetti delle donne disabili, con contributi musicali e visivi. Nel 2005 pubblica Sirene, un album che raccoglie le sue canzoni più belle insieme ad altre inedite. Nell’ottobre dello stesso anno realizza Mix Appeal uno show musicale con Freak Antoni, Alessandra Mostacci e Ugo Consales dove le diversità sono rappresentate attraverso ironia e pulsione onirica. Nel 2008 scrive e dirige il musical teatrale "PepperMonaPuppis". Nel 2010 realizza il mediometraggio Sauvage con la regia di Gianmarco Rossetti. Nel 2018 pubblica il catalogo Sirena Cyborg, un catalogo interattivo dotato di QR code per la visualizzazione in tempo reale dei contenuti multimediali.


12 gennaio, 2021

12 gennaio 1952 - Il matrimonio in Chiesa? Mai! ...però...

«In Chiesa? Mai!». Così risponde Claudio Villa a Miranda Bonansea, la sua fidanzata, che gli chiede di celebrare le nozze in una delle antiche chiese di Assisi. «Potresti, però, avere più rispetto per chi non la pensa come te...», replica la ragazza ostinata nella sua decisione. Alla fine il cantante, ateo convinto ed educato in una famiglia anticlericale, cede: «Per quel che me n’importa. Ti sposo dove vuoi, nel modo che preferisci, ma non pensare che questo mi faccia cambiare idea. Se ti basta la forma...». Il 12 gennaio 1952, quindi, il signor Claudio Villa si unisce in matrimonio alla signorina Miranda Bonansea ad Assisi. Nelle intenzioni della sposa avrebbe dovuto essere una cerimonia intima e riservata a pochi invitati, ma, nonostante le precauzioni, la notizia riesce a filtrare e il giorno del matrimonio la chiesa non riesce a contenere l’afflusso dei fans del cantante e dei curiosi. Al termine della faticosa giornata la coppia torna a Roma dove prende possesso della sua nuova abitazione, al numero 44 di Via Cavour.

11 gennaio, 2021

11 gennaio 1971 – Ernie Cacères, uno dei grandi specialisti del sax baritono

L’11 gennaio 1971 sassofonista e clarinettista Ernie Cacères muore nel Texas, lo stato in cui era nato il 22 novembre 1911. Cresciuto in una famiglia di musicisti (i suoi fratelli Emilio e Pinero sono rispettivamente un violinista e un trombettista), muove i primi passi nella musica fin da ragazzo e impara quasi da solo il clarinetto, il sassofono e la chitarra. Nel 1928 ottiene i primi ingaggi professionali in gruppi della sua zona e successivamente entra a far parte dll'orchestra del fratello Emilio a Detroit e a New York. Propro nella Grande Mela suona con alcuni fra i gruppi più importanti dell’epoca. Nel 1938 è con Bobby Hackett e nel 1939-1940 con Jack Teagarden, Bob Zurke e Glenn Miller. Con Miller rimane fino allo scioglimento dell’orchestra nel 1942, quando il leader si arruola nelle forze armate. L'anno dopo suona con Johnny Long, Benny Goodman e Tommy Dorsey. Nel 1944 entra anche nella formazione di Woody Herman. Dopo un periodo trascorso al Nick's con varie formazioni dixieland e in varie stazioni radiofoniche viene chiamato alle armi. Torna all’attività solo alla fine della Seconda Guerra mondiale nel 1946. Dopo essersi specializzato nel sassofono baritono suona al Nick's con Eddie Condon e con Billy Butterfield prima di costituire un proprio gruppo all’Hickory Log. Dal 1950 al 1956 lavora in televisione con l'orchestra di Gary Moore e nel 1957 suona ancora con Bobby Hackett allo Hudson Hotel. Nei primi anni Sessanta lavora con Bing Crosby e con Billy Butterfield partecipando a vari festival jazzistici. Tornato poi nel Texas riduce progressivamente l'attività professionale suonando in qualche occasione con il fratello Emilio o alla guida di qualche instabile formazione in proprio. Musicista competente, affidabile e di bella sonorità è considerato uno dei grandi specialisti di sax baritono.


10 gennaio, 2021

10 gennaio 2007 - Nessun colpevole per la strage di Ustica

Il 10 gennaio 2007 la prima sezione penale della Cassazione, presieduta da Torquato Gemelli, confermando nei fatti una sentenza emessa del Tribunale di Roma del 28 settembre 2000 chiude senza condanne il processo per la strage del DC9 Itavia precipitato nelle acque di Ustica con 81 persone a bordo. Mentre i legali di alcuni familiari delle vittime esprimono «profonda amarezza e indignazione per ciò che è accaduto», dopo ventisette anni si chiude senza colpevoli e senza spiegazioni la vicenda processuale sulla strage di Ustica. Chi è stato? Perché? Non si sa. È un mistero che per ora non ha risposte.

09 gennaio, 2021

9 gennaio 1899 – Nasce Fregolino

Il 9 gennaio 1899 nasce a Napoli Vincenzo Cristo, destinato a restare nella storia dello spettacolo italiano come cantante e attore con il nome d’arte di Fregolino, ispirato a Leopoldo Fregoli il più grande cantante e trasformista italiano d’inizio secolo. Il suo debutto avviene nel 1913 al teatro Partenope di Napoli dove il pubblico resta conquistato dal suo talento comico che si esprime soprattutto nelle nella parodia di canzoni di successo, come Palomma di Armando Gill, che per anni diventa il suo cavallo di battaglia. Negli anni Venti la sua popolarità supera i confini nazionali e arriva anche negli Stati Uniti, dove le sue tournée sono salutata da un grandissimo successo di pubblico, e in Germania nella quale si esibisce al Winter Garden di Berlino. Partecipa anche a film di successo come "Balocchi e profumi" e "Un marito per Anna Zaccheo" con Silvana Pampanini, Massimo Girotti e Amedeo Nazzari nel 1953 e "Siamo ricchi e poveri" con Giacomo Rondinella nel 1954.


08 gennaio, 2021

8 gennaio 1906 - Wendell Culley, trombettista da grande orchestra

L’8 gennaio 1906 a Worcester, in Massachusetts nasce Wendell Phillips Culy, uno dei trombettisti più utili e disponibili nella sezione delle grandi orchestre. Wendell Culley vive la propria esperienza quasi totalmente nei gruppi orchestrali dell'epoca dello swing. Al termine del periodo d’oro di quel genere negli anni successivi continua a mettersi al servizio di orcheste che continuano la tradizione delle big bands. Trasferitosi a New York nel 1930 entra a far parte degli organici delle big band di Bill Brown e di Horace Henderson e successivamente in quello di Cab Calloway. È proprio quest’ultimo che più degli altri due offre le migliori possibilità di il suo valore. Dalla formazione di Calloway si trasferisce poi nell'orchestra di Noble Sissle dove rimane per undici anni prima di passare con l’ensemble di Lionel Hampton e poi con quello di Count Basie. Nel 1959 Wendell si sposta sulla costa californiana dedicandosi a una musica più commerciale. Muore a Los Angeles l'8 maggio 1983.


07 gennaio, 2021

7 gennaio 2003 - L’hip-hop avvicina a Dio, parola di Kurtis Blow

Anche il rap può essere uno strumento per far conoscere la parola di Dio. Il 7 gennaio 2003 vari giornali riportano questo pensiero di Kurtis Blow, uno dei grandi esponenti della cultura hip hop fin dal 1979 quando il suo The breaks ha fatto il giro del mondo. L’artista è tra i fondatori di "The hip-hop church", un progetto che intende utilizzare la musica hip hop per togliere i giovani delle periferie nere dai rischi della strada e portarli all’impegno nelle comunità religiose. «Dobbiamo far capire ai giovani la grandezza del disegno di Dio. Per far questo occorre rendere più immediata e comprensibile la Sua parola utilizzando linguaggi che loro capiscono. Il rap è uno di questi», ha dichiarato Blow. La “hip hop church”, oltre a lui, schiera una band, un coro e alcuni break dancer e agisce nelle chiese producendosi in rime d’argomento religioso su ritmiche hip hop fornite da un dj posto sotto l’altare. L’idea ottiene consensi e le prime ad accoglierla con entusiasmo sono state due parrocchie di Harlem a New York: la Abyssinian Baptist Church sulla 138a strada e la Zion Church sulla 146ma.