Il 15 agosto 1969 la commissione di censura della RAI decide di escludere la canzone Je t’aime, moi non plus interpretata da Serge Gainsbourg e Jane Birkin dalla lista dei brani che vengono diffusi nel corso della "Hit Parade" radiofonica presentata da Lelio Luttazzi. La ragione è una sola: quel brano é considerato oscena. Quella lunga sequenza di sospiri e parole suadenti che scorrono lenti su una accattivante base melodica oggi appare forse ingenuamente poetica più che sulfurea ed oscena ma per i censori italiani dell'epoca supera il cosiddetto "senso comune del pudore". Il brano verrà considerato osceno anche dalla magistratura ordinaria che disporrà il sequestro del disco su tutto il territorio italiano.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
15 agosto, 2021
14 agosto, 2021
14 agosto 1926 - Buddy Greco, figlio d'arte in senso largo
Il 14 agosto 1926 nasce a Philadelphia, in Pennsylvania, Armando Greco, un tipo destinato a lasciare un segno importante nel jazz come pianista e come cantante con il nome d'arte di Buddy Greco. Pianista di stile moderno può essere considerato un figlio d'arte in senso largo. Suo padre è infatti un critico musicale e i suoi due fratelli sono musicisti di discreto valore. Comincia a interessarsi alla musica da giovanissimo e a soli diciotto anni guida un proprio trio che dirigerà fino al 1949. Il momento magico della sua carriera arriva tra il 1949 e il 1952 quando entra nell'orchestra di Benny Goodman come pianista e arrangiatore. Stilisticamente il suo pianismo appare ispirato da Art Tatum e solo per alcuni aspetti da George Shearing. Muore il 10 gennaio 2017.
13 agosto, 2021
13 agosto 1925 - Benny Bailey il trombettista innamorato dell’Europa
Il 13 agosto 1925 nasce a Cleveland, nell’Ohio, il trombettista Benny Bailey, all’anagrafe registrato con il nome di Ernest Harold Bailey. Talento precoce esordisce nel 1941 suonando in vari gruppi della sua regione. Nel 1948 è già molto popolare tra gli appassionati e consolida la sua fama partecipando a una lunga serie di concerti in Europa con Dizzy Gillespie, Lionel Hampton e Quincy Jones. Nel 1957 lascia la band di Jones per fermarsi a Stoccolma dove suona per due anni con l'orchestra della radio svedese. Innamorato dell’Europa al termine del contratto torna negli States dove viene riassunto per un breve periodo da Quincy Jones ma torna sul Vecchio Continente non appena riesce a procurarsi una serie di contratti per suonare da free-lance in Svezia e in altri paesi. Nel 1960 torna per qualche tempo negli Stati Uniti dove registra un album per la Candid e al ritorno in Europa firma un contratto di due anni con l'orchestra di Radio Berlino cui seguono cinque anni con la formazione di Max Greger a Monaco. Successivamente se ne va a Ginevra per lavorare come trombettista e flicornista alla Radio della Svizzera Romanda. Accanto a questi impegni fissi non rinuncia a varie avventure come la partecipazione alla big band costituita da Kenny Clarke e Francis Boland, attiva saltuariamente dai primi anni Sessanta al 1973, e alla Summit Big Band guidata da Slide Hampton e Dusko Gojkovic tra il 1971 e il 1972. La critica considera Benny Bailey un'eccellente prima tromba di sezione e un solista dotato di una finissima tecnica. Muore ad Amsterdam il 14 aprile 2005.
11 agosto, 2021
11 agosto 1926 - Rolf Berg, l'ex impiegato diventato jazzista
L’11 agosto 1926 a Stoccolma nasce il chitarrista Rolf Berg. Fin da ragazzo coltiva la passione per la chitarra anche se per molto tempo questo strumento resta più che altro un hobby. Impiegato presso la rappresentanza diplomatica degli Stati Uniti di Stoccolma un giorno decide di cambiare la propria vita. Lascia l’impiego e scegli di dedicarsi a tempo pieno alla musica. La sua prima scrittura arriva dall'orchestra diretta da Thore Swanerud. Successivamente entra nel gruppo di Andrew Burman che poi lascia per la formazione del pianista Reinhold Svensson con il vibrafonista Ulf Linde. Con Svensson rimane per circa tre anni fino al 1955 quando al suo posto arriva Rune Gustafsson. Berg passa allora nel gruppo del pianista Charles Norman, più aperto verso contaminazioni tra jazz e pop commerciale. La scelta lascia perplessi i suoi ammiratori, quegli stessi che all’epoca del sodalizio con Svensson l’avevano eletto tra i migliori chitarristi scandinavi. Muore a Stoccolma il 15 aprile 2002.
10 agosto, 2021
10 agosto 1927 - Mario Abbate, una delle voci di Napoli
Il 10 agosto 1927 nasce a Napoli il cantante Mario Abbate, il cui vero nome è Salvatore. A dodici anni viene scritturato dalla compagnia di sceneggiate Cafiero e Fumo con la quale recita piccole parti con il suo vero nome. Dopo alcune esperienze nel varietà e nel cinema, nel 1951 vince un concorso alla RAI e ha così l’opportunità di entrare a far parte dell'orchestra del maestro Giannini. In questo periodo registra centinaia di brani per la Vis Radio e quando la radio e la televisione iniziano a dare maggior spazio alla canzone napoletana il suo nome diventa popolare in tutta Italia. Oltre a essere stato presente in varie edizioni del Festival di Napoli, ha preso parte anche a due edizioni del Festival di Sanremo: nel 1962 con Vestita di rosso e nel 1963 con Vorrei fermare il tempo e Oggi non ho tempo. Tra i suoi brani più conosciuti ci sono Suonno a Marechiaro, che gli vale il terzo posto al Festival di Napoli del 1958 in coppia con Sergio Bruni, Vierno, Mare d'estate, Suspirammo e Nuttata ‘e luna con la quale si piazza di nuovo terzo al Festival di Napoli del 1962 in coppia con Cocky Mazzetti. Muore a Napoli il 6 agosto 1981.
09 agosto, 2021
9 agosto 1951 - Juri Camisasca, da cantautore a monaco e ritorno
Il 9 agosto 1951 a Melegnano, in provincia di Milano nasce il cantautore Juri Camisasca. Registrato all'anagrafe con il nome di Roberto Camisasca fa il suo debutto discografico nel 1974 con l'album La finestra dentro e nello stesso periodo collabora con Franco Battiato nei suoi esperimenti di ricerca sonora. Entra poi a far parte del Telaio Magnetico, una formazione storica dell'avanguardia italiana che, oltre a lui, comprende Franco Battiato, Mino Di Martino, Terra Di Benedetto, Roberto Mazza e Lino "Capra" Vaccina. Nel 1979 decide di ritirarsi in un monastero benedettino dove resta per una decina d'anni. Nel 1987 senza lasciare il monastero partecipa, come voce solista, all'opera di Battiato "La Genesi". Nel 1988 pubblica l'album di canti sacri Te Deum. All'inizio del 1989 interrompe, dopo dieci anni, il ritiro monastico e riprende l'attività musicale, tornando a comporre per Alice, Giuni Russo, Franco Battiato e Milva oltre a collaborare sempre con Battiato alle musiche per l'opera teatrale "I Persiani". Nel 1992 pubblica l'album Il Carmelo di Echt. Nel 2005 recita nel secondo film di Franco Battiato "Musikanten" e nel 2007 prende parte anche al terzo film dello stesso Battiato "Niente è come sembra".
08 agosto, 2021
8 agosto 1920 - Leo Chiosso, le parole di Buscaglione
L’8 agosto 1920 nasce a Torino Leo Chiosso, l’uomo che ha dato le parole alle canzoni e alle storie cantate da Fred Buscaglione. La amicizia con il buon Fred risale alla fine degli anni Trenta. In quel periodo è uno studente universitario con una grande passione per i gialli mentre Buscaglione si dà da fare con le orchestre nei night. Le vicende della seconda guerra mondiale li separano interrompendo bruscamente la loro amicizia. Chiosso viene deportato in Polonia, mentre Buscaglione preso prigioniero dagli Americani viene internato in Sardegna. I due amici si ritrovano a Torino dopo la fine della guerra e iniziano a scrivere canzoni i cui testi in prevalenza traggono ispirazione dai romanzi polizieschi americani di cui Chiosso è un lettore instancabile, ma non mancano riferimenti all’attualità e alla cronaca. Il primo grande successo della coppia è Che bambola del 1956 cui seguono una lunga fila di brani funzionali al personaggio da duro che Buscaglione si sta costruendo. La loro ultima collaborazione è il film “Noi duri” del 1960 che vede oltre che quella di Buscaglione anche la presenza di Totò. Chiosso è autore del soggetto, della sceneggiatura e di parte della colonna sonora. Mentre il film è ancora in lavorazione Buscaglione muore. La carriera di Leo Chiosso, però, non finisce lì. Il paroliere firmerà una lunga serie di successi in campo musicale con canzoni come Parole, parole, parole, Torpedo blu e Montecarlo. I suoi interessi non si limiteranno alla musica ma si allargheranno alla televisione, dove lavorerà come autore in moltissimi programmi televisivi, tra cui “Canzonissima” e al cinema nel quale diventerà un apprezzato sceneggiatore e soggettista. Muore a Chieri il 26 novembre 2006.
07 agosto, 2021
7 agosto 1963 - Charlie Love, una cornetta dell'old jazz
Il 7 agosto 1963 muore a New Orleans, in Louisiana, Charlie Love, una delle più significative cornette del jazz delle origini. Nato a Plaquemine, in Louisiana, nel 1885. Comincia a suonare la cornetta da ragazzo sotto la guida del padre, solista di cornetta e di trombone nella Pickwick Brass Band e proprio in una orchestra diretta dal padre ottiene il suo primo ingaggio. Della stessa formazione fa parte anche Dennis Williams, fratello del più celebre Clarence. Successivamente entra nella Plaquemine Brass Band prima di trasferirsi, nel 1915, a Vera Cruz alla testa di una sua orchestra. Nel 1917 suona con la Caddo Jazz Band prima a Shreveport e poi a Chicago. Rientrato a New Orleans si esibisce con la Excelsior e con la Tuxedo Brass Band e nel 1925 viene chiamato a sostituire Andrew Kimball nell'orchestra di Robichaux al Lyric Theatre. Questo ingaggio gli consente di farsi notare dalla critica che cominci a parlare di lui come dell'erede di Edward Clem, uno dei più espressivi trombettisti blues di New Orleans. Durante gli anni della depressione suona con il batterista Henry Russ, il sassofonista Sport Young e il trombonista Boots Young. Nel dopoguerra ritorna alla ribalta con la jazz band del clarinettista Louis Nelson Delisle e negli anni Cinquanta suona all'Happy Landing alla testa di una sua formazione che comprende Joe Avery, Emile Barnes, Albert Glenny e Albert Jiles. Proprio con Albert Jiles all'inizio degli anni Sessanta forma la Love Jiles Ragtime Orchestra con la quale ripropone le vecchie partiture di Robichaux ripresentando al pubblico l'originale "ragtime orchestrale".
06 agosto, 2021
6 agosto 1932 - Maria Rosaria Pariso, in arte Maria Paris
Il 6 agosto 1932 nasce a Napoli Maria Rosaria Pariso, destinata a diventare una delle voci più importanti della musica napoletana con il nome di Maria Paris. Bambina prodigio non ha ancora compiuto undici anni quando debutta come cantante nella compagnia di bambini Rossaldi. Dopo una lunga esperienza nel teatro di rivista, nel 1953 partecipa al Festival di Napoli portando in finale 'O core vò fa sciopero con Carla Boni e Mannaggia 'o suricillo, con Katyna Ranieri. L’anno dopo, in coppia con il duo Carla Boni-Gino Latilla vince la rassegna partenopea con 'E stelle 'e Napule. Pur essendo molto amata dal pubblico napoletano nella seconda metà degli anni Cinquanta sembra destinata a un precoce declino ma nel 1958 torna al Festival di Napoli conquistando il secondo posto con Tuppe tuppe mariscià, in coppia con Nicla di Bruno. Anche il cinema si accorge di lei e le affida ruoli importanti in film non soltanto musicali. Nel 1963 vince di nuovo il Festival di Napoli con Jammo jà, in coppia con Nicla Di Bruno e nel 1967 è terza con Pulecenella ’o core ’e Napule, insieme ad Aurelio Fierro. Tra le centinaia di canzoni interpretate, oltre alle citate sono da ricordare Viene viene ammore, Mandulinata a Napule, Cha cha cha cu’ Mariarosa, Luna ’e Marechiaro, Come facette mammeta e Ciento catene. Muore il 3 maggio 2018.
04 agosto, 2021
4 agosto 1940 - Timy Yuro, la voce bianca del rhythm and blues
Il 4 agosto 1940 nasce a Chicago la cantante Timy Yuro, all'anagrafe Rosemary Timothy Yuro. Dotata di una grande estensione vocale inizia a cantare rhythm and blues nel ristorante che i suoi genitori hanno aperto a Los Angeles. È la fine degli anni Cinquanta e pian piano la sua popolarità si allarga anche al di fuori della ristretta cerchia dei clienti del ristorante. Considerata una delle giovani rivelazioni più interessanti di quel periodo sottoscrive un contratto discografico con la Liberty Records ed esordisce nel 1961 con Hurt un ballata in stile R&B lanciata da Roy Hamilton che ottiene un grandissimo successo commerciale. La conferma arriva con l'album Make the World Go Away del 1963 e con il brano Down in the valley. Il suo successo, basato più sulla grinta, sulle capacità vocali e sulla carica interpretativa che sui risultati commerciali, si affievolìsce. Nel 1976 i Manhattans rilanciano Hurt in versione disco-music e molti disc-jockey in Gran Bretagna utilizzano la sua voce campionata per alcuni remix di successo. Sull'onda della rinnovata popolarità torna a cantare ma nei primi anni Ottanta le viene diagnosticato un tumore alle corde vocali. Viene operata, ma perde la sua potente voce. Il suo ultimo disco, Timi Yuro sings Willie Nelson, è del 1984. Nonostante le cure alla fine il cancro vince e Timi muore nella sua casa di Las Vegas il 30 marzo 2004.
03 agosto, 2021
3 agosto 1944 - Il testo della canzone della Brigata Garibaldi va cambiato!
Il 3 agosto 1944 il Comando generale dei Distaccamenti e delle Brigate d'assalto Garibaldi invia le seguenti disposizioni a tutte le proprie formazioni: «Simboli e saluto - Il simbolo delle Brigate "Garibaldi" è la stella a cinque punte, tricolore. La nostra bandiera è il tricolore italiano. Il saluto in vigore è il saluto militare in vigore nell'esercito italiano. Si eviti il saluto col pugno chiuso, si evitino i distintivi o le bandiere di partito (niente stelle rosse, niente falci e martello, niente bandiere rosse), questo non perché quei segni siano simboli ostili, ma perché deve essere chiaro anche esteriormente che la lotta che combattiamo è la lotta di tutti i patrioti uniti, indipendentemente dalle loro particolari tendenze politiche. Si controlli che anche nei confronti della popolazione questo appaia chiaro. Si facciano cantare canti patriottici, che non diano spiccato carattere di partito alle nostre manifestazioni, particolarmente in occasione delle occupazioni di centri abitati.
Nomi dei distaccamenti - Oltre ai nomi dei nostri eroi del Risorgimento, si scelgano nomi di caduti delle Brigate e dei martiri di ogni partito. Segnaliamo che già si sono dati i nomi di Gramsci, Lavagnini, Matteotti, dei fratelli Rosselli, di Paolo Braccini, del Generale Perrotti, di don Pasquino. Si curi particolarmente di ricordare figure popolari nella zona dove operano le nostre formazioni. Anche nei nomi appaia l'unità che anima tutto il popolo in lotta». Queste scarne disposizioni, che rispondono al mutamento di fase della guerra di Liberazione, determinano anche cambiamenti nel testo de La Brigata Garibaldi, il canto dei partigiani garibaldini che si modifica con l'evoluzione delle operazioni belliche, con il crescere dell'unità antifascista nel paese e del coordinamento sul piano militare. Per esempio il verso «Tutto rompe tutto infrange/con la forza e con l’ardor» viene sostituito da «Siam fieri siam forti/Per cacciare l'invasor», figlio probabilmente dell'esigenza di mettere l'accento sulla liberazione dal "tedesco invasore", uno degli elementi unificanti della ritrovata unità delle forze partigiane. Un'altra modifica avviene poi nel ritornello dove l'originario «Marciamo sempre forte/E non temiamo la morte» diventa «Marciamo sempre forte/E siamo pieni di gloria», più ottimista e meno feroce.
Nomi dei distaccamenti - Oltre ai nomi dei nostri eroi del Risorgimento, si scelgano nomi di caduti delle Brigate e dei martiri di ogni partito. Segnaliamo che già si sono dati i nomi di Gramsci, Lavagnini, Matteotti, dei fratelli Rosselli, di Paolo Braccini, del Generale Perrotti, di don Pasquino. Si curi particolarmente di ricordare figure popolari nella zona dove operano le nostre formazioni. Anche nei nomi appaia l'unità che anima tutto il popolo in lotta». Queste scarne disposizioni, che rispondono al mutamento di fase della guerra di Liberazione, determinano anche cambiamenti nel testo de La Brigata Garibaldi, il canto dei partigiani garibaldini che si modifica con l'evoluzione delle operazioni belliche, con il crescere dell'unità antifascista nel paese e del coordinamento sul piano militare. Per esempio il verso «Tutto rompe tutto infrange/con la forza e con l’ardor» viene sostituito da «Siam fieri siam forti/Per cacciare l'invasor», figlio probabilmente dell'esigenza di mettere l'accento sulla liberazione dal "tedesco invasore", uno degli elementi unificanti della ritrovata unità delle forze partigiane. Un'altra modifica avviene poi nel ritornello dove l'originario «Marciamo sempre forte/E non temiamo la morte» diventa «Marciamo sempre forte/E siamo pieni di gloria», più ottimista e meno feroce.
02 agosto, 2021
2 agosto 1896 - Natty Dominique, instabile eroe del jazz delle origini
Il 2 agosto 1896 nasce a New Orleans, in Louisiana, il trombettista Natty Dominique, uno dei personaggi leggendari del jazz delle origini. Il suo modo di suonare è fortemente ispirato alla linea e allo stile di trombettisti come Freddie Keppard, del quale riprende le cadenze e la ricchezza dell'eloquio. Zio di Don Albert e cugino di Barney Bigard, Natty esordisce nella sua città natale nel 1912 con l'Imperial Brass Band di Emmanuel Perez prima di trasferirsi a Chicago seguendo il flusso migratorio degli afroamericani verso i centri industriali del nord degli Stati Uniti. Nel 1914 è con Jimmie Noone. Nonostante la scarsa documentazione discografica di quel periodo le testimonianze storiche raccontano di una rapida evoluzione stilistica destinata a completarsi nel 1923 quando entra nel gruppo di Jelly Roll Morton, l'artista che si è autodefinito l'inventore del jazz. Chiusa nel 1924 l'esperienza con Morton, dopo un breve periodo di permanenza nell'orchestra di Carroll Dickerson, Natty Dominique si unisce al clarinettista Johnny Dodds con il quale vive certamente l'esperienza più esaltante e positiva della sua carriera di musicista. Gli assoli realizzati utilizzando come base di lancio il forte potenziale lirico che Dodds sa sprigionare dal blues, risultano fra gli esempi più significativi dello stile New Orleans per tromba. Vari problemi psichici perseguitano la sua carriera e ne rendono difficoltoso il cammino artistico. Per larga parte degli anni Trenta, infatti, scompare dalla scena jazzistica finendo dopo varie traversie a lavorare come facchino all'aeroporto di Chicago. Torna a suonare nel 1940 per un breve periodo e poi scompare fino al 1952 quando lo si vede di nuovo in scena nella formazione di Baby Dodds. Non ci resta per molto. Ancora una volta scompare nel nulla senza lasciare tracce consistenti. Molte sono le storie che si raccontano sulla sua vicenda artistica, ma diventa difficile distinguere tra verità, leggenda e pura fantasia. Muore il 30 agosto 1982.
01 agosto, 2021
1° agosto 1976 - Niky Lauda tra le fiamme
Il 1° agosto si corre al Nürburgring il Gran Premio di Germania. Al secondo giro, pochi metri dopo la curva di Adenau, la Ferrari di Niki Lauda sale sul cordolo di cemento, sbanda, va in testacoda e, dopo aver urtato con la parte posteriore contro un terrapieno, rimbalza in mezzo alla pista. Mentre si sprigionano le fiamme, l’auto viene urtata da altre due vetture che sopraggiungono. Lauda viene estratto a fatica dall’abitacolo, ormai avvolto dalle fiamme. Trasportato in elicottero a Mannheim resta per cinque giorni tra la vita e la morte e solo il 6 agosto i medici lo dichiarano fuori pericolo. L’incidente ha lasciato segni terribili sul suo volto e sul suo corpo, ma il pilota dopo poco più di un mese si presenta a Monza per le prove del Gran Premo d’Italia intenzionato a difendere il suo titolo mondiale dagli assalti dell’inglese Hunt su McLaren. Finisce quarto, ma il suo rivale non riesce a terminare la corsa. Hunt si rifà in Nordamerica con due vittorie, mentre l’austriaco può capitalizzare solo un terzo posto. Decisivo diventa, a questo punto, il Gran Premio del Giappone. Con la pista allagata, in una giornata di pioggia e scarsa visibilità, Lauda decide che la sua vita è più importante del titolo e dopo due giri si ferma ai box. I meccanici capiscono il suo dramma e gli propongono di dare la colpa a un cedimento della vettura, ma il pilota rifiuta. Il suo rivale si piazza al quarto posto e diventa campione mondiale per un solo punto. L’anno dopo Lauda riconquista il titolo mondiale, ma il suo rapporto con la Ferrari è finito. La frattura avviene il 29 agosto 1977 nello studio di Enzo Ferrari al termine di un aspro e burrascoso confronto.
31 luglio, 2021
31 luglio 1887 - Peter Bocage dal violino alla tromba
Il 31 luglio 1887 nasce ad Algiers, in Louisiana, Peter Bocage, uno dei personaggi più significati della storia del jazz. Fratello maggiore del banjoista Charles che suonerà anche al suo fianco nell'orchestra di Armand J. Piron, inizia la sua attività professionale a New Orleans intorno al 1909 come violinista della Superior Orchestra di Billy Marrero e della Bob Frank's Peerless Orchestra, affermandosi come uno dei migliori violinisti di New Orleans. Qualche tempo dopo studia la cornetta sotto la guida del professor Brookhaven e, proprio nella nuova veste di cornettista, viene ingaggiato dalla Onward Brass Band e dalla Tuxedo dove ha al suo fianco le prime cornette Manuel Perez e Oscar Celestin. Lavora quindi con Joe Oliver al Lala's e al Club 25 prima di raggiungere la SS Capitol Orchestra di Fats Marable nell'estate del 1918 nella quale diventa prima cornetta. Pochi mesi dopo entra a far parte dell'appena formata orchestra di Armand Piron, ingaggiata dal Trachina's Restaurant di Spanish Fort sul lago Ponchartrain. Con questa formazione suona ininterrottamente per nove anni esibendosi saltuariamente anche come trombonista e partecipando a diverse sedute di incisione per la Victor e la Columbia a New York nel 1923 e nel 1924. Negli anni successivi rientra a New Orleans dove suona con varie brass band, compresa anche la Zenith Brass Band con cui registra dei dischi per la Circle. Nel 1944 viene chiamato a sostituire Bunk Johnson al Savoy di Boston per lavorare a fianco di Bechet. Tra il 1949 e il 1954 è al Mama Lou's, un noto ristorante di New Orleans, nel 1955 con il fratello Charlie al Jefferson City Buzzard's Hall, uno dei dancing più rinomati della città. All'inizio degli anni Sessanta forma i Creole Serenaders, un gruppo di cui fanno parte Louis Cottrell, Paul Barnes, Manuel Sayles, Charlie Love, Joe Robichaux e altri ottimi elementi. Muore il 3 dicembre 1967.
30 luglio, 2021
30 luglio 1936 - Buddy Guy, un blues aggressivo tra passato e presente
Il 30 luglio 1936 nasce a Lettsworth, in Louisiana, Buddy Guy, uno dei migliori rappresentanti del blues moderno di Chicago. Il suo stile, ricco di richiami e citazioni prese dal classico blues degli stati del Sud da cui proviene, fa di lui uno del "campioni" di quell’aggressività verbale tipica della scuola sudista. Passa l'infanzia a Baton Rouge, nei pressi di New Orleans e impara a suonare la chitarra giovanissimo poi si sposta nell'Illinois e per un po' si stabilisce a Chicago seguendo il percorso classico dei grandi bluesmen provenienti dal sud profondo e razzista. Proprio a Chicago viene notato da Magic Sam che lo aiuta a registrare i primi dischi grazie alla stima e soprattutto gli apre le porte dei maggiori club della città come il Theresa's, il Curley's Bar, il Big John's e l’Apex Club. Alla fine degli anni Sessanta è ormai popolarissimo e vive da protagonista il rinnovato interesse per il blues dei giovani europei suonando anche al fianco dei Rolling Stones.
29 luglio, 2021
29 luglio 1900 - Gaetano Bresci, il vendicatore dell’eccidio di Bava Beccaris
Il 29 luglio 1900 un tessitore anarchico nato a Prato, Gaetano Bresci, uccide il Re d'Italia Umberto I a Monza. Catturato dopo l'attentato morirà un anno dopo, in circostanze misteriose nel carcere per ergastolani di S. Stefano. Il suo è un gesto simbolico (si proclama "vendicatore" di Bava Beccaris) che chiude un'epoca tormentata iniziata il 1° marzo 1896 ad Abbà Garimà presso Adua, quando un contingente di 15.000 uomini delle truppe coloniali italiane viene sconfitto in battaglia dalle forze abissine lasciando oltre seimila morti sul terreno. Quel disastro militare chiude per sempre la carriera politica del primo ministro più legato all'avventura coloniale, Francesco Crispi. La sua uscita di scena, se da un lato ferma l'espansione africana del Regno d'Italia, dall'altro, contrariamente alle previsioni, non segna l'inizio di una svolta democratica nella politica interna italiana. L'eterogeneo arco di forze sociali che sosteneva Crispi, formato dagli industriali beneficiari delle commesse militari, dagli agrari del Mezzogiorno e dallo stesso re Umberto I erano favorevoli a una svolta sostanzialmente autoritaria. Il 1° gennaio 1897 Sidney Sonnino, parlamentare della Destra, pubblica sulla “Nuova Antologia” un articolo intitolato "Torniamo allo Statuto" sostenendo la necessità di far ritorno allo spirito e alla lettera dello Statuto albertino per rafforzare l’esecutivo e l’istituto monarchico, in aperta contraddizione con l’opera di Cavour, Lanza e Depretis, che avevano trasformato in parlamentare il sistema costituzionale del ’48. Il successore di Crispi, Di Rudinì, all'inizio del suo mandato sembra in grado di controllare le tensioni che agitano in quel periodo l'Italia, sempre più inquieta per la scarsezza di pane e il suo insostenibile rincaro provocato da una cattiva annata agricola e dalla contrazione delle importazioni del grano d'oltreoceano per la guerra ispano-americana. Tumulti e sommosse si diffondono ovunque nel paese al grido di “pane e lavoro”. Il governo Di Rudinì, come scriverà più tardi Ivanoe Bonomi, «si mantenne inerte di fronte alle cause economiche del movimento. Poteva, come gli veniva consigliato da molte parti, sospendere il dazio interno sulle farine; ma per timore di offendere interessi di ceti numerosi e potenti, esso si astenne dal prendere subito quei provvedimenti che avrebbero temperato l’insopportabile rincaro». Di fronte al dilagare della protesta non gli resta che adottare provvedimenti di natura repressiva. La prova di forza è a Milano quando il governo affida i pieni poteri all’esercito. Per tre intere giornate, dal 6 al 9 maggio 1898 divampano a Milano tumulti, repressi con mano di ferro dal generale Bava Beccaris che impiega il cannone contro una folla inerme. Il bilancio ufficiale è di ottanta morti e quattrocentocinquanta feriti, ma in realtà le vittime sono molte di più e comprendono donne e bambini. Nei giorni successivi vengono eseguiti centinaia di arresti di esponenti dell'opposizione. L'elenco comprende, oltre a una lunga lista di repubblicani, anarchici e socialisti, anche don Albertario, direttore dell’“Osservatore cattolico”. Quasi a sfidare le ire della piazza, Umberto I decide di insignire il Bava Beccaris della più alta decorazione del regno, la Gran Croce dell’Ordine militare di Savoia, per i “servizi” resi al paese. Di questi fatti si dichiara "vendicatore" Gaetano Bresci il 29 luglio 1900 quando, recuperando quella sorta di sacralità del gesto individuale che caratterizza l'anarchia di quel periodo, compie l'omicidio "purificatore". Uccide Umberto I ma il suo gesto, invece di dare il via alla rivoluzione, faciliterà alla monarchia l'uscita dalla crisi. Il successore di Umberto, Vittorio Emanuele III, consapevole delle profonde trasformazioni intervenute nel paese, deciderà che per mantenere l’ordine non serve più il cannone, ma le riforme proposte dalla sinistra liberale giolittiana. Il 7 febbraio 1901 affiderà l’incarico di formare il governo al più autorevole esponente della Sinistra costituzionale, Giuseppe Zanardelli.
28 luglio, 2021
28 luglio 1924 - Corky Corcoran, un sax di lusso per Harry James
Il 28 luglio 1924 nasce a Tacoma, Washington, il sassofonista Corky Corcoran. Il suo vero nome è Eugene Patrick Corcoran e la musica lo appassiona quando è ancora un bambino. Il suo primo strumento è il sassofono contralto che comincia a suonare appena tredicenne. Più tardi passa al sassofono tenore e si trasferisce nel 1940 in California dove si esibisce con vari gruppi locali. Nel 1940-1941 è con l'orchestra di Sonny Dunham e nel 1942 con quella di Harry James dove si fa notare anche come solista. Lasciato James nel 1947, si unisce a Tommy Dorsey con il quale resta circa un anno. Nel 1949 tenta la strada dell'attività indipendente dirigendo un proprio gruppo, ma l'anno dopo torna con l'orchestra di Harry James con la quale resta, pur non rinunciando a qualche esperienza in proprio, fino al 1957. dal 1958 si trasferisce sulla costa occidentale dove alla testa di un proprio gruppo ottiene un buon successo e tantissime scritture. Negli anni Sessanta continuò a svolgere attività in proprio alternandole a frequenti permanenze con l'orchestra di Harry James finché non decide di diventarne un elemento fisso. Muore il 3 ottobre 1979 nella sua città natale.
27 luglio, 2021
27 luglio 1962 - Cesare Faras, un grande protagonista della stagione dei Caffé Concerto
Il 27 luglio 1962 muore a Forte dei Marmi, in provincia di Lucca, Cesare Faras che nei primi anni del Novecento è stato uno dei grandi protagonisti della stagione dei "caffé concerto". Nato a Napoli il 25 agosto 1886 è registrato all'anagrafe con il nome di Cesare Linguiti e a vent’anni è già uno dei più popolari cantanti dei "caffé concerto" della sua città. Dotato di una notevole verve comica e macchiettistica, nel 1913 partecipa alla realizzazione dello spettacolo “Fregolineide”. Dopo aver cantato spesso in duetto anche con la moglie Rosina, nella seconda metà degli anni Dieci forma, con Gigi Pisano il duo Lui e l’Altro, alternando canzoni a macchiette e battute comiche scritte da Raffaele Viviani, alla cui compagnia resta contrattualmente legato dal 1918 al 1921. Nel 1922 sempre con Pisano e con Mario Mari, forma la compagnia Rosca e nel 1924 torna al varietà con una “prima” di lusso al Miramar di Tripoli. Nel 1932 abbandona definitivamente le scene.
26 luglio, 2021
26 luglio 1956 – L’Andrea Doria e la leggenda delle Lancia Aurelia affondate
La notte del 26 luglio 1956 mentre si sta avvicinando al porto di New York il transatlantico Andrea Doria, simbolo della navigazione civile italiana, entra in rotta di collisione con un’altra nave. Le segnalazioni non impediscono il contatto. La nave italiana cozza contro il rompighiaccio Stockholm e affonda. Nella tragedia muiono cinquantun persone. La leggenda racconta che a bordo ci siano alcune decine di Lancia Aurelia B24 Spider e che oggi le vetture riposino in fondo al mare con i resti del transatlantico. In realtà nei documenti di carico non c’è alcun dato che confermi l’evento. L’unica certezza riguarda l’affondamento con la nave di un prototipo preparato da Ghia per la Chrysler. Il resto appartiene al campo della fantasia e dei miti del mare.
25 luglio, 2021
25 luglio 2003 – Tornano gli E’ Zezi
Nel 2003 tornano gli operai nelle piazze d’Italia e anche loro si ritrovano dopo un po’ di tempo. Il 25 luglio presentano il loro nuovo album. Sono gli E Zézi, il Gruppo Operaio per eccellenza, nati nel 1974 dal fecondo incontro tra la cultura popolare figlia della tradizione e la realtà di fabbrica di Pomigliano d’Arco, sede di quella che un tempo si chiamava Alfasud, poi Alfa-Fiat e poi chissà... La realtà che li circonda non è più quella delle origini ma non mollano. Del resto neanche la loro, di realtà, non è più quella dei tempi eroici. Litigi, cambiamenti d’organico e, soprattutto, una dolorosa scissione con la nascita di una nuova realtà musicale più “aperta al mercato”, sembravano averne segnato definitivamente la storia. Invece, a dispetto dei profeti di sventure, tornano con un nuovo album che promette, fin dal titolo, di fare il Diàvule a quatto. La formazione mescola il passato e il presente aprendosi a un futuro possibile. Basta scorrere i nomi della “banda” per capire che l’ensemble di Pomigliano d’Arco sta gettando un piccolo ponte verso l’eternità senza rinunciare alle radici. Accanto ad Angelo De Falco, infatti, ci sono Matteo D’Onofrio, Sebastiano Ciccarelli, Gaetano Caliendo, Massimo D’Avanzo, Claudio Marino, Gianni Mantice, Gloria Ettari, Vincenzo Salerno, Gerardo Balestrieri, Enzo Ciccarelli e Riccardo Veno. Le venti tracce del disco, come in un caleidoscopico gioco di rifrazioni e rimandi presentano un gruppo capace di mettersi maschere diverse senza perdere le caratteristiche fondamentali. C’è anche un aggancio riuscito tra i suoni antichi della taranta e la graffiante liturgia del rap in Ballo re’ pezzienti, un inno alla voglia di riscatto dell’umanità emarginata e dolente cui partecipano Luca Zulu e Papa J. L’apporto di questi ultimi non è l’unica contaminazione di un disco che vede le collaborazioni fiorire come i fiori di pesco a primavera. Ai brani, infatti, regalano il loro apporto personaggi come Daniele Sepe, la Contrabbanda di Luciano Russo, Antonello Paliotti, Lello Settembre, Peppe Bellobuono, Marzia del Giudice, Massimo Mollo, Marco Limatola e i Suoni di Terranova del Pollino. Tra le perle di questo lavoro c’è anche l’ennesima, ma non per questo ripetitiva, versione di Sole sulillo, un esempio della capacità comunicativa della tradizione espressiva popolare che apre e chiude l’album. Non mancano espressioni live pulsanti e travolgenti. Diàvule a quatto riporta alla ribalta un gruppo musicale che sa essere, insieme, un'entità politica e un agglomerato etnico.
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