22 agosto, 2021

22 agosto 2003 - Gloria Gaynor: penso che i rapper siano i poeti di oggi

Il 22 agosto 2003 a Rimini nella serata che chiude la manifestazione musicale Balamondo si esibisce Gloria Gaynor, per una sera di nuovo al centro dell’attenzione dei media e di un pubblico che non l’ha mai veramente dimenticata. Il suo destino si compiva quasi trent’anni prima, nel 1974, quando il produttore Meco Monardo la accompagnava nei Media Sound Studios di New York per registrare un paio di brani. La giovane, ma non più giovanissima, cantante affrontava la prova come se fosse un provino, uno dei tanti, forse l’ultimo che le veniva offerto. I due brani registrati erano Honey Bee! e Never Can Say Goodbye. La seduta non aveva la magia dei grandi eventi, soltanto Gloria sembrava un po’ più emozionata del dovuto. Nessuno aveva l’impressione di aver partecipato a un evento destinato a cambiare la storia della musica. Un solo elemento lasciava perplessi i turnisti di studio: entrambe le esecuzioni erano più lunghe delle canzoni destinate a finire su vinile, ben più del doppio. Era una stranezza non casuale. Meco, in fase di mixaggio, infatti inizia a lavorare sui suoni. Rovescia quelle che, fino a quel momento, erano state le regole auree di quel lavoro, cioè sistemare bassi elettrici e batterie sullo sfondo della registrazione, e porta in primo piano i canali dei bassi e dei tamburi della batteria. Qualche tocco d’ala in vari punti per non lasciare sola la struttura ritmica e il gioco è fatto: con Never can say goodbye iniziava il primo grande periodo d’oro della disco-music. Anche l’album omonimo introduce un’innovazione. Viene, infatti, mixato senza soluzione di continuità tra i brani in modo da fornire un’intera sequenza di musica ballabile. Il significato indotto era evidente: un buon ingegnere del suono, da solo, poteva realizzare un prodotto commercialmente accettabile. Il risultato, funzionale al profitto, è devastante dal punto di vista musicale perché uccide la funzione dell’artista, sostituito dai trucchi di produzione. La disco music genera personaggi a getto continuo, pronti a essere sostituiti. Gloria Gaynor, dopo un pugno di successi, tra i quali il vendutissimo I will survive, viene travolta dal destino che lei stessa aveva contribuito a creare. Il 22 agosto 2003 torna in Italia, sull’onda della nostalgia ma anche maturata da una lunga serie di esperienze in ambito soul che le hanno consentito di non finire nell’anonimato. Non vive fuori dalla realtà e ama le nuove frontiere della musica black: «Penso che i rapper siano i poeti di oggi e capisco la loro rabbia perché chi li ha preceduti non ha lasciato loro un mondo così bello».



21 agosto, 2021

21 agosto 1964 - Muore Togliatti

Palmiro Togliatti, il capo dei comunisti italiani, segretario generale del PCI e uno dei padri della Costituzione, muore a Jalta, in Crimea, il 21 agosto 1964 all’età di settantun anni. Dopo una lunga discussione la direzione del Partito Comunista autorizzerà la pubblicazione dei suoi ultimi scritti: il "Memoriale di Jalta", un quaderno di osservazioni sul movimento comunista internazionale ricco di spunti originali e di critiche. I suoi funerali, ai quali parteciperanno più di un milione di persone, verranno immortalati da Pier Paolo Pasolini nel film “Uccellacci e uccellini” oltre che in un celeberrimo quadro di Guttuso.


20 agosto, 2021

20 agosto 1960 - Il tragico destino di Mario Riva

Il 20 agosto 1960 muore tragicamente Mario Riva, uno dei personaggi più popolari del teatro, del cinema e della televisione di quel periodo. Registrato all’anagrafe con il nome Mario Bonavolontà, nasce Roma il 26 febbraio 1913. Figlio del compositore Giuseppe Bonavolontà, dopo aver esordito come "rumorista" alla radio e alla società di doppiaggio Fono Roma entra nella compagnia di prosa di Radio Roma. Nel 1943 inizia a presentare spettacoli di musica leggera e l’anno successivo ottiene un buon successo al fianco di Totò e Anna Magnani. Alla fine della guerra viene scritturato dal cantante Luciano Tajoli che lo vuole nei suoi spettacoli per intrattenere il pubblico come comico e presentatore brillante. Nel 1947 incontra a Monza l’attore Riccardo Billi, con il quale ha già avuto modo di lavorare, e decide di formare con lui la coppia Billi e Riva. I due ottengono un successo travolgente tanto che, per otto anni, diventano una delle più richieste coppie comiche dello spettacolo italiano. Nel 1955 il sodalizio si rompe e Mario Riva fa il suo debutto televisivo nella rivista "Duecento al secondo". Quando Garinei e Giovannini sono incaricati di studiare un varietà a premi sulla falsariga del successo televisivo americano "Name this tune" pensano a lui come intrattenitore e presentatore. Nasce così ‘Il Musichiere’, un programma destinato a entrare nella storia della televisione e del costume italiano che fa di Mario Riva uno dei personaggi televisivi più amati d’Italia. Al culmine del successo il destino ha, però, preparato per lui un tragico epilogo. La sera del 20 agosto 1960 sul palcoscenico del Festival del Musichiere all’Arena di Verona cade in una botola riportando ferite mortali. La sua scomparsa getta nel lutto l’Italia intera e più di cinquantamila persone accompagnano il corteo funebre.


19 agosto, 2021

19 agosto 1940 - Johnny Nash, l'idolo dei teenager

Il 19 agosto 1940 nasce a Houston, in Texas, John Lester Nash Jr. destinato a diventare alla fine degli anni Cinquanta con il nome d'arte di Johnny Nash uno degli idoli dei teenager. È ancora giovanissimo quando le sue interpretazioni di brani come A teenage sings the blues, A very special love e The teen commandements mandano in visibilio i ragazzi e soprattutto le ragazzine che accorrono numerosissime ai suoi concerti. All'inizio degli anni Sessanta però la sua stella sembra appannarsi. Nuovi generi e nuovi idoli si affacciano sulla scena musicale mentre lui, impegnato anche sul fronte cinematografico, fatica a tenere il passo con i tempi. Inaspettatamente l'incontro con la Giamaica e la scoperta dei suoi ritmi e delle sue atmosfere musicali favoriscono il suo rilancio. In questo periodo Johnny lavora anche con Bob Marley e pubblica brani di successo come Hold me tight del 1968, You got soul e Cupid del 1969, I can see cleary now, Stir it up e There are more questions than answers del 1972. Nella seconda metà degli anni settanta, lontano dai momenti migliori della sua carriera e dal successo discografico, continua a cantare in show televisivi e nel circuito dei grandi club. Muore il 6 ottobre 2020.


18 agosto, 2021

18 agosto 2000 - Nasce la prima legge antipirateria made in Italy

Il 18 agosto 2000, viene definitivamente approvata dal Parlamento Italiano la legge n. 248, contenente "Nuove norme di tutela del diritto d'autore" ma destinata a diventare popolare come la "legge antipirateria”. Essa dispone che la tutela delle opere intellettuali, oltre ai tradizionali ambiti di competenza, riguardi anche «l’impiego di uno dei mezzi di diffusione a distanza, quali il telegrafo, il telefono, la radiodiffusione, la televisione, … la comunicazione al pubblico via satellite e la ritrasmissione via cavo o codificata con condizioni di accesso particolari». L’obiettivo dichiarato della legge è quello di fornire adeguati strumenti di analisi e di lavoro per contrastare alla radice il fenomeno della pirateria. Per questa ragione sono previste punizioni severe, in linea con quanto la normativa comunitaria in materia. Una conferma delle novità introdotte arriva anche dalle significative sanzioni amministrative accessorie che possono essere inflitte alle emittenti radiotelevisive, nonché agli stabilimenti di sviluppo e stampa, di sincronizzazione o di postproduzione, di masterizzazione, di tipografia o affini che esercitino attività di produzione industriale connesse alla realizzazione dei supporti contraffatti, e ai centri di emissione o ricezione di programmi televisivi. In questi casi si può arrivare anche alla cessazione temporanea dell’esercizio o dell’attività per un periodo da tre mesi ad un anno.

17 agosto, 2021

17 agosto 1951 - Sonia, quella delle Sorelle

Il 17 agosto 1951 a Prato nasce Sonia Natali, una ragazza "canterina" destinata a diventare la leader precoce di Sonia e le Sorelle, uno dei gruppi vocali più amati dai giovanissimi alla metà degli anni Sessanta. Ha soltanto quattordici anni quando, nel 1965, insieme alle due sorelle Nadia, di diciassette anni, e Luana di ventidue, lascia il laboratorio di sartoria dove lavora per debuttare nel mondo dello spettacolo con una presenza ai microfoni di Radio Firenze e un contratto alla Voce del Padrone. Il loro pigmalione è Narciso Parigi, scopritore ed estimatore del terzetto. Nello stesso anno Sonia e le Sorelle partecipano al Festival delle Rose e al Cantagiro. Tra le loro canzoni più famose ci sono Se mi lascio baciar, Sulla sabbia c'era lei e Lo faccio per amore. Un paio d'anni dopo quando le due sorelle decidono di chiudere la loro avventura musicale lei continua da sola pur senza più ottenere i risultati del gruppo. Nel 1969 partecipa al Festival di Sanremo con Non c'è che lei.

16 agosto, 2021

16 agosto 1943 - Shel Shapiro, l'allampanata voce dei Rokes

Il 16 agosto 1943 nasce a Londra Shel Shapiro, la voce dei Rokes, uno dei gruppi più popolari nell'Italia degli anni Sessanta. David Norman Shapiro, questo è il suo vero nome, nasce in Inghilterra per caso, perché nel 1906 suo nonno, un ebreo russo che suonava il corno nella banda dello Zar Nicola II, era scappato nell'isola. I genitori lo vorrebbero pianista, ma lui, dopo qualche tempo passato sui tasti bianchi e neri, s'innamora di una chitarra da cinque sterline regalatagli dal padre. Il colpo di fulmine pare destinato a esaurirsi in concerti ai matrimoni e alle feste ebraiche. Studente modello vuole laurearsi e diventare un medico chirurgo. La musica resta un hobby e un modo per raggranellare qualche soldo. Il destino ha deciso diversamente. Quando la sua band, gli Shel Carson Combo, arriva in Italia per una rapida marchetta in uno spettacolo di varietà inizia una cavalcata travolgente. Il nome del gruppo cambia. Nascono i Rokes e lui prende in prestito dal vecchio marchio il nome di Shel. La loro storia si chiude il 12 agosto 1970, a Ferrara, di fronte a dodicimila persone inconsapevoli di assistere all’ultimo atto. A differenza di altri colleghi dell'epoca, ridotti all'infinito a fare il verso a se stessi, l'allampanato inglese dai capelli lunghi non gioca con la memoria per guadagnarsi una sopravvivenza patetica. La musica è la sua vita, oggi come ieri. Produttore, arrangiatore, fertile ricercatore di nuovi talenti e attento osservatore delle evoluzioni, non ha sprecato il tempo a lucidare le vecchie foto: « Non amo parlare del passato. I Rokes, un'esperienza bellissima per me, sono limitanti quando ti accorgi che per alcune persone tu inizi e finisci lì». Non parlategli di riunioni perché si arrabbia, l'idea che le emozioni possano essere mantenute nel tempo chiuse in una sorta di museo non gli appartiene: «Tornare insieme? Neanche per una foto. Sarebbe una masturbazione mentale. Abbiamo trent’anni in più, siamo cresciuti, abbiamo la nostra vita… Bisogna lasciare le belle cose com’erano e trattarle con rispetto e pudore». Se gli si chiede come si definisce oggi lui risponde «Sono uno che vive, che combatte come tutti, o quasi. Uno che cerca di far valere i propri diritti nella vita quotidiana, che lotta per vivere, come il 99% dell’umanità».




15 agosto, 2021

15 agosto 1969 - In Italia "Je t’aime, moi non plus" è oscena

Il 15 agosto 1969 la commissione di censura della RAI decide di escludere la canzone Je t’aime, moi non plus interpretata da Serge Gainsbourg e Jane Birkin dalla lista dei brani che vengono diffusi nel corso della "Hit Parade" radiofonica presentata da Lelio Luttazzi. La ragione è una sola: quel brano é considerato oscena. Quella lunga sequenza di sospiri e parole suadenti che scorrono lenti su una accattivante base melodica oggi appare forse ingenuamente poetica più che sulfurea ed oscena ma per i censori italiani dell'epoca supera il cosiddetto "senso comune del pudore". Il brano verrà considerato osceno anche dalla magistratura ordinaria che disporrà il sequestro del disco su tutto il territorio italiano.


14 agosto, 2021

14 agosto 1926 - Buddy Greco, figlio d'arte in senso largo

Il 14 agosto 1926 nasce a Philadelphia, in Pennsylvania, Armando Greco, un tipo destinato a lasciare un segno importante nel jazz come pianista e come cantante con il nome d'arte di Buddy Greco. Pianista di stile moderno può essere considerato un figlio d'arte in senso largo. Suo padre è infatti un critico musicale e i suoi due fratelli sono musicisti di discreto valore. Comincia a interessarsi alla musica da giovanissimo e a soli diciotto anni guida un proprio trio che dirigerà fino al 1949. Il momento magico della sua carriera arriva tra il 1949 e il 1952 quando entra nell'orchestra di Benny Goodman come pianista e arrangiatore. Stilisticamente il suo pianismo appare ispirato da Art Tatum e solo per alcuni aspetti da George Shearing. Muore il 10 gennaio 2017.


13 agosto, 2021

13 agosto 1925 - Benny Bailey il trombettista innamorato dell’Europa

Il 13 agosto 1925 nasce a Cleveland, nell’Ohio, il trombettista Benny Bailey, all’anagrafe registrato con il nome di Ernest Harold Bailey. Talento precoce esordisce nel 1941 suonando in vari gruppi della sua regione. Nel 1948 è già molto popolare tra gli appassionati e consolida la sua fama partecipando a una lunga serie di concerti in Europa con Dizzy Gillespie, Lionel Hampton e Quincy Jones. Nel 1957 lascia la band di Jones per fermarsi a Stoccolma dove suona per due anni con l'orchestra della radio svedese. Innamorato dell’Europa al termine del contratto torna negli States dove viene riassunto per un breve periodo da Quincy Jones ma torna sul Vecchio Continente non appena riesce a procurarsi una serie di contratti per suonare da free-lance in Svezia e in altri paesi. Nel 1960 torna per qualche tempo negli Stati Uniti dove registra un album per la Candid e al ritorno in Europa firma un contratto di due anni con l'orchestra di Radio Berlino cui seguono cinque anni con la formazione di Max Greger a Monaco. Successivamente se ne va a Ginevra per lavorare come trombettista e flicornista alla Radio della Svizzera Romanda. Accanto a questi impegni fissi non rinuncia a varie avventure come la partecipazione alla big band costituita da Kenny Clarke e Francis Boland, attiva saltuariamente dai primi anni Sessanta al 1973, e alla Summit Big Band guidata da Slide Hampton e Dusko Gojkovic tra il 1971 e il 1972. La critica considera Benny Bailey un'eccellente prima tromba di sezione e un solista dotato di una finissima tecnica. Muore ad Amsterdam il 14 aprile 2005.


11 agosto, 2021

11 agosto 1926 - Rolf Berg, l'ex impiegato diventato jazzista

L’11 agosto 1926 a Stoccolma nasce il chitarrista Rolf Berg. Fin da ragazzo coltiva la passione per la chitarra anche se per molto tempo questo strumento resta più che altro un hobby. Impiegato presso la rappresentanza diplomatica degli Stati Uniti di Stoccolma un giorno decide di cambiare la propria vita. Lascia l’impiego e scegli di dedicarsi a tempo pieno alla musica. La sua prima scrittura arriva dall'orchestra diretta da Thore Swanerud. Successivamente entra nel gruppo di Andrew Burman che poi lascia per la formazione del pianista Reinhold Svensson con il vibrafonista Ulf Linde. Con Svensson rimane per circa tre anni fino al 1955 quando al suo posto arriva Rune Gustafsson. Berg passa allora nel gruppo del pianista Charles Norman, più aperto verso contaminazioni tra jazz e pop commerciale. La scelta lascia perplessi i suoi ammiratori, quegli stessi che all’epoca del sodalizio con Svensson l’avevano eletto tra i migliori chitarristi scandinavi. Muore a Stoccolma il 15 aprile 2002.




10 agosto, 2021

10 agosto 1927 - Mario Abbate, una delle voci di Napoli

Il 10 agosto 1927 nasce a Napoli il cantante Mario Abbate, il cui vero nome è Salvatore. A dodici anni viene scritturato dalla compagnia di sceneggiate Cafiero e Fumo con la quale recita piccole parti con il suo vero nome. Dopo alcune esperienze nel varietà e nel cinema, nel 1951 vince un concorso alla RAI e ha così l’opportunità di entrare a far parte dell'orchestra del maestro Giannini. In questo periodo registra centinaia di brani per la Vis Radio e quando la radio e la televisione iniziano a dare maggior spazio alla canzone napoletana il suo nome diventa popolare in tutta Italia. Oltre a essere stato presente in varie edizioni del Festival di Napoli, ha preso parte anche a due edizioni del Festival di Sanremo: nel 1962 con Vestita di rosso e nel 1963 con Vorrei fermare il tempo e Oggi non ho tempo. Tra i suoi brani più conosciuti ci sono Suonno a Marechiaro, che gli vale il terzo posto al Festival di Napoli del 1958 in coppia con Sergio Bruni, Vierno, Mare d'estate, Suspirammo e Nuttata ‘e luna con la quale si piazza di nuovo terzo al Festival di Napoli del 1962 in coppia con Cocky Mazzetti. Muore a Napoli il 6 agosto 1981.


09 agosto, 2021

9 agosto 1951 - Juri Camisasca, da cantautore a monaco e ritorno

Il 9 agosto 1951 a Melegnano, in provincia di Milano nasce il cantautore Juri Camisasca. Registrato all'anagrafe con il nome di Roberto Camisasca fa il suo debutto discografico nel 1974 con l'album La finestra dentro e nello stesso periodo collabora con Franco Battiato nei suoi esperimenti di ricerca sonora. Entra poi a far parte del Telaio Magnetico, una formazione storica dell'avanguardia italiana che, oltre a lui, comprende Franco Battiato, Mino Di Martino, Terra Di Benedetto, Roberto Mazza e Lino "Capra" Vaccina. Nel 1979 decide di ritirarsi in un monastero benedettino dove resta per una decina d'anni. Nel 1987 senza lasciare il monastero partecipa, come voce solista, all'opera di Battiato "La Genesi". Nel 1988 pubblica l'album di canti sacri Te Deum. All'inizio del 1989 interrompe, dopo dieci anni, il ritiro monastico e riprende l'attività musicale, tornando a comporre per Alice, Giuni Russo, Franco Battiato e Milva oltre a collaborare sempre con Battiato alle musiche per l'opera teatrale "I Persiani". Nel 1992 pubblica l'album Il Carmelo di Echt. Nel 2005 recita nel secondo film di Franco Battiato "Musikanten" e nel 2007 prende parte anche al terzo film dello stesso Battiato "Niente è come sembra".


08 agosto, 2021

8 agosto 1920 - Leo Chiosso, le parole di Buscaglione

L’8 agosto 1920 nasce a Torino Leo Chiosso, l’uomo che ha dato le parole alle canzoni e alle storie cantate da Fred Buscaglione. La amicizia con il buon Fred risale alla fine degli anni Trenta. In quel periodo è uno studente universitario con una grande passione per i gialli mentre Buscaglione si dà da fare con le orchestre nei night. Le vicende della seconda guerra mondiale li separano interrompendo bruscamente la loro amicizia. Chiosso viene deportato in Polonia, mentre Buscaglione preso prigioniero dagli Americani viene internato in Sardegna. I due amici si ritrovano a Torino dopo la fine della guerra e iniziano a scrivere canzoni i cui testi in prevalenza traggono ispirazione dai romanzi polizieschi americani di cui Chiosso è un lettore instancabile, ma non mancano riferimenti all’attualità e alla cronaca. Il primo grande successo della coppia è Che bambola del 1956 cui seguono una lunga fila di brani funzionali al personaggio da duro che Buscaglione si sta costruendo. La loro ultima collaborazione è il film “Noi duri” del 1960 che vede oltre che quella di Buscaglione anche la presenza di Totò. Chiosso è autore del soggetto, della sceneggiatura e di parte della colonna sonora. Mentre il film è ancora in lavorazione Buscaglione muore. La carriera di Leo Chiosso, però, non finisce lì. Il paroliere firmerà una lunga serie di successi in campo musicale con canzoni come Parole, parole, parole, Torpedo blu e Montecarlo. I suoi interessi non si limiteranno alla musica ma si allargheranno alla televisione, dove lavorerà come autore in moltissimi programmi televisivi, tra cui “Canzonissima” e al cinema nel quale diventerà un apprezzato sceneggiatore e soggettista. Muore a Chieri il 26 novembre 2006.


07 agosto, 2021

7 agosto 1963 - Charlie Love, una cornetta dell'old jazz

Il 7 agosto 1963 muore a New Orleans, in Louisiana, Charlie Love, una delle più significative cornette del jazz delle origini. Nato a Plaquemine, in Louisiana, nel 1885. Comincia a suonare la cornetta da ragazzo sotto la guida del padre, solista di cornetta e di trombone nella Pickwick Brass Band e proprio in una orchestra diretta dal padre ottiene il suo primo ingaggio. Della stessa formazione fa parte anche Dennis Williams, fratello del più celebre Clarence. Successivamente entra nella Plaquemine Brass Band prima di trasferirsi, nel 1915, a Vera Cruz alla testa di una sua orchestra. Nel 1917 suona con la Caddo Jazz Band prima a Shreveport e poi a Chicago. Rientrato a New Orleans si esibisce con la Excelsior e con la Tuxedo Brass Band e nel 1925 viene chiamato a sostituire Andrew Kimball nell'orchestra di Robichaux al Lyric Theatre. Questo ingaggio gli consente di farsi notare dalla critica che cominci a parlare di lui come dell'erede di Edward Clem, uno dei più espressivi trombettisti blues di New Orleans. Durante gli anni della depressione suona con il batterista Henry Russ, il sassofonista Sport Young e il trombonista Boots Young. Nel dopoguerra ritorna alla ribalta con la jazz band del clarinettista Louis Nelson Delisle e negli anni Cinquanta suona all'Happy Landing alla testa di una sua formazione che comprende Joe Avery, Emile Barnes, Albert Glenny e Albert Jiles. Proprio con Albert Jiles all'inizio degli anni Sessanta forma la Love Jiles Ragtime Orchestra con la quale ripropone le vecchie partiture di Robichaux ripresentando al pubblico l'originale "ragtime orchestrale".

06 agosto, 2021

6 agosto 1932 - Maria Rosaria Pariso, in arte Maria Paris

Il 6 agosto 1932 nasce a Napoli Maria Rosaria Pariso, destinata a diventare una delle voci più importanti della musica napoletana con il nome di Maria Paris. Bambina prodigio non ha ancora compiuto undici anni quando debutta come cantante nella compagnia di bambini Rossaldi. Dopo una lunga esperienza nel teatro di rivista, nel 1953 partecipa al Festival di Napoli portando in finale 'O core vò fa sciopero con Carla Boni e Mannaggia 'o suricillo, con Katyna Ranieri. L’anno dopo, in coppia con il duo Carla Boni-Gino Latilla vince la rassegna partenopea con 'E stelle 'e Napule. Pur essendo molto amata dal pubblico napoletano nella seconda metà degli anni Cinquanta sembra destinata a un precoce declino ma nel 1958 torna al Festival di Napoli conquistando il secondo posto con Tuppe tuppe mariscià, in coppia con Nicla di Bruno. Anche il cinema si accorge di lei e le affida ruoli importanti in film non soltanto musicali. Nel 1963 vince di nuovo il Festival di Napoli con Jammo jà, in coppia con Nicla Di Bruno e nel 1967 è terza con Pulecenella ’o core ’e Napule, insieme ad Aurelio Fierro. Tra le centinaia di canzoni interpretate, oltre alle citate sono da ricordare Viene viene ammore, Mandulinata a Napule, Cha cha cha cu’ Mariarosa, Luna ’e Marechiaro, Come facette mammeta e Ciento catene. Muore il 3 maggio 2018.


04 agosto, 2021

4 agosto 1940 - Timy Yuro, la voce bianca del rhythm and blues

Il 4 agosto 1940 nasce a Chicago la cantante Timy Yuro, all'anagrafe Rosemary Timothy Yuro. Dotata di una grande estensione vocale inizia a cantare rhythm and blues nel ristorante che i suoi genitori hanno aperto a Los Angeles. È la fine degli anni Cinquanta e pian piano la sua popolarità si allarga anche al di fuori della ristretta cerchia dei clienti del ristorante. Considerata una delle giovani rivelazioni più interessanti di quel periodo sottoscrive un contratto discografico con la Liberty Records ed esordisce nel 1961 con Hurt un ballata in stile R&B lanciata da Roy Hamilton che ottiene un grandissimo successo commerciale. La conferma arriva con l'album Make the World Go Away del 1963 e con il brano Down in the valley. Il suo successo, basato più sulla grinta, sulle capacità vocali e sulla carica interpretativa che sui risultati commerciali, si affievolìsce. Nel 1976 i Manhattans rilanciano Hurt in versione disco-music e molti disc-jockey in Gran Bretagna utilizzano la sua voce campionata per alcuni remix di successo. Sull'onda della rinnovata popolarità torna a cantare ma nei primi anni Ottanta le viene diagnosticato un tumore alle corde vocali. Viene operata, ma perde la sua potente voce. Il suo ultimo disco, Timi Yuro sings Willie Nelson, è del 1984. Nonostante le cure alla fine il cancro vince e Timi muore nella sua casa di Las Vegas il 30 marzo 2004.


03 agosto, 2021

3 agosto 1944 - Il testo della canzone della Brigata Garibaldi va cambiato!

Il 3 agosto 1944 il Comando generale dei Distaccamenti e delle Brigate d'assalto Garibaldi invia le seguenti disposizioni a tutte le proprie formazioni: «Simboli e saluto - Il simbolo delle Brigate "Garibaldi" è la stella a cinque punte, tricolore. La nostra bandiera è il tricolore italiano. Il saluto in vigore è il saluto militare in vigore nell'esercito italiano. Si eviti il saluto col pugno chiuso, si evitino i distintivi o le bandiere di partito (niente stelle rosse, niente falci e martello, niente bandiere rosse), questo non perché quei segni siano simboli ostili, ma perché deve essere chiaro anche esteriormente che la lotta che combattiamo è la lotta di tutti i patrioti uniti, indipendentemente dalle loro particolari tendenze politiche. Si controlli che anche nei confronti della popolazione questo appaia chiaro. Si facciano cantare canti patriottici, che non diano spiccato carattere di partito alle nostre manifestazioni, particolarmente in occasione delle occupazioni di centri abitati.
Nomi dei distaccamenti - Oltre ai nomi dei nostri eroi del Risorgimento, si scelgano nomi di caduti delle Brigate e dei martiri di ogni partito. Segnaliamo che già si sono dati i nomi di Gramsci, Lavagnini, Matteotti, dei fratelli Rosselli, di Paolo Braccini, del Generale Perrotti, di don Pasquino. Si curi particolarmente di ricordare figure popolari nella zona dove operano le nostre formazioni. Anche nei nomi appaia l'unità che anima tutto il popolo in lotta». Queste scarne disposizioni, che rispondono al mutamento di fase della guerra di Liberazione, determinano anche cambiamenti nel testo de La Brigata Garibaldi, il canto dei partigiani garibaldini che si modifica con l'evoluzione delle operazioni belliche, con il crescere dell'unità antifascista nel paese e del coordinamento sul piano militare. Per esempio il verso «Tutto rompe tutto infrange/con la forza e con l’ardor» viene sostituito da «Siam fieri siam forti/Per cacciare l'invasor», figlio probabilmente dell'esigenza di mettere l'accento sulla liberazione dal "tedesco invasore", uno degli elementi unificanti della ritrovata unità delle forze partigiane. Un'altra modifica avviene poi nel ritornello dove l'originario «Marciamo sempre forte/E non temiamo la morte» diventa «Marciamo sempre forte/E siamo pieni di gloria», più ottimista e meno feroce.



02 agosto, 2021

2 agosto 1896 - Natty Dominique, instabile eroe del jazz delle origini

Il 2 agosto 1896 nasce a New Orleans, in Louisiana, il trombettista Natty Dominique, uno dei personaggi leggendari del jazz delle origini. Il suo modo di suonare è fortemente ispirato alla linea e allo stile di trombettisti come Freddie Keppard, del quale riprende le cadenze e la ricchezza dell'eloquio. Zio di Don Albert e cugino di Barney Bigard, Natty esordisce nella sua città natale nel 1912 con l'Imperial Brass Band di Emmanuel Perez prima di trasferirsi a Chicago seguendo il flusso migratorio degli afroamericani verso i centri industriali del nord degli Stati Uniti. Nel 1914 è con Jimmie Noone. Nonostante la scarsa documentazione discografica di quel periodo le testimonianze storiche raccontano di una rapida evoluzione stilistica destinata a completarsi nel 1923 quando entra nel gruppo di Jelly Roll Morton, l'artista che si è autodefinito l'inventore del jazz. Chiusa nel 1924 l'esperienza con Morton, dopo un breve periodo di permanenza nell'orchestra di Carroll Dickerson, Natty Dominique si unisce al clarinettista Johnny Dodds con il quale vive certamente l'esperienza più esaltante e positiva della sua carriera di musicista. Gli assoli realizzati utilizzando come base di lancio il forte potenziale lirico che Dodds sa sprigionare dal blues, risultano fra gli esempi più significativi dello stile New Orleans per tromba. Vari problemi psichici perseguitano la sua carriera e ne rendono difficoltoso il cammino artistico. Per larga parte degli anni Trenta, infatti, scompare dalla scena jazzistica finendo dopo varie traversie a lavorare come facchino all'aeroporto di Chicago. Torna a suonare nel 1940 per un breve periodo e poi scompare fino al 1952 quando lo si vede di nuovo in scena nella formazione di Baby Dodds. Non ci resta per molto. Ancora una volta scompare nel nulla senza lasciare tracce consistenti. Molte sono le storie che si raccontano sulla sua vicenda artistica, ma diventa difficile distinguere tra verità, leggenda e pura fantasia. Muore il 30 agosto 1982.


01 agosto, 2021

1° agosto 1976 - Niky Lauda tra le fiamme

Il 1° agosto si corre al Nürburgring il Gran Premio di Germania. Al secondo giro, pochi metri dopo la curva di Adenau, la Ferrari di Niki Lauda sale sul cordolo di cemento, sbanda, va in testacoda e, dopo aver urtato con la parte posteriore contro un terrapieno, rimbalza in mezzo alla pista. Mentre si sprigionano le fiamme, l’auto viene urtata da altre due vetture che sopraggiungono. Lauda viene estratto a fatica dall’abitacolo, ormai avvolto dalle fiamme. Trasportato in elicottero a Mannheim resta per cinque giorni tra la vita e la morte e solo il 6 agosto i medici lo dichiarano fuori pericolo. L’incidente ha lasciato segni terribili sul suo volto e sul suo corpo, ma il pilota dopo poco più di un mese si presenta a Monza per le prove del Gran Premo d’Italia intenzionato a difendere il suo titolo mondiale dagli assalti dell’inglese Hunt su McLaren. Finisce quarto, ma il suo rivale non riesce a terminare la corsa. Hunt si rifà in Nordamerica con due vittorie, mentre l’austriaco può capitalizzare solo un terzo posto. Decisivo diventa, a questo punto, il Gran Premio del Giappone. Con la pista allagata, in una giornata di pioggia e scarsa visibilità, Lauda decide che la sua vita è più importante del titolo e dopo due giri si ferma ai box. I meccanici capiscono il suo dramma e gli propongono di dare la colpa a un cedimento della vettura, ma il pilota rifiuta. Il suo rivale si piazza al quarto posto e diventa campione mondiale per un solo punto. L’anno dopo Lauda riconquista il titolo mondiale, ma il suo rapporto con la Ferrari è finito. La frattura avviene il 29 agosto 1977 nello studio di Enzo Ferrari al termine di un aspro e burrascoso confronto.