28 ottobre, 2021

28 ottobre 1925 - Isa Landi, l'erede di Gilda Mignonette

Il 28 ottobre 1925 nasce a Napoli la cantante Isa Landi, il cui vero nome è Concetta Polidoro. Fin da piccola coltiva la passione per il canto insieme alla sorella Giustina che diventerà una popolare attrice di sceneggiate con il nome d'arte di Nina Landi. Nel 1942, dopo aver superato un provino con il Maestro Giuseppe Cioffi partecipa per la prima volta alla Piedigrotta cantando E stesse rrose, un brano composto da Gigi Pisano e dallo stesso Cioffi di E.A. Mario. Nella seconda metà degli anni Quaranta canta alla radio e partecipa a numerosi spettacoli di rivista. Nel 1957 parte per gli Stati Uniti dove, con la sua voce estesa e ben modulata e con la sua interpretazione di ‘A cartulina ‘e Napule, viene acclamata come l’erede della mitica Gilda Mignonette. Tornata in Italia nei primi anni Sessanta canta ancora fino al 1965, anno in cui inizia a rallentare l'attività per occuparsi delle figlie Angela e Nunzia. Passa quindi al teatro prima nella compagnia di prosa diretta da Vittorio Viviani e nel 1980, convinta dalla sorella Giustina, alla sceneggiata napoletana.


27 ottobre, 2021

27 ottobre 1962 - La misteriosa morte di Enrico Mattei

Il 27 ottobre 1962 il bireattore privato Morane Saulnier MS.760 Paris su cui sta su tornando da Catania a Milano il presidente dell’ENI, l’ente petrolifero italiano, Enrico Mattei si schianta nelle campagne di Bascapè, un piccolo paese in provincia di Pavia, mentre durante un temporale si stava avvicinando all'aeroporto di Linate. Perdono la vita tutti gli occupanti: Mattei, il pilota Irnerio Bertuzzi e il giornalista statunitense William McHale. Scompare, così l’ex comandante partigiano che ha tentato di costruire una politica energetica italiana non subalterna agli interessi delle grandi compagnie petrolifere. Secondo alcuni testimoni, tra cui c’è il contadino Mario Ronchi che più avanti ritratterà la testimonianza, l'aereo sarebbe esploso in volo. Nonostante i dubbi la pratica viene archiviata come “incidente”. Per molto tempo però aleggia il mistero sulle dinamiche di quel bireattore che il 27 ottobre 1962 precipita in fiamme portando con sé Mattei. Non tutto quadra nella descrizione dell’evento come “incidente” e il sostituto procuratore di Pavia, Vincenzo Calia giungerà anni dopo vicinissimo alla soluzione del caso. Il problema è che l'ipotesi dell'attentato, pur da lui formulata, non riesce a essere compiutamente provata. Scrive il magistrato che «L'esecuzione dell'attentato venne pianificata quando fu certo che Enrico Mattei non avrebbe lasciato spontaneamente la presidenza dell'ente petrolifero di Stato», ma non si sposta da lì. La sua indagine non chiarisce chi avrebbe compiuto il sabotaggio dell'aereo e soprattutto sulla base di quali ordini e dati da chi. Calia fa un gran lavoro d’investigazione ma non riesce a costruire compiutamente il suo castello accusatori salvo intuire le responsabilità di uomini dell'Eni e degli organi di sicurezza dello Stato sia nell’attentato che nei depistagli e manipolazioni varie che impediscono di arrivare alla verità.

26 ottobre, 2021

26 ottobre 1940 - Gary Lee Bartz: non chiamatemi jazzista...

Il 26 ottobre 1940 nasce a Baltimora, nel Maryland, il sassofonista e clarinettista con qualche esperienza anche al pianoforte Gary Lee Bartz. Fin dall'infanzia si appassiona al jazz ascoltando le prime incisioni di Charlie Parker e Dizzy Gillespie. A undici anni si fa regalare dai genitori un sassofono contralto e dopo qualche anno di studio inizia a esibirsi in diverse sale da ballo. Trasferitosi a New York all'età di diciassette anni frequenta la Juilliard School Of Music e suona in jam session con Lee Morgan, Freddy Hubbard e altri. Torna poi nella sua città natale per frequentare i corsi del Peabody Conservatory Professional. All'inizio degli anni Sessanta diventa popolarissimo tra gli appassionati di jazz suonando prima con Max Roach e poi con Art Blakey. Nel 1967 registra con Jimmy Owens, Albert Dailey, Richard Davis e Billy Higgins, Libra, il primo album pubblicato con il suo nome. L'anno dopo torna con Roach, pur non disdegnando varie collaborazioni con McCoy Tyner e Blue Mitchell. Nell'agosto del 1970 viene chiamato da Miles Davis a far parte del suo gruppo in sostituzione di Wayne Shorter. Bartz è il fondatore del "Ntu Troop", un gruppo che negli anni Settanta ottiene un buon successo internazionale il cui nome è tratto dalla filosofia bantù e indica l'unione di tutte le forze appartenenti al mondo spirituale e a quello sensibile. Influenzato da Sonny Rollins e, per il modo di suonare il sassofono soprano, da John Coltrane, è dalle sonorità elettriche e si muove tra i generi senza preoccuparsi troppo del rispetto della tradizione. Per molti anni ha rifiutato di farsi chiamare "jazzista" ritenendo il termine "jazz" troppo restrittivo per definire compiutamente la sua musica.


25 ottobre, 2021

25 ottobre 1909 - Kas Malone dai fiati al contrabbasso

Il 25 ottobre 1909 nasce a Paducah, nel Kentucky, il polistrumentista Kasper Delmar Malone detto Kas. Negli anni Venti milita soprattutto in orchestre teatrali e in gruppi che accompagnano spettacoli di vaudeville cimentandosi con vari strumenti, mentre nel decennio successivo opera nelle band di varie stazioni radio del Mid-West. Forte di una eccellente preparazione musicale di base suona il clarinetto, il flauto e il corno francese prima di dedicarsi quasi completamente alla sua vera passione: il contrabbasso. Il suo stile si rifà esplicitamente a quello di Slam Stewart, uno dei più validi contrabbassisti che il jazz abbia avuto. Il pubblico del jazz comincia a conoscerlo all'inizio degli anni Cinquanta quando suona nell'orchestra di Jack Teagarden prima in California e quindi a New York. Successivamente si trasferisce a Las Vegas dove forma un proprio gruppo con cui si esibisce in vari locali dell'Arizona e del Nevada. Muore il 30 maggio 2005 a Rome, in Georgia.

24 ottobre, 2021

24 ottobre 2003 - L'Orchestra di Piazza Vittorio all'Astra occupato

Il 24 e il 25 ottobre l'Orchestra di Piazza Vittorio si esibisce in due concerti all'ex cinema occupato Astra di Roma. Le due performance verranno registrate e forniranno materiale per il primo CD di un gruppo che ha ottenuto uno straordinario successo di pubblico senza mai pubblicare alcun disco. Nata intorno alla Piazza Vittorio, un luogo romano crocevia di immigrati, per iniziativa di Mario Tronco degli Avion Travel e dell'Associazione Culturale Apollo 11, l'orchestra si è caratterizzata come il primo ensemble multietnico d'Europa che propone un repertorio originale. Composta da quindici musicisti professionisti provenienti da undici paesi diversi, nel corso del 2003 si è esibita nelle principali piazze italiane in concerti che spesso hanno avuto la partecipazione di nomi illustri della scena musicale come Fabrizio Bentivoglio, Avion Travel, Samuele Bersani, Daniele Silvestri, Pacifico e Francesco Di Giacomo. L'ingresso ai concerti di oggi e domani all'Astra è a sottoscrizione. I soldi raccolti andranno a sostenere le iniziative culturali e di attività sociale del centro occupato.

23 ottobre, 2021

23 ottobre 1959 - Tace la batteria di Ram Hall

Il 23 ottobre 1959 muore in California il batterista Ram Hall. Nato a Sellers, in Louisiana, il 2 marzo 1897 si chiama in realtà Minor Hall ed è il fratello più piccolo del batterista Tubby Hall. Nei primi anni del Novecento si trasferisce con la famiglia a New Orleans. Qui nel 1914 ottiene il suo primo importante ingaggio nella jazz band di Kid Ory dove prende il posto proprio del fratello. Suona poi con il contrabbassista Oke Gaspard e con la Superior Band. Nel 1918 è a Chicago dove sostituisce ancora una volta il fratello Tubby nell'orchestra del clarinettista Lawrence Duhè che si esibisce al De Luxe Café. Nel 1921 è a San Francisco con l’orchestra di King Oliver, ma poco tempo dopo torna a Chicago ingaggiato da Jimmie Noone. Verso il 1927 si trasferisce definitivamente in California dove lavora per parecchi anni con l'orchestra di Mutt Carey e quindi con quella di Winslow Allen. Nel dopoguerra torna a far parte dell'orchestra di Kid Ory con la quale resta praticamente fino quasi alla morte.


22 ottobre, 2021

22 ottobre 1964 - Quando Jean Paul Sarte rifiutò il Nobel

Il 22 ottobre 1964 la giuria dà l'annuncio ufficiale dell'attribuzione del Premio Nobel per la letteratura a Jean Paul Sartre. Lo scrittore francese però decide di rifiutare il riconoscimento creando non poco sconcerto nelle istituzioni culturali di tutto il mondo. Rende pubblico il testo della lettera inviata all'Accademia svedese nella quale spiega «...il mio rifiuto non è un atto di improvvisazione. Ho sempre declinato gli onori ufficiali. Quando nel dopoguerra, nel 1945, mi è stata proposta la Legione d'Onore, ho rifiutato malgrado avessi degli amici al governo... Lo scrittore deve rifiutare di lasciarsi trasformare in istituzione, anche se questo avviene nelle forme più onorevoli, come in questo caso...»

21 ottobre, 2021

21 ottobre 1978 - Charly Knegtel, un trombettista che ha lasciato il segno

Il 21 ottobre 1978 il grande trombettista, direttore d'orchestra e arrangiatore Charles Knegtel detto Charly muore a Duffel, la cittadina nei pressi di Anversa, in Belgio, dove è nato il 14 agosto 1926. Nel 1941 inizia i suoi studi musicali al conservatorio di Bruxelles. Il primo strumento oggetto dei suoi studi è il pianoforte. Due anni dopo passa ai corsi di tromba e di armonia. Nel 1946, al termine della seconda guerra mondiale, dà vita alla sua prima esperienza orchestrale formando la Welfare Band insieme all'altro trombettista Jan Mertens. Nel 1950 è in tournée con Willy Rockin e nel 1954 suona con l'orchestra di Leo Souris. Nel 1955 entra a far parte per qualche tempo di un sestetto diretto da Ivon Debie. Parallelamente all'attività come strumentista dal 1953 al 1956 lascia un segno importante come direttore dell'orchestra stabile della casa discografica Ronnex della quale fanno parte Freddy Sunder, Nelly Wysbeck, Johnny Ray e altri. Nel 1956 entra a far parte delle orchestre stabili della Radio e della Televisione belga dirette da Fernand Terby, Francis Bay, Etienne Verschueren e anche da lui stesso. Alla fine degli anni Sessanta si ritira a vita privata.


20 ottobre, 2021

20 ottobre 1927 - Johnny Dankworth, un sax senza tempo

Il 20 ottobre 1927 nasce a Londra il sassofonista Johnny Dankworth. La sua carriera di musicista inizia nei primi anni Trenta quando, giovanissimo, suona con diverse orchestre formate da musicisti inglesi sulle navi in servizio fra Londra e New York. Alla fine degli anni Quaranta suona con diverse formazioni in Inghilterra prima di dar vita, nel 1950 al suo primo gruppo, i Johnny Dankworth Seven con Jimmy Deuchar alla tromba, Don Rendell al sax tenore e Tony Kinsey alla batteria. Il gruppo rimane unito fino al 1953 anno in cui Dankworth decide di formare una big band che, fra alterne vicende e contro ogni previsione più ottimistica, riesce a mantenere unita per moltissimi anni, dimostrando grandi doti di leader, arrangiatore e solista. Sposa poi la cantante Cleo Laine e a partire dalla seconda metà degli anni Sessanta pur non abbandonando il jazz non rinuncia a sperimentarsi con successo in generi più commerciali. La sua produzione discografica è immensa, soprattutto quella realizzata alla testa della big band. Muore il 6 febbraio 2010.


19 ottobre, 2021

19 ottobre 1967 - Billy Banks, la voce del jazz orchestrale

Il 19 ottobre 1967 muore a Tokyo Billy Banks, uno dei cantanti più amati dai direttori delle grandi orchestre jazz. Nato ad Alton, in Illinois, nel 1908 viene scoperto per caso dal celebre impresario Irving Mills nel 1932 che lo ascolta mentre si sta esibendo in un night club di Cleveland nell'Ohio. Mills lo scrittura e lo inserisce in una lunga serie di registrazioni discografiche di numerosi jazzisti di primo piano. La sua voce entra così in leggendarie incisioni di Henry “Red” Allen, Pee Wee Russell, Joe Sullivan, Eddie Condon, Zutty Singleton, Thomas "Fats” Waller e George “Pops” Foster ancora oggi considerate tra le migliori testimonianze dell'epoca. Approfittando dell'improvvisa popolarità in quello stesso 1932 forma una propria orchestra con la quale suona al “Connie's Inn” di New York. Tornato l'anno dopo a Cleveland, canta in vari gruppi locali. Nel 1934 viene ingaggiato da Noble Sissle con il quale rimane per alcuni anni. Dal 1938 al 1950 si esibisce quasi ininterrottamente al "Diamond Horseshoe", un locale di Billy Rose. Negli anni Cinquanta si stabilisce in Giappone dopo lunghi periodi di permanenza in Asia e in Australia. Ottimo cantante, dotato di notevoli doti jazzistiche è particolarmente adatto per il jazz orchestrale grazie al suo stile vocale che ricorda quello di Cab Calloway.


18 ottobre, 2021

18 ottobre 1975 - K.C. Douglas, uno dei più fedeli interpreti del blues rurale

Il 18 ottobre 1975 muore a Berkeley, in California, il cantante e chitarrista blues K. C. Douglas. Nato a Sharon, nel Mississippi, il 21 novembre 1913 è considerato uno dei più fedeli interpreti del blues rurale. K.C. Douglas muove i suoi primi passi nel mondo della musica all'età di dieci anni e già verso la metà degli anni Trenta si esibisce nell'area di Canton a fianco di suo cugino Walter Deans. Successivamente diventa popolare come animatore musicale di feste ed eventi nella zona di Carthage dove si è nel frattempo trasferito. Dal 1940 al 1945, K.C. Douglas suona a Jackson insieme a Tommy Johnson, Bubba Brown, Cary Lee Simmons, One Legged Sam e altri artisti della regione. Proprio Johnson lo influenza profondamente segnandone lo stile e la scelta del repertorio tanto che i due più famosi blues da lui composti Big Road Blues e Canned Heat entreranno per sempre a far parte della scaletta dei concerti di K. C. Douglas. Dopo l'esperienza a Jackson si trasferisce in California. Siccome la musica non gli basta per vivere lavora per qualche anno nei cantieri navali di Vallejo e contemporaneamente forma un proprio gruppo con l'armonicista Sidney Maiden, il chitarrista Ford Chaney e il batterista Otis Cherry. Pian piano la sua popolarità cresce fino a farlo considerare uno dei maggiori bluesmen d'impostazione classica dell'area di San Francisco. All'inizio degli anni Sessanta suona con Jesse Fuller all'Ash Grove di Los Angeles e poi si esibisce soprattutto a Richmond. Nel 1975 f a Berkeley in occasione del Western Bicentennial Folk Festival a la sua ultima apparizione pubblica prima della morte .


17 ottobre, 2021

17 ottobre 1923 - Barney Kessel un talentuoso e testardo chitarrista

Il 17 ottobre 1923 nasce a Muskogee, in Oklahoma, il chitarrista Barney Kessel. La sua passione per la chitarra nasce quando porta ancora i calzoni corti ma in casa non ci sono soldi per cui, non avendo perenti musicisti, studia da solo dopo essersi comprato uno strumento con i soldi guadagnati vendendo i giornali. Nel programma scolastico c’è mlo studio di uno strumento e lui cerca di far tesoro anche di quelle obiettivanete scarse lezioni. Cocciuto più che mai a quattordici anni è già un musicista di buon livello, tanto da essere l’unico musicista bianco in una jazz band di Muskogee formata esclusivamente da afroamericani. Nel 1939 il nome di Kessel è già così famoso nell’ambiente del jazz che Charlie Christian va ad ascoltarlo nel locale in cui suona e poi si unisce a lui per una jam session entrata nella storia del jazz. L'incontro è determinante per il giovane chitarrista che decide di dedicarsi a tempo pieno alla musica. Nel 1942 lascia anche la città natale e si trasferisce a Hollywood in cerca di fortuna pur pur non avendo alcun contratto. Sopravvivere non è facile e Barney Kessel si adatta come può. Fa il lavapiatti e dedica il tempo libero allo studio della chitarra, approfittando di ogni occasione per suonare in jam con tutti i musicisti disponibili per mettere in mostra il suo straordinario talento. Finalmente nel 1943 ottiene una scrittura dall'orchestra di Chico Marx, all'epoca diretta dal batterista Ben Pollack, con la quale resta per più di un un anno. L'anno successivo viene ingaggiato dal celebre produttore Norman Grantz che lo inserisce nel gruppo creato appositamente per il cortometraggio “Jammin' the Blues” di Gjon Mili. Kessel è l’unico bianco di una formazione che comprende Harry Edison, Dickie Wells, Lester Young, Illinois Jacquet, Marlow Morris, John Simmons e Jo Jones. Nel 1945 suona nelle orchestre di Charlie Barnet, di Artie Shaw, di Hal McIntyre e successivamente in quelle di Benny Goodman e di Shorty Rogers. Ormai la sua notorietà è grandissima e Kessel esprime una concezione chitarristica evolutiva rispetto a tutti i predecessori, compreso Charlie Christian. Lavora poi come musicista indipendente a Los Angeles ma Granz che non lo ha perso di vista lo vuole nei Jazz At The Philharmonic per un concerto alla Carnegie Hall nel novembre 1947. Nel 1952 e 1953 suona nel trio di Oscar Peterson e nell'agosto del 1957 suona in Venezuela in occasione di un festival del jazz che lo vede impegnato con due grandi orchestre e due altri gruppi. Negli anni Sessanta torna a Los Angeles dove suona con quasi tutti i grandi personaggi che si esibiscono nei locali della città, da Kid Ory a Lionel Hampton, a Billie Holiday, a Gene Autrey, a Mahalia Jackson. Verso la fine del decennio ricomincia a viaggiare suonando ovunque lo chiamino. Muore a San Diego il 6 maggio 2004.


16 ottobre, 2021

16 ottobre 2006 - Tutti nudi sul ponte di Castel Sant'Angelo

Il 16 ottobre 2006 centinaia di ragazzi e ragazze si denudano tutti insieme sul ponte di Castel Sant’Angelo in pieno centro di Roma e ballano sulle note di Let the sunshine. Non si tratta di un happening improvvisato ma delle riprese di "Notte prima degli esami – Oggi", il film ispirato al fortunatissimo "Notte prima degli esami" e diretto dallo stesso regista Fausto Brizzi. La scena, girata con trecento comparse divertitissime, riprende e trasferisce nella capitale italiana un evento accaduto davvero alcuni mesi prima a New York dove in Times Square centinaia di giovani organizzatisi via Internet si sono radunati con le radio sintonizzate sulla stessa emittente radiofonica e a un segnale dello speaker si sono spogliati e hanno ballato completamente nudi un intero brano mandato in onda dalla stessa emittente. Alla fine della musica si sono rivestiti rapidamente e ciascuno se n’è andato per al sua strada prima che le forze dell’ordine potessero intervenire.




15 ottobre, 2021

15 ottobre 2000 – Memè Bianchi, la voce radiofonica di Greta Garbo

Il 15 ottobre 2000 muore Memé Bianchi, una delle prime cantanti della radio. Quando la ragazza inizia a cantare ai microfoni radiofonici, infatti, la programmazione è ancora sperimentale. Gli apparecchi presenti sul territorio nazionale sono pochissimi e le ore di trasmissione sono estremamente limitate. Informazioni a parte i programmi offrono agli ascoltatori un po' di prosa e un po' di musica, soprattutto lirica e classica, con l'aggiunta di qualche canzone napoletana e le arie delle operette di successo. Neppure il più attento osservatore potrebbe cogliere le avvisaglie dei grandi cambiamenti che di lì a poco apporteranno le orchestre di musica leggera dirette prima da Pippo Barzizza e poi da Cinico Angelini. Proprio in questa situazione complicata la sua voce, insieme a a quella di Nuccia Natali, riesce a colpire l'immaginazione dei non moltissimi ascoltatori della radio ponendo le basi alla successiva conquista del grande pubblico. Dalla madre, interprete d'operetta, e dalla nonna, soprano lirico, viene educata fin da piccola a trattare la sua voce con la cura che si riserva a uno strumento prezioso. Quando inizia a cantare alla radio lo fa con l'indole curiosa della sperimentatrice più che con l'idea di aver imboccato una nuova strada, tanto che non abbandona del tutto né l'operetta né il teatro di rivista. Proprio negli studi radiofonici però la sua voce comincia ad assumere tinte, colori e modulazioni molto più moderne dei canoni del periodo. Un po' accade per caso, un po' per scelta e un po' per necessità, visto che spesso è costretta ad adattarsi a cantare brani nati per altri interpreti. La sua voce diventa così duttile e modernissima. In questa evoluzione è affiancata dal maestro Mariotti, che poi diventa anche suo marito. Nella sua lunga carriera Memè Bianchi si cimenta con successo con moltissimi generi non rinunciando ad affiancare, in duetto, le più grandi voci maschili degli anni d'oro della radio. Nasce il 26 aprile 1907 a Porto Ceresio, in provincia di Varese. Figlia d'arte ottiene il suo primo successo nel 1934 con la canzone Maggio, un brano di Bixio-Cherubini che sembra fatto apposta per esaltare la sua voce vellutata, cui seguono altri due brani destinati a consolidare la sua popolarità come Il mio amore è un centrattacco e Paga paga Giovannino registrato sotto la guida del maestro Mariotti, un musicista passato dalla classica alla musica leggera che diventa anche suo marito. Nel 1935 è una delle prime voci femminili scritturate per cantare ai microfoni della radio. Nonostante l'impegno radiofonico non abbandona il lavoro in teatro negli spettacoli di rivista, diventando di lì a poco la soubrette della popolarissima Compagnia Schwarz. La sua popolarità presso il grande pubblico è destinata a crescere a dismisura quando le viene assegnata la parte della "divina" Greta Garbo nella fortunata serie de "I quattro moschettieri". Nel 1938 insieme a Nuccia Natali, Aldo Masseglia e Carlo Moreno inizia una lunghissima tournée nei teatri italiani con lo spettacolo musicale "I divi del microfono" che consente al grande pubblico di ascoltare e vedere dal vivo i cantanti della radio. Negli anni della guerra la suo popolarità si consolida ulteriormente. In quel periodo incide anche una personalissima versione di Lilì Marlene. Nel 1943 interpreta Un giorno ti dirò, il primo brano di successo del giovane Gorni Kramer. Al termine della guerra inserisce nel suo repertorio i brani dei più famosi chansonnier francesi. Nel 1958 si ritira dalle scene per assumere la direzione di un'azienda di spedizioni di proprietà del padre. Non torna più sulla sua decisione fino alla morte che la coglie il 15 ottobre 2000.


14 ottobre, 2021

14 ottobre 1972 – La prima volta di "Ultimo tango" di Bertolucci


Il 14 ottobre 1972 a New York viene proiettato per la prima volta il film "Ultimo tango a Parigi" diretto da Bernardo Bertolucci e interpretato da Marlon Brando con Maria Schneider, destinato a suscitare non poche polemiche e discussioni. Nelle sale italiane arriva il 15 dicembre 1972 e la settimana dopo viene sequestrato perché con il suo "esasperato pansessualismo fine a se stesso" offende il "comune senso del pudore". Verrà condannato al rogo e solo nel 1987 finalmente riabilitato tornerà in circolazione. “Ultimo Tango a Parigi” è uno dei film che maggiormente hanno fatto discutere nella storia del cinema italiano del dopoguerra. È la storia di un uomo solo, di una solitudine tipicamente “tanghista” in cui il protagonista non riesce a costruire un vero rapporto umano con nessuno. Indimenticabile è la scena del ballo d’addio, alla presenza di vecchi e squallidi frequentatori di una decadente sala da ballo. La musica del sassofonista argentino Gato Barbieri accompagna tutto lo svolgersi di un film ricco di richiami malinconici e nostalgici mentre il tango, in una versione “colta” e integrata da frequenti scomposizioni di stampo jazzistico, la fa da padrone non solo nel titolo.


13 ottobre, 2021

13 ottobre 1927 - Eddie Baker un pianista cui piace sperimentarsi

Il 13 ottobre 1927 (in qualche biografia lo fanno nascere nel 1930) nasce a Chicago, nell’Illinois, il pianista Edward Baker jr., conosciuto dagli appassionati del jazz con il nome di Eddie Baker. A soli dieci anni riesce a farsi ammettere all'American Conservatory dove inizia a frequntare i corsi di pianoforte e composizione. All’epoca, pur essendo ancora molto giovane, resta affascinato e coinvolto dalle prime esperienze del be pop. Nel 1948, proseguendo gli studi incontra il coetaneo trombonista e compositore Bill Russo che proprio in quel periodo è leader di Experiment in Jazz, un originale e sperimentale gruppo nato a Chicago. Grazie all’inflenza di Russo comincia a prestare attenzione alle nuove proposte stilistiche che stanno emergendo nel jazz. Nel 1950 suona con Miles Davis, e l'anno successivo è al fianco di Illinois Jacquet. Successivamente il suo pianoforte accompagna le esperienze di musicisti come Paul Bascomb, Wilbur Ware e Sonny Stitt. Negli anni Cinquanta vive un buon momento di popolarità tanto che nel 1955, al ritorno, da una tournée europea con Bill Russo viene scritturato per accompagnare Billie Holiday nel famoso viaggio concerto che la celebre cantante fa a Honolulu nel 1956. Muore nel 2001.



12 ottobre, 2021

12 ottobre 1938 – Piergiorgio Farina, il violino del jazz italiano

Il 12 ottobre 1938 nasce a Goro, in provincia di Ferrara, Piergiorgio Farina, all’anagrafe Piergiorgio Farinelli, considerato uno dei violinisti più lirici della scena musicale italiana del dopoguerra, sempre sospeso tra la canzone, la musica da ballo e il jazz. In lui si ritrova un po’ di Jean Luc Ponti, un pizzico di Stéphan Grappelli, tanto Joe Venuti ma anche il gusto di sperimentarsi sempre senza troppe preoccupazioni. Nel 1982 per il suo film “Dancing Paradise” Pupi Avati si ispira a un suo brano intitolato L’amore è come il sole. Il grande pubblico inizia a conoscerlo come cantante nella seconda metà degli anni Sessanta quando partecipa al programma televisivo "Settevoci" condotto da Pippo Baudo. Nel 1968 partecipa anche al Festival di Sanremo con Tu che non sorridi mai in coppia con Orietta Berti ma la vita un po’ “artificiale” del cantante pop “da classifica” non dura a lungo e qualche tempo dopo ricomincia a girare per l’Italia con la sua orchestra. Considerato dagli appassionati il “violino jazz italiano” per antonomasia muore di cancro il 28 luglio 2008 a Bologna.


11 ottobre, 2021

11 ottobre 1926 - Duccio Tessari, il regista che amava le citazioni

L'11 ottobre 1926 nasce a Genova il regista Amedeo Tessari detto Duccio. Una delle sue frasi più celebri è un invito ai colleghi perché non si prendano troppo sul serio, non si montino la testa per i successi e non si deprimano alla prima difficoltà. «Nessuno di noi inventa niente, hanno inventato tutto Omero e Tolstoj». Fedele a questa dichiarazione affronta il cinema con il gusto intellettuale della citazione e del rimando. A volte lo fa per burla, come accade in "Arrivano i Titani", il suo primo film da regista del 1961, quando gli spettatori che hanno la pazienza di assistere anche allo scorrere dei titoli di coda possono vedere i protagonisti che si complimentano tra loro esclamando «Abbiamo realizzato un'impresa titanica!». In altri casi l’operazione è più elaborata e presuppone il gusto della trascrizione non calligrafica di storie attinte altrove. Il suo rapporto con il western all’italiana è caratterizzato da questo approccio fin da quando, insieme a Sergio Leone, ricolloca nella cittadina di San Miguel tra gli Stati Uniti e il Messico la storia del samurai Sanjuro raccontata nel film giapponese "Yojimbo-La sfida del samurai" di Akira Kurosawa. Se per "Una pistola per Ringo" ambienta in chiave western un thriller come "Ore disperate" per il successivo "Il ritorno di Ringo" va oltre e s’ispira agli ultimi libri dell’Odissea, quelli che descrivono la resa dei conti tra Ulisse e i Proci affidando a Giuliano Gemma il ruolo di Ulisse e ad Hally Hammond, cioè sua moglie Lorella De Luca, quello di Penelope. Le sue prime esperienze cinematografiche avvengono a Genova. Proprio nella sua città natale, quando è ancora studente universitario, si diletta a girare i primi documentari. Dopo essersi laureato in Chimica e aver così soddisfatto le ambizioni della famiglia decide di tentare a trasformare la passione per il cinema in qualcosa di più. Negli anni Cinquanta si trasferisce a Roma dove riesce a fare un po’ d’esperienza in particolare come assistente dei registi Carmine Gallone e Vittorio Cottafavi. Pian piano si specializza come sceneggiatore di “peplum”, i film d'ambientazione storico-mitologica popolarissimi in quel periodo. Il suo primo western "Una pistola per Ringo", nel 1964 incassa oltre due miliardi di lire e ne fa uno dei più illustri protagonisti del nascente western all’italiana. In realtà le incursioni western di Tessari saranno limitate e molto diverse tra loro. Dopo "Il ritorno di Ringo" del 1965 si cimenterà in altri generi tornando a raccontare storie di pistoleri solo raramente. Nel 1985 dopo la realizzazione di vari sceneggiati televisivi, gli viene proposto un ritorno al western in grande stile con "Tex e il signore degli abissi" la trasposizione cinematografica di Tex Willer, l'eroe dei fumetti creato da Gian Luigi Bonelli. È la sua ultima cavalcata sui territori della frontiera. Muore nel 1994.



10 ottobre, 2021

10 ottobre 1918 - Mario Bertolazzi, un chimico al pianoforte

Il 10 ottobre 1918 nasce a Bologna il pianista e compositore Mario Bertolazzi. Inizia lo studio del pianoforte prima con lezioni private e poi frequenta i corsi del conservatorio di Bologna dove ottiene il diploma in composizione. Parallelamente, seguendo il consiglio dei genitori, si dedica con profitto anche agli studi universitari conseguendo la laurea in chimica. Alla fine degli anni Trenta si appassiona al jazz e nel 1938 partecipa alle serate organizzate dagli Hot Club di Bologna e Milano. Nello stesso anno registra quattro brani, Ciribiribin, Sogno d'Amore, Sera e Tiger Rag, per la casa discografica La Voce del Padrone mettendo in mostra una particolare abilità a mescolare le atmosfere jazz con la canzone. Il suo stile pianistico richiama quello di Bix Beiderbecke. Con l'intensificarsi delle proibizioni del regime nei confronti delle sonorità che arrivano d'oltreoceano gioca a mascherare l'ispirazione jazz nello swing e nella canzone ritmica in genere. Dirige in seguito vari gruppi a suo nome che alternano musica leggera e jazz, e nel 1948 prende parte alla registrazione di due un paio di dischi per la serie Jazzisti Italiani della Odeon, curata da Roberto Nicolosi, insieme a un gruppo di musicisti bolognesi (Corrado Bezzi alla tromba, Cesare Bergonzi al clarinetto e al sax tenore, Sergio Nardi alla chitarra, Filippo Francesconi al contrabbasso e Vincenzo Greci alla batteria). Negli anni successivi l'attività di Mario Bertolazzi si orienta soprattutto alla composizione di colonne sonore per la rivista e il cinema, oltre che alla musica leggera. Muore a Roma l'8 ottobre 1986. 


09 ottobre, 2021

9 ottobre 1963 - La tragedia del Vajont

Nella notte del 9 ottobre 1963, alle 23.45, una frana si stacca dal monte Toc, in Friuli, e precipita nel lago artificiale formato dalla diga del Vajont. L’impatto della pietra con l’acqua provoca un’onda di fango e acqua con un fronte di quattro chilometri che si abbatte sul paese di Longarone e sugli abitati a valle della diga, seppellendo tutto. I morti sono più di duemila. Non può essere considerata una catastrofe naturale, visto che chi ha costruito la diga sapeva che la montagna era friabile. A riprova di ciò l’8 ottobre, il giorno prima della tragedia, su un cartello nella frazione Pineda era stato scritto: «Si segnala l’instabilità delle falde del monte Toc e pertanto è prudente allontanarsi dalla zona...».