Il 9 dicembre 1950 nasce a Düsseldorf, in Germania, il sassofonista Wolfgang Engstfeld. Dopo gli studi musicali compiuti sia all'università di Musica e Arti dello Spettacolo di Graz in Austria che al conservatorio Robert Schumann a Düsseldorf ottiene la prima importante scrittura con il gruppo Jazztrack. Nel 1978 insieme a Uli Beckerhoff forma i Changes, una formazione dedicata soprattutto a moderne forme di hard bop. Tra le sue esperienze più interessanti spicca quella del Wolfang Engstfeld Quartet e del quartetto con Michel Herr, Palle Danielsson e Leroy Lowe. Definito dalla critica come "il John Coltrane tedesco" in realtà nel suo stile mostra di aver subito anche l'influenza delle esperienze di Rollins, Garbarek e molti altri.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
08 dicembre, 2021
8 dicembre 1925 - Jimmy Smith, the incredible
L'8 dicembre 1925 a Norristown, in Pennsylvania, nasce il tastierista Jimmy Smith. Il suo nome completo è James Oscar Smith, ma nel mondo del jazz lo si conosce con il soprannome di "The Incredibile" per la sua tecnica straordinaria. Resta nella storia per essere stato il primo musicista a utilizzare l'organo elettronico, un Hammond B3 nel jazz. Dotato di uno stile molto personale, con un fraseggio fluido e la continua ripetizione del riff orchestrale è anche affascinato dalle possibilità espressive offerte dal rhythm and blues. Curioso sperimentatore sviluppa la sua ricerca musicale in varie direzioni e a partire dal 1962, diventa popolarissimo anche al di fuori della ristretta cerchia del jazz pubblicando brani come Walk on the wild side, Hobo flats, Who's afraid of Virginia Wolf, Home cookin', Prayer meeting, Back at the Chicken Shack, Got my mojo working e Hoochie Coochie man. Muore il 5 febbraio 2005.
07 dicembre, 2021
7 dicembre 1967 - (Sittin’ on) The dock of the bay
Il 7 dicembre 1967 Otis Redding registra (Sittin’ on) The dock of the bay, un brano da lui composto insieme al chitarrista Steve Cropper. Si tratta di una ballata soul carezzevole e leggermente ipnotica che si presta a infinite variazioni interpretative. Nelle sue intenzioni quella prima versione non dovrebbe essere la definitiva e si ripromette di lavorarci ancora con calma più avanti appena possibile. Lo aspetta, infatti, un breve tour nel Mid-West che avrebbe preferito evitare. Gli piace poco l’idea di spostarsi ogni giorno volando da una città all’altra come un pacco postale senza avere neppure il tempo di pensare. Non finirà mai la tournée perché il 10 dicembre 1967 l’aereo che lo sta trasportando a Madison, nel Wisconsin precipita nelle fredde acque del Lago Monoma. Con lui perdono la vita anche quattro componenti dei Bar-Kays, il gruppo che l’accompagna nei concerti: Jimmy King, Ron Caldwell, Phalm Jones e Carl Cunningham.
06 dicembre, 2021
6 dicembre 1947 - Uli Beckerhoff, una tromba del jazz tedesco
Il 6 dicembre 1947 nasce a Münster, in Germania, il trombettista Uli Beckerhoff. Inizia a suonare un po' per gioco negli anni in cui frequenta le scuole superiori, perfezionandosi in seguito a Colonia, dove, verso la fine degli anni Sessanta, entra in contatto con Manfred Schoof e gli a1tri esponenti del nuovo jazz tedesco. Per lungo tempo suona nella sezione fiati di molte grandi orchestre finché nel 1972 decide di sperimentare nuove strade ed entra nella formazione del Jazztrack Quintet. È l'inizio di una straordinaria carriera che fa di lui una delle trombe più significative del nuovo jazz tedesco. Tra le sue esperienze più interessanti ci sono quelle con il pianista Joachim Kuhn, con la Globe Unity Orchestra diretta dal pianista Alexander Von Sclippenbach e dal bassista Peter Kowald e con i Riot, un quintetto più influenzato dal jazz-rock.
05 dicembre, 2021
5 dicembre 1915 - Kansas Fields, il batterista conquistato dall'Europa
Il 5 dicembre 1915 nasce a Chapman, in Kansas, il batterista Kansas Fields, all'anagrafe Carl Donnell Fields. Nel 1928 si trasferisce a Chicago dove inizia a suonare in vari club della città conquistandosi una buona popolarità. Negli anni Trenta suona con personaggi come Jimmy Noone, King Kolax, Walter Fuller, Johnny Long e molti altri. Nel 1940 entra nella formazione di Roy Eldridge con la quale rimane qualche mese per tornare nuovamente con Johnny Long. In seguito dà vita a un proprio gruppo. Nel 1942 suona nella band di Ella Fitzgerald e poi con strumentisti di primo piano quali Benny Carter, Edgard Hayes, Charlie Barnet e Roger Kay. Chiamato alle armi, al suo rientro, nel 1945 suona prima con Cab Calloway successivamente con Claude Hopkins. Negli anni fra il 1946 e il 1953 lavora con Sidney Bechet, poi con Dizzy Gillespie, Eddie Condon e Roy Eldridge. Dopo un breve periodo con un proprio gruppo nel gennaio del 1953 viene scritturato per il tour europeo della band di Milton Mezzrow. Arrivato in Europa saluta i suoi compagni e si stabilisce in Francia, prestando il suo talento a varie formazioni europee e ai musicisti americani che si esibiscono sul suolo europeo come Albert Nicholas, Herb Flemming, Peanuts Holland, Bill Coleman e molti altri. Nel 1965 ritorna a Chicago dove inizia a suonare come prevalentemente come musicista di studio, a parte una breve parentesi con Dizzy Gillespie. Muore a Chicago il 3 agosto 1995.
04 dicembre, 2021
4 dicembre 2003 - L'ultimo tour degli Suede?
Il 4 dicembre 2003 inizia quello che dovrebbe essere l'ultimo tour della storia degli Suede. Da tempo la decisione era nell'aria. L'avventura di uno dei gruppi più significativi dell'ondata britpop degli anni Novanta sta per finire. Il flop dell'album A new morning accelera la fine della band che ha annunciato ufficialmente il proprio scioglimento due settimane dopo la pubblicazione della raccolta Singles. L'evento, se lo si può chiamare così, non è drammatico. Il tour che parte il 4 dicembre da Dublino e si concluderà a Londra il 13 dello stesso mese sarà l'ultimo del gruppo formato dal cantante Brett Anderson, dal chitarrista Bernard Butler, dal bassista Matt Osman e dal batterista Simon Gilbert. Poi ciascuno seguirà la propria strada. Senza drammi né ripensamenti, almeno così dicono. In realtà la decisione non sarà definitiva. Nel 2010 i Suede (con Richard Oakes alla chitarra) si riuniscono per un unico concerto di beneficenza alla Royal Albert Hall di Londra, in seguito vengono confermate altre date in Inghilterra e nel resto del mondo fino all'estate 2011, quando Brett Anderson annuncia per settembre l'uscita del suo quarto album solista Black Rainbows, per poi dedicarsi nuovamente ad un album di inediti firmato Suede. Il 18 marzo 2013 viene pubblicato, dopo dieci anni dall'ultimo disco, l'album intitolato Bloodsports, preceduto dall'uscita del singolo Barriers, brano messo a disposizione dei fans in download gratuito dal sito della band il 7 gennaio 2013, e dal brano It Starts And Ends With You pubblicato nel febbraio 2013. Il 7 settembre 2015 viene annunciato che nel gennaio 2016 uscirà ufficialmente il settimo album della band, intitolato Night Thoughts.
03 dicembre, 2021
3 dicembre 1938 - Angela Luce, bella come la faccia vera di Napoli
Il 3 dicembre 1938 nasce a Napoli Angela Savino, destinata a diventare una popolarissima attrice e cantante con il nome d'arte di Angela Luce. Il suo debutto ufficiale come cantante avviene nel 1954 alla Piedigrotta Bideri con il brano Zi' Carmilì. I biografi ufficiali sostengono che suo il nome d’arte, registrato con atto notarile, volesse essere un esplicito omaggio a Clara Booth Luce l’ambasciatrice statunitense in Italia dal 1953 al 1957. Dotata di una bellezza definita da Giuseppe Patroni Griffi “aggressiva e imbarazzante come la faccia vera di Napoli”, si dedica al teatro recitando sotto la guida di personaggi di primo piano come, tra gli altri, Eduardo De Filippo, Franco Zeffirelli e Garinei e Giovannini. Anche il cinema si accorge della sua personalità affidandole parti in più di cinquanta film con registi importanti come Luchino Visconti, Patroni Griffi, Pier Paolo Pasolini, Salvatore Samperi, Luigi Zampa, Dino Risi e altri. Nel 1970 arriva al secondo posto al Festival di Napoli cantando 'O divorzio, in coppia con l’attore Franco Franchi. Nel 1975 partecipa al Festival di Sanremo con Ipocrisia, una canzone che si piazza ancora al secondo posto a pari merito con Va speranza va interpretata da Rosanna Fratello. Nel dicembre 2008 pubblica la sua prima raccolta di poesie dal titolo "Momenti di.. Luce" per l'Editore Guida di Napoli, con presentazione curata dal regista Pupi Avati. Alcune poesie inserite nel libro sono poi divenute canzoni grazie alle musiche da Leonardo Barbareschi, e con questo libro ha vinto il Premio Speciale del Presidente (unitamente a Sergio Zavoli e Guido Ceronetti), assegnato nell'ambito del Premio Letterario Camaiore 2009. Tra le innumerevoli canzoni portate al successo sono da ricordare Bammenella ‘e coppa ‘o quartiere, Che vvuò cchiù, Senza frontiere, Per una notte, Te ne vaie, Chitarra nera, Popolo vesuviano, Nu poco 'e sentimento, Sunate manduline, Anema nera ed E a Napule ce sta.
02 dicembre, 2021
2 dicembre 1933 - Fiorella Bini, la cantante dal cognome ingombrante
Il 2 dicembre 1933 nasce a Milano la cantante Fiorella Bini. Il suo nome d'arte serve a nascondere un cognome piuttosto ingombrante per la scena musicale dell'epoca. All'anagrafe è registrata come Fiorella Cherubini. La ragazza infatti è figlia del famoso Bixio Cherubini, uno dei più prolifici autori e una delle personalità più influenti della musica di quell'epoca. Fiorella inizia a cantare nel 1953 con l'orchestra di Pippo Barzizza, passando poi in quella di Angelini. Dotata di una voce ariosa con ampia estensione, canta anche in coppia con Adriano Valle brani come Piccolo usignolo e Canto nella valle e nel 1955 vince la Maschera d'oro. Nel 1957 partecipa al Festival di Sanremo con Estasi in coppia con Flo Sandon’s e con il blues Raggio nella nebbia. Tra i suoi successi sono da ricordare Sorrisi e lacrime e una personale versione di My prayer. Muore a Roma, dopo una lunga malattia, il 15 febbraio 2004.
01 dicembre, 2021
1° dicembre 1970 - Approvata la legge sul divorzio
Nonostante la ferma opposizione della Chiesa e di gran parte delle organizzazioni d’ispirazione cattolica il 1° dicembre 1970 viene definitivamente approvata la legge sul divorzio, che ha già ottenuto, il 9 ottobre il consenso in Senato. Anche in Italia è possibile, come accade in quasi tutti i paesi europei, sciogliere legalmente il vincolo matrimoniale. Vasti settori dello schieramento contrario all’approvazione della legge annunciano la loro intenzione di raccogliere le firme per un referendum che porti alla sua cancellazione. Il 19 giugno 1971 consegneranno alla Corte di Cassazione la richiesta di abrogazione della legge sul divorzio, sottoscritta da 1.379.314 elettori.
30 novembre, 2021
30 novembre 1956 - Con l'Ampex nasce l'era della "differita" televisiva
Il 30 novembre 1956 negli Stati Uniti viene registrato per la prima volta un programma televisivo utilizzando il VR-1000, il primo della serie dei registratori su nastro video da 2 pollici Quadruplex a 4 tracce ideati da Alexander Poniatoff, il geniale inventore che una decina d'anni prima ha fondato la società Ampex. La prima trasmissione televisiva registrata magneticamente e trasmessa in differita usando il nuovo sistema di registrazione è "Douglas Edwards and the News". Il nome della Ampex è un acronimo di "Alexander M. Poniatoff EXcellence"
29 novembre, 2021
29 novembre 1927 - Narciso Parigi, il re dello stornello toscano
Il 29 novembre 1927 nasce a Campi Bisenzio, in Provincia di Firenze, Narciso Parigi. Esponente di spicco della scuola degli stornellatori toscani nella seconda metà degli anni Quaranta e negli anni Cinquanta è uno degli interpreti più amati dal pubblico radiofonico. La sua carriera inizia nel 1944 quando, dopo aver studiato canto lirico inizia a esibirsi con il Quartetto Fiorentino. Il primo ad accorgersi del suo talento è il maestro Francesco Ferrari che nello stesso anno lo convince a unirsi alla sua orchestra e gli apre le porte della radio. Il suo repertorio, inizialmente impostato su tipici stornelli o su brani dalla costruzione simile a quella delle stornellate, si apre progressivamente a un repertorio classicamente melodico. All’inizio degli anni Cinquanta la sua versione del drammatico brano Terra straniera ottiene un grandissimo successo. Nel 1954 Sergio Corbucci gira un film ispirato alla canzone nel quale narra la storia di un minatore italiano emigrato in Francia e affida proprio a Narciso Parigi il ruolo del protagonista. Nel 1955 partecipa al Festival di Sanremo con Incantatella in coppia con Claudio Villa e Ci ciu ci cantava un usignol, insieme Natalino Otto e i Radio Boys destinata a diventare un successo internazionale. Nel 1957 è tra i protagonisti di “Voci e volti della fortuna”, il programma radiotelevisivo precursore di “Canzonissima” e abbinato alla Lotteria di Capodanno. Nel 1960 in coppia con Luciano Rondinella vince il Festival internazionale di Firenze con Rondini fiorentine e nel 1962 torna sul palcoscenico sanremese con Vita, in coppia con Giorgio Consolini. Nel 1963 partecipa al Festival di Napoli con 'A stessa Maria, in coppia con Mario Abbate, e 'A fenesta 'e rimpietto con Maria Paris. Simbolo canoro di Firenze come Odoardo Spadaro, Narciso Parigi fa conoscere lo stornello toscano in tutto il mondo. Considerato uno dei più popolari interpreti della canzone italiana degli anni Cinquanta si avvale di uno stile asciutto e sobrio che non abusa di abbellimenti e tenta di colpire direttamente l’attenzione dell’ascoltatore. Il merito è anche di una perfetta dizione e di una tecnica vocale particolare, acquisita proprio nella lunga esperienza di stornellatore, che lo porta a far emergere le sfumature della melodia lasciando che la voce scivoli via come si fa sui doppi sensi degli stornelli. Nell’Italia del dopoguerra si fa conoscere grazie alla radio. È ancora un giovane di belle speranze quando dagli studi di Radio Firenze inizia a far innamorare l’Italia della sua voce da tenore leggero. Non canta soltanto stornelli, ma si cimenta con i motivi più in voga di quegli anni facendosi apprezzare per il modo spontaneo e coinvolgente che lo caratterizza. Proprio il suo carattere gioviale, il sorriso affabile e l’aria scanzonata lo fanno diventare un simbolo della canzone italiana nel mondo. Anche il cinema si accorge di lui e gli affida importanti ruoli da protagonista in una nutrita serie di pellicole di successo. Pur avendo dimostrato, in particolare nel periodo in cui canta con l’Orchestra Ferrari, di cavarsela egregiamente anche con la canzone ritmica di derivazione jazz, Narciso Parigi si mantiene fedele alla canzone italiana classica. La sua scelta è destinata a non modificarsi neppure quando altri suoi colleghi, di fronte all’irrompere di nuove mode si adeguano. E quando in Italia la fedeltà alla melodia non è particolarmente apprezzata lui cerca fortuna fuori dai confini nazionali. Si calcola che nella sua carriera abbia registrato quasi cinquemila brani.
28 novembre, 2021
28 novembre 1927 - Gigi Gryce, il sax dell'hard bop
Il 28 novembre 1927 nasce a Pensacola, in Florida, il sassofonista Gigi Gryce, all'anagrafe George General Grice. Fra tutti i sassofonisti dell'epoca di Charlie Parker è forse quello che meglio è riuscito ad affrancarsi dal peso e dalla ipoteca della suggestione del mito parkeriano. Molte sono le ragioni probabili di questa sua geniale originalità, la principale delle quali probabilmente è da attribuire alla sua provenienza da studi classici effettuati prima al conservatorio di Boston e poi in Europa, a Parigi, dove vive il clima cosmopolita del dopoguerra. Proprio nella capitale francese avviene, infatti, l'incontro fra jazz e cultura classica grazie anche all'apporto di intellettuali come Sartre, Boris Vian, Michel Leiris, Michel Butor. È questa tensione intellettuale, a spingere Gryce verso l'esperienza del cool jazz. Al suo ritorno a New York, nel 1953, viene ide ingaggiato da Max Roach che stava attraversando un periodo di sperimentazione in bilico fra il bop e il cool. Successivamente il suo incontro con Clifford Brown gli consente di inserirsi in un filone che tenta di mediare tra l'eccessivo intellettualismo del jazz californiano e la lettura stilistica dell'hard bop.. La lezione di Clifford Brown riporta Gryce a raccordarsi con la tradizione nera senza rinunciare a far tesoro dell'esperienza occidentale vissuta nella Parigi degli anni Cinquanta. In quel periodo suona spesso con il trombettista Art Farmer e con Donald Byrd. Proprio con quest'ultimo, espressione del post bop e fra gli inventori dell'hard più duro e ribelle, forma il Jazz Lab Quintet. Considerato e rispettato come uno dei grandi protagonisti della scena jazz della seconda metà del novecento muore d'infarto il 17 marzo 1983.
27 novembre, 2021
27 novembre 2000 - La morte assurda di Damilola Taylor ispira i So Solid Crew
Nel pomeriggio di lunedì 27 novembre 2000, a Londra Damilola Taylor, un bambino d'origine nigeriana di dieci anni torna a casa da scuola dove aveva partecipato ad un corso di computer. A poche centinaia di metri dall' istituto, in una strada deserta, viene aggredito e colpito con una bottiglia rotta alla gamba sinistra. Il taglio gli recide l' arteria femorale. Il bambino si trascina per un centinaio di metri, seguito da tre ragazzi che l'insultano, poi si accascia sul marciapiede dove viene soccorso dagli operai di un vicino cantiere. Il bambino arriva morto all' ospedale King's College, dissanguato. Qualche mese dopo l'assassinio Skat D, Face e Megaman dei So Solid Crew registrano No love, una canzone in ricordo di Damilola Taylor. Proprio Megaman spiega che la loro intenzione è quella di mandare un messaggio alle baby gang che li seguono e ascoltano la loro musica: «...il messaggio di questa canzone è la pace. Non c’è amore per le strade, in questo momento. Vogliamo che la negatività diventi positività e che la violenza finisca».
26 novembre, 2021
26 novembre 1956 - In Italia arrivano i flipper
Il 26 novembre 1956 i flipper vengono installati per la prima volta nei bar italiani. Nati negli Stati Uniti nel 1932 i "biliardini elettrici", come vengono chiamati nel nostro paese, suscitano la preoccupazione dei soliti benpensanti che ne chiedono la messa al bando perché «creano una generazione di giovani ipnotizzati che guardano nel vuoto seguendo le acrobazie della pallina». Caduta nel vuoto l'idea di metterli al bando diventano uno dei simboli degli anni Sessanta e di parte dei Settanta oltre a regalare il nome anche alla band dei Flippers, nata dalla frantumazione di vari gruppi jazz romani. La sua formazione storica comprende il futuro giornalista Fabrizio Zampa alla batteria, il vibrafonista e organista Romolo Forlai, il bassista Stefano Torossi, il trombettista e futuro opinionista Massimo Catalano e il pianista Franco Bracardi, destinato ad assurgere a grande popolarità come “accompagnatore ufficiale” di Maurizio Costanzo. Scoperti da Vincenzo Micocci pubblicano nel 1959 il loro primo singolo Muskrat rumble cha, cha, cha. Successivamente aggiungono alla formazione anche uno sconosciuto clarinettista che risponde al nome di Lucio Dalla. I Flippers collaborano poi con Edoardo Vianello fornendo la base musicale a vari dischi di successo come Hully gully in dieci, Sul cucuzzolo, Il peperone e I Watussi. Dopo la partecipazione al Cantagiro del 1962 la loro attività si riduce fino al definitivo scioglimento.
25 novembre, 2021
25 novembre 1963 - Gorella Gori, una delle protagoniste del café chantant
Il 25 novembre 1963 muore a Roma una signora di sessantatré anni che risponde al nome di Zaira Erba. Pochi lo sanno ma un tempo, con il nome d'arte di Gorella Gori, è stata una soubrette capace di entusiasmare folle d'appassionati nei ritrovi più alla moda del café chantant. Nata a Roma il 2 febbraio 1900 nel 1924 debutta come cantante di varietà in una rivista della “scandalosa” Anna Fougez. La sua voce ampia da stornellatrice, unita a una non comune capacità di "stare sulla scena", ne fanno una delle soubrette più contese di quel periodo. Come cantante partecipa anche a varie edizioni della Piedigrotta napoletana. Tra le sue interpretazioni di maggior successo di questo periodo sono da ricordare quelle di Vela surrentina, ‘O desiderio, Silenzio cantatore, Passione e Io ‘na chitarra e ‘a luna. Nel 1939 con "In campagna è caduta una stella" fa il suo debutto nel cinema. Dopo aver toccato vette altissime tra gli anni Trenta e i primi Quaranta, la sua popolarità comincia a calare e lei preferisce ridurre l'attività piuttosto che mendicare particine insignificanti in varietà di second'ordine. Pur continuando per qualche tempo nel cinema lascia per sempre l'attività dal vivo con un solo ripensamento nel 1954 quando torna alla prosa in un lavoro teatrale della compagnia di Andreina Pagnani.
24 novembre, 2021
24 novembre 1959 - George Irish, uno dei grandi strumentisti del jazz orchestrale
Il 24 novembre 1959 muore a Boston nel Massachusetts, il quarantanovenne sassofonista e clarinettista George Irish, uno dei protagonisti dell'epoca d'oro del jazz orchestrale. Nato a Panama nel 1910 si trasferisce ancora ragazzo con la famiglia a Boston dove si dedica agli studi musicali frequentando vari istituti di quella città. Sempre a Boston comincia a esibirsi come sassofonista in seno a gruppi locali e nel 1938 ottiene il suo primo importante ingaggio in veste di sassofonista-arrangiatore nell'orchestra della cantante Blanche Calloway, sorella di Cab. L'anno seguente entra a far parte dell'orchestra di Teddy Wilson in una straordinaria sezione di sassofoni che comprende Rudy Powell, Pete Clark e Ben Webster. Nel corso del 1940 si aggrega alla big band di Benny Carter e successivamente passa all'orchestra di Fletcher Henderson, poi in quella di Don Redman e infine alla testa di una sua formazione destinata a non avere vita lunghissima. Nel dopoguerra diventa insegnante di musica alla Academy Of Music di Arlington, incarico che mantiene sino al momento della sua prematura morte.
23 novembre, 2021
23 novembre 1941 - Franco Nero, l'alfa e l'omega del western all’italiana
Il 23 novembre 1941 nasce a San Prospero di Parma Franco Nero, registrato all'anagrafe come Francesco Sparanero. Dopo il diploma di ragioneria se ne va a Milano per frequentare la Facoltà di Economia e Commercio. Ben presto però decide che la laurea non è il suo obiettivo. Interrompe gli studi universitari e inizia a frequentare i corsi di recitazione del Piccolo Teatro di Milano. La prima occasione di passare al cinema arriva nel 1961 quando Mario Monicelli gli propone una parte in un episodio "Boccaccio 70". Lui non si sente pronto e rifiuta. Il debutto è solo rinviato al 1964 quando partecipa al film "La ragazza in prestito" con Annie Girardot e Rossano Brazzi. Dopo il successo di "Django" è Abele nel film "The Bible" (La Bibbia) di John Huston e Lancillotto nel musical "Camelot" di Joshua Logan. Nel 1967 vince il David di Donatello per "Il giorno della civetta" di Damiano Damiani, ispirato al romanzo di Leonardo Sciascia. Da quel momento diventa uno degli attori italiani più stimati in campo internazionale. Nella sua lunga carriera lavoracon registi come Elio Petri, Florestano Vancini, Marco Bellocchio, Luis Buñuel, Sergej Bondarčuk, Rainer Werner Fassbinder e tanti altri, compresi i già citati Houston e Damiani. Per gli amanti del western all’italiana però resta Django e Keoma, cioè l’inizio e la fine, l’alfa e l’omega, uno dei primi film e quello che chiude l’epopea di un genere che lui attraversa da protagonista. Franco Nero è il solitario dagli occhi azzurri, l’antieroe per eccellenza. Più tormentato del Clint Eastwood dei film di Leone ma non meno spietato di lui, agli occhi degli appassionati ha il merito di non aver mai tradito il genere che gli ha dato la fama. Nonostante la rapida popolarità internazionale, i fasti hollywoodiani e i premi importanti tributatigli dalla critica per opere cinematografiche di notevole impegno, non cessa mai di riprendere la colt e tornare in qualche paesino di frontiera. Lui accompagna il western all’italiana dall’inizio alla fine passando per le varie evoluzioni. Scolpisce il personaggio di Django, il più imitato di tutta la storia di quel genere cinematografico, quando le strade del west di casa nostra propongono solitari e vendicativi antieroi. Poi va nelle lande desolate del Sudamerica a dare una mano ai rivoluzionari quando il genere si apre alle spinte eversive delle ragioni dei poveri del mondo e diventa Cipolla Colt quando il western si fa ironico. Alla fine, mentre tutti stanno ormai emigrando verso altri generi, accetta di vestire i panni del mezzosangue Keoma per l’ultima grande avventura del western all’italiana.
22 novembre, 2021
22 novembre 1938 - Will Connell jr: niente legami, meglio free lance
Il 22 novembre 1938 a Los Angeles, in California, nasce Will Connell jr. Nei cataloghi e nelle enciclopedie del jazz viene classificato come sassofonista. La classificazione è vera ma incompleta perché Will è anche e soprattutto un grande sassofonista ma nella sua lunga carriera si è esibito senza patire troppe emozioni al flauto, al clarinetto e al pianoforte. Instabile nei suoi legami musicali studia al Los Angeles City College e poi si dà da fare sulla ricca scena jazz statunitense senza farsi catturare interamente da un progetto particolare. La sua attività è quella del free-lance disponibile anche a sperimentarsi ma refrattario all'idea di legarsi a un gruppo o a un musicista o anche soltanto a uno stile. Nei periodi in cui non trova da lavorare mette in piedi varie formazioni con le quali recupera qualche ingaggio soprattutto nella sua città natale. Tra le sue collaborazioni preferite c'è quella Horace Tapscott, uno dei geni a lungo incompresi della scena jazzistica di Los Angeles. Tra gli album migliori ai quali ha partecipato c'è And the players di Chico Hamilton, registrato nel 1976. Muore il 19 novembre 2014.
21 novembre, 2021
21 novembre 2003 - I Jethro Tull non amano la bandiera USA. Al bando!
Guai a chi tocca le stelle e le strisce della bandiera statunitense! Il 21 novembre 2003 vari giornali raccontano che le ultime vittime del clima neo-maccartista che sembra permeare la società degli States nell'era Bush sono i Jethro Tull. Ian Anderson, l'eterno leader del gruppo, infatti, intervistato da un quotidiano del New Jersey aveva messo in guardia contro il pericolo di un rinascente nazionalismo foriero di nuovi guai. Invitato a spiegarsi meglio, aveva cercato di dare il senso dell'angoscia suscitata in lui, scozzese e quindi straniero, dalla ossessiva esposizione della bandiera a stelle e strisce in ogni dove «Provo fastidio a vedere la bandiera americana su ogni maledetta station wagon, fuori da ogni locale, appesa su ogni casetta del Midwest. Attenzione perché è facile confondere il patriottismo col nazionalismo». Opinioni, dunque, molto personali ma figlie di un discorso più ampio. Eppure c'è chi ha visto in questi ragionamenti un'inqualificabile e insopportabile oltraggio alla propria sensibilità. Alcune emittenti radiofoniche hanno attuato un'immediata ritorsione: via i Jethro Tull dalla programmazione e per sempre.
20 novembre, 2021
20 novembre 1989 - Addio a Leonardo Sciascia
Il 20 novembre 1989 muore a Palermo, all’età di sessantotto anni lo scrittore Leonardo Sciascia, uno dei più vivaci protagonisti della letteratura italiana del dopoguerra. Nato a Racalmuto, in provincia di Agrigento nel 1921, si fa conoscere negli anni Cinquanta pubblicando due libri di poesie, “Favole della dittatura” stampato per la prima volta nel 1950 e “La Sicilia, il suo cuore”, uscito nel 1952. Ben presto trova nei racconti e nei romanzi la sua vera dimensione. Il suo taglio narrativo è lucido, essenziale e rigoroso e le storie attingono profondamente alla realtà, tanto che lo scrittore stesso le definisce «materia saggistica che assume i modi del racconto». Tra i suoi romanzi più conosciuti ci sono “Il giorno della civetta”, pubblicato nel 1961, “A ciascuno il suo” del 1966 e “Todo modo” del 1974, tutti portati anche sul grande schermo.
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