Il 18 dicembre 1965 al Supercinema di Roma viene proiettato per la prima volta il secondo western all'italiana di Sergio Leone. Si intitola "Per qualche dollaro in più" e la leggenda vuole che il titolo sia nato il giorno stesso della rottura con la Jolly Film, la casa di produzione di Giorgio Papi e Arrigo Colombo per la quale aveva girato "Per un pugno di dollari". È lo stesso Leone ad avvalorare la tesi sostenendo di esserselo inventato per ripicca proprio nel momento in cui dava loro l’addio senza avere la minima idea di quale sarebbe stato il soggetto. Il regista trova poi un nuovo produttore nell’avvocato Alberto Grimaldi che gli fa un’offerta di tutto rispetto: un compenso, la copertura delle spese e il 50% dei profitti. Con questa garanzia si mette al lavoro iniziando a tratteggiare il soggetto di massima con Duccio Tessari e Fernando Di Leo. Al momento della prima scrittura Tessari esce dall’impresa mentre Di Leo continua insieme a Enzo Dell'Aquila. Alla fine è lo stesso Sergio Leone, coadiuvato dal cognato Fulvio Morsella, a trasformare la bozza in un soggetto più dettagliato. Ai due si unisce poi lo sceneggiatore Luciano Vincenzoni, che in nove giorni scrive la sceneggiatura. Il film viene proiettato per la prima volta il 18 dicembre 1965 al Supercinema di Roma. Le reazioni entusiastiche del pubblico impressionano gli emissari della United Artists invitati da Luciano Vincenzoni ad assistere alla proiezione e convincono Ilya Ropert, il vicepresidente della società statunitense a comprare a scatola chiusa i diritti di distribuzione sul successivo film di Leone. Per il suo secondo western all’italiana Sergio Leone decide di puntare su una figura dalla quale il western classico di Hollywood si è sempre tenuto un po’ distante: il bounty killer. Se l’ambigua personalità di chi uccide per soldi cozza contro l’etica che caratterizza gli eroi statunitensi, costretti a essere moralmente edificanti in quanto elementi fondamentali di quella che viene chiamata “epica della frontiera” a lui non importa, anzi ne prende esplicitamente le distanze. «Gli Americani hanno sempre dipinto il West in termini romantici, con cavalli che corrono al fischio del padrone. Non hanno mai trattato il West seriamente, come noi non abbiamo mai trattato l'antica Roma seriamente. Forse il più serio dibattito sull'argomento è stato fatto da Kubrick in "Spartacus": gli altri film sono sempre stati favole di cartone. È stata questa superficialità che mi ha colpito e interessato». Per questa ragione quando si tratta di rimettere in sella il suo “uomo senza nome” dopo il successo di "Per un pugno di dollari" sceglie di farne un cacciatore di taglie. Con lo stesso cappello, lo stesso poncho e lo stesso, identico sigaro del film precedente Clint Eastwood diventa il Monco, un professionista dell’assassinio pagato dalla legge che fa tutto con la mano sinistra come se fosse un mancino ma spara con la destra. Ad affiancarlo c’è il Colonnello Mortimer, cacciatore di taglie più per necessità che per scelta se si dà retta alle osservazioni del profeta («...era un gran militare e ora s’è ridotto a fare il bounty killer) o, come si scopre alla fine, in qualche caso anche per vendetta. E proprio per sottolineare l’importanza assoluta del denaro il conteggio finale dei cadaveri viene effettuato utilizzando come unità di misura il valore in dollari delle taglie.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
18 dicembre, 2021
17 dicembre, 2021
17 dicembre 2004 - Bob Marley eroe nazionale giamaicano?
Il 17 dicembre 2004 vari giornali riportano la notizia di una singolare iniziativa nata in Giamaica. «In qualsiasi parte del mondo uno si trovi, quando sente pronunciare la parola Giamaica si accorge che viene inevitabilmente accostata a un nome solo, quello di Bob Marley». La dichiarazione è di Jacqueline Knight-Campbell, la donna che ha presentato l’iniziativa della “Bob Marley Foundation” per chiedere alle autorità del paese caraibico che il Profeta del Reggae venga proclamato Eroe Nazionale e che il giorno della sua nascita venga considerato Festa Nazionale. La mobilitazione da qualche tempo si sta intensificando e comincia a prendere forma la possibilità che possa avere successo. Se accadesse Bob Marley diventerebbe l’ottavo Eroe Nazionale di un paese decisamente restio a elargire con facilità questo tipo di onorificenza. Non mancano le resistenze da parte di chi sostiene che Bob ha avuto un rapporto spesso contrastato con l’isola che gli ha dato i natali e alla fine non se ne fa nulla, ma la questione resta aperta.
16 dicembre, 2021
16 dicembre 1945 - Jack Jenney, il trombonista vagabondo
Il 16 dicembre 1945 a Los Angeles, in California, muore il trombonista Jack Jenney, il cui vero nome è Truman Elliott Jenney. Figlio d'arte, nato a Mason City, nell'Iowa, il 12 maggio 1910 muove i primi passi nella musica a otto anni quando inizia a studiare la tromba. Poco tempo dopo però passa al trombone e a undici anni già suona nell'orchestra paterna. La sua carriera in proprio inizia nel 1928 quando viene scritturato da Austin Wylie. Successivamente passa con le orchestre di Mal Hallett nel 1933 e di Isham Jones nel 1934. Nella seconda metà degli anni Trenta lavora come musicista di studio per le Reti radiofoniche NBC e CBS di New York e si esibosce con le formazioni di Victor Young, Freddy Rich, Lennie Hayton e molti altri. Tra il 1938 e il 1940 dirige una propria big band allo scioglimento della quale entra nella formazione di Artie Shaw. Nel 1942 forma un trio a suo nome e appare nella sequenza della jam session nel film “Una stella nel cielo" di William Dieterle. L'anno dopo entra nell'orchestra di Benny Goodman e per qualche tempo dirige anche l'orchestra di Bobby Byrne chiamato alle armi. Dopo aver prestato il servizio militare alla fine del 1944 cerca di tornare nel giro ma viene colpito da una serie di gravi problemi renali che lo portano alla morte.
15 dicembre, 2021
15 dicembre 1897 - Ed Allen, una cornetta nata a Nashville
Il 15 dicembre 1897 nasce a Nashville, nel Tennessee, Ed Allen, all'anagrafe Edward Clifton Allen, una delle cornette più famose dei primi anni del jazz. Ricostruire fedelmente i primi periodi della sua carriera artistica non è impresa facile, anche perché inizia a suonare a dieci anni e come molti strumentisti dell'epoca registra vari dischi per molte etichette e sotto diversi nomi. Di certo si sa che nel 1922 suona con la Whispering Gold Band, a bordo del S.S. Capitol, un battello di linea che percorre il Mississippi. Nel 1925 lo si ritrova al fianco di Earl Hines all'Elite n° 2, un club di Chicago molto popolare. A partire dal 1927 suona a New York con Willie "The Lion" Smith, James "P." Johnson e soprattutto con Clarence Williams, con il quale resta poi per diversi anni. Tra le sue incisioni degne di nota ci sono due straordinari blues registrati con Bessie Smith per la Columbia nel 1929: Nobody knows you when you're down and out e I've got what it takes. Negli anni Trenta suona con la Earle Howard's Band e poi continua quasi esclusivamente come free lance. Muore a New York il 28 gennaio 1974.
14 dicembre, 2021
14 dicembre 1944 - Radio Libertà inizia le trasmissioni
Il 14 dicembre 1944 iniziano le trasmissioni dell'emittente partigiana "Radio Libertà" protagonista di una delle storie più affascinanti della Resistenza. L’emittente nasce nell'estate 1944 nel biellese quando al Comando zona, grazie alla complicità del conte Filippo Maria Trossi, arriva un apparecchio radiotrasmittente proveniente dall'aeroporto di Cameri. I primi a metterci mano sono Sam, nome di battaglia del chimico liberale Sandro Berruto appartenente alla 2a brigata "Garibaldi", Gamma, cioè il panettiere Giovanni Passaglia di Miagliano, il suo compaesano Grifo, un filatore che all’anagrafe si chiama Alfio Re e Gibo, nome di battaglia del ferroviere Luigi Galleis di Biella. Questo gruppo, dopo mesi di prove, il 14 dicembre 1944 riesce a mandare in onda la prima trasmissione dalle Case Trabbia di Callabiana nelle vicinanze di Biella. Sam è il programmista, Gibo lo speaker, Grifo il chitarrista, Gamma il tecnico. A pochi giorni dalla sua nascita Radio Libertà deve spostarsi. Interrotte le trasmissioni per evitare di essere intercettati da un rastrellamento in corso gli ingegnosi partigiani spostano l’attrezzatura dalle Case Trabbia di Callabiana a Sala Biellese. Gli impianti vengono revisionati e potenziati e maggior cura bviene dedicata alla programmazione. Anche la strumentazione musicale si arricchisce con l’arrivo di un altro chitarrista, una fisarmonica e una mandola, oltre al coro. Il responsabile della programmazione è Hans Striecher un garibaldino d’origini austriache maestro di musica il cui nome di battaglia è “Scat”, come il termine che definisce il canto ritmico del be-bop. Radio Libertà trasmette prima sulle lunghezze d'onda di 42,5 e di 21,5 metri e poi solo sulla lunghezza di metri 21. Le trasmissioni durano una mezz’oretta e iniziano alle 21.30. La sigla d’inizio trasmissione è rappresentata dalle prime dieci note di Fischia il vento, seguite dall’annuncio: «Radio Libertà, libera voce dei volontari della libertà. Non abbiano dubbi coloro che ci ascoltano, siamo partigiani, veri partigiani. Lo dice la nostra bandiera: Italia e libertà. Lo dice il nostro grido di battaglia: “Fuori i tedeschi, fuori i traditori fascisti”. Ecco chi siamo: null'altro che veri italiani. Le nostre parole giungeranno, valicando pianure e montagne, a tutti i compagni patrioti della Liguria, della Toscana, del Piemonte, della Lombardia, dell'Emilia, del Veneto, a tutti coloro che combattono per la nostra stessa causa. Viva l'Italia! Viva la libertà!» Questo è il testo dell’annuncio con il quale iniziano le trasmissioni. L’emittente trasmette fino a pochi giorni prima della Liberazione perché i fascisti riusciranno a danneggiarla nel corso della loro ultima offensiva iniziata il 19 aprile.
13 dicembre, 2021
13 dicembre 1903 - Sonny Greer, il primo batterista di Ellington
Il 13 dicembre 1903 nasce a Long Branch, nel New Jersey il batterista Sonny Greer, registrato all'anagrafe con il nome di William Alexander Jersey. Batterista molto versatile, nella seconda metà degli anni Dieci con Harry Yerek e successivamente suona anche con Fats Waller. L'incontro decisivo della sua vita però avviene nel 1919 a Washington quando conosce Duke Ellington dando inizio a una collaborazione destinata a durare vari anni. Proprio Greer convince il sassofonista Otto Hardwich e lo stesso Ellington ad andare a New York per suonare nell'orchestra di Wilbur Sweatman. L'esperienza però non è soddisfacente e si conclude con il ritorno dei tre amici a Washington dove nel 1923 Greer e Hardwich decidono di unirsi a Fats Waller e tornare a New York. Con loro ci sono anche il trombettista Arthur Whetsol il banjoista Elmer Snodwen mentre Ellington inizialmente rifiuta ma poi cede e raggiunge gli amici. Anche questa storia sembra nascere sotto una cattiva stella. All'inizio le cose si mettono male ma poi il quintetto, prima diretto da Snodwen e poi da Ellington, comincia a farsi conoscere e ottiene il definitivo successo all’Hollywood Café. Con l'orchestra di Ellington, Greer rimane fino al 1951 quando viene sostituito dal batterista bianco Louis Bellson. Suona poi Johnny Hodges e quindi come free-lance in alcuni famosi club di New York come lo Stuyvesant Casino o il Metropole, per lo più con band di jazz tradizionale. Muore il 23 marzo 1982.
12 dicembre, 2021
12 dicembre 1981 - Nicolas Vaporidis, dal nonno la passione per il cinema
Il 12 dicembre 1981 nasce a Roma l'attore Nicolas Vaporidis. È il nonno a fargli conoscere il mondo del cinema e ad affascinarlo quando è ancora un bambino. Nicolas Vaporidis, padre greco e madre romana, dopo la separazione dei suoi genitori resta a Roma con la madre, la sorella e un nonno speciale, direttore di produzione per la Maura Film. L’uomo, un amante del cinema che da più di quarant'anni è riuscito a trasformare la passione in un lavoro, diventa un punto di riferimento importante per il nipote e, giorno dopo giorno, lo contagia e gli trasmette il suo amore per il cinema. Il piccolo Nicolas non ha ancora undici anni quando spinto dal nonno nel 1992, partecipa senza fortuna al suo primo provino per il film "Ci hai rotto papà" di Castellano e Pipolo. Ha soltanto sedici anni quando l’adorato nonno muore lasciando a Nicolas l’eredità di un sacco di sogni da realizzare. Il ragazzo dopo la maturità, se ne va a Londra da solo per frequentare i seminari di recitazione del Lee Strasberg Theatre Institute mantenendosi grazie al lavoro di cameriere. Dopo un anno di vita londinese torna a Roma dove riesce trovare qualche lavoretto nell’ambiente del cinema e frequenta i corsi di recitazione del Teatro Azione sotto la guida di Isabella Del Bianco e Cristiano Censi, partecipando alla messa in scena di vari spettacoli. Nel 2003 fa il suo debutto sul grande schermo al fianco di Greta Scacchi ne "Il ronzio delle mosche" di Dario D’Ambrosi. L'anno dopo è tra i protagonisti di "13dici a tavola" di Enrico Oldoini e nel 2005 Pieraccioni lo scrittura per il suo "Ti amo in tutte le lingue del mondo". Nel 2006 arriva il grande successo con l’interpretazione del liceale Luca Molinari in "Notte prima degli esami" che trasforma Nicolas Vaporidis in uno dei nuovi divi del cinema italiano più amati dal pubblico femminile.
11 dicembre, 2021
11 dicembre 1944 - Brenda Lee, Little Miss Dynamite
L'11 dicembre 1944 a Lithonia, Atlanta, in Georgia nasce Brenda Mae Tarpley, destinata a diventare una delle cantanti più popolari tra i teenager alla fine degli anni Cinquanta con il nome d'arte di Brenda Lee. Vincitrice di un concorso per giovani talenti all'età di sei anni, a soli undici anni venne lanciata da Red Foley, una delle star del country, che la ospita nel suo show televisivo. Il 31 marzo 1956 si esibisce nell'Ozark Jubilee Show e due mesi dopo pubblica il suo primo singolo con Jambalaya, versione di un brano di Hank Williams. Il successo è rapido e travolgente e i giornali cominciano a soprannominarla "Little Miss Dynamite. In quel periodo debutta anche nel cinema con il film fantastico "The two little bears" diretto da Randall Hood. Eletta "la miglior cantante pop del mondo" nel 1962, 1963 e 1964 vede la sua popolarità andare in crisi con l'irrompere del beat sulla scena musicale. Dopo un lungo periodo di silenzio, negli anni Settanta si stabilisce a Nashville e torna prepotentemente alla ribalta come interprete country. Tra i brani di maggior successo del suo periodo d'oro ci sono Sweet nothin's, I'm sorry, That's all you gotta do, I want to be wanted, Let's jump the broomstick, Emotions, Dum Dum, Fool number one, Break it to me gently, Speak to me pretty, Here comes that feeling, It started all over again, Rockin' around the Christmas tree, All alone am I, Losing you, I wonder, Sweet impossible you, As usual, Think, Thanks a lot e Too many rivers.
10 dicembre, 2021
10 dicembre 1971 - Don Marino Barreto jr, l’ex legionario dalla voce confidenziale
Il 10 dicembre 1971 muore di cirrosi epatica Marino Barreto jr. Nato l'8 dicembre 1925 a Jovellanos, un borgo della regione di Matanzas, in Cuba, fin dalla più tenera età è costretto ad adattarsi a una vita vagabonda a causa delle alterne fortune politiche del padre, José Marino Barreto Lopez, sostenitore del presidente cubano Menocal. A quattordici anni si trasferisce definitivamente in Spagna con la famiglia, ma il suo carattere insofferente e rissoso è destinato a complicargli la vita. Qualche anno dopo scappa di casa e si arruola nella Legione Straniera. Ferito in combattimento si ritrova a far parte della banda musicale della Legione. L’esperienza lo appassiona e gli fa prendere la decisione di iscriversi ai corsi del conservatorio di Tetuan, dove si diploma in contrabbasso. Nel 1948, congedatosi dalla Legione, decide di tentare la fortuna come musicista e l’anno dopo arriva in Italia con l’orchestra di Roque Carabajo. Una sera a Viareggio è costretto a sostituire il cantante, colpito da una leggera forma influenzale. La risposta del pubblico lo convince a continuare. Dopo un primo periodo come cantante nel gruppo di Gigi Stock si mette in proprio dando inizio a un'avventura ricca di soddisfazioni e successo. In poco tempo diventa il caposcuola dello stile “confidenziale” che per gran parte degli anni Cinquanta vive momenti di grande splendore nella musica leggera italiana. Il suo primo grande successo discografico è La più bella del mondo un brano scritto da Marino Marini che vende oltre centomila copie e gli vale il Disco d’argento. Tra i suoi successi ci sono poi Hasta la vista señora, un brano di sua composizione per lungo tempo utilizzato come sigla dalla sua orchestra, e, soprattutto, Arrivederci, una delicata canzone di Umberto Bindi e Giorgio Calabrese destinata a vendere più di un milione di dischi. I puristi del bel canto all'italiana sostengono che senza amplificazione. non avrebbe mai potuto cantare perché... senza voce. La critica, pur se comprensibile, è del tutto infondata nel merito. Don Marino Barreto jr. arriva al canto un po' per caso e utilizza una tecnica vocale decisamente innovativa per la scena italiana. Canta con la voce sottile caratterizzata da un'alternanza di timbri e colori irrispettosa delle regole ma funzionale all'espressività dell'interpretazione. Il pubblico resta affascinato dal suo strano modo di cantare con un filo esile di voce che si fa rauco nei passaggi sussurrati, quasi gli si strozzassero in gola le note. Non corregge la sua leggera pronuncia esotica e gioca a spostare gli accenti delle parole e ad allungare le sillabe. La sua genialità si esprime anche nell'uso del microfono, visto dai detrattori come un difetto. Non è il primo interprete della scena musicale italiana di quell'epoca che canta usufruendo dell’amplificazione, ma è sicuramente uno dei primi a trattare il microfono come un vero e proprio strumento. Tutto ciò avviene in un periodo in cui gli interpreti del bel canto dalla voce possente e impostata guardano a quello strano aggeggio elettrico con diffidenza quando non con aperta ostilità visto che la potenza e la capacità d’emissione sono stati per lungo tempo l’elemento principale per giudicare un cantante: Don Marino Barreto jr. dimostra che un sussurro può essere fondamentale nell’interpretazione di una canzone alla pari di un acuto. Il pubblico gli tributa un successo straordinario. Non è un caso che quando la classifica dei dischi più venduti, quella che gli americani chiamano “Hit Parade”, fa la sua prima apparizione nel nostro paese nel 1959, per iniziativa del settimanale di musica e canzoni “Il Musichiere” il primo dominatore delle classifiche sia proprio lui che con la sua Arrivederci resiste al primo posto per ben due mesi, da settembre a ottobre.
09 dicembre, 2021
9 dicembre 1950 - Wolfgang Engstfeld, il John Coltrane tedesco
Il 9 dicembre 1950 nasce a Düsseldorf, in Germania, il sassofonista Wolfgang Engstfeld. Dopo gli studi musicali compiuti sia all'università di Musica e Arti dello Spettacolo di Graz in Austria che al conservatorio Robert Schumann a Düsseldorf ottiene la prima importante scrittura con il gruppo Jazztrack. Nel 1978 insieme a Uli Beckerhoff forma i Changes, una formazione dedicata soprattutto a moderne forme di hard bop. Tra le sue esperienze più interessanti spicca quella del Wolfang Engstfeld Quartet e del quartetto con Michel Herr, Palle Danielsson e Leroy Lowe. Definito dalla critica come "il John Coltrane tedesco" in realtà nel suo stile mostra di aver subito anche l'influenza delle esperienze di Rollins, Garbarek e molti altri.
08 dicembre, 2021
8 dicembre 1925 - Jimmy Smith, the incredible
L'8 dicembre 1925 a Norristown, in Pennsylvania, nasce il tastierista Jimmy Smith. Il suo nome completo è James Oscar Smith, ma nel mondo del jazz lo si conosce con il soprannome di "The Incredibile" per la sua tecnica straordinaria. Resta nella storia per essere stato il primo musicista a utilizzare l'organo elettronico, un Hammond B3 nel jazz. Dotato di uno stile molto personale, con un fraseggio fluido e la continua ripetizione del riff orchestrale è anche affascinato dalle possibilità espressive offerte dal rhythm and blues. Curioso sperimentatore sviluppa la sua ricerca musicale in varie direzioni e a partire dal 1962, diventa popolarissimo anche al di fuori della ristretta cerchia del jazz pubblicando brani come Walk on the wild side, Hobo flats, Who's afraid of Virginia Wolf, Home cookin', Prayer meeting, Back at the Chicken Shack, Got my mojo working e Hoochie Coochie man. Muore il 5 febbraio 2005.
07 dicembre, 2021
7 dicembre 1967 - (Sittin’ on) The dock of the bay
Il 7 dicembre 1967 Otis Redding registra (Sittin’ on) The dock of the bay, un brano da lui composto insieme al chitarrista Steve Cropper. Si tratta di una ballata soul carezzevole e leggermente ipnotica che si presta a infinite variazioni interpretative. Nelle sue intenzioni quella prima versione non dovrebbe essere la definitiva e si ripromette di lavorarci ancora con calma più avanti appena possibile. Lo aspetta, infatti, un breve tour nel Mid-West che avrebbe preferito evitare. Gli piace poco l’idea di spostarsi ogni giorno volando da una città all’altra come un pacco postale senza avere neppure il tempo di pensare. Non finirà mai la tournée perché il 10 dicembre 1967 l’aereo che lo sta trasportando a Madison, nel Wisconsin precipita nelle fredde acque del Lago Monoma. Con lui perdono la vita anche quattro componenti dei Bar-Kays, il gruppo che l’accompagna nei concerti: Jimmy King, Ron Caldwell, Phalm Jones e Carl Cunningham.
06 dicembre, 2021
6 dicembre 1947 - Uli Beckerhoff, una tromba del jazz tedesco
Il 6 dicembre 1947 nasce a Münster, in Germania, il trombettista Uli Beckerhoff. Inizia a suonare un po' per gioco negli anni in cui frequenta le scuole superiori, perfezionandosi in seguito a Colonia, dove, verso la fine degli anni Sessanta, entra in contatto con Manfred Schoof e gli a1tri esponenti del nuovo jazz tedesco. Per lungo tempo suona nella sezione fiati di molte grandi orchestre finché nel 1972 decide di sperimentare nuove strade ed entra nella formazione del Jazztrack Quintet. È l'inizio di una straordinaria carriera che fa di lui una delle trombe più significative del nuovo jazz tedesco. Tra le sue esperienze più interessanti ci sono quelle con il pianista Joachim Kuhn, con la Globe Unity Orchestra diretta dal pianista Alexander Von Sclippenbach e dal bassista Peter Kowald e con i Riot, un quintetto più influenzato dal jazz-rock.
05 dicembre, 2021
5 dicembre 1915 - Kansas Fields, il batterista conquistato dall'Europa
Il 5 dicembre 1915 nasce a Chapman, in Kansas, il batterista Kansas Fields, all'anagrafe Carl Donnell Fields. Nel 1928 si trasferisce a Chicago dove inizia a suonare in vari club della città conquistandosi una buona popolarità. Negli anni Trenta suona con personaggi come Jimmy Noone, King Kolax, Walter Fuller, Johnny Long e molti altri. Nel 1940 entra nella formazione di Roy Eldridge con la quale rimane qualche mese per tornare nuovamente con Johnny Long. In seguito dà vita a un proprio gruppo. Nel 1942 suona nella band di Ella Fitzgerald e poi con strumentisti di primo piano quali Benny Carter, Edgard Hayes, Charlie Barnet e Roger Kay. Chiamato alle armi, al suo rientro, nel 1945 suona prima con Cab Calloway successivamente con Claude Hopkins. Negli anni fra il 1946 e il 1953 lavora con Sidney Bechet, poi con Dizzy Gillespie, Eddie Condon e Roy Eldridge. Dopo un breve periodo con un proprio gruppo nel gennaio del 1953 viene scritturato per il tour europeo della band di Milton Mezzrow. Arrivato in Europa saluta i suoi compagni e si stabilisce in Francia, prestando il suo talento a varie formazioni europee e ai musicisti americani che si esibiscono sul suolo europeo come Albert Nicholas, Herb Flemming, Peanuts Holland, Bill Coleman e molti altri. Nel 1965 ritorna a Chicago dove inizia a suonare come prevalentemente come musicista di studio, a parte una breve parentesi con Dizzy Gillespie. Muore a Chicago il 3 agosto 1995.
04 dicembre, 2021
4 dicembre 2003 - L'ultimo tour degli Suede?
Il 4 dicembre 2003 inizia quello che dovrebbe essere l'ultimo tour della storia degli Suede. Da tempo la decisione era nell'aria. L'avventura di uno dei gruppi più significativi dell'ondata britpop degli anni Novanta sta per finire. Il flop dell'album A new morning accelera la fine della band che ha annunciato ufficialmente il proprio scioglimento due settimane dopo la pubblicazione della raccolta Singles. L'evento, se lo si può chiamare così, non è drammatico. Il tour che parte il 4 dicembre da Dublino e si concluderà a Londra il 13 dello stesso mese sarà l'ultimo del gruppo formato dal cantante Brett Anderson, dal chitarrista Bernard Butler, dal bassista Matt Osman e dal batterista Simon Gilbert. Poi ciascuno seguirà la propria strada. Senza drammi né ripensamenti, almeno così dicono. In realtà la decisione non sarà definitiva. Nel 2010 i Suede (con Richard Oakes alla chitarra) si riuniscono per un unico concerto di beneficenza alla Royal Albert Hall di Londra, in seguito vengono confermate altre date in Inghilterra e nel resto del mondo fino all'estate 2011, quando Brett Anderson annuncia per settembre l'uscita del suo quarto album solista Black Rainbows, per poi dedicarsi nuovamente ad un album di inediti firmato Suede. Il 18 marzo 2013 viene pubblicato, dopo dieci anni dall'ultimo disco, l'album intitolato Bloodsports, preceduto dall'uscita del singolo Barriers, brano messo a disposizione dei fans in download gratuito dal sito della band il 7 gennaio 2013, e dal brano It Starts And Ends With You pubblicato nel febbraio 2013. Il 7 settembre 2015 viene annunciato che nel gennaio 2016 uscirà ufficialmente il settimo album della band, intitolato Night Thoughts.
03 dicembre, 2021
3 dicembre 1938 - Angela Luce, bella come la faccia vera di Napoli
Il 3 dicembre 1938 nasce a Napoli Angela Savino, destinata a diventare una popolarissima attrice e cantante con il nome d'arte di Angela Luce. Il suo debutto ufficiale come cantante avviene nel 1954 alla Piedigrotta Bideri con il brano Zi' Carmilì. I biografi ufficiali sostengono che suo il nome d’arte, registrato con atto notarile, volesse essere un esplicito omaggio a Clara Booth Luce l’ambasciatrice statunitense in Italia dal 1953 al 1957. Dotata di una bellezza definita da Giuseppe Patroni Griffi “aggressiva e imbarazzante come la faccia vera di Napoli”, si dedica al teatro recitando sotto la guida di personaggi di primo piano come, tra gli altri, Eduardo De Filippo, Franco Zeffirelli e Garinei e Giovannini. Anche il cinema si accorge della sua personalità affidandole parti in più di cinquanta film con registi importanti come Luchino Visconti, Patroni Griffi, Pier Paolo Pasolini, Salvatore Samperi, Luigi Zampa, Dino Risi e altri. Nel 1970 arriva al secondo posto al Festival di Napoli cantando 'O divorzio, in coppia con l’attore Franco Franchi. Nel 1975 partecipa al Festival di Sanremo con Ipocrisia, una canzone che si piazza ancora al secondo posto a pari merito con Va speranza va interpretata da Rosanna Fratello. Nel dicembre 2008 pubblica la sua prima raccolta di poesie dal titolo "Momenti di.. Luce" per l'Editore Guida di Napoli, con presentazione curata dal regista Pupi Avati. Alcune poesie inserite nel libro sono poi divenute canzoni grazie alle musiche da Leonardo Barbareschi, e con questo libro ha vinto il Premio Speciale del Presidente (unitamente a Sergio Zavoli e Guido Ceronetti), assegnato nell'ambito del Premio Letterario Camaiore 2009. Tra le innumerevoli canzoni portate al successo sono da ricordare Bammenella ‘e coppa ‘o quartiere, Che vvuò cchiù, Senza frontiere, Per una notte, Te ne vaie, Chitarra nera, Popolo vesuviano, Nu poco 'e sentimento, Sunate manduline, Anema nera ed E a Napule ce sta.
02 dicembre, 2021
2 dicembre 1933 - Fiorella Bini, la cantante dal cognome ingombrante
Il 2 dicembre 1933 nasce a Milano la cantante Fiorella Bini. Il suo nome d'arte serve a nascondere un cognome piuttosto ingombrante per la scena musicale dell'epoca. All'anagrafe è registrata come Fiorella Cherubini. La ragazza infatti è figlia del famoso Bixio Cherubini, uno dei più prolifici autori e una delle personalità più influenti della musica di quell'epoca. Fiorella inizia a cantare nel 1953 con l'orchestra di Pippo Barzizza, passando poi in quella di Angelini. Dotata di una voce ariosa con ampia estensione, canta anche in coppia con Adriano Valle brani come Piccolo usignolo e Canto nella valle e nel 1955 vince la Maschera d'oro. Nel 1957 partecipa al Festival di Sanremo con Estasi in coppia con Flo Sandon’s e con il blues Raggio nella nebbia. Tra i suoi successi sono da ricordare Sorrisi e lacrime e una personale versione di My prayer. Muore a Roma, dopo una lunga malattia, il 15 febbraio 2004.
01 dicembre, 2021
1° dicembre 1970 - Approvata la legge sul divorzio
Nonostante la ferma opposizione della Chiesa e di gran parte delle organizzazioni d’ispirazione cattolica il 1° dicembre 1970 viene definitivamente approvata la legge sul divorzio, che ha già ottenuto, il 9 ottobre il consenso in Senato. Anche in Italia è possibile, come accade in quasi tutti i paesi europei, sciogliere legalmente il vincolo matrimoniale. Vasti settori dello schieramento contrario all’approvazione della legge annunciano la loro intenzione di raccogliere le firme per un referendum che porti alla sua cancellazione. Il 19 giugno 1971 consegneranno alla Corte di Cassazione la richiesta di abrogazione della legge sul divorzio, sottoscritta da 1.379.314 elettori.
30 novembre, 2021
30 novembre 1956 - Con l'Ampex nasce l'era della "differita" televisiva
Il 30 novembre 1956 negli Stati Uniti viene registrato per la prima volta un programma televisivo utilizzando il VR-1000, il primo della serie dei registratori su nastro video da 2 pollici Quadruplex a 4 tracce ideati da Alexander Poniatoff, il geniale inventore che una decina d'anni prima ha fondato la società Ampex. La prima trasmissione televisiva registrata magneticamente e trasmessa in differita usando il nuovo sistema di registrazione è "Douglas Edwards and the News". Il nome della Ampex è un acronimo di "Alexander M. Poniatoff EXcellence"
29 novembre, 2021
29 novembre 1927 - Narciso Parigi, il re dello stornello toscano
Il 29 novembre 1927 nasce a Campi Bisenzio, in Provincia di Firenze, Narciso Parigi. Esponente di spicco della scuola degli stornellatori toscani nella seconda metà degli anni Quaranta e negli anni Cinquanta è uno degli interpreti più amati dal pubblico radiofonico. La sua carriera inizia nel 1944 quando, dopo aver studiato canto lirico inizia a esibirsi con il Quartetto Fiorentino. Il primo ad accorgersi del suo talento è il maestro Francesco Ferrari che nello stesso anno lo convince a unirsi alla sua orchestra e gli apre le porte della radio. Il suo repertorio, inizialmente impostato su tipici stornelli o su brani dalla costruzione simile a quella delle stornellate, si apre progressivamente a un repertorio classicamente melodico. All’inizio degli anni Cinquanta la sua versione del drammatico brano Terra straniera ottiene un grandissimo successo. Nel 1954 Sergio Corbucci gira un film ispirato alla canzone nel quale narra la storia di un minatore italiano emigrato in Francia e affida proprio a Narciso Parigi il ruolo del protagonista. Nel 1955 partecipa al Festival di Sanremo con Incantatella in coppia con Claudio Villa e Ci ciu ci cantava un usignol, insieme Natalino Otto e i Radio Boys destinata a diventare un successo internazionale. Nel 1957 è tra i protagonisti di “Voci e volti della fortuna”, il programma radiotelevisivo precursore di “Canzonissima” e abbinato alla Lotteria di Capodanno. Nel 1960 in coppia con Luciano Rondinella vince il Festival internazionale di Firenze con Rondini fiorentine e nel 1962 torna sul palcoscenico sanremese con Vita, in coppia con Giorgio Consolini. Nel 1963 partecipa al Festival di Napoli con 'A stessa Maria, in coppia con Mario Abbate, e 'A fenesta 'e rimpietto con Maria Paris. Simbolo canoro di Firenze come Odoardo Spadaro, Narciso Parigi fa conoscere lo stornello toscano in tutto il mondo. Considerato uno dei più popolari interpreti della canzone italiana degli anni Cinquanta si avvale di uno stile asciutto e sobrio che non abusa di abbellimenti e tenta di colpire direttamente l’attenzione dell’ascoltatore. Il merito è anche di una perfetta dizione e di una tecnica vocale particolare, acquisita proprio nella lunga esperienza di stornellatore, che lo porta a far emergere le sfumature della melodia lasciando che la voce scivoli via come si fa sui doppi sensi degli stornelli. Nell’Italia del dopoguerra si fa conoscere grazie alla radio. È ancora un giovane di belle speranze quando dagli studi di Radio Firenze inizia a far innamorare l’Italia della sua voce da tenore leggero. Non canta soltanto stornelli, ma si cimenta con i motivi più in voga di quegli anni facendosi apprezzare per il modo spontaneo e coinvolgente che lo caratterizza. Proprio il suo carattere gioviale, il sorriso affabile e l’aria scanzonata lo fanno diventare un simbolo della canzone italiana nel mondo. Anche il cinema si accorge di lui e gli affida importanti ruoli da protagonista in una nutrita serie di pellicole di successo. Pur avendo dimostrato, in particolare nel periodo in cui canta con l’Orchestra Ferrari, di cavarsela egregiamente anche con la canzone ritmica di derivazione jazz, Narciso Parigi si mantiene fedele alla canzone italiana classica. La sua scelta è destinata a non modificarsi neppure quando altri suoi colleghi, di fronte all’irrompere di nuove mode si adeguano. E quando in Italia la fedeltà alla melodia non è particolarmente apprezzata lui cerca fortuna fuori dai confini nazionali. Si calcola che nella sua carriera abbia registrato quasi cinquemila brani.
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