Il 14 aprile 1932 nasce a Dallas, in Texas, il bluesman Bobby Davis, detto "Top Hat". Batterista con un buon talento anche per le tastiere è un cantante dalle ricche sfumature. Rappresentante del moderno blues di Chicago, muove i primi passi nel mondo dello spettacolo esibendosi come ballerino nei club di Dallas. Nel 1949 passa alla batteria e debutta con il sassofonista Buster Smith. Suona poi con Red Calhoun e dai primi anni Cinquanta con Zuzu Bollin, Adolphus Sneed, Li'l Son Jackson, Big Bo Thomas e Danny Davis. Nella seconda metà degli anni Cinquanta alla batteria affianca anche qualche escursione al pianoforte. In quel periodo suona con le orchestre di Roscoe Gordon, Class Evans e T -Bone Walker e nel 1958 si trasferisce a Houston nel Texas, dove si esibisce con Albert Collins, al Down Beat Club e con Wademouth Brown al Melody Club. Dopo un breve giro nell'Arkansas, all'inizio degli anni Sessanta si stabilisce a Chicago. Qui lavora come free-lance al fianco di Willie Mabon, Jimmy Rogers, Mighty Joe Young e Charles Brown. Nel 1962 forma il Big Three Trio con Jody Williams. Nel 1966 lascia la batteria per passare all'organo e da' vita a un gruppo che comprende la sorella Loretta alla batteria e Dorothy "Foots" Jones, una ballerina e suonatrice di wash-board. Negli anni Settanta si sperimenta su nuove contaminazioni con il pop incurante delle accuse dei tradizionalisti che gli rimproverano di essere scivolato su registri troppo commerciali.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
14 aprile, 2022
13 aprile, 2022
13 aprile 1934 - Lucia Altieri, la cantante italiana di Cuba
Il 13 aprile 1934 nasce a Foggia la cantante Lucia Altieri. Il suo vero nome è Lucia Nasillo e nei primi anni di carriera si esibisce con quel nome. Diventa Altieri soltanto dopo il matrimonio con Gianni Altieri. Dopo aver ottenuto buoni risultati in vari concorsi per voci nuove nel 1961 partecipa al IX Festival della Canzone Napoletana dove arriva in finale con 'O passato. Al Festival di Sanremo del 1962 interpreta in coppia con Wilma De Angelis, Lumicini rossi e nello stesso anno torna al Festival di Napoli con Tu staje sempre cu mme. Nel 1965 vince con Thanks il festival di Malta e nel 1967 rappresenta l'Italia al primo Festival Internazionale della Canzone Popolare dove arriva al secondo posto con la canzone Se potessi amare te. Negli anni Settanta si trasferisce a Cuba, dove organizza, in collaborazione con il Ministero della cultura, rassegne e concerti di musica internazionale.
11 aprile, 2022
11 aprile 1949 - Herbie Haymer, uno dei migliori tenorsassofonisti degli anni Trenta e Quaranta
L'11 aprile 1949 mentre sta tornando da una seduta in studio di registrazione muore in un incidente d'auto a Santa Monica, in California, il tenorsassofonista e clarinettista Herbie Haymer. Il suo vero nome è Herbert Haymer ed è nato a Jersey City, nel New Jersey, il 24 luglio 1915. Inizia giovanissimo e negli anni Trenta viene scritturato dalla Carl Sears-Johnny Watson Band a New York. Dopo un breve periodo trascorso con le orchestre di Rudy Vallee e di Charlie Barnet, nel 1936 entra a far parte del gruppo di Red Norvo con il quale rimane per due anni. Nel 1938 si unisce alla big band di Jimmy Dorsey con sui resta fino al 1941. Dal 1942 al 1944 suona con le formazioni di Woody Herman, Kay Kyser, Benny Goodman e Dave Hudkin. Dopo un breve periodo di ferma militare nel 1944 entra nella formazione di Red Nichols e nel 1947 passa con Benny Goodman nel 1947. È considerato uno dei migliori tenorsassofonisti degli anni Trenta e Quaranta.
10 aprile, 2022
10 aprile 1930 - Claude Bolling, pianista precoce di provenienza classica
Il 10 aprile 1930 nasce a Cannes, in Francia, il pianista Claude Bolling. Musicista precoce cresce nell'ambito della musica classica e nel 1944 dopo aver vinto il Tournoi des Amateurs, prende parte ai concerti organizzati dall'Hot Club di Francia all'École Normale di Musica. Nel 1945 forma un gruppo di jazz tradizionale, considerato insieme a quelli di Claude Abadie e Claude Luter, uno dei primi tre ensemble tradizionali sorti in Francia nel secondo dopoguerra. Nel 1948 accompagna la cantante Bertha “Chippie” Hill nell'esibizione per la Grande Settimana del Jazz. Successivamente suona con personaggi come Roy Eldridge, Lionel Hampton, Rex Stewart, Albert Nicholas, Cat Anderson Paul Gonsalves, Carmen McRae, Thad Jones e tanti altri. Nel 1955 forma la sua prima big band la cui esistenza è resa instabile da difficoltà di ogni tipo. Dopo aver constatato che in quegli anni il permanere di una grande orchestra stabile di jazz in Francia è estremamente difficile, riesce periodicamente a riunire alcuni dei migliori musicisti francesi in una formazione che sotto il nome di Show Bizz Band si esibisce in concerti, alla radio, alla televisione, incidendo dischi di grande qualità. Parallelamente lavora spesso con musicisti classici realizzando brani famosissimi come la Sonate pour Deux Pianos con Jean Bernard Pommier, il Concerto pour Guitare con Alexandre Lagoya e la Suite pour Flute et Piano Jazz. Compone anche numerose colonne sonore.
09 aprile, 2022
9 aprile 2004 - Ama la musica odia il razzismo
Il 9 aprile 2004 molti giornali riferiscono della nascita di un nuovo significativo movimento musicale. Si chiama “Love Music, Hate Racism” (Ama la musica, odia il razzismo), è nato da qualche mese in Gran Bretagna ma sta già dimostrando grande vitalità. È figlio dichiarato dell’associazione Rock Against Racism fondata alla fine degli anni Settanta da artisti come Billy Bragg, Clash, Tom Robinson, X-Ray Spexs, i Buzzcocks e Steel Pulse per contrastare l'estrema destra aggressiva e xenofoba. Oggi, di fronte alla ripresa di consensi del British National Party e soprattutto dopo la incredibile scelta di Eric Clapton di difendere pubblicamente le posizioni del razzista Enoch Powell la musica ha deciso di tornare in piazza. Tra i primi a prendere l’iniziativa spiccano i nomi della dominatrice delle classifiche Ms. Dynamite e dei Libertines, uno dei gruppi di maggior successo dell’ultima generazione. La strada che intendono seguire è quella percorsa nel passato: spendere la propri popolarità e la propria musica per una mobilitazione delle coscienze e delle persone contro i rigurgiti razzisti e nazisti. Fin dai primi, affollatissimi, concerti molti dei “vecchi" protagonisti si sono affiancati ai giovani, compreso Mick Jones dei Clash che non ha perso l’occasione per salire sul palco e suonare con i Libertines.
08 aprile, 2022
8 aprile 1938 – King Oliver, una leggenda del jazz
L’8 aprile 1938 a Savannah, in Georgia, muore il cornettista Joseph Joe Oliver, considerato una leggenda del jazz con il nome d’arte di King Oliver. Nato a New Orleans, Louisiana, il 11 maggio 1885 con lui il jazz cessa di essere un emento del folclore di New Orleans per assurgere al rango di genere musicale universalmente riconosciuto. Il fraseggio e la sonorità della sua cornetta sono rimasti un punto di riferimento per molte generazioni di musicisti a lui succedute. Muove i primi passi musicali in varirie brass band popolarissime nella sua città come la Olympia, la Eagle e la Magnolia Band. Successivamente passa con i Four Hot Hands di Richard M. Jones, imponendosi al pubblico come il più agguerrito rivale di Freddie Keppard, dominatore della scena jazzistica della Louisiana degli anni Dieci. Quando Keppard lascia New Orleans, Oliver si installa stabilmente al Pete Lala Saloon, uno dei locali più in vista della città dove conosce Clarence Williams, uno dei musicisti-impresari più importanti della musica nera di quegli anni che nel 1914 lo vuole con sé in una lunga tournée negli stati del sud che regala al cornettista popolarità e successo. Tornato a New Orleans inizia a collaborare con il trombonista Kid Ory fino a quando l'avvento del proibizionismo e la chiusura di gran parte dei locali lo costringe come altri a emigrare verso Chicago. Qui King Oliver suona contemporaneamente in due club: il Royal Gardens e il Dreamland Café. Per lui sono anni di grande fortuna. Diventa nei fatti il direttore e manager del Dreamland, suona al Pekin Cabaret, manda in vibilio critica e pubblico al Pergola Dancing Pavillon di San Francisco e poi se ne va a Los Angeles dove incontra un altro grande emigrato da New Orleans, Jelly Roll Morton. La sua Creole Jazz Band all’inizio degli anni Venti schiera una formazione stellare con lui e Louis Armstrog alla cornetta, Johnny Dodds al clarinetto, Honoré Dutrey al trombone, Lil Hardin al pianoforte, Baby Dodds, fratello di Johnny, alla batteria e Bill Johnson al basso. Nel 1924 inizia la parabola discendente. Uno dopo l'altro lo abbandonano i suoi migliori solisti. Honoré Dutrey viene sostituito da Calvin “Zue" Robertson, Dodds da Buster Bailey e Rudy Jackson. Lo stesso Armstrong, ormai marito di Lil Hardin, la raggiunge a New York e si lascia coinvolgere nella nuova avventura dell'orchestra di Fletcher Henderson. A tutte queste defezioni si aggiungono i colpi del destino. Un incendio scoppiato mentre sta per debuttare con una grossa orchestra al Lincoln Gardens rinnovato lo manda sul lastrico. King non s’arrende. Accetta di suonare nell'orchestra di Dave Peyton al Plantation Café, fin quando non riesce a rimettere in piedi una propria formazione, i Dixie Syncopators. Incredibile, ma vero, anche il Plantation Café viene distrutto dalle fiamme e Oliver per l'ennesima volta si ritrova senza lavoro. I Dixie Syncopators girano per gli Stati Uniti ma i tempi stanno cambiando. Pian piano quasi tutti i musicisti che stanno con lui se ne vanno a cercare fortuna altrove mentre Oliver comincia a essere perseguitato da una malattia terribile per chi deve suonare la cornetta: la piorrea, che colpisce le gengive e progressivamente fa cadere i denti. Negli ultimi anni di vita King Oliver non incide più un disco, suona saltuariamente e in locali fuori dal giro. La più terribile e cruda testimonianza del tramonto del vecchio re è evidente nelle lettere scritte alla sorella da Savannah, in Georgia, dove si è rifugiato adattandosi a fare ogni tipo di mestiere dopo aver venduto la preziosa tromba per comprare una dentiera. Scrive nel novembre del 1937: «Se mi accadesse qualcosa desidereresti avere il mio corpo? Fammelo sapere al più presto perché non penso che vivrò ancora a lungo, soprattutto se non posso curarmi. Qui non è come a New York o a Chicago... Se vuoi farti curare devi sborsare un mucchio di banconote verdi...». Quando muore per emorragia cerebrale fa il custode di una sala da biliardo.
07 aprile, 2022
7 aprile 1979 - Luciano Tajoli re di Toronto
Accolto come un re, nel 1979 Luciano Tajoli torna per l’ennesima volta in Canada. Lo attendono sei concerti organizzati da Bob Vinci, uno dei maggiori impresari del paese. Il debutto è previsto per sabato 7 aprile a Toronto, ma da tempo i biglietti per il concerto sono esauriti. I giornali parlano di lui come di un «...artista che in quarant’anni di carriera è riuscito ad assurgere all’Olimpo dello spettacolo internazionale» e lo paragonano a Louis Armstrong, Marlene Dietrich e Duke Ellington. Luciano legge e commenta: «Se raccontassi questi giudizi ai giornalisti italiani, probabilmente mi prenderebbero per matto, ma da noi c’è sempre questa strana voglia di distruggere l’immagine dei personaggi pubblici dopo averla costruita magari artificialmente. In fondo nel mio paese i personaggi veri e quelli inventati si confondono». La vena polemica non è del tutto ingiustificata, ma occorre aggiungere che la stima di cui gode nel nordamerica gli lascia anche maggior libertà interpretativa, consentendogli esperienze musicali diverse da quelle abituali. Si può dire che il pubblico canadese e statunitense conosce un Tajoli diverso dall’immagine che il cantante ha in Italia. Nei suoi concerti, per esempio, si diverte a presentare alcune canzoni tradizionali riarrangiate su schemi ritmici jazzati, alla maniera dei ‘crooner’.
06 aprile, 2022
6 aprile 2002 – Ken Livingston e Londra città della musica
Il 6 aprile 2002 la notizia arriva anche in Italia. Ken "The Red" Livingston, l'uomo che amministra Londra dopo aver sconfitto "da sinistra" laburisti e conservatori, non cessa di stupire. L'ultimo suo annuncio riguarda l'intenzione di rendere stabile e consolidato il rapporto già intenso con il mondo della musica. "Ken il rosso", dopo aver finanziato i progetti di educazione e di elaborazione musicale per i giovani delle periferie, ha deciso di andare oltre. Il suo progetto, infatti, è quello di «trasformare Londra nella culla mondiale della musica, delle arti e delle industrie “creative”. Forte dell'esperienza e del prestigio acquisito sul campo, nonché dell'appoggio di un elenco impressionante di artisti, il sindaco londinese ha avviato una serie di confronti per raccogliere idee, suggerimenti e progetti impegnandosi a modificare i piani di sviluppo economico della città. Non mancano le critiche. Gli ambienti conservatori lo accusano di muoversi «solo sul piano della propaganda", mentre una parte dei laburisti osserva che la proposta pecca di «scarsa concretezza». Imperturbabile, come sempre, Ken il Rosso non si è lasciato impressionare e ha risposto per le rime. Ricordando il prezioso valore sociale assunto in questi anni dalla musica e dalle arti in genere, ha rigettato al mittente le accuse di "scarsa concretezza": «I settori creativi sono il cuore della capitale e rappresentano per Londra una delle sorgenti di crescita economica più significative e a più rapido sviluppo. Il loro futuro stato di salute è di estrema importanza, considerando che questo comparto dà lavoro a oltre quattrocentomila persone». Non lo dice, ma si capisce che alla base di tutto c'è l'idea di fondo del suo programma elettorale: insieme alla lotta contro le privatizzazioni dei servizi e alla difesa degli spazi pubblici della città, è la creatività culturale e la sua capacità di parlare con molte lingue la linfa che può alimentare il "rinascimento" sociale e civile della città.
05 aprile, 2022
5 aprile 1925 - Stan Levey, uno dei migliori batteristi di scuola moderna
Il 5 aprile 1925 nasce a Philadelphia, in Pennsylvania, il batterista Stan Levey. Considerato tra i migliori batteristi di scuola “moderna" comincia a interessarsi di musica studiando piano e arrangiamento alla high school. La prima scrittura di un certo rilievo la ottiene nel 1942 al Down Beat Club di Philadelphia con Dizzy Gillespie e l’anno dopo suona a New York con Oscar Pettiford e Barney Bigard. Quando nel mondo del jazz inizia a farsi strada la rivoluzione dei boppers Stan Levy suona al Three Deuces, un club della 52a strada di New York, in trio con il pianista italo-americano Joe Albany e il contrabbassista Curly Russell. Al trio si aggiunge poi Charlie Parker e qualche tempo dopo Dizzy Gillespie. Levy ha così l'opportunità di suonare accanto a due dei padri fondatori del be bop destinati ad avere una grande influenza sulla sua maturazione stilistica. Con il quintetto di Parker e Gillespie resta fino a tutto il 1945. Successivamente suona con Gillespie al Billy Berg's di Hollywood. Negli anni dal 1946 al 1952 suona con Woody Herman, George Auld, Charlie Ventura e George Shearing. Nel 1952 viene scritturato da Stan Kenton per sostituire Shelly Manne. Nel 1954 suona con il contrabbassista Howard Rumsey alla Lighthouse di Hermosa Beach divenendo ben presto una delle figure di primo piano della West Coast. Muore a Van Nuys, in California, il 19 aprile 2005.
04 aprile, 2022
4 aprile 1949 - L’Italia nella NATO
Il 4 aprile 1949 l’Italia entra a far parte della NATO. «De Gasperi paga all’America il debito della sua campagna elettorale svendendo la sovranità italiana». Così titolano i giornali di sinistra in un’Italia che si spacca in due di fronte alla prospettiva di aderire a un sistema integrato di difesa contro i paesi dell’Est sotto il comando degli Stati Uniti. Grandi manifestazioni di piazza, scioperi e una massiccia mobilitazione delle forze contrarie al cosiddetto ‘Patto Atlantico’ precedono un dibattito parlamentare il cui esito appare scontato, alla luce del peso preponderante che la Democrazia Cristiana ha in entrambe le camere. Nasce anche il Movimento dei Partigiani della Pace, animato innanzitutto da comunisti e socialisti, di cui fanno, però, parte gruppi significativi d’ispirazione laica e cattolica. L’idea di una forza militare coordinata evoca scenari di guerra in un periodo in cui ancora troppo fresche sono le ferite umane e materiali e i segni delle distruzioni del recente conflitto. Una grande parte degli intellettuali lancia appelli e si mobilita in prima persona chiedendo al parlamento italiano di operare una scelta di neutralità. Le forze politiche e gli ambienti favorevoli all’accordo, invece, sostengono l’ineluttabilità di questa scelta per difendersi dal ‘pericolo rosso’ e paventano il rischio di invasioni da est contro le quali un’Italia disarmata non potrebbe reagire. Il clima è quello della guerra fredda tra due grandi potenze, USA e URSS, che si sono già accordate per divisione del mondo in due diverse aree di influenza. Un’Italia neutrale non rientra nei disegni dei nuovi occupanti statunitensi, vista anche la sua collocazione geografica di primaria importanza strategica nello scacchiere del Mediterraneo. Qualche perplessità sulla scelta emerge anche nello schieramento governativo, ma la ragion di Stato alla fine prevale. Dopo un’aspra battaglia parlamentare delle sinistre, che usano anche lo strumento dell’ostruzionismo, la decisione viene infine assunta e il 4 aprile 1949 l’Italia entra a far parte del ‘Patto Atlantico’.
03 aprile, 2022
3 aprile 1922 - Carlo Lizzani, un regista cresciuto alla scuola del neorealismo
Carlo Lizzani nasce a Roma il 3 Aprile 1922. Il suo primo incontro con il cinema avviene all’inizio degli anni Quaranta quando scrive articoli di critica per le riviste “Cinema” e “Bianco e nero”. Nel 1946 partecipa attivamente al neorealismo sceneggiando “Il sole sorge ancora” di Aldo Vergano cui prende parte anche come attore insieme a Gillo Pontecorvo. Varie sceneggiature al fianco di De Santis, Rossellini, Lattuada precedono il debutto alla regia nel 1951 con “Achtung, banditi”, il primo di una lunga serie di lavori sul tema dell’antifascismo. Nel 1954 ottiene un grande successo con “Cronache di poveri amanti”, riduzione cinematografica dell’omonimo romanzo di Vasco Pratolini. Negli anni successivi si misura con vari generi, dal comico al documentario, al western anche se la grande scuola del neorealismo gli consente di esprimersi al meglio nella trasposizione filmica della storia e della cronaca. Tra i film più importanti della sua carriera ci sono “Lo svitato” nel 1954, “Il processo di Verona” e “La vita agra” nel 1963, “Svegliati e uccidi” nel 1965, “Banditi a Milano” e “Requiescant” nel 1967, “L’amante di Gramigna” nel 1968, “Roma bene” del 1971, “Mussolini ultimo atto” del 1974, “San Babila ore 20 un delitto inutile” nel 1976, “Nucleo Zero” nel 1984, “Cattiva” nel 1991, “Celluloide” nel 1995 e “Hotel Meina” del 2007. Muore a Roma il 5 ottobre 2013.
02 aprile, 2022
2 aprile 2007 - Nasce l’Auditel del satellite
Il 2 aprile 2007 per la prima volta nella storia della televisione italiana, l’Auditel, l’ente specializzato nella rilevazione dei dati relativi all’ascolto televisivo, comunica gli indici d’ascolto dettagliati di ciascun canale satellitare e non più soltanto il dato complessivo della piattaforma Sky. La pubblicazione dei risultati dei rilevamento evidenzia alcune sorprendenti novità con una radicale modifica delle gerarchie che fino a quel momento hanno regolato il mercato pubblicitario.
01 aprile, 2022
1° aprile 1927 - Amos Milburn, il bluesman dal tocco potente della mano destra
Il 1° aprile 1927 nasce a Houston, Texas il cantante e pianista Amos Milburn. Comincia a suonare il piano fin da giovanissimo esibendosi la domenica in chiesa e il sabato sera nei barrelhouse locali. Proprio in quelle serate negli affollati ritrovi acquista quel tocco potente della mano destra che sarebbe divenuto la chiave di volta del suo successo. Durante la guerra si arruola nei marines e per lungo tempo se ne sta fermo in California dove impara a conoscere il blues sofisticato e urbano che in quel periodo sta nascendo in quella regione. Influenzato dai primi successi di Charles Brown, Nat King Cole e Roy Milton, alla fine della guerra forma un'orchestra simile a quella di Milton ma con in più una ritmica molto forte che da all'insieme uno swing irresistibile. Il grande successo arriva quando all'orchestra si unisce il sassofonista Maxwell Davis. A partire dal 1953 Milburn riduce progressivamente la sua attività. Muore il 3 gennaio 1980.
31 marzo, 2022
31 marzo 2007 - Will Smith contro gli zombie
Il 31 marzo 2007 terminano le riprese di "Io sono leggenda", il film campione d'incassi dei primi mesi del 2008. Diretto dal regista Francis Lawrence è interpretato da Will Smith e racconta le peripezie di un ex scienziato militare alle prese con le conseguenze di un virus letale che ha sterminato gli esseri umani trasformando i sopravvissuti in vampiri. Non si tratta di un soggetto nuovo, ma del terzo adattamento per il grande schermo dell'omonimo romanzo scritto da Richard Matheson nel 1954 dopo le due versioni cinematografiche precedenti: "L'ultimo uomo della terra" diretto da Ubaldo Ragona e Sidney Salkow nel 1964 e "1975: Occhi bianchi sul pianeta terra" girato da Boris Sagal nel 1971. L'idea di riprendere e aggiornarne il soggetto nasce nel 1995, quando la Warner Bros ne acquista i diritti cinematografici con l'intenzione di farlo dirigere da Ridley Scott e di assegnare la parte di protagonista a Arnold Schwarzenegger. Questa ipotesi è destinata a tramontare per problemi di budget. Le riprese di "Io sono leggenda" iniziano ufficialmente il 23 settembre 2006 e si svolgono prevalentemente a New York e dintorni. Terminano il 31 marzo 2007. Il costo finale del film si aggira intorno a 150 milioni di dollari. Tra le curiosità della pellicola c'è il fatto che Sam, il cane lupo che accompagna il protagonista, è in realtà interpretato da ben due esemplari di pastori tedeschi di tre anni che si chiamano Abbey e Kona.
30 marzo, 2022
30 aprile 1967 - Muhammad Alì non combatte contro i vietnamiti
Il 30 aprile 1967 a Louisville il pugile Cassius Clay, campione del mondo dei pesi massimi, rifiuta vestire la divisa dell'esercito degli Stati Uniti. Muhammad Alì, come si fa chiamare dopo la sua conversione alla religione mussulmana, non intende derogare dalla sua decisione. Spiega che non ha alcuna intenzione di combattere contro gli oppressi del Vietnam vestendo la divisa di un paese nel quale vigono ancora forme di discriminazione razziale. A nulla valgono le grandi pressioni messe in atto dalle autorità e dall'apparato mediatico-sportivo. Incriminato per renitenza alla leva il 20 giugno 1967 viene privato del titolo di campione del mondo e condannato al carcere.
29 marzo, 2022
29 marzo 1907 - Abe Lincoln, l’allievo di Jack Teagarden
Il 29 marzo 1907 nasce a Lancaster, in Pennsylvania, Abram Lincoln destinato a diventare un trombonista jazz popolarissimo con il nome di Abe Lincoln. Figlio di un musicista comincia a suonare il trombone da bambino. Ottiene i suoi primi importanti ingaggi nel 1925 con i Varsity Eight e gli University Six. L'anno successivo sostituisce Tommy Dorsey in seno ai California Ramblers e proprio con questo gruppo, all'epoca popolarissimo, prende parte a una nutrita serie di incisioni per la Columbia nelle quali ha modo di mettersi in evidenza come solista dì trombone pur con una tecnica strumentale ancora un po' acerba. Verso la fine degli anni Venti suona con i Goofus Five e con i gruppi di Arthur Lange, Ace Brigode, Ted Wallace. All'inizio degli anni Trenta è nelle formazioni di Roger Wolfe Kahn e di Paul Whiteman e proprio durante questo periodo conosce Jack Teagarden di cui diventa negli anni successivi uno dei più autorevoli discepoli. Tra il 1934 e il 1938 suona e incide con l'orchestra di Ozzie Nelson. Trasferitosi in California entra poi nell'orchestra di Perry Botkin, con cui accompagnare anche Hoagy Carmichael ed Ella Logan. Suona quindi nella formazione di Victor Young utilizzata regolarmente da Bing Crosby, Judy Garland, Johnny Mercer e da altri celebri big. A partire dal dopoguerra entra a far parte del clan dei dixielander della California comprendente Matty Matlock, Eddie Miller, Dick Cary, Stan Wrightsman, Nappy Lamare, Nick Fatool, ecc. a fianco dei quali suona e incide per molti anni consecutivi prendendo parte a varie edizioni del festival di Pasadena. Nel corso degli anni Sessanta fa parte dei Village Stompers e nel 1967 della jazz band di Wild Bill Davison. Muore il 9 giugno 2000 a Val Nuys in California.
28 marzo, 2022
28 marzo 2008 - "Accelerate" dei REM
Il 28 marzo 2008 esce in Europa l’atteso nuovo album dei R.E.M.. Si intitola Accelerate e la band guidata da Michael Stipe ci sta lavorando da più di un anno. Dopo l'autocritica pubblica dello stesso Stipe sul precedente Around the sun è cresciuta l'attesa di critica e fans del gruppo nei confronti della nuova esperienza. Il disco si rivela all'altezza delle aspettative. Il gruppo appare in grande forma e carico d'energia e regala trentaquattro minuti di musica piena, tirata e veloce. Stipe e compagni della conferenza stampa confessano di aver scritto le canzoni in poco tempo: «siamo una live-band che si diverte e ci siamo accorti di aver trascorso troppo tempo negli studi di registrazione, in passato». Nei testi non mancano i riferimenti politici alla politica di Bush, al disastro di New Orleans e ai temi ecologici anche se appaiono un po’ meno espliciti di quanto è accaduto nel recente passato.
27 marzo, 2022
27 marzo 1896 – Carlo Airoldi, primo squalificato alle olimpiadi moderne
Il 27 marzo 1896 arriva sul suolo greco Carlo Airoli. Dei duecentottantasei iscritti alla prima Olimpiade moderna, che si svolge ad Atene, ben centonovantasette sono greci. Lui è l'unico italiano. Viene da Origgio, in provincia di Varese e passerà alla storia per essere stata la prima di una serie lunghissima di vittime della norma che vieta le gare olimpiche ai professionisti. Iscritto alla gara della maratona parte a piedi da Milano in febbraio intenzionato ad allenarsi così per la gara. Percorre circa sessanta chilometri al giorno, seguendo i binari della ferrovia e fa fronte alle spese del suo mantenimento con i soldi ricevuto da una casa editrice di giornali, alla quale invia strampalate e colorite corrispondenze. Arrivato sulle coste slave si imbarca ed arriva a Patrasso il 27 marzo. Il 31 marzo è ad Atene, pronto per prendere il via della maratona che si deve svolgere il 26 aprile, ma la giuria decide di escluderlo perchè "professionista": l'anno prima ha ricevuto un piccolo premio in denaro per aver vinto la Torino - Marsiglia - Barcellona, una gara di dodici giorni durante la quale i concorrenti hanno percorso 1020 chilometri. In effetti Airoldi, figlio di contadini, sopravvive nell'Italia povera di quei tempi, fidandosi più dei suoi muscoli che di lavori veri e propri. Non si pone alcun limite, convinto dei suoi mezzi, non trascura alcuna occasione per confrontarsi con gli altri: dalle scommesse a braccio di ferro fino a sfidare a cavallo con successo al Trotter di Milano, nel 1894, il leggendario Buffalo Bill. Dopo un viaggio così lungo e dispendioso, la notizia della squalifica lo ferisce profondamente e gli lascerà il segno per tutta la vita. Offeso per essere stato ingiustamente defraudato di un suo diritto, rifiuta orgogliosamente l'offerta di re Giorgio I di Grecia, che vuole trovare un modo di ricompensarlo per la delusione, dicendo: "Nonostante quello che si pensa da queste parti, maestà, gli atleti italiani non si vendono". Tornato in Italia riparte ben presto per affrontare nuove sfide in Europa e nel Sud America. Tra le sue imprese c'è anche una vittoria a Porto Alegre, in Brasile, in una gara di corsa contro gli scaricatori di porto, portando sulle spalle un sacco da 150 chili. Quando l'età non gli consente di continuare la sua attività sportiva entra nella fabbrica di biciclette Legnano, di cui diventa capofabbrica, passando poi a ricoprire il ruolo di massaggiatore-allenatore della squadra ciclistica della stessa ditta. Muore nel 1929, a sessant'anni, sostenendo fino all'ultimo dei suoi giorni di essere stato vittima di una grande ingiustizia: «Ad Atene mi hanno squalificato perchè doveva vincere un greco».
26 marzo, 2022
26 marzo 2004 - Jackson Browne: basta con l’embargo e le menzogne su Cuba!
Il 26 marzo 2004 i media di tutto il mondo rilanciano la notizia di una presa di posizione forte da parte di Jackson Browne. Non è la prima volta che il cantautore prende carta e penna (si fa per dire!) per contestare l’establishment e la politica estera degli Stati Uniti, il suo paese, da lui definita più volte e senza mezzi termini “imperialista”. Questa volta di fronte alla negazione del visto d’ingresso negli Stati Uniti al cantautore cubano Carlos Varela alza il tiro sull’embargo verso Cuba. Sostiene che la maggioranza dei cittadini degli Stati Uniti ritiene sbagliata la politica americana nei confronti di Cuba e la definisce «un vecchio retaggio della guerra fredda» tenuto in piedi dai repubblicani per avere il voto dei cubano-americani di Miami. Per Jackson Browne gli Stati Uniti mantenendo l’embargo diventano «oppressori» e impediscono di «fornire medicinali a chi è ammalato e dare cibo a chi ha fame». Invita infine il suo paese a non illudersi di poter condizionare la politica di Cuba con questi atteggiamenti perché i giovani artisti cubani, anche quando sono critici «rispettano le realizzazioni dei loro leader» pur «impazienti di agire per proprio conto» e non immaginano per il loro paese un futuro diverso da quello «deciso dal popolo cubano e non dagli USA».
25 marzo, 2022
25 marzo 2008 - La rivincita dell'ex colonia sugli ex colonizzatori
In molti la definiscono "la rivincita dell'ex colonia sugli ex colonizzatori". Il 25 marzo 2008 la casa automobilistica indiana Tata Motors chiude l'accordo per acquistare dalla statunitense Ford i marchi Jaguar e Land Rover. L'operazione costata 2,6 miliardi di dollari e arrivata alla fine di una trattativa lunghissima segna l'ennesimo fallimento di Ford nella gestione di altri marchi. Annunciando l'accordo Ratan Tata, il leader del gruppo indiano, dichiara che non ci saranno stravolgimenti: «La nostra intenzione è quella di conservare l'immagine, il prestigio e la tradizione dei due marchi. La nostra sfida è quella di farli crescere e prosperare». Le condizioni dell'accordo prevedono che Tata si assuma le passività derivanti dai pensionamenti e continui a rifornirsi di motori, carrozzerie e altri sistemi dagli stabilimenti della Ford a Bridgend, in Galles, e a Dagenham, nei pressi di Londra.
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