19 maggio, 2022

19 maggio 1935 - Cecil McBee, uno dei contrabbassisti più registrati

Il 19 maggio 1935 nasce a Tulsa, in Oklahoma, il contrabbassista Cecil McBee. Il suo primo strumento è il clarinetto, che studia durante le scuole superiori e suona in duo con la sorella. Nel 1952 inizia ad appassionarsi al contrabbasso sonandolo nei piccoli gruppi che animano i night di Tulsa. Decide poi di fare sul serio approfondendo lo studio dello strumento e affiancandolo anche a quello di composizione jazzistica in una scuola di Wilberforce nell'Ohio. Quando si trova a svolgere il servizio militare a Fort-Knox diventa direttore della banda militare. Nel 1962 si trasferisce a Detroit dove entrato a far parte del gruppo di Paul Winter con il quale nel 1964 se ne va a New York. Nella "grande mela" inizia a suonare e incidere con molti musicisti d'avanguardia tra i quali spiccano i nomi Grachan Moncur, Jakie McLean, Wayne Shorter, Freddie Hubbard, Miles Davis, Charles Lloyd, Yusef Lateef, Bobby Hutcherson, Pharoah Sanders, Alice Coltrane, Charles Tolliver, Lonnie Liston Smith, Sam Rivers, Woody Shaw e Dollar Brand. È uno dei contrabbassisti che ha partecipato al maggior numero di registrazioni della sua generazione. Il suo stile, basato sulle innovazioni di Scott LaFaro e di Jimmy Garrison ha una sonorità pulita anche se un po' metallica, immediatamente riconoscibile. Molto spettacolare ha influenzato gran parte dei contrabbassisti della sua età.


18 maggio, 2022

18 maggio 1960 - Anche le donne negli uffici pubblici

Le norme che in Italia escludono le donne dagli uffici pubblici sono abolite perché incostituzionali. Lo sancisce, con una propria sentenza, la Corte Costituzionale il 18 maggio 1960 che, di fatto, abroga le norme della legge del 1917 che prevedono l’esclusione delle donne dagli uffici pubblici. La decisione viene accolta, in generale, con soddisfazione, anche se non manca chi fa notare che si tratta di un ulteriore passo sulla strada «della dissoluzione dei nostri costumi e delle nostre tradizioni culturali».

17 maggio, 2022

17 maggio 2003 - Yoko Ono, una settantenne al vertice delle classifiche dance USA

«Devo essere la prima settantenne della storia ad arrivare al primo posto nelle classifiche dance» Così il 17 maggio 2003 Yoko Ono commenta il successo di Walking on thin ice, un brano da lei composto nel 1980 e divenuto tragicamente famoso perché John Lennon, che aveva suonato la chitarra sull'incisione, aveva con sé il master al momento del suo assassinio. All'epoca era stato pubblicato, ma non aveva avuto particolare successo. Nel 2003 è successo il miracolo grazie a un remix realizzato da un team di DJ quali Rui da Silva, Felix da Housecat e Danny Tenaglia, ai quali si sono aggiunti i Pet Shop Boys.


16 maggio, 2022

16 maggio 1955 - Salvatore Carnevale, un uomo da bruciare

Lunedì 16 maggio 1955, nel giorno che segue la festa patronale di Sciara, un comune della provincia di Palermo, il giovane sindacalista della CGIL Salvatore Carnevale, detto Turiddu, viene brutalmente assassinato mentre sta percorrendo il sentiero che conduce alla cava di pietra situata poco fuori dalla città. È il trentottesimo esponente del movimento contadino siciliano a cadere vittima delle violenze mafiose in difesa degli interessi dei vari potentati economici dell’isola. Il suo assassinio desta molto scalpore non solo per la gravità del fatto, ma anche perché si verifica in un momento in cui la Sicilia sembrava essere attraversata da una relativa calma nello stillicidio di omicidi su commissione di sindacalisti, dirigenti politici e lavoratori per opera della mafia. Nato a Galati Mamertino, un paese in provincia di Messina, il 25 settembre 1925 Salvatore Carnevale si trasferisce a Sciara ancora piccolissimo quando la madre si separa dal marito. L’esperienza scolastica dura poco per lui che sta sui banchi di scuola soltanto fino alla terza elementare perchè poi è costretto ad andarsene nei campi a lavorare a giornata. Non se ne va, però, la voglia di studiare tanto che prende il diploma di quinta elementare prima di partire per il servizio di leva. Sotto le armi scopre anche nuove idee e quando torna al paese contribuisce alla nascita della sezione socialista e della Camera del Lavoro di Sciara. Nel 1951 organizza l’occupazione simbolica del feudo chiamato “della Principessa”. Viene arrestato insieme a tre compagni e rinchiuso nel carcere di Termini per una decina di giorni. Rinviati a giudizio devono aspettare l’estate del 1954 prima che la vicenda giudiziaria si concluda con l’assoluzione. Il movimento contadino ottiene però i primi successi con alcune assegnazioni di terre. Nell’agosto del 1952 Salvatore se ne va via dalla Sicilia dopo che la mafia, il 7 agosto 1952, ha ucciso a colpi d’accetta il militante comunista e suo amico Filippo Intile. Arriva in Toscana, nel paese di Montevarchi in provincia d’Arezzo dove trova da lavorare. Il 14 agosto 1954 torna a Sciara e dà vita a una serie di iniziative per l’accelerazione delle procedure di assegnazione della terra ai contadini. Guida anche una nuova occupazione del feudo Notarbartolo e viene condannato a due mesi di carcere con la sospensione condizionale. Rimasto disoccupato nel 1955 comincia a lavorare nel cantiere edile della ditta De Blasi. Due mesi dopo viene di nuovo licenziato. Inaspettatamente riceve un’offerta dalla ditta Lambertini di Bologna, che per i lavori di costruzione del doppio binario ferroviario sfrutta una cava di proprietà dei Notarbartolo, sotto il controllo dei mafiosi locali. Salvatore accetta ma continua nella sua attività sindacale. Organizza gli operai e chiede l'applicazione della giornata lavorativa di otto ore. Nella sera tra il 10 e l’11 maggio un emissario della mafia lo minaccia esplicitamente di morte. Per tutta risposta Salvatore il 12 maggio organizza uno sciopero dei lavoratori della cava. Quattro giorni dopo viene assassinato. Sulla vicenda Valentino Orsini e i due fratelli Paolo e Vittorio Taviani girano il film "Un uomo da bruciare" interpretato da Gianmaria Volonté.


15 maggio, 2022

15 maggio 1935 - Pavese condannato al confino

Il 15 maggio 1935 Cesare Pavese viene condannato al confino. Come mai? Tutto inizia nel 1930 quando, a soli ventidue anni, si laurea con una tesi sull’interpretazione della poesia di Walt Whitman e comincia a scrivere sulle pagine della rivista “La cultura”. Per vivere insegna nelle scuole serali e private e traduce poeti e scrittori della letteratura inglese e americana. Un anno dopo muore sua madre. Pavese, rimasto solo, si trasferisce nell’abitazione della sorella Maria, presso la quale abiterà fino alla morte. Proprio nel 1931 viene stampato a Firenze il primo libro interamente tradotto da lui: “Il nostro signor Wrenn” di Sinclair Lewis. Nel 1933 nasce la casa editrice Einaudi, un progetto al quale lo scrittore partecipa con entusiasmo non soltanto per l’amicizia che lo lega a Giulio Einaudi. Dopo l’arresto di Leone Ginzburg la polizia fascista lo convoca come “persona informata sui fatti” perché ha accettato di far arrivare presso di lui alcune lettere fortemente compromettenti sul piano politico indirizzate a un’intellettuale comunista, laureata in matematica e fortemente impegnata nella lotta antifascista. Pavese, interrogato, rifiuta di fare il nome della donna e il 15 maggio 1935 viene condannato per sospetto antifascismo a tre anni di confino da scontare a Brancaleone Calabro. I tre anni si riducono a uno per la concessione della grazia e in questo periodo comincia a scrivere il diario che verrà editato postumo nel 1952 con il titolo “Il mestiere di vivere”.

14 maggio, 2022

14 maggio 1988 – Il suono fresco dei Fairground Attraction

Il 14 maggio 1988 al vertice della classifica britannica dei singoli più venduti arriva un disco decisamente inusuale per la scena musicale di quel periodo. Si tratta di Perfect, un brano che fa conoscere al grande pubblico i Fairground Attraction. In un'epoca in cui sembra che l'immagine e la sofisticazione del suono siano la sola risorsa del pop commerciale, la band britannica fa una scelta in controtendenza. Il brano e, ancor di più l'album The first of a million kisses si fanno notare per l'originalità del loro suono fresco e senza eccessive sofisticazioni, una sorta di miscela tra pop e folk con apporti diversi di stampo jazzistico. L'immagine del gruppo, in sintonia con la musica, è tutta affidata alla voce e agli atteggiamenti da antidiva miope della cantante, la scozzese Eddie Reader, all'anagrafe Sadenia Reader, una ragazza che ha all'attivo una lunga gavetta da corista in sala di registrazione e in tour di artisti come gli Eurythmics e Alison Moyet. È lei l'anima della band, la cui formazione comprende il chitarrista Mark Nevin, proveniente da una delle tante formazioni dei Belvederes di Jane Aire, il batterista Roy Dodds e il bassista Simon Edwards. Quest'ultimo nei Fairground non suona il basso tradizionale, ma il "guitarron", una chitarra acustica di origine messicana impostata e accordata come un basso. Il successo di Perfect viene confermato dal secondo singolo Find my love. Tra il 1988 e il 1989 la band colleziona una lunga serie di riconoscimenti da pubblico, critica e giornali specializzati. La maternità di Eddie impedisce però ai Fairground Attraction di sfruttare il buon momento per tentare il grande salto sul mercato internazionale. Quando la ragazza rientra in servizio nascono le prime tensioni tra lei e i compagni. L'insuccesso del secondo album farà il resto. In aperta rottura con il gruppo, la cantante deciderà di andarsene per continuare da sola, ma i risultati non saranno all'altezza delle aspettative.

13 maggio, 2022

13 maggio 2007 - Un'enciclica in musica

Il 13 maggio 2007 viene eseguita in prima mondiale a Roma l'opera "Omnia vincit amor - Eros e Agape". L'autore è l'ottantaduenne Gianni Ferrio, compositore di Parole parole per Mina e di moltissime altre canzoni per gran parte dei protagonisti della musica leggera italiana. Questa volta si cimenta in un lavoro diverso dal solito e non soltanto dal punto di vista dell'impostazione musicale. La composizione, infatti, è esplicitamente ispirata alla "Deus caritas est", la lettera enciclica del Pontificato di Benedetto XVI. Interpellato dai giornalisti l'autore nega di aver voluto fare un'opera di musica sacra: «Questo lavoro è la mia confessione. Ci sono soprattutto io, il mio passato e il mio presente...». E per chi chiede maggiori lumi sulle intenzioni e sull'ispirazione aggiunge: «Se proprio occorre dare un senso al tutto posso dire che ho cercato di mettere ordine al caotico affollamento delle mie idee musicali. Ne sentivo il bisogno...»

12 maggio, 2022

12 maggio 2007 - Family Day o Coraggio Laico?

Il 12 maggio 2007 a Roma si svolgono due manifestazioni contrapposte chiamate "Family Day" e "Coraggio Laico". La prima si svolge in Piazza San Giovanni, è organizzata da un gran numero di associazioni cattoliche e ha lo scopo è di difendere e sostenere la famiglia tradizionale contro ogni tipo di innovazione sul piano giuridico. La seconda è a Piazza Navona, dove Radicali, Verdi e Socialisti, con l'appoggio di un gran numero di associazioni laiche e per la difesa dei diritti civili intendono ricordare la vittoria laica nella battaglia per il divorzio del 12 maggio 1974. Diverse sono anche le dinamiche delle due manifestazioni. Decisamente più tradizionale il Family Day, che inizia alle 15 aperto da Paola Rivetta, conduttrice del Tg5, seguita da due portavoce delle associazioni cattoliche, Savino Pezzotta ed Eugenia Roccella e dal Presidente del Forum delle famiglie, Giovanni Giacobbe. Dal palco si esibiscono poi vari artisti come l'orchestra di Pinuccio Pirazzoli e il cantante Povia. Meno disciplinata ma altrettanto motivata appare la manifestazione di "Coraggio Laico", aperta con mezz'oretta di ritardo dallo speaker ufficiale Alessandro Cecchi Paone sulle note della canzone Ti regalerò una rosa di Simone Cristicchi continua come una lunga festa fino a sera inoltrata. Tra i suoi promotori figura anche una lunga lista di artisti e personaggi dello spettacolo che comprende: Giorgio Albertazzi, Barbara Alberti, Zeudi Araya, Marco Bellocchio, Eugenio Bennato, Giorgia Bongianni, Candido Cannavò, Pino Caruso, Claudio Coccoluto, Serena Dandini, Francesca D'Aloja, Massimo Dapporto, Luciano De Crescenzo, Domiziana Giordano, Gianni Ippoliti, Luciana Litizzetto, Cristiano Malgioglio, Milva, Ferzan Ozpetek, Giuseppe Piccioni, Platinette, Francesca Reggiani, Davide Riondino, Pasquale Squitieri, Oliviero Toscani, Ornella Vanoni, Dario Vergassola, Piero Chiambretti, Antonio Cornacchione, Luca Guadagnino, Rosetta Stella, Luciana Viviani, Fulvio Abbate, Edoardo Gabriellini, Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, Moni Ovadia, Helena Velena, Franco Battiato, Gruppo musicale genovese "Altera", Beppe Barra e Giovanni Albanese.

11 maggio, 2022

11 maggio 2003 - Ms Dynamite rischia il licenziamento

L'11 maggio 2003 i quotidiani popolari britannici danno sempre più per probabile la rescissione del contratto di Ms Dynamite da parte della sua casa discografica. Rilevano anche che se ciò accade non ci sono vere giustificazioni economiche. La ragazza, fino a pochi mesi fa giudicata una delle nuove cantanti britanniche più promettenti, ha venduto in patria più di mezzo milione di copie del suo album A little deeper, ha vinto due Brits Awards e il premio Mercury Music. Non è, però, tutto qui. Ms Dynamite, infatti, poco tempo prima ha fatto molto arrabbiare i dirigenti della sua etichetta perché si era permessa di mandare a quel paese il governo Blair nel corso delle manifestazioni contro la guerra, minacciando addirittura di candidarsi alle elezioni. Si sono così arrabbiati che le hanno inviato una lettera ufficiale di richiamo il cui succo è: pensa alla carriera, non alla politica perché hai un'immagine da difendere! Lei ha fatto spallucce. In più, a dispetto di chi la invitava a non complicarsi la vita, ha deciso di fare un figlio proprio mentre dovrebbe essere impegnata in piena campagna promozionale per il nuovo disco. Secondo le indiscrezioni dei tabloid ce ne sarebbe abbastanza per licenziarla.


10 maggio, 2022

10 maggio 1978 - Basta coi manicomi!

La lunga lotta condotta dallo psichiatra Franco Basaglia contro i manicomi ottiene un primo, significativo successo. Egli sostiene che queste strutture siano dei veri e propri luoghi di reclusione, più che di cure delle malattie psichiche. Il 10 maggio 1978 viene approvata la legge n. 180 che abolisce le strutture manicomiali del nostro paese. Purtroppo però essa è destinata a restare in gran parte inattuata, soprattutto per la parte che riguarda i servizi territoriali di prevenzione, assistenza e cura delle malattie psichiche.

09 maggio, 2022

9 maggio 1969 - Vincenzo Musolino, da pescatore a protagonista del cinema italiano

Il 9 maggio 1969 muore a Roma l'attore e regista Vincenzo Musolino. Nato a Reggio Calabria nel 1930, il suo primo lavoro è quello del pescatore, scelto non per particolare vocazione ma perché è l’unica possibilità che sembra offrirgli la sorte e la sua condizione sociale. Tra la salsedine, il sole e le reti da rammendare un giorno arriva una persona destinata a cambiare radicalmente tutte le sue prospettive. Si chiama Renato Castellani, è un regista e sceneggiatore convinto che il neorealismo si possa efficacemente mescolare con i toni leggeri della commedia. Ci ha già provato nel 1948 con "Sotto il sole di Roma" e l’anno dopo con "È primavera" ma ha in mente un ulteriore salto di qualità. La sua idea è quella di trasportare la storia di Giulietta e Romeo nell’Italia del dopoguerra con tono leggero e un lieto fine. Per la parte di Carmela, la protagonista femminile ha già scelto la quindicenne Maria Fiore. Quando vede Vincenzo Musolino gli propone di interpretare Antonio, il protagonista maschile e il giovane pescatore accetta. Nasce così "Due soldi di speranza". Il film ottiene un successo eclatante e rivela al mondo le qualità d’attore di Musolino. Dopo aver interpretato una trentina di film tra i quali spicca il pluripremiato "La ciociara" di Vittorio De Sica, nel 1966 debutta come sceneggiatore con il nome d’arte di Glenn Vincent Davis in "Vajas con Dios, Gringo!" e due anni dopo passa per la prima volta alla regia dirigendo un altro western: "Chiedi perdono a Dio, non a me". Nel 1969, pochi mesi dopo l’uscita nelle sale di "Quintana", il suo secondo film come regista, muore improvvisamente a Roma.


08 maggio, 2022

8 maggio 1958 - Muttonleg Donnelly, dal violino al trombone

L'8 maggio 1958 muore a New York il trombonista Muttonleg Donnelly, il cui vero nome è Theodore Donnelly. Nato a Oklahoma City, in Oklahoma, il 13 novembre 1912 si avvicina alla musica all'età di otto anni iniziando a studiare violino. Successivamente si appassiona al trombone e decide di cambiare strumento. Ha vent'anni quando fa il suo esordio professionale nell'orchestra di George E. Lee di Kansas City, per passare nel 1934 in quella di Tommy Douglas. Due anni dopo entra nei Twelve Clouds Of Joy diretti da Andy Kirk con i quali resta fino all'inizio del 1943. Nel dicembre 1943 entra a far parte dell'orchestra di Count Basie con la quale resta fino allo scioglimento. Nel 1950 entra per breve tempo nell'organico del gruppo di Illinois Jacquet per passare poi in quello di Erskine Hawkins con il quale resta fino a pochi mesi prima della morte.


07 maggio, 2022

7 maggio 1935 - Lasse Bagge, il talentuoso

Il 7 maggio 1935 nasce a Stoccolma il polistrumentista Lasse Bagge, registrato all'anagrafe con il nome di Eric Lars Otto Bagge. A tredici anni inizia a suonare la tromba in una orchestra scolastica. Il suo debutto professionale avviene come pianista, nel 1941. Nel 1955 suona nel gruppo di Lars Gullin. L'anno dopo è con Ib Glindemann, e dal 1956 al 1957 fa il pianista a bordo della motonave Stockholm in servizio sulla rotta Stoccolma - New York. Dal 1957 al 1959 fa parte della Carl - Henrik Norin Orchestra e dal 1958 lavora per un anno come fagottista nella orchestra sinfonica di Gävle. In seguito si dedica ad attività didattiche a Katrineholm. Pianista influenzato dal nervoso lirismo di Bill Evans, ha inciso con Lars Gullin, Karl Eric Norin, Monica Zetterlund e Rolfe Billberg.


06 maggio, 2022

6 maggio 1981 - La loggia P2

All'inizio degli anni Ottanta nessuno ancora la conosce, ma in breve tempo la sigla P2 diventerà il simbolo dei misteri d’Italia. Tutto inizia il 6 maggio 1981 quando, nell’ambito dell’inchiesta sul banchiere Michele Sindona, i carabinieri perquisiscono la sede della massoneria italiana a Palazzo Giustiniani a Roma e sequestrano numerosi documenti sulla loggia P2 di Licio Gelli. Si tratta di una loggia massonica segreta o ‘coperta’, come si chiama in gergo. Quella che sembra una normale operazione d’indagine per acquisire elementi utili alle indagini si rivelerà in breve tempo un complicato intreccio tra politica e affari ricco di misteri e di punti oscuri, molti dei quali non saranno mai completamente chiariti. L’8 maggio si decide di formare una commissione parlamentare d’indagine sui rapporti tra funzionari pubblici e la loggia massonica P2. Il 20 maggio 1981 viene resa nota resa nota una prima lista dei presunti iscritti alla P2. Fanno scalpore, tra gli altri, i nomi del segretario del partito socialdemocratico Pietro Longo, degli imprenditori Silvio Berlusconi e Angelo Rizzoli, dei giornalisti Maurizio Costanzo e Roberto Gervaso, dei banchieri Roberto Calvi e Michele Sindona e del cantante Claudio Villa.

05 maggio, 2022

5 maggio 2005 - Parte da Mestre il "Terrestre Tour" dei Subsonica

Il 5 maggio 2005 inizia da Mestre un nuovo tour dei Subsonica. Si chiama “Terrestre” come l'album arrivato poche settimane prima nei negozi il cui titolo non è scelto a caso visto che il gruppo lascia lo spazio siderale delle soluzioni ipertecnologiche per tornare a camminare sulle polverose strade del pianeta che ci ospita. Dopo due anni passati a inseguire progetti solistici, il chitarrista e maitre à penser Max Casacci, il bassista Vicio, il batterista Ninja e il tastierista Boosta sono tornati a lavorare insieme con un progetto davvero nuovo. Meno elettronica e più strumenti veri, questo è il succo della nuova fase della band torinese. «In passato abbiamo imprigionato le nostre potenzialità di musicisti per dare spazio all’elettronica, oggi recuperiamo il piacere dell’uso libero e creativo degli strumenti. In questo senso i concerti dal vivo ci hanno aiutato a non aver paura di riprendere in mano gli strumenti e per la prima volta nella nostra storia abbiamo lavorato sui brani con in testa la loro dimensione live». Parola di Max Casacci, uno che tra consolle, software e diavolerie sonico-tecnologiche ha passato una bella fetta di vita. Il disco, registrato nel loro covo Casasonica di Torino, ha avuto in fase di mixaggio la supervisione di Dave Pemberton, il maghetto che ha regalato scintille di genialità a gruppi come Prodigy, Orbital o Groove Armada, solo per citare i primi che vengono in mente. La trasformazione segna anche il passaggio della band dall’universo indipendente a una major di peso come la Emi/Virgin, avvenuto non senza polemiche. Terrestre è un album che evidenzia una forte discontinuità con i precedenti. Parte duro e cattivo con Corpo a corpo, una denuncia a nervi scoperti che corre su una robusta e nevrotica base ragga, poi segue rotte trasversali e oblique tra generi e ambientazioni diverse. A naso ci sembra che almeno cinque episodi, il già citato Corpo a corpo, il meticciato Ratto, le autocitazioni di Abitudine, il vinilico Gasoline e le suggestioni acustiche di Le serpi, spicchino tra gli altri e abbiano le potenzialità e l’autonomia per diventare singoli di peso. Tutto il disco, però, parla un linguaggio nuovo, povero d’effetti tecnologici e ricco di quella sperimentalità gentile che caratterizzava i migliori momenti del progressive degli anni Settanta. Emblematica, da questo punto di vista, è la traccia che dà il titolo all’album, un brano strumentale che sembra indicare l’orizzonte futuro del gruppo, aperto alle sonorità del mondo, ma tenacemente abbarbicato al proprio progetto innovativo. Loro lo descrivono come «Un modo di raccontare diverso dalla solita forma canzone», noi ci ritroviamo l’immaginario e le ambizioni del primo progressive, quello non ancora appesantito dalle cervellotiche elucubrazioni fini a se stesse che ne determinarono la prematura fine. I Subsonica tornati sulla terra tentano dunque una nuova strada, ma quanto pesa il “cappello” di una major? «Poco, visto che gestiamo direttamente management e attività live e che il contratto con la Virgin prevede la massima libertà artistica…» E per rafforzare il concetto fanno sapere che hanno deciso di contenere in tredici euro il prezzo dei biglietti d’ingresso ai concerti del tour.


04 maggio, 2022

4 maggio 2007 - Dolores canta da sola

Nel 2007 Dolores O' Riordan, la carismatica cantante dei Cranberries, dopo aver lasciato i compagni debutta come solista. Anticipato dal singolo Ordinary day, dedicato alla figlia Dakota, il 4 maggio 2007 esce Are you listening?, il suo primo album da solista. Nei dodici brani del disco le suggestioni sonore risentono ancora delle influenze del suo ex gruppo anche se il vero punto di forza resta il suo potente e originale canto "singhiozzante". Nella nuova avventura Dolores è accompagnata dall'ex batterista dei Therapy Graham Hopkins, dal bassista Marco Mendoza, dal chitarrista Steve Demarchi mentre Denny Demarchi si occupa delle tastiere e dei fiati.



03 maggio, 2022

3 maggio 1967 - La studentessa Bertè sospesa perché porta la minigonna

Il 3 maggio 1967 il settimanale “Big” rivela che una studentessa dell’Istituto d’Arte di via Conte Verde a Roma è stata sospesa perché porta la minigonna. In realtà non si tratta di una ragazza qualsiasi e il provvedimento di sospensione non riguarda soltanto la minigonna. La studentessa infatti, oltre a indossare gonne corte balla in TV nelle Collettine di Rita Pavone e ha l’abitudine di protestare per i voti troppo bassi assegnati a lei e ai suoi compagni. Il nome della studentessa è Loredana Berté ed è destinato, comunque a diventare famoso indipendentemente dalle sospensioni scolastiche.

02 maggio, 2022

2 maggio 2000 - Si sveglia il “Battello a vapore” di Yellowstone

Il 2 maggio 2000, dopo nove anni di silenziosa quiete, torna a farsi sentire e, soprattutto vedere, lo Steamboat Geyser (battello a vapore) il più potente geyser del Parco Nazionale di Yellowstone, negli Stati Uniti, il luogo dove i disegnatori Hanna & Barbera hanno ambientato le avventure degli orsi Yoghi e Bubu. di tutta l’area. Il suo getto può raggiungere anche i cento metri di altezza ma le sue eruzioni sono rare e del tutto impossibili da prevedere a differenza del puntualissimo geyser chiamato Vecchio Fedele" (Old Faithful), le cui eruzioni sono annunciate anche da un antico pannello collocato nelle sue vicinanze. I due sono forse i più famosi geyser del parco di Yellowstone, situato in un'antica regione di forte attività vulcanica oggi in gran parte spenta ma ricco di manifestazioni residue caratterizzate da solfatare, sorgenti calde idrominerali e, appuntoo, geyser che si concentrano nella zona Ovest del Parco.

01 maggio, 2022

1° maggio 1917 - Danielle Darrieux, una straordinaria interprete istintiva

Il 1° maggio 1917 nasce a Bordeaux Danielle Darrieux. Attrice cinematografica con un piede anche nel teatro ha lasciato nel corso della sua lunga carriera una sequenza costante di piccoli, ma preziosi segni musicali. Non poteva essere diversamente, visto che fin da piccola la ragazza, nata in una famiglia di appassionati melomani coltiva una passione per la musica neppure tanto nascosta. Sua madre ha una voce deliziosa e ha studiato canto. Le sue esibizioni, però, sono riservate esclusivamente all’ambito casalingo, visto che il marito, medico, le ha proibito di esercitare la sua arte in pubblico ritenendo disdicevole il canto per una donna maritata e di buona società. Quando vanno tutti a vivere a Parigi il severo papà Darrieux dirige con polso fermo la vita della sua famiglia cui non fa mancare il necessario e quel poco di superfluo che fa la differenza tra la “buona società” e la gente normale. È convinto di aver pensato a tutto, ma invece non è così. Nel 1924 muore all’improvviso. Il tragico avvenimento cambia il destino della piccola Danielle, che all’epoca ha soltanto sette anni. La musica, che fino a quel momento era relegata nel ruolo di piacevole ma riservato intrattenimento famigliare diventa una preziosa fonte di sostentamento. La madre, infatti, per rinsanguare le modeste risorse garantite dall’eredità del marito, rispolvera le sue conoscenze musicali e si mette a dare lezioni di canto. Caduto il divieto paterno anche la bambina inizia a frequentare regolari corsi di pianoforte e violoncello al Conservatorio di Parigi. Quando viene interrogata sui suoi sogni la giovane Danielle Darrieux risponde incerta oscillando tra la speranza di una carriera da concertista e la tentazione dei grandi palcoscenici dei teatri e dei cabaret. Nel dubbio, sua madre si premura di tenerle aperte tutte le porte continuando a pagare la retta del conservatorio e dandole lezioni di canto. Come spesso accade, invece, il futuro segue strade diverse da quelle inizialmente previste. L’elemento destinato a cambiare per sempre il suo destino è un’allieva dei corsi di canto di sua madre che si chiama Marie Serta. Non è importante, non è particolarmente conosciuta, ma ha un marito che lavora nella nascente industria cinematografica francese. Grazie a lui, la non ancora quattordicenne Danielle Darrieux si ritrova nel cast del film musicale “Le bal” di Wilhelm Thiele. La sua prova convince il regista e, soprattutto, la produzione che le offre un contratto di cinque anni. La madre, preoccupata che la ragazza non si lasci suggestionare dall’ambiente, tenta di resistere alle lusinghe obiettando che la figlia non ha mai pensato di poter fare l’attrice e che, quindi, non ha alle spalle neppure un giorno di accademia o di scuola di teatro. Poi cede di fronte alla risposta degli interlocutori: «La ragazza non ha bisogno di studiare perchè è una straordinaria interprete istintiva!». In quegli anni il suo ruolo è quello della monella bizzarra e dispettosa che accompagna o fa da controcanto al protagonista della storia. I suoi partner sono artisti affermati come Jean-Pierre Aumont, Henri Garat, Charles Boyer e, soprattutto, quell’Albert Préjean con il quale gira ben sei film formando una delle più apprezzate coppie del cinema musicale francese del decennio che precede la seconda guerra mondiale. Celebrata come “la più brava debuttante del cinema francese dei primi anni Trenta”, Danielle, grazie alla sua abilità recitativa e alla sua bellezza riuscirà nel corso della sua lunga carriera a non smentire mai il giudizio positivo dei suoi estimatori. Tra i film che la vedono protagonista c’è anche “Mauvaise graine”, un lungometraggio uscito nelle sale italiana con il titolo “L’amore che redime”. Danielle Darrieux lo gira nel 1933 e il regista è un giovane austriaco fuggito dal suo paese per evitare la repressione nazista. Il suo nome è Billy Wilder. La sua interpretazione in questa pellicola non sfugge a un regista attento come Anatole Litvak che nel 1935 decide di affidare proprio a lei l’impegnativo ruolo della contessa Marie Vetsera in “Mayerling” al fianco di Charles Boyer. Il film ottiene un successo straordinario in tutto il mondo e le apre le porte di Hollywood. Considerata ormai un’interprete di rango internazionale Danielle, che nel frattempo ha sposato il regista e scenografo francese Henri Decoin, viene scritturata dalla Universal con un contratto di ben sette anni. Nel 1938 gira al fianco di Douglas Fairbanks Jr il suo primo film interamente statunitense. È “The Rage of Paris”, una commedia brillante diretta da Henry Koster che nella versione italiana porta il titolo “Allora la sposo io”. Nonostante il successo l’esperienza hollywoodiana è destinata a interrompersi prima del tempo. La nostalgia della Francia è più forte della seduzione della Mecca del cinema e l’attrice rompe il contratto con la Universal e torna nel suo paese non senza aver prima saldato la salata penale prevista dal contratto stesso. Tornata in Francia interpreta una lunga serie di film drammatici come “Katia” di Maurice Tourneur o brillanti come “Piccola ladra”, diretto da suo marito Henri Decoin. Sono anni difficili e sull’Europa riprendono a soffiare, forti, i venti di guerra. Parigi e la Francia subiscono l’onta della sconfitta e dell’occupazione nazista. Danielle Darrieux, a differenza di molti suoi colleghi, decide di non andarsene e resta a recitare nella Francia occupata. La decisione all’epoca appare incomprensibile e attira su di lei le critiche degli ambienti della resistenza. Alla fine del conflitto si scoprirà che la donna è stata costretta a restare dalla minaccia nazista di arrestare suo fratello se avesse rifiutato di collaborare. Come se non bastassero le implicazioni politiche delle sue scelte contraddittorie, trova modo di complicarsi la vita anche sul piano sentimentale. Alla fine del 1941, innamoratasi del diplomatico dominicano e noto donnaiolo Porfirio Rubirosa divorzia dal marito e sposa il suo nuovo amore il 18 settembre 1942. È l’inizio di una nuova, tremenda avventura. Rubirosa, accusato di essere una spia antinazista, nonostante il suo passaporto diplomatico viene costretto agli arresti domiciliari in attesa di un suo possibile internamento in un carcere tedesco. Danielle Darrieux, disperata accetta di esibirsi per gli occupanti in una lunga tournée in cambio della liberazione del marito. Ottenuto il suo rilascio, i due si rifugiano in Svizzera. Con la Liberazione anche il loro amore entra in crisi e Danielle che pure aveva accettato più d’un umiliazione per salvargli la vita, lo lascia definitivamente nel 1947. Un anno dopo la separazione da Porfirio Rubirosa Danielle Darrieux sposa il regista George Mitsikides, più volte da lei definito “l’uomo della sua vita”. I due vivranno insieme fino al 1991, anno in cui lui muore. Riprende anche a lavorare accettando la richiesta di Jean Cocteau di vestire i panni della Regina di Spagna nel film “Ruy Blas” del 1947. È l’inizio di una nuova stagione di successi. Più matura e consapevole dei suoi mezzi tende differenziare le interpretazioni spaziando in ruoli diversi. Il suo amico Joseph L. Mankiewicz la convince anche a ritornare a Hollywood per affiancare James Mason nel film “Operazione Cicero”. Nel 1955 fa scalpore la sua interpretazione di Constance Chatterley nella “scandalosa” versione cinematografica de “L’amante di lady Chatterley” diretta da Marc Allégret. A partire dagli anni Sessanta riduce progressivamente il suo impegno cinematografico dedicandosi anche al teatro dove ottiene grandi successi con opere come "La Robe Mauve de Valentine", una commedia messa in scena nel 1963, o “Coco” un musical di Broadway basato sulla vita di Coco Chanel nel quale sostituisce Katharine Hepburn. Il passare del tempo non scalfisce la popolarità e, nonostante gli anni, anche nel nuovo millennio non rinuncia a qualche presenza significativa in film come “Otto donne e un mistero” di François Ozon del 2002 o “Nouvelle chance” di Anne Fontaine del 2006. Muore il 17 ottobre 2017.



29 aprile, 2022

29 aprile 1935 – Si spegne a trent'anni il blues di Leroy Carr

Il 29 aprile 1935 consumato dall’abuso di alcol muore di nefrite a Indianapolis, nell’Indiana, il cantante e pianista Leroy Carr, una delle più vive leggende del blues, genere che negli anni Trenta proprio lui ha guidato fuori dalle secche del "barrelhouse" e del "boogie woogie". Ha compiuto trent'anni da un mese. Nato a Nashville, in Tennessee, nel marzo del 1905, si trasferisce ancora bambino con la madre a Indianapolis, città in cui trascorrerà quasi tutta la sua breve esistenza. Per aiutare la madre, costretta a vivere in condizioni miserevoli, inizia presto a darsi da fare, prima come garzone di bottega e poi come manovale nel contrabbando di alcol, sostanza che gli fa compagnia fin da quando porta ancora i calzoni corti e che mal si combina con i disturbi renali che l'assillano. Autodidatta, perfeziona la tecnica pianistica suonando nei vari locali della sua zona. Determinante è, nel 1927, l'incontro con il chitarrista Scrapper Blackwell. La profonda intesa che si crea tra i due sul piano artistico gli consente di perfezionare le innovazioni stilistiche sia dal punto di vista strumentale che per quel che riguarda il canto. Dotato di una straordinaria agilità nelle dita utilizza sapientemente i bassi del pianoforte cadenzandoli sulle particolari movenze della voce in modo da sottolinearne le suggestive variazioni agro-dolci. Con lui il blues esce dalla monotona e ripetitiva struttura della ballata per acquistare nuovi colori, delegando proprio alla ricca gamma di espressioni vocali la sottolineatura emozionale della poeticità dei brani. Determinante in questo senso è l'apporto di Blackwell e Leroy se ne rende conto, tanto che non scioglierà più il suo sodalizio con lui fino alla morte. Nonostante la fatica per trovare spazio nel panorama musicale dell'epoca, all'inizio degli anni Trenta conosce una crescente popolarità anche grazie al successo della sua versione di How long blues. Dopo aver vissuto nell'indigenza più completa si ritrova improvvisamente beneficiato dalla fortuna. Finalmente può lasciarsi dietro alle spalle un'esistenza condotta al limite della legge e sempre in bilico sull'orlo del baratro. Il benessere economico prende il posto della povertà e, come spesso accade, in questi frangenti, il destino è in agguato. I primi soldi fanno felici i fornitori di alcolici ma minano definitivamente il suo fisico. La morte lo sorprende prima che possa godere della discreta quantità di denaro accumulata e per qualche anno ancora i suoi eredi beneficeranno di un'inaspettata fortuna.