24 maggio, 2022

24 maggio 2002 - Umberto Bindi, il capostipite

Il 24 maggio 2002 muore a Roma Umberto Bindi il capostipite universalmente riconosciuto della cosiddetta “Scuola genovese” dei cantautori. Nato nel 1933 a Genova, compie i suoi primi studi musicali presso il Conservatorio della città ligure. Nella seconda metà degli anni Cinquanta viene scoperto e scritturato da Alfredo Rossi della Ariston e nel 1958 partecipa per la prima volta come autore, al Festival di Sanremo con I trulli di Alberobello, un brano interpretato dal Duo Fasano e da Aurelio Fierro. Il successo arriva l’anno dopo quando Don Marino Barreto jr. interpreta Arrivederci, una canzone da lui scritta insieme a Giorgio Calabrese che scala rapidamente la classifica dei dischi più venduti. Tra le composizioni più significative della sua carriera ci sono brani come È vero, che segna il debutto di Mina al Festival di Sanremo e, soprattutto, Il mio mondo, il cui testo porta la firma di Gino Paoli e che viene direttamente interpretato dallo stesso Bindi. Proprio questa canzone arriva al primo posto della classifica britannica dei dischi più venduti nella versione di Cilla Black con il titolo di You're my world. Lo stesso brano riscuote poi un grande successo negli Stati Uniti anche nel 1977, quando torna fra i dischi più venduti d'America nell'interpretazione di Helen Reddy. Nel 1975 riceve il Premio Tenco come miglior artista italiano e nel 1985 Antonella Ruggiero, Loredana Berté, Sonia Braga, Celeste, Anna Identici, Fiorella Mannoia e Ornella Vanoni realizzano un album con le sue canzoni. Umberto Bindi muore a Roma il 24 maggio 2002.


23 maggio, 2022

23 maggio 1946 – Don Moye, la batteria del Regno di Mu

Il 23 maggio 1946 nasce a Rochester, New York, il batterista Don Moye. Questo, almeno, è il nome con il quale è stato registrato all'anagrafe, perché lui racconta che il suo vero nome è Dougoufana Famoudou Môyè. La storia del suo nome è legata anche alla ricostruzione immaginifica di una vita precedente. Convinto assertore della reincarnazione, sostiene di essere stato già un musicista trentamila anni prima della sua ultima nascita. Proprio con il nome di Dougoufana Famoudou Môyè sarebbe stato un membro della Società dei Musicisti Reali del Regno di Mu, situato nel leggendario continente perduto di Atlantide. Afferma anche di non essere nato per caso nel Novecento, ma di avere una sorta di missione da compiere. La sua reincarnazione, infatti, avrebbe lo scopo di tenere viva la musica e l’arte che hanno ispirato trentamila anni prima la leggendaria dell’Età dell’Oro dell'umanità. Decisamente più verificabili, le tracce novecentesche della sia vita rivelano che ha studiato percussione a Detroit tra il 1965 e il 1966 collaborando con il trombettista Charles Moore. Successivamente lo si ritrova nella formazione dei Detroit Free Jazz. Alla fine del 1968, dopo una lunga tournée europea con la band resta per un po' in Italia, a Roma, dove si esibisce insieme a Steve Lacy. Nel 1969 si sposta a Parigi. Nella capitale francese suona con un'infinità di gruppi e solisti come i Gospel Messenger Singers, Sonny Sharrock, Dave Burrell, Gato Barbieri e Alan Shorter, solo per citare i più importanti. Alla fine dello stesso anno l'Art Ensemble Of Chicago gli chiede di diventare il percussionista del gruppo che fino a quel momento ha utilizzato in quel ruolo strumentisti occasionali. Da quel momento la sua storia si legherà a quella della band. Parteciperà anche ai progetti singoli dei musicisti dell'Art Ensemble, senza rinunciare a esperienze diverse.

22 maggio, 2022

22 maggio 1935 - Nasce Giuseppi (non Giuseppe) Logan, campione d'ance

Il 22 maggio 1935 nasce Giuseppi Logan, uno dei grandi talenti creativi del jazz degli anni Sessanta e Settanta. Sassofonista eccellente, non disdegna di suonare con grande maestria un gran numero di strumenti ad ancia, dai vari tipi di sax, al clarinetto basso all'oboe pakistano, a un'infinità di diavolerie sul genere. Il suo luogo di nascita è controverso. Alcune biografie lo fanno nascere a Norfolk in Virginia, altre a Philadelphia, in Pennsylvania. Fin dai primi anni di vita impara da solo a suonare il piano e poi picchia sulle percussioni di varie bande scolastiche non rinunciando anche a esibirsi come cantante in chiesa. Studia infine sassofono con Dennis Sandole trasferendosi in seguito a Boston per frequentare il locale conservatorio. In questa città, nel 1963, incontra il batterista Milford Graves, il primo componente del suo gruppo completato da Don Pullen al pianoforte e da Eddie Gomez al contrabbasso. Il quartetto, nel novembre 1964, incide un disco destinato a fare scalpore per la carica sperimentale, in particolare per l'uso di strumenti della tradizione orientale come l'oboe pakistano e le tabla, ancora pochissimo utilizzati nel jazz. Dopo una lunga serie di performance dal vivo e in studio su Logan scende il silenzio. Preda di un'eccessiva simpatia per ogni genere di sostanza psicotropa e perseguitato da varie turbe mentali scompare nel nulla diventando una leggenda, una delle tante del jazz mondiale. Proprio quando ormai tutti lo danno per morto o, nel migliore dei casi, seppellito in qualche clinica psichiatrica sperduta negli States si rifà vivo. Nel 2009, più di quarant'anni dopo il suo ultimo disco esce un album nuovo per l’etichetta Tompkins Square Records. Nello stesso anno appare nel film documentario "Water in the Boat" di David Gutierrez Camps di cui firma anche parte della colonna sonora.


21 maggio, 2022

21 maggio 2003 - Muore Alejandro De Tomaso, il pilota industriale argentino

Il 21 maggio 2003 muore Alejandro De Tomaso. Argentino, nasce a Buenos Aires 10 luglio del 1928 in una delle famiglie nobili della nazione sudamericana. Sua madre appartiene a una delle più ricche dinastie del paese, mentre il padre è un personaggio politico di spicco. La politica è la sua prima passione e gli procura i primi guai con il regime peronista che in quegli anni governa il paese dove è nato. Per questa ragione nel 1955 a ventisette anni lascia l’Argentina per l’Italia dove scopre una nuova passione quella per le corse automobilistiche e i motori. La sua prima casa si chiama Maserati. Qui, infatti corre dal 1955 al 1959 prima sotto l’insegna del Tridente e poi sotto quello dell’Osca. Nel 1959 Alejandro decide di aprire una sua scuderia e di costruirsi da solo le auto da corsa. Nascono così, le officine De Tomaso di Modena. La prima sede è ad Albereto, un sobborgo della città emiliana. All’inizio degli anni Sessanta il nome De Tomaso sigla una serie di vetture di formula Junior e di categoria Sport. I motori sono della Osca, una sorta di gioiello della famiglia Macerati che però tra il 1962 e il 1963 entra in crisi e passa sotto il controllo della MV Agusta. Alejandro trova un nuovo partner nella Ford che gli fornisce un quattro cilindri di circa 1.500 cc. destinato alla motorizzazione della prima De Tomaso stradale, la Vallelunga, una sorta di via di mezzo tra una granturismo e un’auto da corsa. Nei tre anni successivi vengono presentati vari prototipi da competizione mentre nel 1966 arriva la prima vettura da leggenda. È la Mangusta. Disegnata da un Giorgetto Giugiaro con un motore Ford di 4,7 litri capace di 306 cv la vettura raggiunge i 250 Km. orari. Il successo della Mangusta spinge De Tomaso ad allargarsi acquisendo la proprietà delle carrozzerie Ghia e Vignale mentre Ford si accaparra l’80% delle azioni del gruppo acquisendone anche i diritti di distribuzione in nordamerica tramite la rete Lincoln-Mercury. In quegli anni arriva anche il vero monumento della De Tomaso, la Pantera, un auto che nei primi due anni di produzione viene venduta in circa cinquemila esemplari e destinata a restare uno dei pilastri portanti della produzione nonostante un progressivo affievolimento del successo commerciale. Quando, nel 1995 la produzione si arresta definitivamente ne sono stati venduti 9.200 esemplari. La Pantera supererà anche il passare delle mode grazie al restyling operato all’inizio degli anni Novanta da Marcello Gandini, l’artefice di altri grandi capolavori estetici come la Diablo e le Macerati Shamal e Ghibli. Proprio la Pantera fa da base alle De Tomaso successive. Nel 1970 la De Tomaso esordisce in Formula 1 con una vettura nata dalla collaborazione con Frank Williams, ma non ci resta per molto. Il grave incidente in cui perde la vita il pilota Courage convince l’azienda a ritirarsi definitivamente dalle competizioni a fine anno. Nel 1971 è pronta la Deauville, la prima quattro porte di De Tomaso realizzata sulla base della meccanica della Pantera con uno spostamento anteriore del motore. Il periodo in cui nasce non è dei migliori. Il primo shock petrolifero e la conseguente crisi del settore automobilistico frenano l’entusiasmo dei mercati e il modello finisce per non ottenere il successo che merita. Nel 1972 De Tomaso acquisisce il controllo della Benelli e l’anno successivo riacquista da Ford la sua azienda, lasciando agli americani le carrozzerie Ghia e Vignale. È un periodo di grande crescita che vede la De Tomaso viaggiare in controtendenza rispetto alla sfavorevole congiuntura economica con acquisizioni importanti come quello della Maserati e dell’Innocenti. Paradossalmente la crisi arriverà negli anni Ottanta quando l’economia globale darà, invece, segni di ripresa in tutti i settori. Nel 1993 Alejandro De Tomaso, colpito da ictus, deve ridurre la sua presenza alla guida dell’azienda. Pian piano passa ad altri i grandi marchi acquisiti nel corso del tempo, compresa la Maserati che finisce alla FIAT. Il 21 maggio del 2003 la leggenda del pilota-industriale argentino venuto in Italia a cercar fortuna finisce con la sua morte.

20 maggio, 2022

20 maggio 2001 - Renato Carosone, uno dei grandi innovatori della musica italiana

Il 20 maggio 2001 muore Renato Carosone, considerato uno dei grandi innovatori della musica italiana. Per la verità lui rideva un po' della definizione. «Di quale rinnovamento parlate? Io suonavo nei night dove era obbligatoria la musica americana e vietata quella napoletana. A noi non restava che innestare le nostre parole in napoletano sullo swing…» Con queste parole Renato Carosone aveva commentato nel 1996 la decisione di assegnargli il Premio Tenco alla carriera «per il rinnovamento apportato alla canzone napoletana». Le sue parole non erano dettate da snobismo di maniera, ma evidenziavano il desiderio di sottrarsi al rischio di diventare una sorta di "caricatura". Per la stessa ragione nel 1960 aveva deciso di ritirarsi dalle scene. La portata del suo lavoro non ha bisogno di grandi commenti. È sufficiente ascoltare una delle tante canzoni della sua carriera per capire quanto esse siano ancora in grado di trasmettere energia ed emozioni senza mostrare i segni del tempo. Non è soltanto una questione di talento compositivo. La sua capacità di mescolare con leggerezza i generi musicali più disparati, dallo swing, al be-bop, al boogie woogie, al rock and roll con le strutture melodiche della canzone napoletana nasce da un talento istintivo e da un'apertura mentale capace di superare le diffidenze verso le diversità. La leggenda racconta che nella sua carriera la prima "accelerazione" del ritmo sia avvenuta nel 1949 allo Shaker di Napoli. L’ignaro artefice della rivoluzione sarebbe stato un cliente abituale del locale, un ricco commerciante di tessuti che chiedendo a Carosone e ai suoi due compagni, il batterista Gegè Di Giacomo e il chitarrista Peter Van Wood, di suonare per lui Lo sceicco uno dei brani del repertorio del gruppo avrebbe aggiunto: «Guagliò, però facitelo veloce!». Detto e fatto. Carosone obbedisce, ci prende gusto e non smette più.. Renato Carosone nasce a Napoli il 3 gennaio 1920 in Vico dei Torrieri al Mercato, primo di tre fratelli. Suo padre, impresario al Teatro Mercadante, sogna per il suo primogenito un futuro da grande artista e lo avvia agli studi musicali prima con il maestro Albanese, fratello di Licia Albanese, una delle più famose soprano di quel periodo, e poi con Vincenzo Romanello e Celeste Capuana. Tre scuole e tre impostazioni diverse stanno, dunque, alla base della formazione musicale del giovane Carosone che a quindici anni viene scritturato per accompagnare al pianoforte le rappresentazioni all'Opera dei Pupi di Don Ciro Perna detto ’O Scudiero. Nel 1937 si diploma al conservatorio di San Pietro in Majella e poi parte per l'Africa dove nei caffè e nei night di Asmara e Addis Abeba. Arruolato allo scoppio della seconda guerra mondiale resta in divisa soltanto fino all'occupazione britannica di Addis Abeba, poi riprende a suonare il pianoforte in una formazione jazz in un club inglese. Torna in Italia nel 1946 e nel 1949 in trio con il chitarrista Peter Van Wood e il batterista Gegè Di Giacomo entusiasma il pubblico mescolando i ritmi americani alla canzone napoletana. Il suo primo vero successo è Maruzzella del 1955. Nel 1960, a sorpresa, annuncia il suo ritiro dalle scene musicali. Quando ormai più nessuno se l'aspetta, torna a suonare alla Bussola di Viareggio. È il 9 agosto 1975. Non smette più fino alla morte che lo coglie nel sonno nella sua casa romana in Via Flaminia Vecchia il 20 maggio 2001.


19 maggio, 2022

19 maggio 1935 - Cecil McBee, uno dei contrabbassisti più registrati

Il 19 maggio 1935 nasce a Tulsa, in Oklahoma, il contrabbassista Cecil McBee. Il suo primo strumento è il clarinetto, che studia durante le scuole superiori e suona in duo con la sorella. Nel 1952 inizia ad appassionarsi al contrabbasso sonandolo nei piccoli gruppi che animano i night di Tulsa. Decide poi di fare sul serio approfondendo lo studio dello strumento e affiancandolo anche a quello di composizione jazzistica in una scuola di Wilberforce nell'Ohio. Quando si trova a svolgere il servizio militare a Fort-Knox diventa direttore della banda militare. Nel 1962 si trasferisce a Detroit dove entrato a far parte del gruppo di Paul Winter con il quale nel 1964 se ne va a New York. Nella "grande mela" inizia a suonare e incidere con molti musicisti d'avanguardia tra i quali spiccano i nomi Grachan Moncur, Jakie McLean, Wayne Shorter, Freddie Hubbard, Miles Davis, Charles Lloyd, Yusef Lateef, Bobby Hutcherson, Pharoah Sanders, Alice Coltrane, Charles Tolliver, Lonnie Liston Smith, Sam Rivers, Woody Shaw e Dollar Brand. È uno dei contrabbassisti che ha partecipato al maggior numero di registrazioni della sua generazione. Il suo stile, basato sulle innovazioni di Scott LaFaro e di Jimmy Garrison ha una sonorità pulita anche se un po' metallica, immediatamente riconoscibile. Molto spettacolare ha influenzato gran parte dei contrabbassisti della sua età.


18 maggio, 2022

18 maggio 1960 - Anche le donne negli uffici pubblici

Le norme che in Italia escludono le donne dagli uffici pubblici sono abolite perché incostituzionali. Lo sancisce, con una propria sentenza, la Corte Costituzionale il 18 maggio 1960 che, di fatto, abroga le norme della legge del 1917 che prevedono l’esclusione delle donne dagli uffici pubblici. La decisione viene accolta, in generale, con soddisfazione, anche se non manca chi fa notare che si tratta di un ulteriore passo sulla strada «della dissoluzione dei nostri costumi e delle nostre tradizioni culturali».

17 maggio, 2022

17 maggio 2003 - Yoko Ono, una settantenne al vertice delle classifiche dance USA

«Devo essere la prima settantenne della storia ad arrivare al primo posto nelle classifiche dance» Così il 17 maggio 2003 Yoko Ono commenta il successo di Walking on thin ice, un brano da lei composto nel 1980 e divenuto tragicamente famoso perché John Lennon, che aveva suonato la chitarra sull'incisione, aveva con sé il master al momento del suo assassinio. All'epoca era stato pubblicato, ma non aveva avuto particolare successo. Nel 2003 è successo il miracolo grazie a un remix realizzato da un team di DJ quali Rui da Silva, Felix da Housecat e Danny Tenaglia, ai quali si sono aggiunti i Pet Shop Boys.


16 maggio, 2022

16 maggio 1955 - Salvatore Carnevale, un uomo da bruciare

Lunedì 16 maggio 1955, nel giorno che segue la festa patronale di Sciara, un comune della provincia di Palermo, il giovane sindacalista della CGIL Salvatore Carnevale, detto Turiddu, viene brutalmente assassinato mentre sta percorrendo il sentiero che conduce alla cava di pietra situata poco fuori dalla città. È il trentottesimo esponente del movimento contadino siciliano a cadere vittima delle violenze mafiose in difesa degli interessi dei vari potentati economici dell’isola. Il suo assassinio desta molto scalpore non solo per la gravità del fatto, ma anche perché si verifica in un momento in cui la Sicilia sembrava essere attraversata da una relativa calma nello stillicidio di omicidi su commissione di sindacalisti, dirigenti politici e lavoratori per opera della mafia. Nato a Galati Mamertino, un paese in provincia di Messina, il 25 settembre 1925 Salvatore Carnevale si trasferisce a Sciara ancora piccolissimo quando la madre si separa dal marito. L’esperienza scolastica dura poco per lui che sta sui banchi di scuola soltanto fino alla terza elementare perchè poi è costretto ad andarsene nei campi a lavorare a giornata. Non se ne va, però, la voglia di studiare tanto che prende il diploma di quinta elementare prima di partire per il servizio di leva. Sotto le armi scopre anche nuove idee e quando torna al paese contribuisce alla nascita della sezione socialista e della Camera del Lavoro di Sciara. Nel 1951 organizza l’occupazione simbolica del feudo chiamato “della Principessa”. Viene arrestato insieme a tre compagni e rinchiuso nel carcere di Termini per una decina di giorni. Rinviati a giudizio devono aspettare l’estate del 1954 prima che la vicenda giudiziaria si concluda con l’assoluzione. Il movimento contadino ottiene però i primi successi con alcune assegnazioni di terre. Nell’agosto del 1952 Salvatore se ne va via dalla Sicilia dopo che la mafia, il 7 agosto 1952, ha ucciso a colpi d’accetta il militante comunista e suo amico Filippo Intile. Arriva in Toscana, nel paese di Montevarchi in provincia d’Arezzo dove trova da lavorare. Il 14 agosto 1954 torna a Sciara e dà vita a una serie di iniziative per l’accelerazione delle procedure di assegnazione della terra ai contadini. Guida anche una nuova occupazione del feudo Notarbartolo e viene condannato a due mesi di carcere con la sospensione condizionale. Rimasto disoccupato nel 1955 comincia a lavorare nel cantiere edile della ditta De Blasi. Due mesi dopo viene di nuovo licenziato. Inaspettatamente riceve un’offerta dalla ditta Lambertini di Bologna, che per i lavori di costruzione del doppio binario ferroviario sfrutta una cava di proprietà dei Notarbartolo, sotto il controllo dei mafiosi locali. Salvatore accetta ma continua nella sua attività sindacale. Organizza gli operai e chiede l'applicazione della giornata lavorativa di otto ore. Nella sera tra il 10 e l’11 maggio un emissario della mafia lo minaccia esplicitamente di morte. Per tutta risposta Salvatore il 12 maggio organizza uno sciopero dei lavoratori della cava. Quattro giorni dopo viene assassinato. Sulla vicenda Valentino Orsini e i due fratelli Paolo e Vittorio Taviani girano il film "Un uomo da bruciare" interpretato da Gianmaria Volonté.


15 maggio, 2022

15 maggio 1935 - Pavese condannato al confino

Il 15 maggio 1935 Cesare Pavese viene condannato al confino. Come mai? Tutto inizia nel 1930 quando, a soli ventidue anni, si laurea con una tesi sull’interpretazione della poesia di Walt Whitman e comincia a scrivere sulle pagine della rivista “La cultura”. Per vivere insegna nelle scuole serali e private e traduce poeti e scrittori della letteratura inglese e americana. Un anno dopo muore sua madre. Pavese, rimasto solo, si trasferisce nell’abitazione della sorella Maria, presso la quale abiterà fino alla morte. Proprio nel 1931 viene stampato a Firenze il primo libro interamente tradotto da lui: “Il nostro signor Wrenn” di Sinclair Lewis. Nel 1933 nasce la casa editrice Einaudi, un progetto al quale lo scrittore partecipa con entusiasmo non soltanto per l’amicizia che lo lega a Giulio Einaudi. Dopo l’arresto di Leone Ginzburg la polizia fascista lo convoca come “persona informata sui fatti” perché ha accettato di far arrivare presso di lui alcune lettere fortemente compromettenti sul piano politico indirizzate a un’intellettuale comunista, laureata in matematica e fortemente impegnata nella lotta antifascista. Pavese, interrogato, rifiuta di fare il nome della donna e il 15 maggio 1935 viene condannato per sospetto antifascismo a tre anni di confino da scontare a Brancaleone Calabro. I tre anni si riducono a uno per la concessione della grazia e in questo periodo comincia a scrivere il diario che verrà editato postumo nel 1952 con il titolo “Il mestiere di vivere”.

14 maggio, 2022

14 maggio 1988 – Il suono fresco dei Fairground Attraction

Il 14 maggio 1988 al vertice della classifica britannica dei singoli più venduti arriva un disco decisamente inusuale per la scena musicale di quel periodo. Si tratta di Perfect, un brano che fa conoscere al grande pubblico i Fairground Attraction. In un'epoca in cui sembra che l'immagine e la sofisticazione del suono siano la sola risorsa del pop commerciale, la band britannica fa una scelta in controtendenza. Il brano e, ancor di più l'album The first of a million kisses si fanno notare per l'originalità del loro suono fresco e senza eccessive sofisticazioni, una sorta di miscela tra pop e folk con apporti diversi di stampo jazzistico. L'immagine del gruppo, in sintonia con la musica, è tutta affidata alla voce e agli atteggiamenti da antidiva miope della cantante, la scozzese Eddie Reader, all'anagrafe Sadenia Reader, una ragazza che ha all'attivo una lunga gavetta da corista in sala di registrazione e in tour di artisti come gli Eurythmics e Alison Moyet. È lei l'anima della band, la cui formazione comprende il chitarrista Mark Nevin, proveniente da una delle tante formazioni dei Belvederes di Jane Aire, il batterista Roy Dodds e il bassista Simon Edwards. Quest'ultimo nei Fairground non suona il basso tradizionale, ma il "guitarron", una chitarra acustica di origine messicana impostata e accordata come un basso. Il successo di Perfect viene confermato dal secondo singolo Find my love. Tra il 1988 e il 1989 la band colleziona una lunga serie di riconoscimenti da pubblico, critica e giornali specializzati. La maternità di Eddie impedisce però ai Fairground Attraction di sfruttare il buon momento per tentare il grande salto sul mercato internazionale. Quando la ragazza rientra in servizio nascono le prime tensioni tra lei e i compagni. L'insuccesso del secondo album farà il resto. In aperta rottura con il gruppo, la cantante deciderà di andarsene per continuare da sola, ma i risultati non saranno all'altezza delle aspettative.

13 maggio, 2022

13 maggio 2007 - Un'enciclica in musica

Il 13 maggio 2007 viene eseguita in prima mondiale a Roma l'opera "Omnia vincit amor - Eros e Agape". L'autore è l'ottantaduenne Gianni Ferrio, compositore di Parole parole per Mina e di moltissime altre canzoni per gran parte dei protagonisti della musica leggera italiana. Questa volta si cimenta in un lavoro diverso dal solito e non soltanto dal punto di vista dell'impostazione musicale. La composizione, infatti, è esplicitamente ispirata alla "Deus caritas est", la lettera enciclica del Pontificato di Benedetto XVI. Interpellato dai giornalisti l'autore nega di aver voluto fare un'opera di musica sacra: «Questo lavoro è la mia confessione. Ci sono soprattutto io, il mio passato e il mio presente...». E per chi chiede maggiori lumi sulle intenzioni e sull'ispirazione aggiunge: «Se proprio occorre dare un senso al tutto posso dire che ho cercato di mettere ordine al caotico affollamento delle mie idee musicali. Ne sentivo il bisogno...»

12 maggio, 2022

12 maggio 2007 - Family Day o Coraggio Laico?

Il 12 maggio 2007 a Roma si svolgono due manifestazioni contrapposte chiamate "Family Day" e "Coraggio Laico". La prima si svolge in Piazza San Giovanni, è organizzata da un gran numero di associazioni cattoliche e ha lo scopo è di difendere e sostenere la famiglia tradizionale contro ogni tipo di innovazione sul piano giuridico. La seconda è a Piazza Navona, dove Radicali, Verdi e Socialisti, con l'appoggio di un gran numero di associazioni laiche e per la difesa dei diritti civili intendono ricordare la vittoria laica nella battaglia per il divorzio del 12 maggio 1974. Diverse sono anche le dinamiche delle due manifestazioni. Decisamente più tradizionale il Family Day, che inizia alle 15 aperto da Paola Rivetta, conduttrice del Tg5, seguita da due portavoce delle associazioni cattoliche, Savino Pezzotta ed Eugenia Roccella e dal Presidente del Forum delle famiglie, Giovanni Giacobbe. Dal palco si esibiscono poi vari artisti come l'orchestra di Pinuccio Pirazzoli e il cantante Povia. Meno disciplinata ma altrettanto motivata appare la manifestazione di "Coraggio Laico", aperta con mezz'oretta di ritardo dallo speaker ufficiale Alessandro Cecchi Paone sulle note della canzone Ti regalerò una rosa di Simone Cristicchi continua come una lunga festa fino a sera inoltrata. Tra i suoi promotori figura anche una lunga lista di artisti e personaggi dello spettacolo che comprende: Giorgio Albertazzi, Barbara Alberti, Zeudi Araya, Marco Bellocchio, Eugenio Bennato, Giorgia Bongianni, Candido Cannavò, Pino Caruso, Claudio Coccoluto, Serena Dandini, Francesca D'Aloja, Massimo Dapporto, Luciano De Crescenzo, Domiziana Giordano, Gianni Ippoliti, Luciana Litizzetto, Cristiano Malgioglio, Milva, Ferzan Ozpetek, Giuseppe Piccioni, Platinette, Francesca Reggiani, Davide Riondino, Pasquale Squitieri, Oliviero Toscani, Ornella Vanoni, Dario Vergassola, Piero Chiambretti, Antonio Cornacchione, Luca Guadagnino, Rosetta Stella, Luciana Viviani, Fulvio Abbate, Edoardo Gabriellini, Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, Moni Ovadia, Helena Velena, Franco Battiato, Gruppo musicale genovese "Altera", Beppe Barra e Giovanni Albanese.

11 maggio, 2022

11 maggio 2003 - Ms Dynamite rischia il licenziamento

L'11 maggio 2003 i quotidiani popolari britannici danno sempre più per probabile la rescissione del contratto di Ms Dynamite da parte della sua casa discografica. Rilevano anche che se ciò accade non ci sono vere giustificazioni economiche. La ragazza, fino a pochi mesi fa giudicata una delle nuove cantanti britanniche più promettenti, ha venduto in patria più di mezzo milione di copie del suo album A little deeper, ha vinto due Brits Awards e il premio Mercury Music. Non è, però, tutto qui. Ms Dynamite, infatti, poco tempo prima ha fatto molto arrabbiare i dirigenti della sua etichetta perché si era permessa di mandare a quel paese il governo Blair nel corso delle manifestazioni contro la guerra, minacciando addirittura di candidarsi alle elezioni. Si sono così arrabbiati che le hanno inviato una lettera ufficiale di richiamo il cui succo è: pensa alla carriera, non alla politica perché hai un'immagine da difendere! Lei ha fatto spallucce. In più, a dispetto di chi la invitava a non complicarsi la vita, ha deciso di fare un figlio proprio mentre dovrebbe essere impegnata in piena campagna promozionale per il nuovo disco. Secondo le indiscrezioni dei tabloid ce ne sarebbe abbastanza per licenziarla.


10 maggio, 2022

10 maggio 1978 - Basta coi manicomi!

La lunga lotta condotta dallo psichiatra Franco Basaglia contro i manicomi ottiene un primo, significativo successo. Egli sostiene che queste strutture siano dei veri e propri luoghi di reclusione, più che di cure delle malattie psichiche. Il 10 maggio 1978 viene approvata la legge n. 180 che abolisce le strutture manicomiali del nostro paese. Purtroppo però essa è destinata a restare in gran parte inattuata, soprattutto per la parte che riguarda i servizi territoriali di prevenzione, assistenza e cura delle malattie psichiche.

09 maggio, 2022

9 maggio 1969 - Vincenzo Musolino, da pescatore a protagonista del cinema italiano

Il 9 maggio 1969 muore a Roma l'attore e regista Vincenzo Musolino. Nato a Reggio Calabria nel 1930, il suo primo lavoro è quello del pescatore, scelto non per particolare vocazione ma perché è l’unica possibilità che sembra offrirgli la sorte e la sua condizione sociale. Tra la salsedine, il sole e le reti da rammendare un giorno arriva una persona destinata a cambiare radicalmente tutte le sue prospettive. Si chiama Renato Castellani, è un regista e sceneggiatore convinto che il neorealismo si possa efficacemente mescolare con i toni leggeri della commedia. Ci ha già provato nel 1948 con "Sotto il sole di Roma" e l’anno dopo con "È primavera" ma ha in mente un ulteriore salto di qualità. La sua idea è quella di trasportare la storia di Giulietta e Romeo nell’Italia del dopoguerra con tono leggero e un lieto fine. Per la parte di Carmela, la protagonista femminile ha già scelto la quindicenne Maria Fiore. Quando vede Vincenzo Musolino gli propone di interpretare Antonio, il protagonista maschile e il giovane pescatore accetta. Nasce così "Due soldi di speranza". Il film ottiene un successo eclatante e rivela al mondo le qualità d’attore di Musolino. Dopo aver interpretato una trentina di film tra i quali spicca il pluripremiato "La ciociara" di Vittorio De Sica, nel 1966 debutta come sceneggiatore con il nome d’arte di Glenn Vincent Davis in "Vajas con Dios, Gringo!" e due anni dopo passa per la prima volta alla regia dirigendo un altro western: "Chiedi perdono a Dio, non a me". Nel 1969, pochi mesi dopo l’uscita nelle sale di "Quintana", il suo secondo film come regista, muore improvvisamente a Roma.


08 maggio, 2022

8 maggio 1958 - Muttonleg Donnelly, dal violino al trombone

L'8 maggio 1958 muore a New York il trombonista Muttonleg Donnelly, il cui vero nome è Theodore Donnelly. Nato a Oklahoma City, in Oklahoma, il 13 novembre 1912 si avvicina alla musica all'età di otto anni iniziando a studiare violino. Successivamente si appassiona al trombone e decide di cambiare strumento. Ha vent'anni quando fa il suo esordio professionale nell'orchestra di George E. Lee di Kansas City, per passare nel 1934 in quella di Tommy Douglas. Due anni dopo entra nei Twelve Clouds Of Joy diretti da Andy Kirk con i quali resta fino all'inizio del 1943. Nel dicembre 1943 entra a far parte dell'orchestra di Count Basie con la quale resta fino allo scioglimento. Nel 1950 entra per breve tempo nell'organico del gruppo di Illinois Jacquet per passare poi in quello di Erskine Hawkins con il quale resta fino a pochi mesi prima della morte.


07 maggio, 2022

7 maggio 1935 - Lasse Bagge, il talentuoso

Il 7 maggio 1935 nasce a Stoccolma il polistrumentista Lasse Bagge, registrato all'anagrafe con il nome di Eric Lars Otto Bagge. A tredici anni inizia a suonare la tromba in una orchestra scolastica. Il suo debutto professionale avviene come pianista, nel 1941. Nel 1955 suona nel gruppo di Lars Gullin. L'anno dopo è con Ib Glindemann, e dal 1956 al 1957 fa il pianista a bordo della motonave Stockholm in servizio sulla rotta Stoccolma - New York. Dal 1957 al 1959 fa parte della Carl - Henrik Norin Orchestra e dal 1958 lavora per un anno come fagottista nella orchestra sinfonica di Gävle. In seguito si dedica ad attività didattiche a Katrineholm. Pianista influenzato dal nervoso lirismo di Bill Evans, ha inciso con Lars Gullin, Karl Eric Norin, Monica Zetterlund e Rolfe Billberg.


06 maggio, 2022

6 maggio 1981 - La loggia P2

All'inizio degli anni Ottanta nessuno ancora la conosce, ma in breve tempo la sigla P2 diventerà il simbolo dei misteri d’Italia. Tutto inizia il 6 maggio 1981 quando, nell’ambito dell’inchiesta sul banchiere Michele Sindona, i carabinieri perquisiscono la sede della massoneria italiana a Palazzo Giustiniani a Roma e sequestrano numerosi documenti sulla loggia P2 di Licio Gelli. Si tratta di una loggia massonica segreta o ‘coperta’, come si chiama in gergo. Quella che sembra una normale operazione d’indagine per acquisire elementi utili alle indagini si rivelerà in breve tempo un complicato intreccio tra politica e affari ricco di misteri e di punti oscuri, molti dei quali non saranno mai completamente chiariti. L’8 maggio si decide di formare una commissione parlamentare d’indagine sui rapporti tra funzionari pubblici e la loggia massonica P2. Il 20 maggio 1981 viene resa nota resa nota una prima lista dei presunti iscritti alla P2. Fanno scalpore, tra gli altri, i nomi del segretario del partito socialdemocratico Pietro Longo, degli imprenditori Silvio Berlusconi e Angelo Rizzoli, dei giornalisti Maurizio Costanzo e Roberto Gervaso, dei banchieri Roberto Calvi e Michele Sindona e del cantante Claudio Villa.

05 maggio, 2022

5 maggio 2005 - Parte da Mestre il "Terrestre Tour" dei Subsonica

Il 5 maggio 2005 inizia da Mestre un nuovo tour dei Subsonica. Si chiama “Terrestre” come l'album arrivato poche settimane prima nei negozi il cui titolo non è scelto a caso visto che il gruppo lascia lo spazio siderale delle soluzioni ipertecnologiche per tornare a camminare sulle polverose strade del pianeta che ci ospita. Dopo due anni passati a inseguire progetti solistici, il chitarrista e maitre à penser Max Casacci, il bassista Vicio, il batterista Ninja e il tastierista Boosta sono tornati a lavorare insieme con un progetto davvero nuovo. Meno elettronica e più strumenti veri, questo è il succo della nuova fase della band torinese. «In passato abbiamo imprigionato le nostre potenzialità di musicisti per dare spazio all’elettronica, oggi recuperiamo il piacere dell’uso libero e creativo degli strumenti. In questo senso i concerti dal vivo ci hanno aiutato a non aver paura di riprendere in mano gli strumenti e per la prima volta nella nostra storia abbiamo lavorato sui brani con in testa la loro dimensione live». Parola di Max Casacci, uno che tra consolle, software e diavolerie sonico-tecnologiche ha passato una bella fetta di vita. Il disco, registrato nel loro covo Casasonica di Torino, ha avuto in fase di mixaggio la supervisione di Dave Pemberton, il maghetto che ha regalato scintille di genialità a gruppi come Prodigy, Orbital o Groove Armada, solo per citare i primi che vengono in mente. La trasformazione segna anche il passaggio della band dall’universo indipendente a una major di peso come la Emi/Virgin, avvenuto non senza polemiche. Terrestre è un album che evidenzia una forte discontinuità con i precedenti. Parte duro e cattivo con Corpo a corpo, una denuncia a nervi scoperti che corre su una robusta e nevrotica base ragga, poi segue rotte trasversali e oblique tra generi e ambientazioni diverse. A naso ci sembra che almeno cinque episodi, il già citato Corpo a corpo, il meticciato Ratto, le autocitazioni di Abitudine, il vinilico Gasoline e le suggestioni acustiche di Le serpi, spicchino tra gli altri e abbiano le potenzialità e l’autonomia per diventare singoli di peso. Tutto il disco, però, parla un linguaggio nuovo, povero d’effetti tecnologici e ricco di quella sperimentalità gentile che caratterizzava i migliori momenti del progressive degli anni Settanta. Emblematica, da questo punto di vista, è la traccia che dà il titolo all’album, un brano strumentale che sembra indicare l’orizzonte futuro del gruppo, aperto alle sonorità del mondo, ma tenacemente abbarbicato al proprio progetto innovativo. Loro lo descrivono come «Un modo di raccontare diverso dalla solita forma canzone», noi ci ritroviamo l’immaginario e le ambizioni del primo progressive, quello non ancora appesantito dalle cervellotiche elucubrazioni fini a se stesse che ne determinarono la prematura fine. I Subsonica tornati sulla terra tentano dunque una nuova strada, ma quanto pesa il “cappello” di una major? «Poco, visto che gestiamo direttamente management e attività live e che il contratto con la Virgin prevede la massima libertà artistica…» E per rafforzare il concetto fanno sapere che hanno deciso di contenere in tredici euro il prezzo dei biglietti d’ingresso ai concerti del tour.