Il 21 febbraio 1925 a Fresno, in California nasce Sam Peckinpah, all'anagrafe David Samuel Peckinpah, uno dei più controversi e discussi registi del cinema statunitense. Pessimista sul destino del “sogno americano” nei suoi film esalta la capacità distruttiva dell’uomo e spesso ipotizza la disgregazione della società per iniziativa individuale e violenta. Definito come un “anarchico di destra” coltiva una grande nostalgia per un passato che nelle condizioni in cui l’immagina forse non è mai esistito, virile e regolato dalla forza bruta. Il suo cinema sovverte le consolatorie mitologie delle produzioni hollywoodiane proponendo storie nelle quali non esiste una scala di valori morali e dove spesso la morte è appare come l’unico elemento capace di annullare le differenze. Il western è una delle dimensioni preferite per mettere in scena le sue convinzioni. Qui, in quelli che sono stati ribattezzati “dirty western”, la sua narrazione abbandona i codici dettati da John Ford e si fa sporca e brutale raccontando il degrado e il disfacimento di un mondo e di una frontiera dove non esiste alcun futuro né per vincitori né per i vinti. Tra i più importanti film di questo genere ci sono Il mucchio selvaggio del 1969 e Pat Garrett & Billy The Kid del 1973. Fuori dalle strutture del western lascia tracce importanti e un capolavoro assoluto come Cane di paglia del 1971. Tra le curiosità è da annoverare la sua partecipazione nei panni di uno scribacchino ad Amore piombo e furore, un film western all'italiana, genere che ammirava molto. Muore d’infarto il 21 dicembre 1984 a soli cinquantanove anni senza essere riuscito a girare un film a cui teneva molto: Cukoos progress, la versione cinematografica di un romanzo dello scrittore svedese Sture Dahlström, che parla di un uomo la cui unica ambizione è ingravidare tutte le donne della terra. Le sue ceneri, per espressa volontà, vengono sparse sulle acque dell’Oceano Pacifico al largo di Malibu. Muore il 21 dicembre 1984.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio...
21 febbraio, 2023
20 febbraio, 2023
20 febbraio 1941 - Buffy Sainte-Marie, la folksinger nativa americana

19 febbraio, 2023
19 febbraio 1972 – Ridate l’Irlanda agli Irlandesi

18 febbraio, 2023
18 febbraio 1922 - Hazy Osterwald, quello di "Kriminaltango"

17 febbraio, 2023
17 febbraio 1986 – Con i Sigue Sigue Sputnick la seconda truffa non riesce

16 febbraio, 2023
16 febbraio 1945 – Pete Christlieb: l'anima non è prigioniera di un genere musicale

15 febbraio, 2023
15 febbraio 1981 – La misteriosa fine di Mike Bloomfield

14 febbraio, 2023
14 febbraio 1946 - Tina Aumont, la figlia di Maria Montez
Il 14 febbraio 1946 nasce a Hollywood Tina Aumont, una delle protagoniste della scena cinematografica italiana degli anni Sessanta e Settanta. Maria Christina Aumont, questo è il suo vero nome, è figlia d'arte. Sua madre è l'attrice Maria Montez, che muore quando la piccola ha appena cinque anni mentre il padre è l'attore francese Jean Pierre Aumont. Il suo debutto cinematografico avviene nel 1966 con il nome di Tina Marquand preso in prestito da un marito, l'attore francese Christian Marquand, sposato a diciassette anni e perso per strada ben presto. La sua prima esperienza nel cinema è nel divertente "Modesty Blaise", un film di Joseph Losey ispirato a una famosa serie di fumetti con Monica Vitti nel ruolo della protagonista. L'anno dopo Alberto Sordi le offre il ruolo di Romina nella commedia "Scusi, lei è favorevole o contrario?", un film interpretato e diretto dallo stesso Sordi e sceneggiato da un giovanissimo Dario Argento. Nel 1968, con il nome di Tina Aumont è Circe nel "Satyricon" diretto da Gian Luigi Polidoro. Proprio in quell'anno Bernardo Bertolucci la chiama per interpretare il ruolo della protagonista in "Partner", sui segue "Infanzia, vocazione e prime esperienze di Giacomo Casanova, veneziano" di Luigi Comencini e sceneggiato dallo stesso Comencini con Suso Cecchi d´Amico. Nel 1969 recita accanto a Vittorio Gassman e Adolfo Celi in "L'alibi" e nel 1970 interpreta con Gigi Proietti "L'urlo" di Tinto Brass. Nel 1972 è la volta di Alberto Lattuada che le affida una parte in "Bianco, rosso e..." con Sophia Loren e Adriano Celentano e nel 1973 interpreta Luciana in "Malizia" di Salvatore Samperi. Nel 1976 Roberto Rossellini le affida il ruolo dell'adultera in "Il Messia" e Federico Fellini la vuole nel suo "Casanova". All'inizio degli anni Ottanta lascia l'Italia e se ne va in Francia non accettando più alcuna offerta dal cinema del nostro paese. L'ultimo film interpretato è del 2000. Si intitola "La mécanique des femmes" ed è diretto da Jérôme de Missolz. Il 28 ottobre 2006 muore d'embolia polmonare a Port-Vendres.
13 febbraio, 2023
13 febbraio 1962 – Con la bossa nova il samba incontra il jazz

12 febbraio, 2023
12 febbraio 1914 – Tex Beneke, il sassofono di Glenn Miller

11 febbraio, 2023
11 febbraio 1979 – Stiff Little Fingers, una promessa non mantenuta

10 febbraio, 2023
10 febbraio 1937 – Ed Polcer, dallo xilofono alla tromba

09 febbraio, 2023
9 febbraio 1989 – Maria Benedetti Giannini, il primo concerto a settantasei anni

08 febbraio, 2023
8 febbraio 1975 – Dr. Feelgood, il profumo dei Sessanta

07 febbraio, 2023
7 febbraio 1948 – Red McKenzie, uno dei cantanti più dotati e originali della scena jazzistica degli anni Venti e Trenta

06 febbraio, 2023
6 febbraio 1982 – La svolta politica dei Kraftwerk

05 febbraio, 2023
5 febbraio 1966 – State attenti, perché sono un Berretto Verde!

04 febbraio, 2023
4 febbraio 1956 - Il primo disco dei Famous Flame
Il 4 febbraio 1956 i Famous Flame registrano il loro primo disco. Il gruppo, scoperto per caso da Clint Bradley, il manager di Little Richard, da tempo tenta senza successo di trovare spazio sulla scena musicale statunitense. Bradley è impressionato dalla forza e dall'impatto scenico del cantante della band che si chiama James Brown. Dopo una lunga serie di delusioni riesce finamente a ottenere una scrittura dall'etichetta King/Federal Records. Così, il 4 febbraio 1956, a Cincinnati, la band registra Please, please, please il suo singolo d'esordio. Il 45 giri riesce ad arrivare nella Top ten della classifica di rhythm and blues e contribuisce ad accrescere la popolarità di James Brown. Dopo l'esplosivo successo di Please, please, please nessuno può immaginare che Brown e i suoi compagni d'avventura possano fallire i colpi successivi. Eppure i nove dischi che dal giugno 1956 al maggio 1958 seguono il fortunato singolo d'esordio si rivelano dei fiaschi. Scoraggiata dall'insuccesso la prima formazione dei Famous Flames si scioglie all'inizio del 1957 e prima della fine dell'anno Syd Nathan della King/Federal Records annulla il contratto discografico. Il caparbio James Brown però non si arrende e comincerà a ricostruire pezzo dopo pezzo tutta la formazione.
03 febbraio, 2023
3 febbraio 1947 – Melanie, la voce femminile dei grandi raduni

02 febbraio, 2023
2 febbraio 1984 – I metalmeccanici vincono il Festival di Sanremo

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