
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio...
13 aprile, 2023
13 aprile 1987 – Lo studio mobile dei Rolling Stones

12 aprile, 2023
12 aprile 1967 - Il clarinetto di Buster Bailey

11 aprile, 2023
11 aprile 1966 – Lisa Stanfield, la signorina di Razzmatazz

L'11 aprile 1966 nasce a Rochdale, in Gran Bretagna, la cantante Lisa Stanfield, una delle migliori voci femminili affermatesi alla fine degli anni Ottanta. Il suo debutto in pubblico avviene a quattordici anni quando partecipa a un concorso di voci nuove. Qualche anno dopo il suo volto diventa famoso in tutta la Gran Bretagna perché è la presentatrice del programma televisivo per bambini "Razzmatazz". La musica resta però il suo sogno nel cassetto. Approfittando della popolarità tenta di farsi prendere sul serio come interprete, ma con scarsissimi risultati. Nessuno è disposto a investire su quella ragazza dal volto che richiama alla memoria giochi per l'infanzia. Negli anni Ottanta forma i Blue Zone con due polistrumentisti, Andy Morris e Ian Dewaney, e arriva anche a registrare un album Big thing che però non viene neppure distribuito perché giudicato scarsamente commerciale dalla sua casa discografica. I tre, delusi finiscono per aggregarsi ai Coldcut, un duo formato da Matt Black e Jonathan Moore come musicisti d'accompagnamento e voci di supporto. Per Lisa sembra la fine dei sogni, ma invece, nel 1989, la sua voce diventa l'elemento centrale di People hold on, il terzo successo in singolo dei Coldcut. Nell'estate del 1989 la ragazza debutta, quindi, come solista, contando sulla collaborazione dei fedeli amici Andy Morris e Ian Dewaney che, oltre ad affiancarla nella composizione dei brani, si occupano anche della sua produzione discografica. La sua voce calda e "nera" che fa quasi da contrappunto all'immagine fresca e giovanile, catturano l'attenzione del pubblico fin dal primo singolo This is the right time che prepara il terreno all'exploit di All around the world e dell'album Affection, dominatori delle classifiche. Proprio quando non se l'aspettava più Lisa si ritrova così catapultata al vertice del successo e il 1989 si conclude con il titolo di "miglior cantante britannica". Gli anni Novanta si aprono con una lunga fila di varie nomination per i Grammy Awards e numerosi premi, ma lei, consapevole della fragilità del successo, cerca di gestire con oculatezza la sua produzione. Riduce al minimo i concerti e le esibizioni, ma non lesina il suo aiuto alle iniziative benefiche, come quando, nel 1990, partecipa alla registrazione di Red, Hot & Blue, un doppio album destinato a raccogliere fondi per la ricerca contro l'AIDS, cantando Down in the dephs, un vecchio brano di Cole Porter. Continua per tutti gli anni Novanta poi, progressivamente riduce il suo impegno musicale cimentandosi nel cinema e nella TV.
10 aprile, 2023
10 aprile 1962 – Se ne va Stu, il quinto Beatle

09 aprile, 2023
9 aprile 1895 - Mance Lipscomb, il maestro dei Grateful Dead e di Janis
Il 9 aprile 1895 nasce a Navasota, nel Texas, il cantante e chitarrista Mance Lipscomb. Considerato il più rappresentativo esponente della vecchia tradizione texana, Mance Lipscomb vanta un repertorio di brani così vasto da non potersi facilmente etichettare come un tipico rappresentante del blues. Conosce e canta ballads, sacred songs e ogni altro materiale popolare e folcloristico del vecchio sud. Cresciuto in una famiglia numerosa e dedita alla musica, Mance inizia a suonare un vecchio country fiddler e passa alla chitarra solo nel 1918 quando ha più di vent'anni e dopo aver conosciuto Blind Lemon Jefferson sulle strade di Dallas. Da allora e per gran parte della sua vita suona e si esibisce nella zona della sua città natale fino al 1956 quando si trasferisce a Huston e abbandona la musica. All'inizio degli anni Sessanta viene riscoperto da Chris Strachwitz e Mack McCormick che ne fanno uno dei protagonisti più attivi sulle scene musicali statunitensi. Influenzato da Blind Lemon Jefferson, influenza a sua volta molti giovani musicisti del rock e del pop, da Bob Dylan ai Grateful Dead, da Janis Joplin a Barbara Dane. Muore a Navasota, in Texas, il 30 gennaio 1976.
08 aprile, 2023
8 aprile 1989 – Roxette, svedesi e inaspettati

07 aprile, 2023
7 aprile 1922 - Mongo Santamaria, el ritmo
Il 7 aprile 1922 nasce a L'Avana in Cuba Mongo Santamaria, uno dei principali artefici della diffusione dei ritmi afrocubani. Di discendenza senegalese viene registrato all'anagrafe con il nome di Ramon Santamaria. Nel 1948 si trasferisce in Messico e all'inizio degli anni Cinquanta è a New York, dove si fa conoscere e apprezzare come percussionista pulito e dal grande senso ritimico. La sua specilità sono le congas e i bongos. Dopo aver suonato nelle orchestre di Pérez Prado, Tito Puente e Carl Tjader, nel 1961 intenzionato a sperimentare nuove forme che combinassero gli elementi caratteristici della musica afro-cubana con quelli del rhythm and blues e del jazz forma una propria orchestra. Da quel momento i successi non si contano tanto che in meno di sette anni ben nove suoi album entrano nella classifica dei dischi più venduti negli Stati Uniti. Nel 1966 partecipa al film "Made in Paris" e lavora alla colonna sonora del film "Salsa". Un notevole successo ottiene anche una sua particolare versione del famoso brano di Herbie Hancock Watermelon Man. Il percussionista cubano, che ha sempre indicato in Chano Pozo il suo punto di riferimento stilistico, ha poi collaborato nel corso della sua carriera con Dizzy Gillespie e con Jack McDuff. Negli anni più recenti si è dedicato alla ricerca di una formula musicale che combinasse gli elementi caratteristici latino-americani e afro-cubani con quelli del rhythm and blues e del jazz. Muore a Miami il 1° febbraio 2003.
06 aprile, 2023
6 aprile 2002 – Ken Livingston e Londra città della musica

05 aprile, 2023
5 aprile 2006 - Gene Pitney, un grande personaggio del pop
Il 5 aprile 2006 in una stanza d'albergo a Cardiff in Galles dove è in tournée muore Gene Pitney uno dei grandi protagonisti della scena musicale internazionale. Nato nel 1941 ad Hartford, nel Connecticut attraversa cinquant’anni di musica pop lasciando tracce importanti e in Italia conosce un buon momento di popolarità negli anni Sessanta grazie a qualche versione in italiano dei suoi successi americani e alla partecipazione a quattro edizioni del Festival di Sanremo. Nel 1958, a soli diciassette anni viene scritturato dalla Decca per la quale registra anche qualche disco in duo con la cantante Ginny Arnell, senza particolari risultati. Gli va meglio come autore scrivendo Loneliness per le Kalin Twins, Today’s teardrops per Roy Orbison ed Hello Mary Lou per Ricky Nelson. Nel 1961, finalmente, sfonda anche come cantante con (I wanna) Love my life away affascinando il pubblico per le tecniche di registrazione d’avanguardia. Da quel momento è un susseguirsi di successi con la soddisfazione di una nomination all’Oscar per la sua interpretazione del tema del film "La città spietata". Duttile esecutore sa adattare la sua voce anche alle più incaute sperimentazioni ed è il primo fra i contemporanei a confrontarsi con le alchimie delle moderne tecniche di registrazione conquistandosi la stima e l’ammirazione degli artisti di nuova generazione. I Rolling Stones lo vogliono in un brano del loro primo album e la coppia Jagger Richards compone per lui nel 1964 il brano That girl belongs to yesterday. Gene Pitney è stato soprattutto un grande interprete, capace di adattare la sua duttile vocalità alle esigenze di un epoca in continuo mutamento. La sua voce secca, metallica e leggermente nasale dopo l’esplosione del beat si sposta su sonorità più aspre liberandosi dall’obbligo di essere sempre “pulita”, soprattutto sui registri più acuti. Le novità non lo spaventano e quando arriva la grande ondata del beat non cerca di contrastarla, ma osserva i nuovi fermenti con l’entusiasmo di chi ha scoperto un nuovo territorio su cui sperimentare le proprie capacità e se ne va in Gran Bretagna dove mette la sua voce e la sua esperienza al servizio di quel crogiolo di musicisti che lui crede possano cambiare davvero la musica mondiale. In questo senso è stato un’artista unico e straordinariamente controcorrente, in un mondo caratterizzato spesso da ingiustificati deliri d’autosufficienza.
04 aprile, 2023
4 aprile 1992 – La confusione dei Mr. Big

03 aprile, 2023
3 aprile 1975 – Emmylou Harris continua da sola

02 aprile, 2023
2 aprile 1958 – Con Miles Davis una formazione da leggenda

01 aprile, 2023
1° aprile 1947 - Freddie Webster, il trombettista che influenzò Miles Davis
Il 1° aprile 1947 muore a Chicago, nell'Illinois, il trombettista Freddie Webster. Nato a Cleveland, in Ohio, nel 1916 frequenta la Central High School della sua città natale e ancora adolescente forma un gruppo nella cui formazione figura anche il pianista Tadd Dameron. Suona poi con il sassofonista Marion Sears e nel 1938 lavora con le band di Earl Hines ed Erskine Tate. Trasferitosi a New York nel 1940 suona con Benny Carter e con Ed Durham. Prima di tornare con Earl Hines, all'inizio del 1941 si unisce per qualche tempo a Louis Jordan. Dall'autunno del 1941 alla primavera del 1942 è con Lucky Millinder, poi con Jimmie Lunceford fino all'estate del 1943. In seguito torna con Benny Carter e nella primavera del 1944 suona con Sabby Lewis a New York poi di nuovo con Millinder. Seguirono brevi permanenze nelle orchestre di Cab Calloway e George Johnson prima di far parte, nella seconda metà del 1945, nel sestetto di John Kirby. Nel 1946 suona nella big band di Dizzy Gillespie e all'inizio del 1947 nella troupe del Jazz at the Philharmonic. All'apice del successo muore per un collasso cardiaco nella stanza di un motel pochi giorni prima di iniziare a suonare a Chicago con Sonny Stitt. Professionista ammiratissimo dai colleghi ha avuto una grande influenza su Miles Davis e più in generale nell'evoluzione del jazz moderno.
31 marzo, 2023
31 marzo 1923 - Armstrong registra con King Oliver
Il 31 marzo 1923 a Richmond, nello stato dell'Indiana, Louis Armstrong mette piede per la prima volta in uno studio di registrazione in qualità di seconda cornetta ufficiale della Creole Jazz Band di King Oliver. Il locale di registrazione è vicino a una strada ferrata e i musicisti devono interrompersi spesso per lasciar passare i treni rumorosi. Per Louis è un grande giorno perché il re Oliver gli permette ventiquattro battute di assolo in un brano, Chimes Blues, che resta nella storia del jazz come la prima registrazione di Armstrong in qualità di solista. La sua fama è ormai consolidata per la potenza di attacco della sua cornetta e per la grande fantasia poetica che il suo straordinario fraseggio evidenzia. È soprattutto durante le prove, quando Oliver consente a quello che viene considerato il suo rivale una maggior libertà, il magistrale linguaggio di Armstrong emerge con una forza incredibile, incantando un gruppo di giovani musicisti bianchi di Chicago, fra i quali spiccano Bud Freeman, Muggsy Spanier, Pee Wee Russell e Bix Beiderbecke.
30 marzo, 2023
30 marzo 1935 - John Charles Eaton, un pianista d’impostazione moderna

29 marzo, 2023
29 marzo 1964 - Si accende Radio Caroline
Il 29 marzo 1964, domenica di Pasqua, viene ufficialmente inaugurata Radio Caroline, la più popolare radio pirata della storia del pop anche se non è stata la prima. La prima trasmissione è condotta da Simon Dee, uno dei numerosi disc jockey pirati destinati a diventare stelle dell'etere. L'apertura di Caroline preceduta da un notevole battage pubblicitario suscita molto clamore e qualche segno di fastidio da parte del governo e dell'amministrazione postale britanniche, mentre la novità di una programmazione pop ventiquattro ore su ventiquattro assicura alla radio un pubblico di diversi milioni di ascoltatori in poche settimane. L'idea non è nuova. Sin dal 1960, infatti radio pirata imbarcate su navi trasmettono presso le coste olandesi, danesi e svedesi. La particolarità di Radio Caroline è il suo peso economico oltre che mediatico. Ne è artefice un ventitreenne irlandese di nome Ronan O'Rahilly. Come agente del cantante Georgie Fame, O'Rahilly aveva verificato quanto fosse difficile l'accesso a trasmissioni radiofoniche di un artista privo del sostegno di una grossa casa discografica. La BBC era orientata in senso conservatore nelle proprie scelte, mentre la programmazione pop di Radio Luxembourg era largamente dominata dalle quattro principali etichette britanniche che si spartivano le trasmissioni. O'Rahilly comprende che una stazione pirata può spezzare il monopolio della BBC e di Radio Luxembourg sulla programmazione musicale pop. Con 250.000 sterline, raccolte in vario modo, acquista e risistema una vecchia nave passeggeri danese, il "Frederika", e vi installa due trasmettitori da 10 kilowatt con un'antenna da cinquanta metri. Ancorata circa quattro miglia al largo di Harwich, la stazione viene presto raggiunta da una seconda nave pirata, Radio Atlanta, che getta l'ancora di fronte a Frinton-on-Sea nell'Essex. In luglio le due stazioni si fondono e la nave "Frederika" fa rotta verso l’isola di Man diventando Radio Caroline North, mentre Radio Atlanta muta il nome in Radio Caroline South. Immediatamente iniziano i tentativi di ridurre al silenzio le due stazioni. Il governo conservatore britannico minaccia di prendere provvedimenti legislativi per mettere fuorilegge le due stazioni, ma poi evita di passare dalle parole ai fatti per timore degli effetti negativi di una simile iniziativa sulla imminente consultazione elettorale. La popolarità delle due Caroline incoraggerà la nascita di altre nuove stazioni.
28 marzo, 2023
28 marzo 1982 – La pistola di David Crosby

Il 28 marzo 1982 a Los Angeles è in programma una grande manifestazione contro l'utilizzo dell'energia nucleare sia in campo militare che civile. L'appello, lanciato da varie associazioni, ha coinvolto un gran numero di artisti. Tra questi c'è David Crosby, già componente dei Byrds divenuto un personaggio leggendario nella storia del rock con la formazione dei Crosby, Stills, Nash & Young. Da tempo la sua stella musicale si è appannata costringendolo a vivere perennemente rinchiuso nella gabbia dorata del ricordo. Nonostante gli interessanti sforzi solistici si sente prigioniero di un mito. I critici e anche il pubblico sono più interessati alle periodiche "reunion" del gruppo storico che al valido e originale lavoro da solista. Con il passare degli anni l'iniziale passioncella per le magiche sostanze e per l'alcol ha finito per diventare, in alcuni periodi, quasi una soffocante ragione di vita. Il poderoso movimento antinucleare, che affonda le sue saldissime radici nella cultura pacifista degli anni Sessanta e Settanta sembra aver risvegliato la sua voglia di vivere. In esso ha ritrovato il clima dei giorni elettrizzanti delle battaglie per i diritti civili e progressivamente si è liberato dell'abulia in cui era caduto. Il suo rinnovato attivismo ha riportato su di lui l'attenzione del pubblico, ma anche quella, più insistente, della polizia e delle forze di sicurezza, in particolare dell'onnipotente e onnipresente FBI. Attorno alla città di Los Angeles, verso la quale sta convergendo un gran numero di manifestanti, la polizia ha rafforzato i controlli e i posti di blocco. In uno di questi incappa anche David Crosby. Gli agenti lo riconoscono, lo fanno scendere, lo sottopongono a un rapido test antidroga e gli perquisiscono l'automobile. Al termine degli accertamenti il musicista viene arrestato per probabile guida sotto l'effetto di stupefacenti, possesso di una modesta quantità di sostanze varie e, soprattutto, per detenzione di armi. Tra le sue cose è stata, infatti, rinvenuta una pistola. David rifiuta di rispondere a quasi tutte le domande che gli vengono poste. Il suo sguardo indifferente e ironico indispettisce gli agenti che cercano in tutti i modi di farlo parlare. Si degna di rispondere soltanto quando, soppesando tra le mani il suo revolver, un uomo in divisa sbotta: «Che cosa ci fa una pistola nel cruscotto di un pacifista?». David sbotta: «John Lennon, amico, ricordati come è finito John Lennon. Io non voglio finire così».
27 marzo, 2023
27 marzo 1981 – Il primo singolo dei Tenpole Tudor

26 marzo, 2023
26 marzo 1952 – Paolo Damiani, un contrabbasso con i fiocchi

25 marzo, 2023
25 marzo 1981 – La Contiana di Sanremo

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