
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio...
20 aprile, 2023
20 aprile 1992 – Cinquecento milioni in memoria di Freddie Mercury

19 aprile, 2023
19 aprile 1905 - Tommy Benford, la batteria dei Red Hot Peppers
Il 19 aprile 1905 nasce a Charleston, in Virginia, il grande batterista Thomas "Tommy" Bedford. Inizia a studiare musica insieme al fratello maggiore Bill, suonatore di basso tuba, al Jenkin's Orphanage nel South Carolina. Comincia a esibirsi giovanissimo con l’orchestra dell'Istituto e nel 1914, quando non ha ancora compiuto dieci anni, partecipa alla tournée che la stessa effettua in Inghilterra. Tornato negli Stati Uniti, inizia a studiare batteria con Steve Wright e Herbert Wright, e nei primi anni Venti suona con il Green River Minstrel Show. In quel decennio diventa molto popolare perché, dopo aver suonato con Elmer Snowden e aver registrato con la orchestra di Charlie Skeets i suoi primi dischi, venne ingaggiato insieme al fratello Bill da Jelly Roll Morton, per far parte dei Red Hot Peppers. Con questo gruppo prende parte a New York a una delle sedute di registrazione più importanti della storia del gruppo di Morton, quella che 1'11 giugno 1928 produce Kansas City Stomp, Shoe Shiner's Drag, Bogaboo, Mournfull Serenade, Georgia Swing e Shreverport Stomp. Tommy partecipa ad altre sedute con i Red Hot Peppers nel 1930. Più o meno nello stesso periodo suona anche con l'orchestra di Edgar Hayes, con quella del fratello Bill Benford e, per un mese circa, con quella di Duke Ellington. Durante gli anni Trenta lavora per molto tempo in Europa, dove arriva ingaggiato dal violinista Eddie South e si ferma. Nel periodo "europeo" suona con Freddy Taylor, Garland Wilson, Louis Bacon, Freddy Johnson e dal 1938 con Willie Lewis, Coleman Hawkins e Bill Coleman. Tornato negli Stati Uniti nel 1943 suona con Noble Sissle e, dal 1946 al 1948, con Snub Mosley, per poi entrare a far parte dell'orchestra di Bob Wilber. Negli anni Cinquanta e nei primi Sessanta suona con Jimmy Archey, Rex Stewart Muggsy Spanier, Freddy Johnson, Joe Thomas, Edmond Hall, Danny Barker, la Jazz Train Revue e tanti altri. Alla metà degli anni Sessanta diminuisce progressivamente l'impegno pur non disdegnando di tanto in tanto di ritornare sulle scene. Negli anni Settanta partecipa all'avventura della Harlem Blues and Jazz Band di Clyde Bernhardt. Muore il 24 marzo 1994 a Mount Vernon, New York.
18 aprile, 2023
18 aprile 1971 – I Family arrivano a Milano

17 aprile, 2023
17 aprile 1971 – Joy to the world

16 aprile, 2023
16 aprile 1943 – Nasce l'LSD

15 aprile, 2023
15 aprile 1967 - Totò ci lascia

Colto da un malore sul set del film "Capriccio all’italiana" Totò muore nella sua casa di Roma il 15 aprile 1967, intorno alle tre e mezzo del mattino per una devastante serie di attacchi cardiaci. Alle 11,20 del 17 Aprile 1967 la salma è trasportata nella chiesa di Sant'Eugenio in Viale delle Belle Arti. Sulla bara ci sono la sua bombetta e un garofano rosso. La cerimonia ufficiale è limitata ad una semplice benedizione perché le autorità religiose non possono accettare la suo convivenza con la Faldini senza matrimonio. Nel pomeriggio la salma arriva a Napoli accolta, già all'uscita dell'autostrada e alla Basilica del Carmine, da una folla enorme. Totò viene sepolto nella cappella De Curtis al Pianto, il cimitero di Capodichino sulle alture di Napoli. Finisce qui la storia di uno dei più importanti personaggi dello spettacolo italiano. Totò nasce il 15 febbraio 1898 nel rione Sanità, a Napoli, al n. 109 di via Santa Maria Antesaecula. Figlio di Anna Clemente, viene registrato con il nome di Antonio Clemente perché il padre naturale, Giuseppe De Curtis, figlio di un marchese e costretto a dipendere dalle finanze del genitore perché senza lavoro, non può riconoscerlo pena la perdita del sostegno finanziario indispensabile a sopravvivere. Totò cresce tra i vicoli di Napoli, e per i compagni delle avventure d’infanzia il suo nome è già quello che poi diverrà quello artistico. Finite le elementari se ne va in collegio dove un insegnante boxando per scherzo con lui gli rompe il setto nasale definendo inconsapevolmente quella che sarà una linea caratteristica della sua maschera comica. Quando sale sul palcoscenico porta ancora i calzoni corti. A quindici anni debutta in uno dei piccoli teatri di Napoli. Con il nome d’arte di Clerment, derivato dalla storpiatura del suo cognome. Dopo l’interruzione dovuta alla Prima Guerra Mondiale, cui partecipa come fante, torna al teatro e nel 1928 finalmente può fregiarsi del cognome del padre diventando Antonio De Curtis visto che il suo genitore è diventato agente teatrale e si è reso economicamente indipendente dalla famiglia. Trasferitosi con la famiglia a Roma diventa uno dei protagonisti del teatro di varietà allargando pian piano a tutta Italia la popolarità del suo personaggio: una marionetta disarticolata, con la bombetta, il tight fuori misura, le scarpe basse e le calze colorate. Alle soddisfazioni della vita artistica fanno da contraltare le tragedie sentimentali come il suicidio per amore suo di Liliana Castagnola, una famosa cantante di café-chantant che si uccide nella notte del 3 dicembre del 1931 ingerendo barbiturici dopo una lite. Il drammatico episodio segnerà per sempre la vita di Totò che, oltre a far seppellire Liliana nella tomba di famiglia dei De Curtis imporrà il suo nome anche alla figlia avuta nel 1933 da Diana Bandini Lucchesi Rogliani. Nello stesso anno Antonio De Curtis viene adottato dal marchese Francesco Maria Gagliardi Focas, che gli concede il suo nome, in cambio di un vitalizio. In quel periodo forma anche una propria compagnia attraversando da dominatore gli anni d'oro dell'avanspettacolo. Anche il cinema si accorge di lui e nel 1937 lo chiama a interpretare "Fermo con le mani!", il suo primo film cui segue due anni dopo "Animali pazzi". Non ottengono un grande successo, ma segnano l’inizio di una carriera destinata a dargli nuove soddisfazioni a partire dal 1947 con "I due orfanelli". La carriera cinematografica segna tutta la seconda parte della sua vita d’attore, che lo porterà ad essere protagonista di centodue film, trascurando definitivamente il teatro. Anche dal punto di vista sentimentale si apre una nuova epoca, segnata dalla felicità e dall’amore per la giovanissima Franca Faldini, che non sposerà mai ma l’accompagnerà fino alla fine dei suoi giorni. La vita di Totò si chiude sul lavoro.
14 aprile, 2023
14 aprile 1969 – La stunt girl Fiorella Mannoia si dà al canto

13 aprile, 2023
13 aprile 1987 – Lo studio mobile dei Rolling Stones

12 aprile, 2023
12 aprile 1967 - Il clarinetto di Buster Bailey

11 aprile, 2023
11 aprile 1966 – Lisa Stanfield, la signorina di Razzmatazz

L'11 aprile 1966 nasce a Rochdale, in Gran Bretagna, la cantante Lisa Stanfield, una delle migliori voci femminili affermatesi alla fine degli anni Ottanta. Il suo debutto in pubblico avviene a quattordici anni quando partecipa a un concorso di voci nuove. Qualche anno dopo il suo volto diventa famoso in tutta la Gran Bretagna perché è la presentatrice del programma televisivo per bambini "Razzmatazz". La musica resta però il suo sogno nel cassetto. Approfittando della popolarità tenta di farsi prendere sul serio come interprete, ma con scarsissimi risultati. Nessuno è disposto a investire su quella ragazza dal volto che richiama alla memoria giochi per l'infanzia. Negli anni Ottanta forma i Blue Zone con due polistrumentisti, Andy Morris e Ian Dewaney, e arriva anche a registrare un album Big thing che però non viene neppure distribuito perché giudicato scarsamente commerciale dalla sua casa discografica. I tre, delusi finiscono per aggregarsi ai Coldcut, un duo formato da Matt Black e Jonathan Moore come musicisti d'accompagnamento e voci di supporto. Per Lisa sembra la fine dei sogni, ma invece, nel 1989, la sua voce diventa l'elemento centrale di People hold on, il terzo successo in singolo dei Coldcut. Nell'estate del 1989 la ragazza debutta, quindi, come solista, contando sulla collaborazione dei fedeli amici Andy Morris e Ian Dewaney che, oltre ad affiancarla nella composizione dei brani, si occupano anche della sua produzione discografica. La sua voce calda e "nera" che fa quasi da contrappunto all'immagine fresca e giovanile, catturano l'attenzione del pubblico fin dal primo singolo This is the right time che prepara il terreno all'exploit di All around the world e dell'album Affection, dominatori delle classifiche. Proprio quando non se l'aspettava più Lisa si ritrova così catapultata al vertice del successo e il 1989 si conclude con il titolo di "miglior cantante britannica". Gli anni Novanta si aprono con una lunga fila di varie nomination per i Grammy Awards e numerosi premi, ma lei, consapevole della fragilità del successo, cerca di gestire con oculatezza la sua produzione. Riduce al minimo i concerti e le esibizioni, ma non lesina il suo aiuto alle iniziative benefiche, come quando, nel 1990, partecipa alla registrazione di Red, Hot & Blue, un doppio album destinato a raccogliere fondi per la ricerca contro l'AIDS, cantando Down in the dephs, un vecchio brano di Cole Porter. Continua per tutti gli anni Novanta poi, progressivamente riduce il suo impegno musicale cimentandosi nel cinema e nella TV.
10 aprile, 2023
10 aprile 1962 – Se ne va Stu, il quinto Beatle

09 aprile, 2023
9 aprile 1895 - Mance Lipscomb, il maestro dei Grateful Dead e di Janis
Il 9 aprile 1895 nasce a Navasota, nel Texas, il cantante e chitarrista Mance Lipscomb. Considerato il più rappresentativo esponente della vecchia tradizione texana, Mance Lipscomb vanta un repertorio di brani così vasto da non potersi facilmente etichettare come un tipico rappresentante del blues. Conosce e canta ballads, sacred songs e ogni altro materiale popolare e folcloristico del vecchio sud. Cresciuto in una famiglia numerosa e dedita alla musica, Mance inizia a suonare un vecchio country fiddler e passa alla chitarra solo nel 1918 quando ha più di vent'anni e dopo aver conosciuto Blind Lemon Jefferson sulle strade di Dallas. Da allora e per gran parte della sua vita suona e si esibisce nella zona della sua città natale fino al 1956 quando si trasferisce a Huston e abbandona la musica. All'inizio degli anni Sessanta viene riscoperto da Chris Strachwitz e Mack McCormick che ne fanno uno dei protagonisti più attivi sulle scene musicali statunitensi. Influenzato da Blind Lemon Jefferson, influenza a sua volta molti giovani musicisti del rock e del pop, da Bob Dylan ai Grateful Dead, da Janis Joplin a Barbara Dane. Muore a Navasota, in Texas, il 30 gennaio 1976.
08 aprile, 2023
8 aprile 1989 – Roxette, svedesi e inaspettati

07 aprile, 2023
7 aprile 1922 - Mongo Santamaria, el ritmo
Il 7 aprile 1922 nasce a L'Avana in Cuba Mongo Santamaria, uno dei principali artefici della diffusione dei ritmi afrocubani. Di discendenza senegalese viene registrato all'anagrafe con il nome di Ramon Santamaria. Nel 1948 si trasferisce in Messico e all'inizio degli anni Cinquanta è a New York, dove si fa conoscere e apprezzare come percussionista pulito e dal grande senso ritimico. La sua specilità sono le congas e i bongos. Dopo aver suonato nelle orchestre di Pérez Prado, Tito Puente e Carl Tjader, nel 1961 intenzionato a sperimentare nuove forme che combinassero gli elementi caratteristici della musica afro-cubana con quelli del rhythm and blues e del jazz forma una propria orchestra. Da quel momento i successi non si contano tanto che in meno di sette anni ben nove suoi album entrano nella classifica dei dischi più venduti negli Stati Uniti. Nel 1966 partecipa al film "Made in Paris" e lavora alla colonna sonora del film "Salsa". Un notevole successo ottiene anche una sua particolare versione del famoso brano di Herbie Hancock Watermelon Man. Il percussionista cubano, che ha sempre indicato in Chano Pozo il suo punto di riferimento stilistico, ha poi collaborato nel corso della sua carriera con Dizzy Gillespie e con Jack McDuff. Negli anni più recenti si è dedicato alla ricerca di una formula musicale che combinasse gli elementi caratteristici latino-americani e afro-cubani con quelli del rhythm and blues e del jazz. Muore a Miami il 1° febbraio 2003.
06 aprile, 2023
6 aprile 2002 – Ken Livingston e Londra città della musica

05 aprile, 2023
5 aprile 2006 - Gene Pitney, un grande personaggio del pop
Il 5 aprile 2006 in una stanza d'albergo a Cardiff in Galles dove è in tournée muore Gene Pitney uno dei grandi protagonisti della scena musicale internazionale. Nato nel 1941 ad Hartford, nel Connecticut attraversa cinquant’anni di musica pop lasciando tracce importanti e in Italia conosce un buon momento di popolarità negli anni Sessanta grazie a qualche versione in italiano dei suoi successi americani e alla partecipazione a quattro edizioni del Festival di Sanremo. Nel 1958, a soli diciassette anni viene scritturato dalla Decca per la quale registra anche qualche disco in duo con la cantante Ginny Arnell, senza particolari risultati. Gli va meglio come autore scrivendo Loneliness per le Kalin Twins, Today’s teardrops per Roy Orbison ed Hello Mary Lou per Ricky Nelson. Nel 1961, finalmente, sfonda anche come cantante con (I wanna) Love my life away affascinando il pubblico per le tecniche di registrazione d’avanguardia. Da quel momento è un susseguirsi di successi con la soddisfazione di una nomination all’Oscar per la sua interpretazione del tema del film "La città spietata". Duttile esecutore sa adattare la sua voce anche alle più incaute sperimentazioni ed è il primo fra i contemporanei a confrontarsi con le alchimie delle moderne tecniche di registrazione conquistandosi la stima e l’ammirazione degli artisti di nuova generazione. I Rolling Stones lo vogliono in un brano del loro primo album e la coppia Jagger Richards compone per lui nel 1964 il brano That girl belongs to yesterday. Gene Pitney è stato soprattutto un grande interprete, capace di adattare la sua duttile vocalità alle esigenze di un epoca in continuo mutamento. La sua voce secca, metallica e leggermente nasale dopo l’esplosione del beat si sposta su sonorità più aspre liberandosi dall’obbligo di essere sempre “pulita”, soprattutto sui registri più acuti. Le novità non lo spaventano e quando arriva la grande ondata del beat non cerca di contrastarla, ma osserva i nuovi fermenti con l’entusiasmo di chi ha scoperto un nuovo territorio su cui sperimentare le proprie capacità e se ne va in Gran Bretagna dove mette la sua voce e la sua esperienza al servizio di quel crogiolo di musicisti che lui crede possano cambiare davvero la musica mondiale. In questo senso è stato un’artista unico e straordinariamente controcorrente, in un mondo caratterizzato spesso da ingiustificati deliri d’autosufficienza.
04 aprile, 2023
4 aprile 1992 – La confusione dei Mr. Big

03 aprile, 2023
3 aprile 1975 – Emmylou Harris continua da sola

02 aprile, 2023
2 aprile 1958 – Con Miles Davis una formazione da leggenda

01 aprile, 2023
1° aprile 1947 - Freddie Webster, il trombettista che influenzò Miles Davis
Il 1° aprile 1947 muore a Chicago, nell'Illinois, il trombettista Freddie Webster. Nato a Cleveland, in Ohio, nel 1916 frequenta la Central High School della sua città natale e ancora adolescente forma un gruppo nella cui formazione figura anche il pianista Tadd Dameron. Suona poi con il sassofonista Marion Sears e nel 1938 lavora con le band di Earl Hines ed Erskine Tate. Trasferitosi a New York nel 1940 suona con Benny Carter e con Ed Durham. Prima di tornare con Earl Hines, all'inizio del 1941 si unisce per qualche tempo a Louis Jordan. Dall'autunno del 1941 alla primavera del 1942 è con Lucky Millinder, poi con Jimmie Lunceford fino all'estate del 1943. In seguito torna con Benny Carter e nella primavera del 1944 suona con Sabby Lewis a New York poi di nuovo con Millinder. Seguirono brevi permanenze nelle orchestre di Cab Calloway e George Johnson prima di far parte, nella seconda metà del 1945, nel sestetto di John Kirby. Nel 1946 suona nella big band di Dizzy Gillespie e all'inizio del 1947 nella troupe del Jazz at the Philharmonic. All'apice del successo muore per un collasso cardiaco nella stanza di un motel pochi giorni prima di iniziare a suonare a Chicago con Sonny Stitt. Professionista ammiratissimo dai colleghi ha avuto una grande influenza su Miles Davis e più in generale nell'evoluzione del jazz moderno.
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