Il 27 dicembre 1976 stroncato da una crisi cardiaca muore il grande chitarrista blues Freddie King. Ha quarantadue anni e da tempo è affetto da una grave forma d'epatite. La sua carriera inizia presto. Ha sei anni quando inizia a suonare la chitarra seguendo gli insegnamenti dello zio che lo erudisce in un genere solo: il blues. A sedici si trasferisce a Chicago con la famiglia e a diciassette comincia a far sul serio nella band di Sunnyland Charles. Il ragazzo è bravo e precoce. Ci mette meno di un anno per mettersi in proprio dando vita con Jimmy Lee Robinson agli Every Hour Blues Boys. Suona poi con Little Sonny Cooper prima di entrare a far parte dei Blues Cats di Earl Payton. Dopo una tournée con Memphis Slim rinnova il sodalizio con Earl Payton per tre anni fino al 1960 quando forma un trio a nome suo. Nel 1963, dopo una lunga tournée negli stati del sud, decide di fissare la propria residenza a Dallas nel Texas. Da allora suona regolarmente in numerosi locali e compie tournée in tutto il mondo. Alla fine del 1970 si affianca a Leon Russell e con lui dà moltissimi concerti sino al 1974, pur continuando a esibirsi anche in proprio con varie band. Negli anni seguenti torna parecchie volte in Europa Freddie King anche per partecipare alle rassegne di Antibes e Nancy e nel 1975 suona in Australia e in Nuova Zelanda, ma le sue condizioni di salute non l'assistono. Muore nel dicembre dell'anno dopo. Di lui restano testimonianze registrate di una intensa vocalità e di tecnica chitarristica unica, soprattutto nei giochi sul registro grave e nella lucida costruzione del fraseggio.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
27 dicembre, 2023
27 dicembre 1969 - Le Supremes per l'ultima volta al vertice
Il 27 dicembre 1969 le Supremes arrivano al vertice della classifica statunitense dei dischi più venduti con Someday we’ll be together. È l'ultima posizione di vertice del gruppo prima del debutto di Diana Ross come solista. L'addio tra Diana e il gruppo è stato annunciato già a ottobre e Someday we'll be together, il singolo d'addio, sembra scritto proprio per l'occasione. Il 14 gennaio del 1970 al Frontier Hotel di Las Vegas Diana Ross terrà l'ultimo concerto con le Supremes. Il posto della Ross verrà preso da Jean Terrell, sorella del pugile e cantante Ernie Terrell. Per qualche anno il trio continuerà a collezionare successi, soprattutto in Gran Bretagna, ma a partire dal 1972 la crisi, già latente dopo l'abbandono della Ross, si accentuerà. Al fianco della veterana Mary Wilson si succederanno varie cantanti che non salveranno la situazione. La fiamma delle Supremes si spegne progressivamente proprio mentre la carriera di Diana Ross decolla verso il grande successo internazionale.
26 dicembre, 2023
26 dicembre 1918 - Butch Ballard, un batterista d’accompagnamento
Il 26 dicembre 1918 nasce a Camden, nel New Jersey, Butch Ballard, all’anagrafe George Ballard, uno dei batteristi più stimati della sua epoca per la versatilità e per il talento nel lavoro degli studi di registrazione. La prima scrittura importante della sua carriera arriva nel 1942 quando entra far parte dell’orchestra di Cootie Williams con la quale incide alcuni brani per la Capitol. Quattro anni dopo si unisce al gruppo di Louis Armstrong. Tra il 1947 e il 1948 suona con Eddie Davis al Minton's di New York e guida una propria formazione a Philadelphia. Entra poi nell'orchestra di Mercer Ellington e nel 1949 diventa il batterista di Count Basie. L'anno seguente viene chiamato da Duke Ellington che per un giro di concerti in Europa aveva bisogno di un secondo batterista da affiancare a Sonny Greer. È ancora con Duke nel 1953 e prende parte a una lunga serie di incisioni per la Capitol compresa la prima versione orchestrale di Satin Doll. Muore il 1° ottobre 2011.
25 dicembre, 2023
25 dicembre 1905 - Wayman Carver, l’uomo che ha portato il flauto nel jazz
Il 25 dicembre 1905 nasce a Portsmouth, in Virginia, Wayman Carver o, come risulta dai registri dell’anagrafe, Wayman Alexander Carver. La sua è una famiglia di musicisti. Il padre suona il clarinetto e lo zio il flauto nella banda municipale della quale è anche il direttore musicale. Wayman Carver comincia a suonare il flauto all'età di quattordici anni e ottiene la prima scrittura dai Collegiate Ramblers di J. Neal Montgomery, una formazione nella quale resta per qualche anno formando poi una propria orchestra destinata ad avere vita breve. Nel 1930 va a New York a cercar fortuna ed entra a far parte dell’ensemble di Dave Nelson, il nipote di King Oliver, con cui registra i suoi primi dischi per la Victor nel gennaio del 1931. Passa poi alle orchestre di Elmer Snowden e di Benny Carter. Proprio con quest'ultima formazione trova spazio come solista di flauto e il suo assolo in Devil's Holiday resta nella storia del jazz per la tecnica estremamente moderna e innovativa. A consacrarlo definitivamente come il primo grande flautista della storia del jazz è comunque il lavoro con Chick Webb e in particolare i suoi magistrali interventi in Sweet Sue, I Got Rhythm, Down Home Rag e Hallelujah destinati a rappresentare dei modelli e dei precisi punti di riferimento per tutti i flautisti delle successive generazioni. Con Carver il flauto inizia progressivamente e “rubare” il posto all’allora imperante clarinetto aprendo nuove prospettive alla stessa evoluzione della musica jazz. Dopo aver fatto parte dell'orchestra di Ella Fitzgerald, Wayman Carver si ritira dalle scene jazzistiche lavorando come insegnante di musica e come arrangiatore. Muore ad Atlanta il 6 maggio 1967.
24 dicembre, 2023
24 dicembre 1965 – Nasce “Complete Communion”, uno dei capolavori di Don Cherry
Il 24 dicembre 1965 Don Cherry registra per la Blue Note uno dei suoi capolavori. Si tratta dell'album Complete Communion. Al suo fianco ci sono Gato Barbieri, Henry Grimes ed Eddie Blackwell. Il giudizio della critica è entusiastico e c’è chi scrive che nel disco la genialità di Cherry «...crea una musica senza fiati né frontiere, abbattendo barriere e creando una miriade di colori musicali profondamente spontanei e colmi di vitalità...». Subito dopo Natale il gruppo si esibisce con successo al Village Vanguard di New York, sciogliendosi con la partenza di Barbieri per l'Europa. Il trombettista allora suona nei primi giorni del 1966, insieme al sassofonista Archie Shepp che è stato scritturato al Village Vanguard con il gruppo del trombettista Miles Davis. Proprio Davis al termine dell'esperienza, avrà parole profondamente critiche nei confronti delle teorie e del modo di suonare di Don Cherry. Il buon Cherry non si cura troppo delle critiche di un brontolone un po’ invidioso come Miles e va avanti sulla sua strada. Alla fine di gennaio torna Barbieri e il gruppo si esibisce a New York prima di partire per una tournée europea che durerà tutto il mese di febbraio.
23 dicembre, 2023
23 dicembre 1920 - Mario Pezzotta, un trombone da jazz
Il 23 dicembre 1920 nasce ad Alzano Lombardo, in provincia di Bergamo, il trombonista Mario Pezzotta. A otto anni suona il bombardino nella banda del suo paese natale e nel giro di pochi anni si afferma come una sorta di bambino prodigio capace di virtuosismi inusuali per l’età. A diciassette anni inizia a suonare in vari complessi da ballo. Dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale veste la divisa militare ed entra nella Banda Presidiaria di Milano. L’8 settembre del 1943 si libera della divisa e ripara in Svizzera dove in un campo di internati costituisce e dirige una orchestra. Dopo la Liberazione rientra a Milano e trova un posto stabile nella Orchestra del Momento diretta da Aldo Rossi che lascia quando incontra Gorni Kramer, con il quale più o meno stabilmente avrà rapporti per circa un ventennio. Negli anni Cinquanta suona spesso all'Arethusa di Milano con propri gruppi e partecipa con i propri musicisti o come trombone solista nell'orchestra di Kramer a vari programmi jazzistici radiofonici e televisivi. A partire dagli anni Sessanta si esibisce spesso con un proprio sestetto ad assetto variabile ma nel quale militano soprattutto Emilio Soana, Enzo Nardini, Ettore Righello, Carlo Milano e Luigi Campioni. Alla fine del 1969 entra stabilmente nell'Orchestra Sinfonica della Rai dove rimane fino al 1980. Colpito dal morbo di Alzeihmer nel 1990 si ritira dall’attività. Muore a Bollate il 9 febbraio 2004.
22 dicembre, 2023
22 dicembre 1978 – I Dire Straits finiscono il secondo album, ma lo congelano
Il 22 dicembre 1978 i Dire Straits finiscono le registrazioni del loro secondo album nei Compass Point Studios, di Nassau, alle Bahamas. Sono iniziate il 28 novembre e nel loro lavoro i ragazzi hanno potuti contare sulla guida esperta di due esperti abitatori del music business come Jerry Wexler e Barry Beckett. La loro produzione modifica l’impronta dei Dire Straits verso un suono più sofisticato, molto cristallino, ricco di sensazioni emotive. Anche i servizi fotografici realizzati in quei giorni sono lo specchio fedele di un’aria sognante e tranquilla tanto che alcuni cronisti rilevano come i componenti della band sembrino più «...ricchi turisti in vacanza, piuttosto a musicisti con l'obbligo di produrre un nuovo disco». In questo clima anche le diffidenze tra Mark Knopfler e Jerry Wexler si sciolgono come neva al sole. Terminate le registrazioni inizia il lavoro di post produzione. Remixato ai Muscle Shoals Studios, in Alabama, il 12 gennaio l’album è pronto ma si decide di tenerlo in un cassetto. La ragione di quella decisione è dovuta alla necessità di sfruttare fino all’ultima goccia il primo album “Dire Straits”, che staziona stabilmente al vertice delle classifiche di vendita. Non secondaria è anche la disputa tra il gruppo e Wexler sul titolo del disco. Wexler lo vorrebbe intitolare “News” mentre i Dire Straits preferirebbero intitolarlo “Communiqué”. Alla fine la spunteranno loro. All’inizio dell’estate il disco uscirà con questo titolo.
21 dicembre, 2023
21 dicembre 1969 – Janis con la Kozmic Blues Band
Il 21 dicembre 1968 l'annuale spettacolo organizzato a Memphis nel Tennessee dall'etichetta Stax con intenti autopromozionali vede la presenza massiccia di critici e giornalisti specializzati. Ad attirarli non è la lista degli artisti, un piatto ricco di stelle del soul come Booker T. & The MG's, gli Staple Singers, Albert King, i Bar-Kays, Rufus & Carla Thomas, Johnnie Taylor, Eddie Floyd e altri, ma il debutto di Janis Joplin con la sua nuova band. C'è molta attesa infatti di capire come quella ragazzaccia abbia potuto sostituire i Big Brothers & The Holding Company dopo lo straordinario successo dell'album Cheap thrills che l'ha definitivamente lanciata come una della più grandi voci bianche del blues di quel periodo. Eppure è così. Un milione di copie vendute e l'improvvisa popolarità hanno fatto scattare dinamiche strane nella vita del gruppo. Quello che fino a qualche giorno prima era un rapporto intenso e ricco si è sgretolato sotto il peso di incomprensioni, tensioni e aperti litigi finché si è arrivati alla definitiva decisione: Janis Joplin da una parte e la band dall'altra, senza rimpianti. Mentre i Big Brothers & The Holding Company hanno fatto sapere di voler continuare per la loro strada, l'attesa è tutta per il debutto della cantante con un gruppo di nuovi musicisti. Janis ha voluto fare tutto da sola. Ha chiamato attorno a sé uno stuolo di musicisti come il chitarrista Sam Andrew, già con i Big Brothers, l'organista Bill King, il bassista Brad Campbell, il batterista Ron Markovitz, il sassofonista Terry Clements e il trombettista Marcus Doubleday e ha deciso di farne la sua nuova band. Nell'esibizione del 21 si chiama Kozmic Blues Band, ma il nome è provvisorio e in fondo non conta granché. Quello che conta è invece l'esibizione che lascia perplessi quasi tutti gli spettatori. La band appare appiccicaticcia e incapace di far risaltare nel modo giusto le qualità di Janis. Le perplessità dell'esordio verranno confermate anche successivamente, nonostante i cambiamenti di nome (Joplin & The Joplanaires, The Janis Revue e The Main Squeeze) il gruppo non sarà mai all'altezza dei Brother e finirà squassato da contrasti interni. Il primo ad andarsene sarà proprio il fedele Sam Andrew il chitarrista che tra Janis e i Brother aveva scelto Janis, e che verrà sostituito, in un primo momento da John Till. Dopo la pubblicazione dell'album I got dem ol' kozmic blues again mama! la band entrerà nel processo autodistruttivo finale.
20 dicembre, 2023
20 dicembre 1864 - Vicienzo ‘o giornalista: Lontano da Napoli le mie canzoni morirebbero
Il 20 dicembre 1864 nasce a Napoli Vincenzo Esposito. Soprannominato “Vicienzo ‘o giornalista” perchè ha lavorato in gioventù alla rivista “Il Pungolo”, nel 1885 decide di dedicarsi a tempo pieno alla canzone, diventando uno dei principali esponenti del genere comico. Le sue prime esibizioni avvengono prevalentemente in Campania, ma ben presto la sua fama travalica i confini regionali tanto da farlo diventare uno dei cantanti più richiesti dai Caffè Concerto di tutta la penisola. All’inizio del Novecento, accompagnato dal chitarrista e mandolinista Giovanni Della Rosa parte per una lunga tournée in Inghilterra, Francia, Germania e Russia, paesi dove si conquista una notevole popolarità. Di fronte alle offerte di impresari e locali che vorrebbero trattenerlo all'estero rifiuta perchè lontano dalla sua città anche le sue canzoni finirebbero per morire. Tornato a Napoli continua a esibirsi con successo fino al 1934, anno in cui decide di ritirarsi a vita privata. Il brano più amato del suo nutrito repertorio, resta la macchietta ‘O nduratore, vero cavallo di battaglia delle sue esibizioni. Muore a Napoli il 22 marzo 1942.
19 dicembre, 2023
19 dicembre 2009 – Kim Peek, l’ispiratore del film “Rain man”
Il 19 dicembre 2009 muore Kim Peek, l’ispiratore del protagonista del film “Rain man” interpretato da Dustin Hoffman. Non sono molti tra i milioni di spettatori del film a sapere che il personaggio di Raymond Babbit è ispirato a una persona realmente esistita e incontrata prima dall’autore e co-sceneggiatore Barry Morrow e poi anche dallo stesso Dustin Hoffman. Si chiama Kim Peek ed è nato a Salt Lake City l’11 novembre 1951. Fin dalla nascita è affetto da quella che comunemente viene definita “sindrome dell'idiota sapiente” con una straordinaria memoria eidetica (una variante della memoria fotografica o visiva che consente l’assimilazione immediata di un’immagine appena percepita) e una serie di disturbi dello sviluppo psicologico dovuti a una congenita deformazione del cervello. Peek riesce a leggere un libro in un'ora circa ed è in grado di ricordare immediatamente una percentuale pari al 98% di tutto ciò che legge. Si calcola che nell’arco della sua vita abbia imparato a memoria circa 12.000 libri. Ha anche la possibilità di fare rapidamente calcoli complessi e per qualche anno lavora anche a stilare buste-paga. Nel 1984 ad Arlington, in Texas, incontra per la prima volta l’autore e sceneggiatore Barry Morrow. Da quell’incontro inizia a prendere corpo l’idea del film “Rain man – L’uomo della pioggia”. Quando il ruolo di Raymond Babbit, il personaggio ispirato a Peek, viene affidato a Dustin Hoffman, l’attore chiede e ottiene di incontrare lo stesso Peek e altre persone affetta dalla “sindrome dell'idiota sapiente” per comprendere meglio e più a fondo la loro natura e dare alla sua recitazione una maggiore aderenza. Dopo il successo Kim Peek viene invitato a partecipare a incontri, conferenze e iniziative varie in ogni parte degli Stati Uniti e anche all’estero. Barry Morrow gli consegna il proprio Oscar perché lo porti con sé. Quella statuetta viene soprannominata "l'Oscar più amato" perché si calcola che nella storia del cinema sia stato l’Oscar toccato, soppesato e accarezzato dal maggior numero di persone. Peek appare anche in televisione. Discovery Channel dedica alla sua vita uno speciale di un'ora intitolato “Inside the Rain Man” mentre uno spettacolo a lui dedicato, “The Real Rain Man” va in onda su Discovery Health il 26 novembre 2006. La vita di Kim Peek si interrompe il 19 dicembre 2009 quando a cinquantotto anni muore nella sua Salt Lake City per un attacco cardiaco.
18 dicembre, 2023
18 dicembre 1961 – Leo Reisman, il violino dimenticato
Il 18 dicembre 1961 muore il sessantaquattrenne Leo Frank Reisman. Da tempo il suo nome non dice più niente a nessuno. I giornali non danno alcun spazio alla notizia perché non c'è alcuna ragione di celebrare la morte di un oscuro violinista impegnato nel gruppo fisso per l'intrattenimento dei clienti del Beverly Hills Hotel. Nell'indifferenza generale lascia così la scena uno dei migliori violinisti del jazz degli anni Trenta. Nato a Boston, nel Massachusetts, inizia da solo a strimpellare il violino quando ha soltanto dieci anni e successivamente riesce ad accedere al New England Conservatory of Music grazie al suo talento e a una borsa di studio. Ben presto diventa concertista ed entra a far parte della Baltimore Symphony Orchestra, ma la musica classica non fa per lui. Non ha ancora vent'anni quando forma la sua prima band e nel 1921 viene scritturato in esclusiva dalla casa discografica Columbia. In breve tempo l'orchestra che porta il suo nome diventa una delle più prestigiose degli Stati Uniti. Con lui c'è il fior fiore degli strumentisti del jazz orchestrale da ballo di quel periodo e in alcune registrazioni del 1930 per la Victor la formazione schiera, tra gli altri, anche il celebre trombettista Bubber Miley. Negli anni Trenta, quando la voce della sua orchestra è quella della cantante Lee Wiley, tocca l'apice del successo con vari show radiofonici a suo nome. Negli anni Quaranta, con la crisi delle grandi orchestre, inizia il suo declino, rapido e inarrestabile scandito da formazioni in cui il suo nome non basta a tenere alto il livello complessivo dei musicisti.
17 dicembre, 2023
17 dicembre 1975 - Hound Dog Taylor, un personaggio emblematico nella storia del blues
Il 17 dicembre 1975 a Chicago, nell’Illinois, muore il bluesman Hound Dog Taylor. Il suo vero nome è Theodore Roosvelt Taylor ed è nato a Natchez, nel Mississippi, il 12 aprile 1917. Personaggio emblematico della storia del blues, ha vissuto in prima persona quasi tutte le fasi di sviluppo di questa musica. Inizia giovanissimo al pianoforte e poco dopo passa alla chitarra. Verso i diciotto anni è uno dei mille bluesmen itineranti della regione del Delta, dove incrocia e conosce Sonny Boy Williamson ed Elmore James. Soprattutto quest’ultimo lo impressiona profondamente. Nel 1942 si trasferisce a Chicago dove inizia a suonare nella celebre Maxwell Street. Negli anni 1950 diventa un protagonista del rhythma and blues e in seguito evolve verso una mescola tra rock e blues che esercita una forte influenza su Jimi Hendrix. Maestro nei glissati, soprattutto sui tempi lenti, ai riff d'ossessionante puntualità ritmica predilige la tessitura che consente alla sua voce alta e penetrante di scavare suggestivi intarsi.
16 dicembre, 2023
16 dicembre 1987 – Tanita Tikaram: sono figlia di un pasticcio etnico
Il pubblico del Mean Fiddler di Londra guarda in silenzio, il 16 dicembre 1987, una ragazzina dai capelli castani, bianca come uno straccio appena lavato, che, aggrappata alla chitarra, inizia a cantare una serie di brani di sua composizione. Si chiama Tanita Tikaram, ha diciotto anni e si esibisce in pubblico per la prima volta. Si definisce"un pasticcio etnico", perché è nata a Münster, in Germania da genitori nati e cresciuti in due angoli sperduti della terra: nelle colonie inglesi del Borneo la madre e nelle isole Fiji il padre. È arrivata in Gran Bretagna sei anni prima quando la sua famiglia si è definitivamente trasferita a Basingstone, ma si sente ancora sradicata e la musica è stata, fino a quel momento, l’unica certezza della sua vita. Fin da bambina ha imparato a suonare la chitarra e a comporre canzoni ispirandosi al lavoro delle sue autrici preferite: Joni Mitchell e Rickie Lee Jones. Il proprietario del Mean Fiddler, uno dei locali londinesi più disponibili a dare spazi ai giovani talenti, l’ha scritturata per un’unica serata dopo aver ascoltato un suo demo-tape con tre brani e l’ha lasciata sola, su un piccolo palco illuminato da una luce bianca che esalta ancor di più il pallore del suo viso. La voce calda dal tono basso e profondo, inusuale per una diciottenne, colpisce l’attenzione di un avventore speciale: è Paul Charles, manager di artisti come Elvis Costello, Jackson Browne, John Hiatt e Van Morrison. Esperto navigatore degli ambienti musicali, al termine dell’esibizione chiede a Tanita di potersi occupare di lei. La ragazza, un po’ disorientata dall’emozione, accetta. Un anno dopo vede la luce Ancien heart, il suo primo album destinato a un rapido successo. Le canzoni composte da lei per essere accompagnate dalla sola chitarra acustica vengono riarrangiate da Rod Argent, l'ex tastierista degli Zombies nonché leader degli Argent, insieme all'ex batterista di Van Morrison, Peter Van Hooke. L'album contiene anche una delicata versione di For all these years, un brano composto da Tanita Tikaram in occasione del suo sedicesimo compleanno. Il successo improvviso e imprevisto non cambierà il suo modo di concepire la musica e la vita. Per Tanita Tikaram la musica resterà innanzitutto una compagnia e un antidoto contro la solitudine.
14 dicembre, 2023
15 dicembre 1924 - Euclide Zoffoli, fedele allo swing
Il 15 dicembre 1924 nasce a Cesenatico Euclide Zoffoli, un talentuoso clarinettista e sassofonista che non disdegnerà di passare dal jazz alla musica da ballo e viceversa con un solo punto di riferimento: lo swing. Nasce in una famiglia di musicisti e a soli cinque anni già gli vengono impartite lezioni di clarinetto. Dai dieci ai sedici anni frequenta il Liceo Musicale di Cesena e nel tempo non occupato dallo studio si diletta a suonare in vari gruppi da ballo. Dopo la seconda guerra mondiale insieme al pianista Giovanni Fenati dà vita a un quintetto swing di cui fanno parte anche Carlo Saporetti alla chitarra, il fratello Osvaldo al contrabbasso e Gino Manzecchi alla batteria. Nel 1947 Umberto Cesari lo convince a trasferirsi a Roma e l'anno dopo partecipa al I Festival Nazionale del Jazz di Firenze con i Sette della 013, la formazione a organico ridotto dell'orchestra diretta da Piero Piccioni, suonando il sassofono contralto. Nei club romani sviluppa anche un'intensa attività di jam sessions con Umberto Cesari, Armando Trovajoli, Bruno Martino e Nunzio Rotondo (con i quali partecipa al festival nazionale di Milano) oltre a Carletto Loffredo, Enzo Grillini e altri. Per alcuni anni fa parte della band di Tino Fornai e nel 1954-55 in quella del contrabbassista Peppe Carta. Nei primi anni Cinquanta però inizia a ridurre l'impegno nel jazz a favore dell'attività da ballo con proprie formazioni nelle quali però non manca mai un repertorio swing. Muore nella sua Cesenatico il 12 febbraio 1976.
13 dicembre, 2023
13 dicembre 1961 - Epstein diventa il manager dei Beatles
Il 23 dicembre 1961 Brian Epstein fa il grande salto: da titolare di un negozio di dischi si tramuta in manager dei quasi sconosciuti Beatles. Fin dall'inizio la relazione fra lui e la band non è un normale rapporto manager-cliente. Lui fondamentalmente è un fans dei Beatles. Pur non sapendo nulla del funzionamento del mercato discografico si impegna nel nuovo ruolo con un'intensità non comune. Pochi giorni dopo la stipula del contratto convence Mike Smith della Decca a fare un salto a Liverpool per ascoltarli. Contemporaneamente inizia a compilare una lunga serie di regole per migliorare soprattutto la qualità scenica dei suoi "ragazzi". Nella famosa audizione per la Decca i Beatles si esibiscono in una selezione di classici (tra cui 'Till there was you e The sheikh of Araby), con l'aggiunta di tre brani composti da loro. Mike Smith non si sbottona anche se, messo sotto pressione da Epstein, esprime una certa soddisfazione. In realtà i quattro non lo hanno convinto. Alla fine vengono la Decca deciderà che i Beatles non le interessano. Lo stesso fanno anche la Pye , la Philips , la Columbia e la HMV. Proprio in quei primi mesi del 1962 ricchi di delusioni Epstein metterà le basi per una storia incredibile.
12 dicembre, 2023
12 dicembre 1980 - L’ultima sfida delle Brigate Rosse
Intorno alle 20.30 del 12 dicembre 1980 un nucleo armato delle Brigate Rosse rapisce Giovanni D'Urso, il direttore dell'Ufficio III della Direzione generale degli Istituti di prevenzione e pena. Inizia così l’ultima grande sfida allo Stato dell’organizzazione armata che, provata dagli arresti e dalla crescita delle dissociazioni, è investita anche da un aspro dibattito interno con la separazione organizzativa della Colonna Walter Alasia. Tra le richieste avanzate per il rilascio del sequestrato D’Urso c’è la chiusura della sezione speciale del carcere dell’Asinara che, dopo la rivolta del 2 novembre 1979 ospita un gruppo ridotto di detenuti brigatisti. Come accaduto per il sequestro di Aldo Moro in Italia si apre un aspro dibattito sulla possibilità di aprire una trattativa. In questa situazione il 28 dicembre scoppia una rivolta dei detenuti nel carcere di Trani. I rivoltosi, dopo aver preso in ostaggio diciannove agenti di custodia, diffondono un comunicato in sintonia con le richieste delle Brigate Rosse che a loro volta scrivono: «da questo momento in poi la nostra battaglia e quella dei prigionieri di Trani sono indissolubilmente unite». Nella notte tra il 29 e il 30 dicembre le teste di cuoio del neocostituito GIS, il Gruppo di Intervento Speciale dei Carabinieri, riprendono il controllo del carcere di Trani. Per tutta risposta il 31 dicembre le Brigate Rosse uccidono a Roma il generale dei carabinieri Enrico Galvaligi, responsabile del coordinamento delle misure di sicurezza nelle carceri speciali. Annunciano poi l’intenzione di uccidere l’ostaggio. Proprio nel momento più drammatico del confronto tra Stato e Brigate Rosse, quando sembra che il sequestro D’Urso sia destinato a una conclusione drammatica, accadono una serie di eventi che, rompendo la logica del “muro contro muro”, finiranno per cambiare il finale della vicenda. La prima è un documento con il quale un gruppo di detenuti politici, autorevoli esponenti dell’area dell’Autonomia, pur criticando le condizioni e il sistema carcerario si dissociano dall’azione delle Brigate Rosse. La seconda è una serie di prese di posizione nel mondo della politica e della cultura per il miglioramento del sistema di detenzione con la chiusura delle carceri inadeguate a garantire la dignità dei detenuti. Un gruppo di intellettuali, da Sabino Acquaviva a Gianni Baget Bozzo, da Marco Boato a Cesare Cases, da Oreste del Buono a Franco Fortini, sottoscrivono un appello perché «si proceda subito alla chiusura del carcere dell'Asinara, nella serena consapevolezza, non di cedere a un ricatto, ma di attuare quanto riconosciuto giusto e opportuno in piena libertà». Il governo decide quindi di dare seguito alla decisione, già presa il 25 dicembre, cioè prima della rivolta di Trani, di chiudere la Sezione Speciale dell’Asinara. Il 15 gennaio 1981 Giovanni D’Urso viene liberato.
11 dicembre, 2023
11 dicembre 1975 - Lee Wiley, una voce "eroticamente morbida"
L'11 dicembre 1975 muore a New York la cantante e compositrice Lee Wiley. Nata a Fort Gibson, in Oklahoma, il 9 ottobre 1915 diventa popolarissima a New York nel 1931 per le sue esibizioni al Central Park Casino con l'orchestra di Leo Reisman, la stessa con la quale incide i suoi primi dischi per la Victor. Canta poi con Paul Whiteman, Willard Robinson, la Casaloma Band e, soprattutto, con Victor Young, il leader che più e meglio sa esaltare le qualità della suo voce che un critico definisce "eroticamente morbida e vellutata". A partire dal 1933 comincia pubblicare dischi con il proprio nome, accompagnata dalla Dorsey Brothers Orchestra, dall'ensemble di Victor Young e di solisti quali Bunny Berigan, Glenn Miller, Tommy e Jimmy Dorsey e Joe Venuti. Nel 1939 canta con le orchestre di Max Kaminsky e Joe Bushkin e l'anno successivo con Bunny Berigan, Paul Weston e con un trio comprendente Muggsy Spanier e Jess Stacy. Proprio Stacy diventa suo marito nel 1943. Attorno alla metà degli anni Quaranta si esibisce con varie formazioni dirette da Eddie Condon e quindi con la big band di Jess Stacy. Nel corso degli anni Cinquanta continua a esibirsi con successo. Una delle sue canzoni più famose, Anytime Anyday Anywhere, è destinata a resistere nel tempo e a regalare successo ad altre interpreti.
10 dicembre, 2023
10 dicembre 1949 – The Fat Man
Il 10 dicembre 1949 Antoine Domino, soprannominato “Fats” (cicciottello) per la sua costituzione imponente inizia la prima seduta di registrazione per la Imperial Records nei leggendari J&M Studios di Cosimo Matassa. Tra le canzoni messe su nastro c'era The fat man, il primo disco di Domino e il suo primo successo da un milione di copie. Trascinante blues a otto battute, The fat man è una specie di autopresentazione spiritosa. Comincia così: "They call, they call me the fat man/'Cos I weight two hundred pounds" (Mi chiamano ciccione perché peso 200 libbre ). La simpatia e il successo di questo brano spingeranno Domino a riptere allegramente queste spiritosaggini su se stesso in vane registrazioni durante l’intero periodo nel quale resterà all'Imperial Records. The fat man è una canzone adattata da Junker's blues, un brano sulla dipendenza dalle droghe, che era stato nel repertorio di Domino durante il suo periodo allo Hideaway Club. Proprio Junker's blues sarà il secondo brano inciso negli studi di Matassa, Una sala originale ma antiquata. Ricorda Dave Bartholomew, che curava gli arrangiamenti: «Il pianoforte era molto più alto di ogni altra cosa. Non lo volevamo davvero in quel modo, ma a quei tempi non potevamo farci niente». Parte del problema era l'insistenza di Matassa nel lasciare la regolazione stabilita, giusta o sbagliata che fosse, per tutta la registrazione.
09 dicembre, 2023
9 dicembre 1976 –Gli Stiff Kittens!
Il 9 dicembre 1976 all'Electric Circus di Manchester fanno il loro debutto in concerto gli Stiff Kittens, un gruppo formato da Bernard Dickin alla chitarra, Peter Hook al basso e Terry Mason alla batteria. Pochi mesi dopo alla band si aggrega Ian Curtis, un giovane assistente sociale del National Health Service, proveniente dalla vicina Macclesfield. Lo stile vocale e le liriche di lan Curtis si dimostrano subito indispensabili per gli Stiff Kittens che cominciano così a farsi notare in una scena musicale come quella di Manchester che può contare anche su band come Drones, Fall, V 2, Panik e Slaughter and The Dogs. Nel maggio del 1977, i quattro decidono di cambiare nome e, colpiti dalla bellezza di Warszawa, una composizione strumentale inserita da David Bowie nel suo album “Low”, si ribattezzano Warsaw. Con questa nuova denominazione, dopo l'incisione di un primo demo-tape e l’arrivo alla batteria di Steve Morris, proveniente da Macclesfield come Ian Curtis, il quartetto suona per la prima volta in pubblico il 27 agosto 1977 all'Eric's Club di Liverpool come gruppo di supporto degli X-Ray Spex. Le esibizioni culminano nell’ultimo concerto con il loro nome all’Electric Circus al quale partecipano anche altre storiche band come i Buzzcocks, i Fall e il gruppo reggae degli Steel Pulse. Alla fine del 1977, infatti, i Warsaw si trasformano in Joy Division, anche perché proprio in quel periodo è uscito l'album d'esordio dei londinesi Warsaw Pakt. Per la scelta del nuovo nome, Curtis e company si ispirano a "La casa delle bambole", un romanzo ambientato nei campi di concentramento nazisti in cui l'autore chiama "joy divisions" gli spazi nei quali le donne detenute si prostituivano. La line-up dei Joy Division, ormai definitiva, vede lan Curtis affiancato da Peter Hook al basso, Bernard Sumner, alias Dickin, alias Albrecht, alla chitarra e Steve Morris alla batteria.
08 dicembre, 2023
8 dicembre 1945 - Richard M. Jones, il più bravo pianista blues da bordello
L’8 dicembre 1945 muore a Chicago, in Illinois, Il pianista Richard Myknee Jones, più conosciuto come Richard M. Jones. Nato a Donaldsonville in Louisiana, il 13 giugno 1889 muove giovanissimo i primi passi nel mondo della musica. Non debutta però come pianista. I suoi primi strumenti sono infatti la cornetta e l'alto-horn con i quali debutta a a New Orleans nei primi anni del Novecento con la Eureka Brass Band. Negli anni immediatamente successivi comincia a dedicarsi al pianoforte che diventa il suo strumento definitivo e come pianista-solista si conquista rapidamente una grande reputazione nei più eleganti bordelli della città. Per lui quello di “miglior pianista da bordello” è un titolo di cui andare orgoglioso perchè conquistato in locali prestigiosi a cominciare dalla celeberrima Mahogany Hall di Lulu White. Nel 1910 dirige una sua band al Tent Cabaret e nel 1912 al Fewclothes Cabaret. In seguito suona con le orchestre di John Robichaux, Armand Piron e Oscar Celestin, tre dei più prestigiosi leaders di New Orleans. Nel 1918 si trasferisce a Chicago dove inizia a darsi da fare anche come impresario entrando in società con Clarence Williams, titolare di una delle più importanti agenzie musicali della città. A partire dal 1925 alterna l’attività di accompagnatore di cantanti di blues con quella di leadder dei suoi Jazz Wizards un gruppo molto attivo nel South Side con il quale prende parte a un nutrito numero di sedute di redistrazione che lo rendono popolarissimo sia come band leader, che come solista di pianoforte dallo stile elegante e raffinato nonché come compositore. Suoi sono brani come Jazzin Babies Blues, Riverside Blues, Trouble In Mind, 29th And Dearborn . All'inizio degli anni Trenta rientra a New Orleans dove si esibisce per qualche anno alla testa di una sua formazione. Nel 1934 ritorna a Chicago per formare una vera e propria All Stars chiamata Chicago Cosmopolitans di cui fanno parte elementi di primo piano come Louis Metcalf, Albert Wynn, Herschel Evans, Artie Starks e Dave Peyton. Alla fine della seconda guerra mondiale dà vita a una formazione strardinaria con Bob Shoffner, Preston Jackson, Darnell Howard, John Lindsay e Baby Dodds. La morte lo sorprende dopo poche sedute di registrazione.
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