Il 10 gennaio 2008 muore a Milano, all'età di 78 anni, l'ex pugile Duilio Loi, da tempo affetto dal morbo di Alzheimer. Se ne va uno dei più grandi e popolari personaggi del pugilato italiano che nella sua lunga carriera durata ben quattordici anni ha disputato 126 incontri, ottenendo 115 vittorie, otto pareggi e soltanto tre sconfitte. Capace di infiammare il pubblico italiano per la sua boxe disinvolta e senza paura nasce a Trieste il 22 settembre 1929. Passato al professionismo nel 1948, tre anni dopo diventa campione italiano dei pesi leggeri. Il 6 febbraio 1954 batte il danese Jorgen Johanssen e diventa campione europeo della stessa categoria. All'apice della sua carriera il 1° settembre 1960 allo stadio San Siro affollato da oltre 53.000 spettatori strappa al portoricano Carlos Ortiz il titolo di campione del mondo dei pesi welter. Il 4 gennaio 2005 il suo nome è stato inserito nella prestigiosa Hall of fame di Canastota a New York.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
10 gennaio, 2024
09 gennaio, 2024
9 gennaio 1998 - Sesso & potere
Il 9 gennaio 1998 il film Sesso & potere arriva nelle sale cinematografiche statunitensi. Due giorni prima Monica Lewinsky ha depositato una propria memoria difensiva in cui smentisce di aver avuto rapporti sessuali con il Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton. Proprio in quel periodo il capo del paese più potente del mondo è impegnato anche a difendersi da varie accuse di molestie rivoltegli da Paula Jones, un’ex collaboratrice del periodo in cui era Governatore dell’Arkansas. Per oltre un anno i media degli Stati Uniti si occuperanno più delle vicende sessuali del Presidente che delle sue scelte politiche. Sesso & potere però non è un instant movie e la sua coincidenza con le traversie di Clinton è poco più che casuale. La lavorazione inizia molto prima dell’esplodere degli scandali e il sesso non è il tema centrale della narrazione. Trasposizione cinematografica del romanzo “American hero” di Larry Beinhart racconta che cosa accade quando la finzione cinematografica si mette a disposizione del potere e della politica o, come scrive il critico Filiberto Molossi su “Duel” pochi giorndi dopo l’uscita del film, «..l'industria dei sogni incontra quella delle frottole...». Lo scandalo sessuale che coinvolge il Presidente degli Stati Uniti è solo un pretesto iniziale, l’elemento da cui parte la storia raccontata con la consueta disinvoltura da Barry Levinson. L’intenzione del regista è quello di mettere a nudo la capacità mistificatrice del potere e la terribile efficacia degli strumenti di manipolazione al suo servizio. Se non è funzionale agli scopi di chi detiene i comandi del sistema anche la verità diventa un orpello inutile, un errore che si può sempre correggere con l’aiuto di un buon produttore e uno staff adeguato. Sesso & potere racconta una duplice manipolazione. Da un lato c’è la capacità del potere di utilizzare mezzi sofisticati per regalare ai media una finta verità, inventata di sana pianta e, proprio per questo, addirittura più perfetta e più credibile della realtà, dall’altro la facilità con la quale gli strumenti di comunicazione riescono a diffonderla, amplificarla e trasformarla in emozione. Se però tutto si limitasse a questo non sarebbe una particolare novità. Molti film hanno raccontato il sottile legame tra il potere e l’informazione “creativa”. La specificità di Sesso & potere va ricercata nella leggerezza giocosa con la quale si muovono i protagonisti, sorprendente e decisamente più efficace della seriosità con la quale il tema è stato affrontato altre volte. Se la critica di tutto il mondo lo esalta, se la giuria del Festival di Berlino gli assegna l’Orso d’Argento, negli Stati Uniti viene accolto con una certa freddezza e accusato di “cinismo”. Forse negli States le riflessioni ironiche sulle guerre che emergono dai dialoghi tra De Niro e Hoffman non sono troppo apprezzate...
08 gennaio, 2024
8 gennaio 1903 - Tampa Red, il bluesman dalla vita complicata
L'8 gennaio 1903 nasce a Smithsville, in Georgia, il bluesman Tampa Red. Il suo vero nome sembra sia Hudson Whittaker ma in talune biografie è Hudson Woodbridge. Dopo aver trascorso l'infanzia a Tampa, in Florida nel 1918 si stabilisce a Chicago. Qui frequenta ancora giovanissimo l'ambiente dei bluesmen e a partire dagli anni Venti inizia a peregrinare per gli Stati del Sud. Suona in Mississippi e in Florida con la sua caratteristica National, una chitarra metallica utile a valorizzare soprattutto i glissati. Quando torna a Chicago si mette insieme al pianista Tom "Georgia" Dorsey con il quale registra anche vari dischi per la Vocalion , uno dei quali, pubblicato con il nome di Hokum Boys, nel 1928 ottenne uno strepitoso successo commerciale. Il brano in questione è Tight like that. Chitarrista virtuoso, negli ambienti di Chicago viene soprannominato Guitar Wizard, mago della chitarra. Nel 1932 il suo socio Tom Dorsey abbandona il blues per dedicarsi alla musica sacra. Tampa Red torna allora a suonare per le strade di Chicago e in qualche locale. In questo periodo il suo appartamento diventa una sala di audizioni e un ostello per giovani talenti che, grazie al passaparola, appena arrivati a Chicago cercano di lui. Nei primi anni quaranta trova un nuovo socio nel pianista Big Maceo, col quale si esibisce nelle tane del blues chicagoano come il Club Georgia, il Purple Cat, il 708 Club, il C & T Lounge, da Sylvio's e al Zanzibar. Verso la fine del decennio a Big Maceo subentrano prima Sunnyland Slim e in seguito Little Johnnie Jones. Negli anni Cinquanta, nonostante il successo discografico di When things go wrong with you la scomparsa della sua compagna lo fa precipitare in una grave depressione da cui non riuscirà mai più a uscire completamente. Alcolizzato finisce più volte in ospedali psichiatrici e ricoveri vari. Nel 1961 il folklorista Sam Charters riesce a riportarlo sul palco al Sugar Hill di St. Francisco e lo convince a incidere qualche brano per la Prestige. Si tratta solo di un episodio. L'alcolismo e il peggioramento delle sue condizioni psichiche lo allontanano definitivamente dalla musica alla fine degli anni Sessanta. Muore a Chicago, nell'Illinois, il 19 marzo 1981.
07 gennaio, 2024
7 gennaio 1928 - Emilio Pericoli, una voce da swing
Il 7 gennaio 1928 nasce a Cesenatico Emilio Pericoli. Dotato di una voce pastosa e ricca di swing inizia a cantare sul serio nel 1947 in varie sale da ballo milanesi con l’orchestra di Enzo Ceragioli. Nel 1954 debutta alla radio conquistando il pubblico con la sua voce calda e confidenziale. Negli anni successivi interpreta un paio di film musicali e partecipa alla commedia musicale “Valentina”, messa in scena dalla compagnia di Isa Barzizza e Enrico Viarisio. Nel 1962 pubblica l’album Amori dei nostri anni ruggenti che contiene varie rielaborazioni dei più famosi brani degli anni Venti e Trenta e scala le classifiche statunitensi con la sua versione del brano Al di là, inserita nella colonna sonora del film "Gli amanti devono imparare" di Delmer Daves, interpretato da Troy Donahue, Angie Dickinson e Rossano Brazzi. Nel 1962 partecipa al Festival di Sanremo con Quando quando quando, in coppia con Tony Renis, e vince il Festival di Piedigrotta con Mandulinata blu in coppia con Mario Trevi. L’anno dopo, ancora in coppia con Tony Renis, vince il Festival di Sanremo con Uno per tutte e porta in finale anche Sull’acqua, l’altro brano affidato a lui e a Sergio Bruni. Nel 1964 partecipa ancora alla rassegna sanremese interpretando Piccolo, piccolo con Peter Krauss. Nonostante il cambiamenti nei gusti del pubblico continuerà a cantare anche negli anni successivi, circondato dal rispetto e dell’affetto di numerosi estimatori.
06 gennaio, 2024
6 gennaio 2010 - L'Epifania si porta via Alberto Cesa
Il 6 gennaio 2010 muore Alberto Cesa, maestro riconosciuto della musica popolare italiana, fondatore e componente dei Cantovivo, uno dei gruppi più emblematici della ricca e intensa stagione di quel genere che gli anglofili chiamano folk revival e che in realtà è una sorta di fusione musicale tra poesia, impegno, tradizione e innovazione. Alberto lascia in eredità un enorme lavoro di ricerca e studio condotto con la passione e il rigore di chi si conquista sul campo il titolo di "maestro" riuscendo a stabilire un rapporto importante con il pubblico pur senza curarsi troppo delle regole del mercato. Non sempre ciò che fa è destinato a essere eseguito su un palco, inciso nei solchi di un disco o fissato in una traccia digitale e in ogni caso non è il destino finale che lo preoccupa. Nel suo lavoro non si fa condizionare da altri che non siano la sua passione e i suoi convincimenti. Non è prigioniero neppure dei Cantovivo, l'amata creatura messa in piedi con Donata Pinti nel 1974 e tenuta in vita fino all'ultimo sia pur con vari cambiamenti d'organico. Il successo internazionale del gruppo lo riempie di soddisfazione ma non lo condiziona. Alberto evita di fossilizzarsi in una formula anche se essa si dimostra vincente. È quel che accade per esempio nel 1979, quando l'album Leva la gamba vince il prestigioso Grand Prix International du Disque di Montreux. Alberto ne prende atto con soddisfazione ma si guarda bene dal cadere nella tentazione di riproporre all'infinito e senza troppi rischi la stessa proposta. Il suo interesse è nei confronti della musica e non nell'eventuale prodotto finale. Curioso osservatore di ciò che accade nel mondo a volte prende in prestito le parole e le musiche di altri sia pur piegandole al proprio stile o anche soltanto alle esigenze di unificarle in una particolare proposta spettacolare. Dai canti più conosciuti della tradizione popolare come "Partono gli emigranti" o "Bella ciao", alle canzoni che accompagnano o hanno accompagnato le lotte dei popoli del mondo "El ejercito del Ebro", "Grandola Villa Morena" o "Palestina", alle canzoni di Ivan Della Mea, Victor Jara e molti altri protagonisti della canzone politica del mondo, il genio musicale di Alberto Cesa tutto recupera, rielabora e ripropone. Amatissimi all'estero i Cantovivo hanno goduto di alterne fortune in un paese come il nostro, più disponibile a lasciarsi catturare dalle mode del momento. I tour in Portogallo, a Cuba o in Germania hanno suscitato grandi entusiasmi così come gli oltre duemila concerti tenuti in Italia in situazioni spesso molto diverse tra loro: dai grandi palchi degli stadi alle esibizioni per i presidi davanti alle fabbriche occupate. Ora Alberto non c'è più ma il suo lavoro potrà garantirgli un pezzettino d'immortalità. È questo in fondo l'impegno assunto dagli amici, i compagni e i semplici estimatori che il 9 gennaio partecipano a Grugliasco all'ultimo saluto.
05 gennaio, 2024
5 gennaio 1948 - Peppino Impastato e il sogno di cambiare il mondo
Il 5 gennaio 1948 da Felicia Bartolotta e Luigi Impastato nasce a Cinisi Giuseppe Impastato, detto Peppino. La sua famiglia è bene inserita negli ambienti mafiosi. Una sorella del padre ha sposato il capomafia Cesare Manzella, assassinato nel 1963 e considerato uno dei primi boss a intuire che i traffici di droga potevano essere il nuovo terreno di accumulazione di denaro. Peppino frequenta il Liceo Classico di Partinico e proprio in quel periodo rompe con il padre che gli rimprovera le sue iniziative politico-culturali antimafiose e inizia a occuparsi di politica Nel 1965 insieme ad altri giovani fonda un giornale un giornale di denuncia che si intitola “L'idea socialista” e aderisce al PSIUP (Partito Socialista di Unità Proletaria), una formazione politica nata dopo l'ingresso del Partito Socialista Italiano nei governi di centro-sinistra. A partire dal 1968 partecipa, con un ruolo dirigente, alle attività dei gruppi della sinistra extraparlamentare. Vive da protagonista le lotte dei contadini espropriati per la costruzione della terza pista dell'aeroporto di Palermo, in territorio di Cinisi, degli edili e dei disoccupati. Nel 1975 organizza il Circolo "Musica e Cultura", e l’anno dopo fonda Radio Aut, una radio libera autofinanziata dai cui microfoni denuncia il ruolo di primo piano nei traffici internazionali di droga assunto dai mafiosi di Cinisi e Terrasini attraverso il controllo dell'aeroporto. Nel 1978 si candida nella lista di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali ma nella notte tra l'8 e il 9 maggio il suo corpo viene dilaniato da una carica di tritolo posta sui binari della linea ferroviaria Palermo-Trapani. Le indagini sulla morte di Giuseppe Impastato, in un primo tempo orientate all'ipotesi di un attentato terroristico fallito vengono chiuse con la motivazione ufficiale di suicidio. Dopo l’archiviazione il fratello Giovanni e la madre Felicia Bartolotta Impastato non s’arrendono e con l’aiuto del “Centro siciliano di documentazione” di Palermo (che nel 1980 prende il nome di Giuseppe Impastato) raccolgono la documentazione necessaria a far riaprire l’inchiesta. Nel maggio del 1984 l 'Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo emette una sentenza, firmata dal Consigliere Istruttore Antonino Caponnetto, che riconosce la matrice mafiosa del delitto ma lo attribuisce a ignoti. Negli anni successivi il Centro Impastato dimostra che il mandante dell’assassinio di Peppino è Gaetano Badalamenti, nel frattempo condannato per traffico di droga negli Stati Uniti. Il Tribunale di Palermo però nel maggio del 1992 decide di archiviare la pratica relativa all’assassinio di Impastato escludendo la possibilità di individuare con certezza i colpevoli. Nel maggio del 1994 il Centro Impastato presenta un'istanza per la riapertura dell'inchiesta, accompagnata da una petizione popolare e nel marzo del 1996 la madre, il fratello e il Centro Impastato presentano un esposto in cui chiedono di indagare su episodi non chiariti, riguardanti in particolare il comportamento dei carabinieri subito dopo il delitto. Nel giugno del 1996 l 'inchiesta viene riaperta. Tano Badalamenti e il suo vice Vito Palazzolo vengono incriminati per il delitto.
04 gennaio, 2024
4 gennaio 1922 - Frank Wess tra sax e flauto
Il 4 gennaio 1922 nasce a Kansas City, nel Missouri, il sassofonista e flautista Frank Wellington Wess. All'inizio della su carriera suona il sassofono contralto esibendosi prima in Oklahoma e poi a Washington con la formazione di Bill Baldwin. Dopo aver fatto parte dell'orchestra di Blanche Calloway e quattro anni di servizio militare, dal 1944 al 1945 suona nella big band di Billy Eckstine. Negli anni successivi si esibisce nelle formazioni di vari musicisti come Lucky Millinder, Eddie Heywood e Bull Moose Jackson, prima di stabilirsi a Washington dove si dedica easclusivamente allo studio del flauto. Nel 1953 entra a far parte della big band di Count Basie con la quale resta per ben undici anni. Wess è uno dei primi jazzisti moderni a fare un uso sistematico del flauto e la disinvoltura con cui lo sa inserire in una macchina da swing come l'orchestra di Basie contribuisce non poco alla sua diffusione. Lasciata la big band di Count Basie, nella quale negli ultimi tempi aveva occupato il ruolo di sassofonista contralto dopo l'arrivo di Eddie Lockjaw Davis, si dedicato all'attività free-lance anche al di fuori dell'ambiente jazzistico al fianco di personaggi come Sammy Davis jr. Judy Garland, Ella Fitzgerald, Frank Sinatra e tanti altri. In campo jazzistico tra le collaborazioni più significative si sono quelle con Billy Taylor, Benny Carter, Clark Terry, Lena Horne, New York Jazz Quartet, Thad Jones, Sarah Vaughan, Joe Newman, Tony Scott, Buddy Rich e moltissimi altri. Muore a NewYork il 30 ottobre 2013.
03 gennaio, 2024
3 gennaio 1974 - Per Bob Dylan un tour da record
Il 3 gennaio 1974 a Chicago si tiene un concerto di Bob Dylan. È il primo di un lungo tour per Dylan e arriva dopo otto anni dall'ultimo giro musicale del cantautore. È anche il tour dei record visto che già al momento della sua presentazione sono arrivate da 651.000 località diverse richieste per sei milioni di biglietti per i trentanove concerti annunciati. Gli organizzatori, non sapendo che pesci pigliare, decidono di assegnare i preziosi tagliandi indispensabili per assistere al concerto con l'unico sistema accettabile: il sorteggio. Oltre ai sei milioni di cittadini che richiedono un biglietto, viene calcolato che ci siano altri quattordici milioni di spettatori che, pur desiderosi di rivedere Bob, hanno rinunciato alla richiesta. L'entusiasmo della gente porterà nelle tasche del cantautore circa novantadue milioni di dollari. Ogni tappa è un successo e nelle due date del 30 e 31 gennaio al Madison di New York fa registrare l'incasso più alto di tutto l'anno in tutto il paese: 538.765 dollari. Molti concerti vengono registrati dal vivo e il materiale raccolto sarà poi pubblicato a giugno nel doppio album live Before the flood.
02 gennaio, 2024
2 gennaio 1987 – La comunità nera perde Miss America ma trova una nuova cantante
Il 2 gennaio 1987 la prima Miss America nera della storia degli Stati Uniti deve restituire il titolo. Capita a Vanessa Williams, che l’anno prima aveva strappato la palma della donna-simbolo degli States alle colleghe bianche. Parte dello showbusiness non ha mai digerito questa novità e per mesi ha cercato qualche scusa per eliminare l’anomalia. Finalmente è arrivata. La motivazione ufficiale alla giuria è fornita dal fatto che Vanessa ha posato nuda per alcune foto poi pubblicate dalla rivista Penthouse. La decisione di chiedere la restituzione del titolo non è comunque indolore. I giornali vengono sommersi da lettere di protesta di cittadini ed esponenti della comunità nera che ritengono sia stata penalizzata per il colore della sua pelle, visto che non è la prima Miss America a posare senza veli. Non cambia niente e il 2 gennaio la prima Miss America nera restituisce ufficialmente il titolo. La ragazza, però, lungi dall’abbattersi, pensa di rilanciare le sue azioni approfittando della popolarità per debuttare in campo musicale. Non è una novellina. Ha studiato pianoforte, flauto e violino e non ha paura di lavorare. Con l’aiuto di Ramon Hervey, suo manager e compagno di vita, si chiude in uno studio di registrazione e inizia a lavorare al primo album. Alla fine dell’anno è pronto The right stuff , un disco sorprendente con il quale dimostra di avere, oltre che notevoli qualità fisiche, anche eccellenti doti vocali. Dopo aver piazzato ben cinque singoli nella classifica di rhythm and blues e dopo il successo del brano Dreamin' inizia a lavorare senza fretta a un nuovo album. Soltanto nel 1991 vedrà la luce suo secondo album The comfort zone salutato da un nuovo grande successo e accompagnato dal singolo Save the best for last che resterà al vertice della classifica statunitense per ben cinque settimane. La comunità nera ha perso Miss America ma ha trovato un’interprete straordinaria.
01 gennaio, 2024
1° gennaio 1977 - Chiude Carosello
La sera di venerdì 1° gennaio 1977, sul palcoscenico del teatrino che fa da sigla a Carosello, il più antico e popolare programma pubblicitario della televisione italiana, cala definitivamente il sipario. Messa sotto accusa dalla contestazione perché considerata un simbolo del più deteriore consumismo, la rassegna di mini-filmati corredati da un breve messaggio pubblicitario se ne va per sempre in soffitta. Quello della contestazione è, in realtà, solo un pretesto, perché nell’ambiente pubblicitario sono in molti a considerare un “inutile spreco” la parte spettacolare che precede il breve messaggio commerciale.
31 dicembre, 2023
31 dicembre 1983 - Pertini, un Presidente pacifista...
Suscita scandalo e provoca forti polemiche la sera del 31 dicembre 1983 il messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica Sandro Pertini che dichiara di comprendere e appoggiare i giovani che hanno manifestato per la pace. Il pacifismo della più alta carica dello stato si spinge anche a chiedere il ritiro del contingente italiano in Libano, inviato nell’ambito di una missione multinazionale di pace, qualora la situazione libanese degenerasse in guerra aperta tra le fazioni in lotta. Il messaggio si conclude con l'invito esplicito ai giovani: « io ai giovani questo dico: battetevi sempre per la libertà , per la pace e per la giustizia sociale. la libertà senza la giustizia sociale non è che una conquista fragile che si risolve per molti nella libertà di morire di fame. Bisogna che alla libertà sia unita la giustizia sociale. sono un binomio inscindibile. lottate quindi con fermezza, giovani che mi ascoltate, perché lotterete così per il vostro domani, per il vostro avvenire. ma siate sempre tolleranti. Sì lottate con la passione con cui ho lottato io, e lotto ancora oggi nonostante gli anni; lottate per la fede che arde nei vostri cuori...».
30 dicembre, 2023
30 dicembre 1970 - Io, Paul McCartney, con i Beatles non c'entro nulla!
Il 30 dicembre 1970 Paul McCartney inizia una causa, destinata a durare anni, contro i suoi tre ex compagni della straordinaria avventura dei Beatles. L'obiettivo dell'azione legale è quello di "separare a tutti gli effetti il suo nome dalle eventuali attività del gruppo". Entra così nei tribunali la vicenda della dissoluzione tutt'altro che amichevole dei Fab Four. Da tempo i rapporti tra i quattro non erano dei migliori, ma le polemiche si erano fatte più aspre quando Paul McCartney aveva deciso di pubblicare il suo primo album da solista "McCartney" il 17 aprile 1970, cioè due settimane prima della pubblicazione di "Let it be" dei Beatles. I compagni non l'avevano presa bene e il fatto aveva alimentato le voci sulle responsabilità di Paul nella rottura dei rapporti interni al gruppo. La polemica con John Lennon, visto come la faccia impegnata del dopo Beatles, in contrapposizione alla più leggera vena musicale di Paul, aveva fatto il resto. L'inizio della causa chiude malamente una bella storia.
29 dicembre, 2023
29 dicembre 1920 - Irving Ashby, una chitarra per il nascente rock and roll
Il 29 dicembre 1920 a Somerville, nel Massachusetts, nasce il chitarrista Irving Ashby. Il suo primo strumento è l'ukulele. Passato alla chitarra compie regolari studi classici presso il New England Conservatory di Boston. Il primo a intuire le sue potenzialità è Lionel Hampton che nel 1940 lo scrittura per la propria orchestra. Curioso e instancabile sperimentatore Ashby non resta a lungo in un luogo fisso ma si diverte a suonarte dove e come può. Dopo aver partecipato con Fats Waller al film “Stormy Weather” nel 1947 sostituisce Oscar Moore nel trio di King Cole, con il quale resta per molto tempo. Norman Granz che lo inserisce poi nel gruppo del Jazz At The Philarmonic e, all'interno di questo gruppo, fa parte del trio di Oscar Peterson. Considerato fra gli innovatori dello stile chitarristico nel jazz, alla fine degli anni Cinquanta si entusiasma anche per il nascente rock and roll. La sua chitarra accompagna in sala di registrazione gran parte dei protagonisti del nascente movimento. Muore a Perris, in California, il 22 aprile 1987.
28 dicembre, 2023
28 dicembre 1895 - Signori, ecco il Cinema!
Il 28 dicembre 1895 nasce ufficialmente il cinema. È un sabato sera quando nel Salon Indien del Gran Café sul Boulevard des Capucines a Parigi, Clément Maurice organizza una serata di presentazione pubblica e ufficiale del “cinematographe Lumière”. Il successo della serata convince gli organizzatori a programmare in modo continuativo la proiezione di brevi film che ottengono un crescente successo: nasce così la prima sala cinematografica. Nel 1896 il cinématographe Lumière viene presentato in quasi tutte le capitali europee. Gli statunitensi, che mal digeriscono il successo francese cercano di contrastarlo brevettando sistemi diversi, ma inutilmente. Pago della sua fama di inventore Louis Lumière si disinteressa presto della produzione di film per lavorare su quello che gli sembra il problema più importante: lo studio della realizzazione delle fotografia a colori. C’è chi sostiene che l’ipotesi del cinema stereoscopico o tridimensionale sia nata quasi casualmente proprio mentre nei laboratori Lumière si studiavano varie sovrapposizioni e scomposizioni di colori. Chissà come è andata davvero? Quel che si sa per certo è uno dei due inventori del cinema, allora arzillo ultrasettantantenne, indicava alla sua creatura una nuova strada. I suoi eredi, dotati di tecniche straordinarie e di ingenti capitali, sono oggi fermi più o meno a quel lontano 1937.
27 dicembre, 2023
27 dicembre 1976 – Freddie King, intensa vocalità e tecnica chitarristica unica
Il 27 dicembre 1976 stroncato da una crisi cardiaca muore il grande chitarrista blues Freddie King. Ha quarantadue anni e da tempo è affetto da una grave forma d'epatite. La sua carriera inizia presto. Ha sei anni quando inizia a suonare la chitarra seguendo gli insegnamenti dello zio che lo erudisce in un genere solo: il blues. A sedici si trasferisce a Chicago con la famiglia e a diciassette comincia a far sul serio nella band di Sunnyland Charles. Il ragazzo è bravo e precoce. Ci mette meno di un anno per mettersi in proprio dando vita con Jimmy Lee Robinson agli Every Hour Blues Boys. Suona poi con Little Sonny Cooper prima di entrare a far parte dei Blues Cats di Earl Payton. Dopo una tournée con Memphis Slim rinnova il sodalizio con Earl Payton per tre anni fino al 1960 quando forma un trio a nome suo. Nel 1963, dopo una lunga tournée negli stati del sud, decide di fissare la propria residenza a Dallas nel Texas. Da allora suona regolarmente in numerosi locali e compie tournée in tutto il mondo. Alla fine del 1970 si affianca a Leon Russell e con lui dà moltissimi concerti sino al 1974, pur continuando a esibirsi anche in proprio con varie band. Negli anni seguenti torna parecchie volte in Europa Freddie King anche per partecipare alle rassegne di Antibes e Nancy e nel 1975 suona in Australia e in Nuova Zelanda, ma le sue condizioni di salute non l'assistono. Muore nel dicembre dell'anno dopo. Di lui restano testimonianze registrate di una intensa vocalità e di tecnica chitarristica unica, soprattutto nei giochi sul registro grave e nella lucida costruzione del fraseggio.
27 dicembre 1969 - Le Supremes per l'ultima volta al vertice
Il 27 dicembre 1969 le Supremes arrivano al vertice della classifica statunitense dei dischi più venduti con Someday we’ll be together. È l'ultima posizione di vertice del gruppo prima del debutto di Diana Ross come solista. L'addio tra Diana e il gruppo è stato annunciato già a ottobre e Someday we'll be together, il singolo d'addio, sembra scritto proprio per l'occasione. Il 14 gennaio del 1970 al Frontier Hotel di Las Vegas Diana Ross terrà l'ultimo concerto con le Supremes. Il posto della Ross verrà preso da Jean Terrell, sorella del pugile e cantante Ernie Terrell. Per qualche anno il trio continuerà a collezionare successi, soprattutto in Gran Bretagna, ma a partire dal 1972 la crisi, già latente dopo l'abbandono della Ross, si accentuerà. Al fianco della veterana Mary Wilson si succederanno varie cantanti che non salveranno la situazione. La fiamma delle Supremes si spegne progressivamente proprio mentre la carriera di Diana Ross decolla verso il grande successo internazionale.
26 dicembre, 2023
26 dicembre 1918 - Butch Ballard, un batterista d’accompagnamento
Il 26 dicembre 1918 nasce a Camden, nel New Jersey, Butch Ballard, all’anagrafe George Ballard, uno dei batteristi più stimati della sua epoca per la versatilità e per il talento nel lavoro degli studi di registrazione. La prima scrittura importante della sua carriera arriva nel 1942 quando entra far parte dell’orchestra di Cootie Williams con la quale incide alcuni brani per la Capitol. Quattro anni dopo si unisce al gruppo di Louis Armstrong. Tra il 1947 e il 1948 suona con Eddie Davis al Minton's di New York e guida una propria formazione a Philadelphia. Entra poi nell'orchestra di Mercer Ellington e nel 1949 diventa il batterista di Count Basie. L'anno seguente viene chiamato da Duke Ellington che per un giro di concerti in Europa aveva bisogno di un secondo batterista da affiancare a Sonny Greer. È ancora con Duke nel 1953 e prende parte a una lunga serie di incisioni per la Capitol compresa la prima versione orchestrale di Satin Doll. Muore il 1° ottobre 2011.
25 dicembre, 2023
25 dicembre 1905 - Wayman Carver, l’uomo che ha portato il flauto nel jazz
Il 25 dicembre 1905 nasce a Portsmouth, in Virginia, Wayman Carver o, come risulta dai registri dell’anagrafe, Wayman Alexander Carver. La sua è una famiglia di musicisti. Il padre suona il clarinetto e lo zio il flauto nella banda municipale della quale è anche il direttore musicale. Wayman Carver comincia a suonare il flauto all'età di quattordici anni e ottiene la prima scrittura dai Collegiate Ramblers di J. Neal Montgomery, una formazione nella quale resta per qualche anno formando poi una propria orchestra destinata ad avere vita breve. Nel 1930 va a New York a cercar fortuna ed entra a far parte dell’ensemble di Dave Nelson, il nipote di King Oliver, con cui registra i suoi primi dischi per la Victor nel gennaio del 1931. Passa poi alle orchestre di Elmer Snowden e di Benny Carter. Proprio con quest'ultima formazione trova spazio come solista di flauto e il suo assolo in Devil's Holiday resta nella storia del jazz per la tecnica estremamente moderna e innovativa. A consacrarlo definitivamente come il primo grande flautista della storia del jazz è comunque il lavoro con Chick Webb e in particolare i suoi magistrali interventi in Sweet Sue, I Got Rhythm, Down Home Rag e Hallelujah destinati a rappresentare dei modelli e dei precisi punti di riferimento per tutti i flautisti delle successive generazioni. Con Carver il flauto inizia progressivamente e “rubare” il posto all’allora imperante clarinetto aprendo nuove prospettive alla stessa evoluzione della musica jazz. Dopo aver fatto parte dell'orchestra di Ella Fitzgerald, Wayman Carver si ritira dalle scene jazzistiche lavorando come insegnante di musica e come arrangiatore. Muore ad Atlanta il 6 maggio 1967.
24 dicembre, 2023
24 dicembre 1965 – Nasce “Complete Communion”, uno dei capolavori di Don Cherry
Il 24 dicembre 1965 Don Cherry registra per la Blue Note uno dei suoi capolavori. Si tratta dell'album Complete Communion. Al suo fianco ci sono Gato Barbieri, Henry Grimes ed Eddie Blackwell. Il giudizio della critica è entusiastico e c’è chi scrive che nel disco la genialità di Cherry «...crea una musica senza fiati né frontiere, abbattendo barriere e creando una miriade di colori musicali profondamente spontanei e colmi di vitalità...». Subito dopo Natale il gruppo si esibisce con successo al Village Vanguard di New York, sciogliendosi con la partenza di Barbieri per l'Europa. Il trombettista allora suona nei primi giorni del 1966, insieme al sassofonista Archie Shepp che è stato scritturato al Village Vanguard con il gruppo del trombettista Miles Davis. Proprio Davis al termine dell'esperienza, avrà parole profondamente critiche nei confronti delle teorie e del modo di suonare di Don Cherry. Il buon Cherry non si cura troppo delle critiche di un brontolone un po’ invidioso come Miles e va avanti sulla sua strada. Alla fine di gennaio torna Barbieri e il gruppo si esibisce a New York prima di partire per una tournée europea che durerà tutto il mese di febbraio.
23 dicembre, 2023
23 dicembre 1920 - Mario Pezzotta, un trombone da jazz
Il 23 dicembre 1920 nasce ad Alzano Lombardo, in provincia di Bergamo, il trombonista Mario Pezzotta. A otto anni suona il bombardino nella banda del suo paese natale e nel giro di pochi anni si afferma come una sorta di bambino prodigio capace di virtuosismi inusuali per l’età. A diciassette anni inizia a suonare in vari complessi da ballo. Dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale veste la divisa militare ed entra nella Banda Presidiaria di Milano. L’8 settembre del 1943 si libera della divisa e ripara in Svizzera dove in un campo di internati costituisce e dirige una orchestra. Dopo la Liberazione rientra a Milano e trova un posto stabile nella Orchestra del Momento diretta da Aldo Rossi che lascia quando incontra Gorni Kramer, con il quale più o meno stabilmente avrà rapporti per circa un ventennio. Negli anni Cinquanta suona spesso all'Arethusa di Milano con propri gruppi e partecipa con i propri musicisti o come trombone solista nell'orchestra di Kramer a vari programmi jazzistici radiofonici e televisivi. A partire dagli anni Sessanta si esibisce spesso con un proprio sestetto ad assetto variabile ma nel quale militano soprattutto Emilio Soana, Enzo Nardini, Ettore Righello, Carlo Milano e Luigi Campioni. Alla fine del 1969 entra stabilmente nell'Orchestra Sinfonica della Rai dove rimane fino al 1980. Colpito dal morbo di Alzeihmer nel 1990 si ritira dall’attività. Muore a Bollate il 9 febbraio 2004.
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