
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio...
09 settembre, 2024
9 settembre 1954 – Nasce la Thunderbird

08 settembre, 2024
8 settembre 2001 – RE.SET, il primo festival italiano di dance ed elettronica

07 settembre, 2024
7 settembre 1960 - Carosone si ritira

06 settembre, 2024
6 settembre 1974 – Peppino De Luca, compostore, trombonista e qualche volta cantante

05 settembre, 2024
5 settembre 1947 - Buddy Miles, la batteria nera del rock blues

04 settembre, 2024
4 settembre 1894 - Il corno di Aaron Warren Clark
Il 4 settembre 1894 a New Orleans, in Louisiana muore a soli trentasei anni Aaron Warren Clark. Nato a Louisville nel Kentucky, nel 1858 è una delle figure più leggendaria tra i musicisti che hanno dato vita alle esperienze jazz della Louisiana. Con il suo corno baritono dal 1882 al 1890 suona con la Excelsior Brass Band, una delle più prestigiose formazioni in attività a New Orleans dal 1880 e che ha avuto in organico gran parte degli strumentisti che oggi vengono considerati un po’ come i padri del jazz. Dal 1890 al 1894 entra in un altro ensemble leggendario come la Onward Brass Band che ha avuto tra i suoi musicisti personaggi come Manuel Perez, Peter Bocage, Joseph Oliver, Buddy Johnson e George Baquet. Dopo la sua morte il testimone passa al figlio trombonista e suonatore di basso tuba Red Clark.
03 settembre, 2024
3 settembre 1960 – Berruti, miope e velocissimo

02 settembre, 2024
2 settembre 1938 – Giuliano Gemma, disarmato da un bacio

01 settembre, 2024
1° settembre 2004 - Addio alla CGD: Warner Italia cancella la storica etichetta

Ormai era soltanto un marchio, ma vederlo scomparire fa male al cuore. Nell'estate del 2004 esce di scena uno dei marchi storici della musica italiana. Warner Music ha infatti deciso di cancellare, dal 1° settembre, il “marchio” CGD per pubblicare anche il repertorio del nostro paese sotto le insegne storiche della major americana: Atlantic e Warner Brothers. I dischi di Nomadi e Paolo Conte, per esempio, dovrebbero uscire con l’etichetta Atlantic. Si chiude così per sempre la gloriosa storia della CGD (Compagnia Generale del Disco), creata da Teddy Reno nel 1948 e rilevata, negli anni ’50, dall’italo-ungherese Ladislao Sugar, uno dei protagonisti della stagione d’oro della discografia italiana. Alla sua morte, nel 1981, gli subentrarono il figlio Piero con la moglie Caterina Caselli. Nel 1989 una grave crisi finanziaria la consegnò al gruppo Warner Music. Da allora la CGD ha cessato di esistere come etichetta indipendente, diventando una divisione artistica della major statunitense. Il 1° settembre 2004 scompare del tutto.
31 agosto, 2024
31 agosto 1997 - Candle in the wind

30 agosto, 2024
30 agosto 1924 - Kenny Dorham, trombettista dell'età di mezzo

29 agosto, 2024
29 agosto 1987 – Il successo non cambia Los Lobos

28 agosto, 2024
28 agosto 1985 – Gli INX non sono ambasciatori di nessuno

27 agosto, 2024
27 Agosto 1950 - La fatica di vivere uccide Cesare Pavese

26 agosto, 2024
26 agosto 1981 - Quel folk singer è un pericoloso comunista!

Il 26 agosto 1981 un arresto cardiaco pone fine alla vita di Lee Hays nella sua casa di New York. Ammalato da anni di diabete è stato uno dei personaggi più significativi del folk politico statunitense. La sua vicenda artistica è strettamente legata con le battaglie politiche, antifasciste e sindacali degli Stati Uniti alla fine degli anni Trenta. Nel 1941 con Woody Guthrie, Pete Seeger e Millard Campbell fonda gli Almanac Singers, un gruppo di folk urbano che si esibisce nelle fabbriche occupate, nei picchettaggi e nei raduni sindacali. Il gruppo è anche l’inventore degli “Hootenannies”, concerti inframmezzati da storielle divertenti, discussioni politiche e slogan destinati a raccogliere fondi per le battaglie sindacali. Sotto l’incalzare della seconda guerra mondiale la band si scioglie e Hays fa dell’impegno antifascista lo scopo principale della sua attività. Nel primo dopoguerra il clima degli Stati Uniti è cambiato. I partiti della sinistra e i comunisti in particolare vengono guardati con crescente sospetto in una società che prepara la Guerra Fredda. Lee Hays non cambia bandiera e nel 1948 con Pete Seeger, Ronnie Gilbert e Fred Hellerman dà vita agli Weavers. La band ottiene un clamoroso successo commerciale con il brano Goodnight Irene che resta al primo posto della classifica dei dischi più venduti per ben tredici settimane vendendo oltre due milioni di copie. La storia degli Weavers viene, però, drammaticamente interrotta nel 1952 dalla caccia alle streghe scatenata dal senatore McCarthy contro i comunisti e gli oppositori di sinistra. Hays, dopo essere stato sottoposto a umilianti interrogatori dal Comitato contro le Attività Antiamericane e a vessazioni di ogni genere si vede messo al bando dalla vita civile. Inizia così a vivere ai margini del mondo musicale esibendosi in qualche campus universitario o nei circoli sindacali e riuscendo a vivere solo grazie alla silenziosa quanto efficace catena di solidarietà messa in piedi dalla sinistra statunitense. Quando muore i tempi duri sono ormai alle spalle, ma hanno lasciato un segno indelebile sulla sua salute, già minata dal diabete.
25 agosto, 2024
25 agosto 1979 - Stan Kenton l'uomo che trattava l'orchestra come se fosse uno strumento

Il 25 agosto 1979 muore al Midway Hospital di Hollywood all’età di sessantasette anni Stan Kenton o, come risulta dai dati anagrafici, Stanley Newcombe Kenton, uno dei protagonisti di primo piano della storia del jazz orchestrale. Nato a Wichita, nel Kansas, si trasferisce poi con i genitori in un sobborgo di Los Angeles. Non sa ancora scrivere compiutamente il suo nome quando la madre inizia ad avviarlo ai segreti della tastiera di un pianoforte. La musica diventa ben presto il suo mondo. Non si accontenta del piano. Studia armonia e composizione e nel 1928 ha da poco compiuto i sedici anni quando scrive le partiture del suo primo arrangiamento. Una lunga gavetta in gruppi dell'hinterland losangelino precede il primo regolare contratto. Glielo propone Everett Hoagland che, nel 1934, lo scrittura come pianista e arrangiatore. Suona poi per un anno circa con Gus Arnheim e, in seguito, con Vido Musso e Johnny Davis, ma la sua idea fissa, il sogno della sua vita, è la costituzione di una grande orchestra. È talmente sicuro di farcela che dedica gran parte del suo tempo a preparare arrangiamenti destinati alla sua big band. Nel 1940 il sogno inizia ad avverarsi. La sua formazione non va oltre nove musicisti, ma è un primo passo. Ci riesce l'anno dopo quando chiama accanto a sé un nutrito gruppo di musicisti che, pur non potendo contare su grandi nomi, riesce a conquistare larghe schiere di appassionati. È l'inizio di una straordinaria carriera scandita dalle collaborazioni con quasi tutti i grandi jazzisti del dopoguerra e di cui resta una traccia consistente in oltre cinquanta album. Abilissimo negli arrangiamenti e nella direzione Stan Kenton tratta l'orchestra come fosse uno strumento, quasi annullando le individualità dei singoli strumentisti in una sorta di sintesi superiore. Sono pochi, nel jazz, i casi di un leader capace di sostituire qualsiasi musicista senza cambiare il volto della formazione. Proprio questa sua pretesa di sottomettere a un progetto corale le individualità, che qualcuno battezza "jazz sinfonico", gli vale anche le maggiori critiche. Se da un lato gli si riconosce il merito di aver saputo superare la crisi delle big band, dall'altra lo si ritiene marginale nell'evoluzione del movimento jazzistico, basata innanzitutto sulla grande creatività dei singoli. Mentre la critica si accapiglia lui tira dritto per la sua strada fatta di arrangiamenti calibrati, di esecuzioni perfette e di particolarissime e riconoscibili sonorità orchestrali. Non si fermerà più fino alla morte.
24 agosto, 2024
24 agosto 1963 – Ciro Formisano il primo interprete di "Varca napulitana"

23 agosto, 2024
23 agosto 1927 - Sta tutt’o munno sano arrevutato pe’ Sacco e Vanzetti cundannate
Nella prigione di Charleston nel Massachusetts sono le ore 0,19 del 23 agosto 1927 quando il boia abbassa la leva che immette la corrente nella sedia elettrica sulla quale è stato immobilizzato Nicola Sacco. Sette minuti dopo, alle 0,26, tocca a Bartolomeo Vanzetti. Finisce così la vita e la vicenda processuale dei due anarchici italiani. Il loro calvario inizia il 5 maggio 1920 quando mentre sono sul tram che da Bridgewater porta a Brockston, finiscono nella rete repressiva stesa dalla polizia per reprimere l’attivismo anarchico. Fermati per accertamenti vengono trovati in possesso di volantini d’agitazione politica, di un revolver a testa e delle relative munizioni. Trattenuti e sottoposti a tre giorni di incalzanti quanto ripetitivi interrogatori Sacco e Vanzetti si ritrovano sul capo un’accusa di assassinio. Per il procuratore Gunn Katzman sono loro gli autori di una rapina avvenuta il 15 aprile 1920 ai danni del calzaturificio “Slater and Morrill” di South Baintree nella quale sono stati uccisi a colpi di pistola il cassiere dell’azienda e una guardia giurata. I due italiani vengono condannati a morte nel 1921 dopo una lunga vicenda processuale che non ha messo in evidenza alcuna prova concreta a loro carico. C’è chi scrive che il verdetto appare fortemente condizionato dal clima repressivo esistente negli Stati Uniti contro gli anarchici, ma anche da un tutt’altro che nascosto sentimento razzista nei confronti degli immigrati italiani. In sostanza la loro unica colpa è quella di essere immigrati italiani e anarchici. L’ingiustizia della loro condanna provoca una reazione delle coscienze negli Stati Uniti e nel mondo. Contro la loro esecuzione si mobilitano gli organi di stampa e una lunga serie di intellettuali come Bertrand Russell, George Bernard Shaw e John Dos Passos. In moltissimi paesi nascono comitati per la loro liberazione. Tutto è inutile. Neppure la confessione del detenuto portoricano Celestino Madeiros che ammette di aver preso parte alla rapina scagionando Sacco e Vanzetti riesce a fermare la “macchina della giustizia”. «Mai vivendo l'intera esistenza avremmo potuto sperare di fare così tanto per la tolleranza, la giustizia, la mutua comprensione fra gli uomini». In questa frase, rivolta da Bartolomeo Vanzetti alla giuria che lo condanna alla pena capitale c’è il senso di una vicenda che non finisce con la morte dei protagonisti. I due anarchici italiani sono destinati a diventare in tutto il mondo un simbolo della lotta alle ingiustizie, oltre che all’idea stessa di pena capitale. Gran parte degli esponenti più conosciuti della canzone napoletana degli anni Venti si mobilitano per Sacco e Vanzetti trasformando gli spettacoli delle loro tournée nordamericane in vere e proprie iniziative di solidarietà. Come in una sorta di passaparola solidale le vedette del café chantant made in Napoli cantano brani come Mamma sfurtunata (‘A seggia elettrica) («...ma chella mamma s’accurgette subito/ca n’copp’a seggia elettrica ‘o figlio jeva a murì...) che porta la firma illustre di Ermete Giovanni Gaeta, meglio conosciuto con lo pseudonimo di E.A. Mario. Più ricca di implicazioni politiche è Lettera a Sacco p’o figlio suoio, («...e mo chistu volo se spezzate/dimostra chi è nucente, tu me muore...») scritto dal duo Ambro's-Ferraro il 27 maggio 1927, inciso anche su disco da Alfredo Bascetta. Dedicata a Sacco e Vanzetti è anche Lacreme ‘e cundannate, («...sta tutt’o munno sano arrevutato/pe’ Sacco e Vanzetti cundannate...») un brano che all’epoca del processo e della condanna a morte viene eseguito addirittura dalla bellissima “sciantosa e canzonettista” Gilda Mignonette nei suoi spettacoli. Nei giorni che precedono l’esecuzione Sica e Ferraro compongono E figlie 'e nisciune mentre quando tutto è finito Imella e Bascetta firmano Core nun chiagnere, una melodia malinconica che chiede di non smettere di sperare nella ricerca della verità.
22 agosto, 2024
22 agosto 1964 – Where did our love go, un successo in extremis per le Supremes

21 agosto, 2024
21 agosto 1976 - Runaways, le cattive ragazze del punk rock

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