Il 30 marzo 1940 nasce a Salvador de Bahia, in Brasile, Astrud Gilberto. Il suo nome vero è Astrud Evangelina Weinert e il nome d'arte le arriva quando diventa moglie del famoso chitarrista brasiliano Joăo Gilberto. Trascorre la propria infanzia a Rio, dove la famiglia si trasferisce quando lei ha due anni. Pur interessandosi alla musica, non pensa propio di trasformare l'hobby in una professione fino al 1963 quando partecipa occasionalmente a una incisione di Stan Getz in cui collabora suo marito Joăo Gilberto. Quest'ultimo, non sapendo cantare in inglese le parole di The Girl From Ipanema versione anglofona di A Garôta de Ipanema chiede alla moglie di sostituirlo. La versione del brano, pubblicata nel 1964, ottiene un successo che va al di là di qualsiasi previsione e viene votata come migliore incisione jazzistica dell'anno. Astrud Gilberto inizia così una imprevista carriera musicale che la porta a collaborare ulteriormente con Getz e successivamente con il celebre arrangiatore Gil Evans. Negli anni Settanta diminuisce progressivamente la sua attività. Oggi il suo nome è per sempre legato al mito della "ragazza di Ipanema".
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
30 marzo, 2018
20 marzo, 2018
20 marzo 1933 - Marie Dubas inventa i reading
Il 20 marzo 1933 sul palcoscenico del Théâtre des Champs-Elysées presenta per la prima volta una nuova forma di récital alternando brani musicali di generi diversi con la lettura e la recitazione di poesie e di brani letterari. La formula che poi gli statunitensi ribattezzeranno "reading" incontra l'interesse del pubblico. Inizia un periodo trionfi straordinari che sembrano destinati a non finire mai mentre molti brani del suo repertorio diventano un punto di riferimento per altre interpreti. Ancora oggi Marie Dubas è considerata la prima cantante “moderna” della storia della canzone francese proprio per la sua capacità di rifuggire dagli schemi e di alternare, nelle sue esibizioni dal vivo, drammatiche citazioni prese in prestito dalla “chanson réaliste”, brani tradizionali, pezzi comici ed escursioni romantiche nella melodia più classica. Nonostante il successo il destino non è stato generoso con lei. Persecuzioni, malattie e qualche incomprensione di troppo ne hanno costellato l’intera carriera caratterizzata da grandi momenti di successo alternati a difficoltà quasi sempre non dipendenti dalla sua volontà. La sua personalità sulla scena, il suo modo di cantare, la sua capacità di fondere la teatralità dei gesti con una voce unica per drammaticità e coloriture hanno influenzato negli anni successivi moltissime altre cantanti francesi. A lei si sono in vario modo ispirate Anny Cordy, Mathé Althéry, Suzy Delayr, Juliette Gréco, Patachou, Anne Sylvestre, Sylvie Vartan e tante altre. A lei si è ispirata soprattutto la grande Edith Piaf, l’Usignolo di Francia che ha finito per assomigliarle non soltanto sul palcoscenico ma anche per il faticoso e sfortunato approccio alla vita.
17 marzo, 2018
17 marzo 2009 - Milano assedia i Killers
«Ciao Milano! Siamo i Killers! Al vostro servizio…». Così sul palco del Forum d’Assago di fronte a un pubblico straboccante il 17 marzo 2009 Brandon Flowers, leader e frontman dei Killers ha dato inizio al concerto della sua band. Non è la prima volta che il gruppo arriva a Milano (poco più di due anni prima si è esibito al Rolling Stone) ma questa volta, complice il successo planetario del loro brano Human, i quattro ragazzi di Las Vegas sono stati sottoposti a un vero e proprio assedio da parte di migliaia di fans impazziti mentre i biglietti del concerto, più di 12.000, si esauriscono in pochissimo tempo. Già al mattino una folla variopinta prima si accalca ai cancelli, e, dopo l’apertura sciama nell’impianto milanese occupando ogni spazio disponibile. L’attesa dell’inizio del concerto della band è rotta dall’esibizione dei californiani Louis XIV. Non è mai facile fare da spalla alle star ma la band fa fatica a mantenere la concentrazione di fronte al disinteresse e, in qualche caso, alla maleducazione degli spettatori. Per questa ragione verso la fine dell’esibizione, sale sul palco a dar loro una mano il batterista dei Killers Ronnie Vannucci che per l’occasione imbraccia la chitarra e canticchia nei cori di una delle loro canzoni. L’attesa termina poco prima delle 22.000 quando, con le note di Human, inizia la performance dei Killers.
14 marzo, 2018
14 marzo 1927 - Carlo Milano, il contrabbasso alessandrino
Il 14 marzo 1927 nasce ad Alessandria il bassista Carlo Milano. A nove anni comincia a studiare violoncello al Liceo Musicale della sua città che frequenta fino al termine del settimo anno di corso. È Mario Cavagnoli a convincerlo a cambiare strumento e lui nel 1946 passa al contrabbasso iniziando a suonare dove può, gruppi da ballo compresi. Sono di questo periodo numerose e leggendarie jam session con Giulio Libano, Franco Pisano, Cesare Marchini, Gino Stoppano, ecc. Nel 1949 se ne va in Germania dove suona con molti musicisti significativi tra i quali Hans Koller. Ci resta dieci anni. Nel 1960, rientrato in Italia continua nell'attività da ballo fino al 1965 quando si stabilisce a Milano. Qui lavora molto negli studi di registrazione e collabora con l'Orchestra Ritmica della Rai nella quale entra stabilmente nel 1970, ma soprattutto riprende a suonare jazz. Suona con musicisti come Mario Pezzotta; Maurizio Lama; Enrico Intra; Giancarlo Barigozzi, Oscar Rocchi, Giancarlo Pillot, Gil Cuppini, Glauco Masetti e molti altri in particolare Ettore Righello col quale per molti anni costituisce una coppia pressoché inseparabile. Nella sua lunga carriera suona anche con Teddy Wilson, Dizzy Reece, Kenny Clarke, Art Farmer, Dexter Gordon, Joe Venuti e Hugo Heredia.
06 marzo, 2018
6 marzo 1938 - Guidone, un protagonista del rock and roll italiano
Il 6 marzo 1938 nasce a Brescia Guidone, uno dei protagonisti della scena rock & roll milanese. Si chiama Guido Crapanzano, e deve il suo nome d'arte alla sua mole imponente. Dopo aver debuttato nel 1957 in un concorso al teatro Alcione di Milano, nel 1959 pubblica il suo primo singolo con Ciao ti dirò e Ma l'amore no, una versione della vecchia canzone di D'Anzi. Tra il 1959 e il 1962 pubblica ancora vari dischi e partecipa a numerose trasmissioni televisive e a film musicali come "Pesci d'oro bikini d'argento" e "Nerone '71". Nel 1962 entra a far parte del Clan Celentano ma l'anno dopo preferisce andarsene in giro per il mondo con il suo gruppo stabilendosi poi definitivamente ad Atene, in Grecia, dove diventa popolarissimo. Tornato in Italia nel 1965 giusto per partecipare al tour dei Beatles, ha tra i componenti della sua band i futuri Giganti Checco Marsella, Enrico Maria Papes e Mino De Martino. Anche Demis Roussos muove i primi passi come cantante nel suo gruppo. Nel 1967 abbandona la musica e torna in Italia per occuparsi di pubblicità, editoria e produzione cinematografica, lasciando poi anche queste attività nel 1975 per riprendere gli studi. Laureato in ingegneria ottiene negli Stati Uniti il dottorato in Scienze della Comunicazione. Nel 1985 torna in Italia e diventa rettore dell'Istituto Internazionale di Scienze della Comunicazione. Il 22 gennaio del 2007 è testimonial al 50º anniversario del rock and roll di Varese, cui partecipano i Ribelli, Enrico Maria Papes, Brunetta, Clem Sacco, Ghigo, Jack La Cayenne (Torquato il molleggiato), Giordano Blues, Gino Santercole e molti altri protagonisti del rock italiano. Tra le sue canzoni sono da ricordare Ciao biondina, Poi poi poi e Scendiamo insieme sugli sci.
24 febbraio, 2018
23 febbraio 1983 - Cari Bee Gees avete copiato quella canzone
Il 23 febbraio 1983 i Bee Gees vengono riconosciuti colpevoli di plagio. Il Tribunale di Chicago infatti ritiene che la loro How deep is your love sia copiata dalla canzone Let it end di Ronald H. Selle. Il verdetto prevede anche un risarcimento di alcuni milioni di dollari all’autore, ma il gruppo prennuncia un ricorso in appello. Quando viene letto il passaggio della sentenza che descrive la dinamica del plagio, Robin Gibb urla «Sono tutte bugie!». La band verrà poi assolta in appello quando verrà ascoltato il nastro del momento in cui il brano è stato concepito con Barry alla voce e Blue Weaver al piano. Si tratta di una delle tante curiosità che hanno caratterizzato la storia di questa canzone, inizialmente scritta dai fratelli Gibb per la cantante Yvonne Elliman, la Maria Maddalena della versione cinematografica di "Jesus Christ Superstar" e poi recuperata in extremis per il film "La febbre del sabato sera".
18 febbraio, 2018
18 febbraio 1967 - Le mie mani sono sporche di sangue!
Il 18 febbraio 1967 muore a Princeton il fisico Julius Robert Oppenheimer, il capo di quel "progetto Manhattan" che aveva portato una ventina d'anni prima alla realizzazione della bomba atomica. Nato a New York il 22 aprile 1904 è l'artefice di numerose importanti scoperte soprattutto nel campo della meccanica quantistica, ma la sua fama resta legata soprattutto alla costruzione della prima bomba atomica e alla successiva crisi di coscienza che lo porta a rifiutare di lavorare sulla bomba all'idrogeno e lo fa finire nel mirino del Comitato per la repressione delle Attività Antiamericane. Famosa resta la sua frase, indirizzata a Henry Truman, Presidente degli Stati Uniti d'America nel 1946: «Signor Presidente, le mie mani sono sporche di sangue», alludendo alle vittime delle bombe di Hiroshima e Nagasaki
16 febbraio, 2018
16 febbraio 1985 - "Careless whisper" al vertice negli USA
Il 16 febbraio 1985 il singolo Careless whisper di George Michael arriva al primo posto della classifica dei dischi più venduti negli Stati Uniti. La storia del brano è curiosa. Registrato nel 1984 e presentato come singolo del solo George Michael in realtà è stato scritto insieme ad Andrew Ridgeley, il suo compagno d'avventura negli Wham!, ben tre anni prima quando George lavorava come usciere in un cinema a Watford, in Inghilterra. Negli Stati Uniti, dove i dischi del duo vengono pubblicati come Wham! UK, per distinguersi da una band americana con lo stesso nome, singolo viene pubblicato con la sigla “Wham! featuring George Michael”. La "conquista" degli Stati Uniti rappresenta la definitiva consacrazione sulla scena internazionale di George Michael, fino a quel momento un fenomeno quasi esclusivamente britannico. Il brano conquista anche la prima posizione nella classifica dei dischi più venduti in Canada, Giappone, Australia e Italia con oltre sei milioni di copie vendute.
10 febbraio, 2018
10 febbraio 2009 - Risarciti gli indigeni creatori dell’Haka
Dopo 160 anni di polemiche e rivendicazioni il 10 febbraio 2009 il governo della Nuova Zelanda sigla con otto tribù native un accordo di risarcimento per gli “abusi” dei colonizzatori inglesi. La cifra concordata è di 300 milioni di dollari neozelandesi, pari a circa 121 milioni di euro. L’aspetto che più suscita l’attenzione dei media è la concessione a una delle tribù della proprietà intellettuale e i diritti commerciali del canto di battaglia più popolare del mondo, l’haka, la colonna sonora che da oltre un secolo accompagna tutte le partite degli All Blacks, e incarna il simbolo della potenza e della fierezza del rugby. I destinatari dei diritti sono gli appartenenti alla tribù Ngati Toa il cui capo guerriero Te Rauparaha, eseguì per la prima volta questa “danza per uomini” all'inizio del XIX secolo.
09 febbraio, 2018
9 febbraio 1985 - Nove milioni di voti per il Festival di Sanremo
Sono quasi nove milioni gli italiani che concorrono con le loro schede a determinare il vincitore del Festival di Sanremo del 1985 attraverso una votazione collegata alle ricevitorie del Totip. Il 9 febbraio 1985 sul palcoscenico sanremese Pippo Baudo, affiancato dalla decorativa Patty Brard, proclama vincitori i Ricchi e Poveri con il brano Se mi innamoro, davanti a Luis Miguel, interprete di Noi, ragazzi di oggi e alla sorprendente e rediviva Gigliola Cinquetti con Chiamalo amore. Quest’edizione del festival sanremese vede la partecipazione di alcuni cantautori dell’ultima generazione come Mimmo Locasciulli, Eugenio Finardi e Ivan Graziani ai quali s’aggiungono un paio di gruppi ‘storici’ del rock italiano come i New Trolls e il Banco. Tra le novità più rilevanti è, però, da segnalare l’incontro di Zucchero "Sugar" Fornaciari con la Randy Jackson Band per l’esecuzione di Donne, una ballata arricchita da suggestive atmosfere reggae con echi di evidente derivazione soul afroamericana. Nonostante la non eccezionale accoglienza riservatagli dalle giurie sanremesi, dopo questo incontro il cantautore italiano sarà oggetto di una progressiva metamorfosi che farà di lui una star della musica internazionale.
06 febbraio, 2018
7 febbraio 1957 - A Sanremo Claudio Villa dichiara guerra alla stampa
La settima edizione del Festival di Sanremo inizia il 7 febbraio 1957. La rassegna vede il ritorno, come presentatore, di Nunzio Filogamo affiancato da Marisa Allasio e Fiorella Mari. Il programma prevede tre serate più una, riservata agli ‘indipendenti’, cioè a quegli autori che non hanno l’appoggio ufficiale di alcuna edizione musicale. Claudio Villa è in gara con quattro canzoni: Cancello tra le rose e Usignuolo in coppia con Giorgio Consolini, Corde della mia chitarra con Nunzio Gallo e Il pericolo n. 1, cantata in duo con Gino Latilla e replicata da Natalino Otto. Fin dalle prime battute Claudio, che appare come il ‘superfavorito’, si accorge che parte della stampa gli è ostile. Come al solito, invece di blandirne i favori, decide di continuare per la sua strada ‘a muso duro’, incurante dei rischi a cui si espone. Qualche giornale comincia a parlare di un Villa ‘pigliatutto’ che si è fatto assegnare le migliori canzoni per non correre rischi. Per tutta risposta il cantante mobilita i suoi club. In questo clima teso viene costruito il primo ‘incidente’. Quando Claudio e Gino Latilla lasciano il palco dopo l’esecuzione de Il pericolo n. 1, il cantante romano inciampa in un’asperità del palcoscenico. La reazione di una parte della tribuna stampa è immediata: “L’ha fatto apposta per farsi notare. È scandaloso!”. La guerra è dichiarata. Nella serata del 9 febbraio, quando Claudio Villa sale sul palco per cantare Cancello fra le rose i rapporti con parte della stampa sono ormai oltre il limite della rottura. I Club dei sostenitori del cantante sono in prima fila in questa battaglia dei nervi e non mancano di far sentire la loro antipatia nei confronti dei giornalisti colpevoli di ‘persecuzione’ nei confronti del loro idolo. Sul finale della canzone la voce di Claudio ha un leggero cedimento e ‘stecca’ una nota. Dalla sala si leva qualche fischio, immediatamente coperto dal caloroso applauso dei sostenitori dei Club. Dalla tribuna stampa arriva, netto e anonimo, il grido “Viva Consolini!” contrapponendogli polemicamente Giorgio Consolini, l’altro esecutore della canzone. Gli appartenenti ai Club reagiscono con fischi e improperi in direzione dei giornalisti. Nonostante tutte le polemiche il Festival si risolve in un trionfo per Claudio Villa che vince il primo premio con Corde della mia chitarra di Giuseppe Fiorelli e Mario Ruccione, in coppia con Nunzio Gallo, e il secondo con Usignuolo di Luciano Luigi Martelli, Gino Castellani e Carlo Concina, in coppia con Giorgio Consolini. A completare lo straordinario risultato arriva anche la vittoria nella serata del 10 febbraio, dedicata agli autori indipendenti, con Ondamarina interpretata sempre in coppia con Giorgio Consolini.
6 febbraio 1956 - Il primo disco degli Everly Brothers
Il 6 febbraio 1956 viene pubblicato il primo disco degli Everly Brothers. Qualche mese prima il duo, dopo molto girovagare ha finalmente trovato una casa discografica disposta a ingaggiarli. È la Columbia che l'8 novembre 1955 li ha ingaggiati con un contratto di soli sei mesi. Stando alle voci che circolano nell'ambiente per l'ingaggio sarebbe stato determinante l'intervento di una loro ammiratrice amante di un politico particolarmente in vista a Nashville. Il giorno dopo la firma, gli Everly Brothers si recano al Tulane Hotel di Nashville, un locale che la casa discografica usava per le registrazioni. Con loro ci sono in studio i Tunesmiths di Carl Smith. La registrazione avviene in fretta. Il duo incide quattro brani in ventidue minuti. Due di questi, Keep a-lovin' me e The sun keeps shining sono sul disco pubblicato il 6 febbraio 1956, Sono canzoni country non eccezionali e il passa pressoché inosservato. Alla scadenza del contratto con la Columbia , gli Everly Borothers verranno respinti anche alle audizioni della Capitol e della Cadence. Qualche anno dopo di fronte al loro successo le etichette rimpiangeranno queste scelte.
30 gennaio, 2018
30 gennaio 1972 - Il sabato di sangue di Derry
Il 30 gennaio 1972 a Derry, nell'Irlanda del Nord, quindicimila persone, in grandissima maggioranza cattolici, marciano chiedendo maggior democrazia visto che all'epoca si vota ancora “per censo”, cioè il voto di chi è più ricco conta di più. I cattolici, esclusi dal potere economico, manifestano per rivendicare una delle più elementari regole della democrazia: “una testa, un voto”. Già che ci sono, poi, cercano di far capire che non ne possono più nemmeno delle vessazioni della Ruc, la polizia nordirlandese, protestante e unionista. Il corteo è pacifico e mescola bambini, ragazzi, ragazze, donne, uomini, vecchi e si conclude a Free Derry Corner, dove è previsto un comizio di Bernadette Devlin, la popolare leader cattolica nordirlandese. Proprio mentre la giovane sta per parlare la folla viene assalita da paracadutisti inglesi in assetto di guerra. L’aggressione è premeditata. L'intervento dei militari, che hanno l’ordine di sparare per uccidere, provoca quattordici morti e sedici feriti, tutti civili inermi. La strage suscita orrore provocando reazioni indignate e anche inaspettate come quella dell'ex Beatle Paul McCartney che poche settimane dopo pubblica il singolo Give Ireland back to the Irish (Ridate l’Irlanda agli Irlandesi). Dieci anni dopo gli U2 dedicheranno alla strage la loro Sunday bloody sunday.
27 gennaio, 2018
27 maggio 1940 - "Caccia al passante" e uno strano quartetto
Il 27 maggio del 1940 al teatro Valle di Roma va in scena “Caccia al passante”, uno spettacolo di varietà ideato e scritto da Agenore Incrocci, un autore che si firma con lo pseudonimo di Age ed è destinato a lasciare un segno profondo nella storia dello spettacolo italiano. Lo presenta Mario Riva e tra gli artisti che si alternano sul palcoscenico c’è un complesso vocale formato da quattro ragazzotti le cui età sommate non raggiungono gli ottant’anni. I quattro cantano una versione di Bambina innamorata decisamente innovativa e ritmata sulla falsariga di quello che dall’altra parte dell’oceano fanno i gruppi vocali americani d’ispirazione jazzistica come i Mills Brothers. Il pubblico applaude entusiasta. Si presentano come Quartetto Egie, prendendo in prestito la parola ottenuta assemblando le iniziali dei nomi di battesimo dei componenti: Enrico Gentile, Giovanni Giacobetti detto ‘Tata’, Iacopo Jacomelli ed Enrico De Angelis. Il gruppo può contare anche su una sorta di quinto componente aggiunto in Virgilio Savona, un geniale musicista appassionato di jazz che ne cura l’impostazione e mette mano agli arrangiamenti. La loro esibizione non passa inosservata. Convocati per un provino radiofonico sostituiscono Iacopo Jacomelli, intenzionato a continuare come solista, con Virgilio Savona e cambiano nome in Quartetto Ritmo. L’8 ottobre del 1941, accompagnati dall’Orchestra Zeme, si esibiscono per la prima volta ai microfoni della radio cantando Il Visconte di Castelfombrone tratto dal popolare sceneggiato radiofonico “I quattro moschettieri”, ma i problemi non sono finiti. Nello stesso periodo, infatti, anche Enrico Gentile, che fino a quel momento aveva avuto il ruolo della voce solista, è costretto a lasciare i compagni per adempiere agli obblighi militari. Al suo posto arriva un giovane che proviene da Fondi in provincia di Latina. Si chiama Felice Chiusano. Con il nuovo organico il gruppo cambia ancora nome in Quartetto Cetra, si dice in omaggio alla casa discografica che li ha scritturati.
21 gennaio, 2018
21 gennaio 1906 - Hank Wayland, uno dei contrabbassi dello swing
Il 21 gennaio 1906 nasce a Fall River, in Massachusetts, Frederic Gregson Wayland, destinato a diventare con il nome di Hank Wayland, uno dei contrabbassisti più attivi negli anni d'oro dello swing. Inizia prestissimo a studiare la musica sotto la guida del padre e come molti altri ragazzi fa le sue prime esperienze nell'orchestra della scuola. Nel 1926, a vent'anni, va a cercare fortuna a New York. Qui trova senza troppa fatica una nutrita serie di ingaggi da parte di diverse orchestre, prevalentemente da studio. Pian piano la sua popolarità si allarga e nel 1934, mentre è impegnato con l'orchestra di Earl Carpenter, viene ingaggiato da Benny Goodman. La movimentata e un po' caotica vita di una big band di successo finisce per stancarlo. Alla fine dell'anno decide così di lasciare Goodman e riprendere il più tranquillo lavoro negli studi di incisione. Torna sui suoi passi nel 1936 quando entra nell'orchestra di Artie Shaw e successivamente in quelle di Bunny Berigan, Tommy Dorsey, Larry Clinton. Fra il 1941 e il 1942 suona con Bob Chester e nel 1943 si trasferisce sulla West Coast. Suona ancora per qualche tempo con Eddie Miller e in seguito lavora soprattutto negli studi di incisione, non rinunciando a qualche apparizione dei gruppi di Wingy Manone, Mike Riley e altre band dixieland della California. Muore il 27 marzo 1983.
20 gennaio, 2018
20 gennaio 1968 - In memoria di Woody Guthrie
Sei mesi dopo la morte di Woody Guthrie i suoi amici e i discepoli organizzano due grandi concerti in sua memoria. I raduni si svolgono simbolicamente sulle due coste degli Stati Uniti. Il primo si tiene al Carnegie Hall di New York il 20 gennaio 1968 con la partecipazione, tra gli altri, di Bob Dylan, Judy Collins, Arlo Guthrie, Tom Paxton, Pete Seeger e Richie Havens. Il secondo, invece, ha luogo all'Hollywood Bowl di Los Angeles e vede la partecipazione, tra gli altri, di Joan Baez, Arlo, Seeger, Havens e Country Joe McDonald. Gli incassi di entrambi i concerti e dei relativi dischi vengono destinati alla Fondazione Woody Guthrie per realizzare una biblioteca nel suo paese natale e per finanziare le ricerche sul morbo di Huntigton, la malattia che ha ucciso Woody.
01 gennaio, 2018
2 gennaio 2009 - Addio Valentina
Il 2 gennaio 2009 al Policlinico Le Scotte di Siena nonostante un disperato intervento chirurgico muore Valentina Giovagnini, uno dei più talentuosi e promettenti personaggi della scena pop italiana. La cantante ha ventiquattro anni ed è stata ricoverata in gravissime condizioni nel pomeriggio dopo essere uscita di strada con la sua vettura schiantandosi contro un albero a lato della carreggiata. Nata ad Arezzo il 6 aprile 1980 Valentina studia canto, pianoforte e flauto e frequenta il liceo musicale della sua città. Nel 2002 partecipa al Festival di Sanremo con la canzone Il passo silenzioso della neve, piazzandosi al secondo posto con un grande consenso di pubblico e critica. A distanza di un mese dalla manifestazione Valentina viene premiata a Sanremo Top come l'artista più venduta della categoria giovani. A marzo dello stesso anno pubblica il suo primo album Creatura nuda. Migliaia di persone partecipano ai suoi funerali che si svolgono il 4 gennaio 2009 presso la chiesa parrocchiale di Pozzo della Chiana. Il 15 maggio 2009 esce, postumo, il suo secondo album intitolato L'amore non ha fine.
18 dicembre, 2017
18 dicembre 1919 - Anita O'Day, una voce da brividi
Il 18 dicembre 1919 nasce a Chicago, nell’Illinois, Anita O’Day. Nel 1933 (o nel 1934 perchè lei stessa dice di non ricordare l’anno preciso) si esibisce per la prima volta in pubblico insieme a Frankie Laine. Allieva della Schurz High School nel 1939 viene ascoltata da Carl Cons, all’epoca direttore della rivista Down Beat che la convince a trasferirsi all'Off Beat Club, un locale adiacente al Three Deuces. Proprio in quel locale la O'Day , che dai critici dell'epoca viene definita come una cantante a metà strada tra Mildred Bailey e Billie Holiday, conosce Gene Krupa da poco ha formato una grande orchestra. Nel 1941 Krupa la invita a sostituire la cantante Irene Daye ritiratasi per sposarsi. Il suo debutto avviene il giorno di San Valentino a Minneapolis e per due anni il suo apporto alla formazione del batterista è determinante. La sua voce dà i brividi al pubblico e la cantante ammette di dover molto a Martha Raye la cui maniera di cantare le ha suggerito la strada da seguire. Nonostante il successo la sua paga resta ferma a cinquanta dollari la settimana. Quando lascia l’orchestra viene arrestata per possesso di marijuana e poi costretta agli arresti domiciliari. Lei non ha mai digerito questa storia e sostiene di essersi addossata colpe non sue proprio per salvare Gene Krupa. Nel 1944, mentre è ancora coinvolta dalle vicende giudiziarie viene scritturata da Stan Kenton su segnalazione di Vido Musso. Anita però non sopporta la vita nella grande orchestra e chiede a Kenton di lasciarla libera. Il buon Stan la prega di restare fino a quando non avrà trovato una sostituta. È proprio la O'Day a scoprire al Three Deuces una giovane cantante di nome Shirley Luster e a offrirle il posto nell'orchestra di Kenton. La Luster , cambiato il nome in June Christy, diventerà una stella. Anita nel frattempo torna per qualche tempo con Krupa giusto per sbarcare il lunario visto che le grandi orchestre l’hanno stancata. Ripresa la sua libertà canta nei club, pur limitando parecchio la sua attività che soltanto verso la fine degli anni 1950 riprende vigore, particolarmente nel corso della edizione 1958 del festival di Newport da cui viene tratto il lungometraggio “Jazz On A Summer's Day”. Nel 1959 arriva in Europa con Goodman e partecipa al film “Gene Krupa Story”. Negli anni Settanta è ancora tra le più apprezzate cantanti del mondo. Considerata per lungo tempo la migliore cantante bianca di jazz, ha influenzato cantanti famose. Muore a Los Angeles il 23 novembre 2006
14 dicembre, 2017
14 dicembre 1968 - Pierre Allier, uno dei primi jazzisti francesi
Il 14 dicembre 1968 muore a Parigi il trombettista Pierre Allier. Ha poco più di sessant'anni. È nato, infatti, il 25 febbraio 1908 a Grénoble. Considerato uno dei primi musicisti a "militare" nelle file del jazz francese, ha fatto parte soprattutto di gruppi di grandi dimensioni come quello di Gregor e i suoi Gregoriens, dal 1930 al 1935, o quello di Fred Adison. Successivamente ha suonato in varie orchestre parigine, fra le quali quella di Alix Combelle, prima di dar vita a un proprio gruppo agli inizi degli anni Quaranta. Entra poi nell'orchestra di. Ray Ventura, con la quale effettua la "famosa" lunga tournée nell’America del Sud che dura dal 1941 al 1944, cioè il perodo dell'occupazione nazista in Francia. Pur ispirandosi a Louis Armstrong, Pierre Allier suonava tuttavia in uno stile che molto doveva alla seconda generazione dei trombettisti di jazz.
29 novembre, 2017
30 novembre 1947 – Gli All Stars di Louis Armstrong, una straordinaria macchina da musica
Il 30 novembre 1947 alla Symphony Hall di Boston Louis Armstrong e i suoi All Stars tengono un concerto che cambierà la loro storia. Da quel giorno infatti quell’ensemble casuale e precario si trasformerà in una straordinaria macchina da musica malgrado l'alternarsi dei musicisti che il senso di supremazia di Louis e le circostanze imponevano. In quel lungo concerto alla Symphony Hall di Boston si assiste a un’evoluzione definitiva. Dopo anni in cui il disequilibrio interno ai gruppi che l’accompagnavano finiva per danneggiare lo stesso Armstrong, per la prima volta il grande Satchmo concretizza l’idea di avere quella base di lancio nuova che nessuno era stato in grado di garantirgli dopo gli anni Venti. Gli spettatori assistono a una sorta di miracolo. La nuova logica che governa la musica degli All Stars è quella della sfilata dei solisti su un tappeto musicale collettivo dominato dalla tecnica del dixieland. Fondamentale è il contributo di Barney Bigard e Jack Teagarden con il sottile lavoro di contrappunto che i due conoscono molto bene, provenendo da due scuole molto simili come quelle di Chicago e New Orleans. Il gioco delle parti è perfetto perchè ciascuno conosce a memoria pregi e difetti dell'altro e sa calcolare le entrate e le uscite in assolo con il massimo tempismo riempiendo poi i vuoti lasciati dalla tromba di Louis con splendidi arabeschi timbrici. Le caratteristiche della scuola creola da cui proviene vengono utilizzate da Bigard in modo più netto di quanto non facesse nell’orchestra di Ellington. A fargli da contrasto c’è la pacatezza di Teagarden che riesce alla perfezione a frenare i tempi nei quali Bigard dà impulso all'accelerazione. Armstrong può così inserirsi nel gioco dei contrappunti e se negli anni precedenti non era mai molto propenso a improvvisare negli assoli, da quel momento si lascia andare più liberamente, sicuro dalla validità dei partner. Dietro ai tre uomini della front-line, schierati secondo la formazione classica dello stile di New Orleans, il pianista Earl Hines realizza un prezioso lavoro di raccordo con tocchi rapidi e quando può esce in assolo con il sostegno del basso di Arwell Shaw e della batteria di Big Sid Catlett. In quella sera di Boston nasce una leggenda.
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